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Versione completa: Refitting comet 800 - Trattamento antiosmosi
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Ciao, volevo condividere la mia esperienza e i consigli che ho ricevuto per effettuare il trattamento antiosmosi sul mio comet 800.
La mia intenzione era sabbiare la carena per far asciugare la barca nei mesi da novembre a giugno.
Parlando poi con l'artigiano di cui sopra, che aveva eseguito numerosi lavori simili, mi ha sconsigliato tale procedura poichè il lavoro di stuccatura e rasatura sarebbe stato molto piu' oneroso.
Mi ha consigliato di eliminare tutto il gelcoat con la rotorbitale, in questo modo avrei mantenuto i piani dello scafo senza dovre inondare la carena di stucco.
Inizialmente ero titubante per il grande lavoro manuale che mi aspettava, infatti farsi tutto lo scafo con rotorbitale è un'operazione molto lunga e faticosa. Mario, l'artigiano, mi ha finfrancato dicendomi che avrei si impiegato
più tempo ma l'avrei riguadagnato nella fase di stuccatura e rasatura.

Il primo passo è stato quello di aprire tutti i crateri con uno scalpello e affondarlo finchè non avessi trovato il buono nel vetro. In pratica dove c'è osmosi la vetroresina è marcia e si toglie con facilità, quando si asporta la parte
deteriorata si arriva al buono e in quel caso lo si capisce subito perchè lo scalpello non affonda più.
Una volta aperti tutti i crateri, e dico tutti, anche quelli molto piccoli la barca inizia a spurgare e ha inizio il processo di asciugatura.
E' importante che questa operazione venga fatta subito, appena la barca viene alata, altrimenti si corre il rischio di non trovare piu' i crateri piu' piccoli che tendono scomparire.
Se non si ha il tempo per iniziare subito questo lavoro, è coinsigliabile segnare i crateri con un pennarello.
Una volta aperti tutti i crateri è importante ripassarli tutti con il dremel, in modo da crare all'interno del cratere una superfice il più liscia possibile. Questo è fondamentale perchè in fase di stuccatura non si avranno
zone inaccessibile che potrebbero creare piccole bolle d'aria.

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Successivamente all'operazione sopra descritta si passa all'uso della rotorbitale. Vista la grande mole di lavoro che aspettava ho comprato una Rupes con platorello da 150.
Per questo lavoro si usano dischi di carta da 40, è importante muoversi continuamente con la rotorbitale in modo da impedire che si vengano a formare degli avvallamenti.
Il lavoro è molto lungo e faticoso, sopratutto la parte sotto. I primi giorni avevo le spalle a pezzi, nei successivi sentivo meno la fatica. Non sono mai riuscito a fare più di 5 ore per volta con la rotorbitale.
Per non avere intralci ho smontato anche le prese a mare che successivamente ho sostituito.
Una volta completato questo lavoro, che nel mio caso, potendo lavorare solo nei week-end mi ha impegnato circa un mese.
Arrivato a questo punto, lo scafo deve asciugare, per velocizzare l'oprazione è consigliabile lavarlo settimanalmente con acqua calda se possibile. L'acqua favorisce lo scioglimenti del liquido osmotico che una volta asciugato,
forma dei cristalli sulla carena che impediscono allo scafo di continuare a spurgare.
Lo stesso lavoro va fatto si aper il timone sia per il bulbo, anche se per quest'ultimo bisogna fare un discorso a parte.
Il mio bulbo è in ghisa, ed è importante che una volta ripulito, sia subito verniciato con un primer epossidico in modo da evitare che fiorisca ruggine.
Questo aspetto è fondamentale perchè la fiorita è veramente veloce.

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Stuccatura e finitura della carena
A maggio ho controllato i valori di carena utilizzando lo skinder e erano abbastanza buoni, segnava verde con pochi punti di giallo.
Arrivati a questo punto si possono stuccare i crateri. Nel mio caso ho usato tutti prodotti della Cecchi.
In questo caso abbiamo 2 possibilità, usare lo stucco epossidico per il riempimento o farci noi uno stucco a base di epossidica, microfibre minerali e silice amorfa.
Nel mio caso ho optato per la seconda possibilità. Lo stucco composto da epox, microfibre e silice amorfa ha delle importanti caratteristiche. In primo luogo ha una resistenza meccanica molto simile alla vetroresina,
quindi non si compromettono le qualità dello scafo, in secondo luogo, essendo piu' bagnato aderisce molto meglio allo scafo evitando che possa staccarsi la stuccatura.
In pratica le microfibre minerali non sono altro che fibre di vetro tritate a polvere. Mescolate con la resina epossidica formano uno stucco con proprità molto simili alla vetroresina (ribattezzato vetrone).
La silice amorfa deve essere aggiunta in modiche quantità, il suo compito è solo quello di non far colare il composto. In questo modo non si avranno spiacevoli colature di stucco.
L'unico svantaggio di questo stucco fai da te, è il maggior impegno richiesto per tirarlo sui crateri, infatti non risulterà subito liscio.
Una volta applicato lo stucco e asciugato, ho spianato nuovamente i createri con la rotorbitale e carta da 80/120, successivamente ho ripassato i crateri con lo stucco light filler della Cecchi.
A questo punto i createri erano perfettamente lisci.
Avendo usato la Rotorbitale e avando quindi mantenuto le linee d'acqua dello scafo, non ho bisogno di effettuare alcuna rasatura, lo scafo è bello liscio e uniforme.

