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Versione completa: Forward scanning / sonar... dubbi.
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Ho trovato qualche cenno all'argomento in due post ormai vecchi di qualche anno... che in ambito strumentazione è tanto... quindi vorrei rilanciare l'argomento.

Sto per rinnovare l'elettronica della mia barca (causa fulmine...)... ed avevo escluso il forward scanner....

Oggi mi sono imbattuto in questo....

https://www.instagram.com/p/Bni73VRjaf3/...vaynnw03i3

che mi ha fatto ripartire il tarlo....

Premetto che non faccio traversate oceaniche però giri in mediterraneo si con navigazioni notturne e lunghi passaggi...

Più che per approccio a rade e porti.... me la cavo anche senza ulteriori ausili.... mi domando: il forward scanner sarebbe veramente in grado di identificare un oggetto semisommerso grande abbastanza da