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Fase di riverniciatura
Prima di iniziare questa fase è importante verificare che vi saranno almeno 3 giorni con temperature sopra i 15 gradi e se possibile bassa umidità.
Per verniciare lo scafo ho usato un rullo da 10.
Le prime due mani sono di resina epossidica pura,io ho usato la CFS 10/10 della cecchi, senza alcun addittivo. Si può passare la seconda mano di resina appena la precedente risulta appiccicosa al tatto.
Non bisogna far passare più di 12 ore tra una mano e l'altra, altrimenti si dovrà ricarteggiare tutto lo scafo per togliere la patina untuosa che forma la resina trascorse più di 12 ore dalla catalisi.
Una volta applicate le due mani di resina, si passa alla resina addittivata con la grafite, nel mio caso ho steso 5 mani.
Tale composto è piu' denso e di colore nero. Ha proprietà antiosmosi e fà più spessore della normale resina.Lo spessore è importatnte,
poichè dobbiamo colmare quello precedentemente tolto quando abbiamo rimosso il gelcoat.
Per vedere bene dove ero passato precedentemente, ho acquistato anche il colorante bianco per resina epossidica. Stendevo quindi una mano di nero e la successiva di grigio (resina, grafite e colorante bianco). Con questa semplice
operazione sono riuscito a stendere perfettamente tutte mani poichè riuscivo a vedere con chiarezza dove dovevo ancora passare.

Completate le 7 mani di resina, ho steso le due mani di primer expoxy che preparano lo scafo per le mani finali di antivegetativa.
Nel mio caso ho usato antivegetativa autolevigante.
Per concludere ho lucidato il gelcoat dell'opera morta e rifatto gli adesivi della barca.

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Primer:
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Il lavoro è stato molto duro, ma la barca adesso è uno spettacolo, anche le sue performance sono notevolmente migliorate.
Se avrò tempo posterò anche il lavoro fatto a timone e prese a mare.
Per i prossimi 30 anni Enola ti fara' divertire. Bravo e complimenti!!

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Bravissimo Lucignolo Smiley32
grazie mille per i complimenti!
ottimo lavoro e bellissima documentazione.
Ciao Lucignolo , ho eseguito lo stesso lavoro anti-osmosi nel 2009 sul mio Comet 800 e non me ne sono pentito. La barca tutt'oggi ha un'umidita' dell'opera viva simile all'opera morta.
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Bel lavoro,io lo fatto nel 2013 su comet 9,10 ma non avevo osmosi visto che sono andato su gel coat per fare coopercoat ho fatto trattamento anti osmosi è refiting totale .
Ciao bv
grazie ragazzi!@bottadritta bello il tuo comet!
Bravo! Quanto è lunga la barca? 24 piedi? Su un 35 ci abbiamo messo circa 16 giornate (di 4-5 ore) a togliere il gelcoat, però abbiamo usato il frullino, con la roto-orbitale penso molto di piu', complimenti per la pazienza. Altre 16 per togliere 3 strati di mat che erano ammalorati e poi una novantina di crateri piu' profondi, nella stuioa. Poi lavato e aspettato. I crateri li abbiamo riempiti con tessuto ed epo, erano tanti e profondi e non ci fidavamo a farlo con lo stucco anche se forse sarebbe stato lo stesso. Poi aggiunto 2 strati di tessuto da 300 dappertutto e 1 in piu' nei punti piu' sollecitati, trattamento con stuccatura ecc. Smontato con grande difficoltà una presa a mare, era in bronzo, 35 anni perfetta. Non volevo rimetterci un ottone da cambiare dopo 5 anni per cui rimontata. Le altre non si muovono le abbiamo lasciato in sede, grattando e mettendo tessuto intorno con attenzione per chiudere bene. Certo lavorare di roto-orbitale e togliere e rimontarle tutte, come hai fatto tu, sarebbe stato il massimo, ma già così ho calcolato che con tutti gli altri lavori abbiamo impiegato 90 giorni a testa in due in 12 mesi, abbiamo deciso che andava bene così. Adesso cambiamo il sartiame e poi speriamo di andare in acqua. Complimenti ancora per il lavoro e per la condivisione.
Ciao Lucignolo , mi sto apprestando ad eseguire le stesso trattamento sul mio Comet 800, ho letto che hai fatto anche lavori sul timone e prese a mare. Poi non li hai più postati ?
Posso sapere indicativamente a che spesa si va incontro?
Ciao a tutti, potrei acquistare un Comet 800 a breve. So che ha 5 posti letto, invece dalle schede e documentazione che ho trovato, non capisco a quanti posti è omologato per il trasporto, qualcuno può aiutarmi ?
Grazie e buona serata
Ciao,una volta era omologato per 8,con le nuove diaposizioni credo sia 7 posti. Cmq se ci vai a vela già in 4 sei strettino.ciao
Interessante report. Bellissimo lavoro, impegnativo ma soddisfacente.
Ciao Lucignolo77, grandissima sistematicità nell'approccio al lavoro, uno spettacolo questo post.

Una cosa però non ho capito, quando sei arrivato a vetroresina con il roto-orbitale come hai fatto a giudicare quando fermarti cioè quando eri sicuro che non ci fossero altre bolle acide di osmosi sotto dove eri arrivato ?????
Sono in procinto di effettuare un lavoro simile ed ho il terrore di non arrivare sufficientemente a fondo e quindi, dopo aver lavato ed asciugato, di non veder mai calare la lancetta dell'igrometro.

Sarei grato a chiunque potesse chiarire in merito al mio dubbio.
Le bolle le vedi quando togliendo il gelcoat o le rompi già passandoci sopra con la levigatrice puoi vedereim un colore diverso nella vetroresina bagnata. In parallelo lo stò facendo sulla mia ma senza togliere il gel e il mio vicino su un comet 801 invece ha piallato tutto con un pialletto da falegname ed efettivamente lui ha trovato delle bolle profonde, io invece per togliere circa 1mm di stucco poliestere a tutta carena ho riscaldato lo stucco con pistola termica ma veramente poco circa 40-50°anche meno tranquillamente tenevo la mano a contatto con la zona trattata. Questi pochi gradi comunque erano sufficienti a far emergere dal gel coat qualche lacrima di liquido d'osmosi se puoi misura con l'apposito strumento la VTR per verificarne l'effettiva umidità.
PS ho due latte nuove di dicembre 2018 di Acquastop che non userò ti potrebbero interessare?
Buon Vento
Ciao seaMax,grazie per il complimento!
Le bolle più grosse le vedi prima ancora di togliere il gelcoat,
Le altre quando passi la roto e togli il gelcoat le vedi subito perché la vetroresina è macchiata.cmq sono poche,anzi pochissime,la maggior parte hanno passato il gelcoat.
Inoltre la veteoresina ha una consistenza diversa,lo capisci subito perché non è così dura.con lo scalpello bolla per bolla devi scavare finché non arrivi al duro.
Ciao e buon lavoro
Grazie ad entrambi per quanto scritto. Allego un paio di foto della prora passata con la levigatrice. Come vedete in basso a destra c'è effettivamente una bolla su tutto il resto della carena è piena di macchie piccole piccole che sembrano osmosi a macchia di leoprdo, il mio dubbio è se continuare a levigare oppure se cominciare con il lavaggio. Il mio dubbio è che a fare il lavaggio senza aver aperto bene tutte le bolle l'umidità all interno della vtr non cali mai ed occorra poi intervenire di uovo tra qualche mese quando invece si sarebbe pensato di procedere con il trattamento.
Ecco le foto di cui parlavo, scusate ma prima non mi era riuscito di caricale, spero adesso si vedano. Inutile dire che l'igrometro sbatteva contro il fondo scala ;-)
Ciao sinceramente non mi sembrano da osmosi,anche perché difficilmente sono a prua,solitamente si concentrano sotto lo scafo nella parte centrale,cmq se vai con lo scalpello la fibra di vetro è molle?devi vedere solo se ha una consistenza diversa,come ti dicevo è più molle.sentivi puzza di aceto quando eliminavi il gelcoat?Io fossi in te partirei da poppa fino al bulbo,è la parte più faticosa e quella dove dovresti lavorare di piu.
Ciao buon lavoro
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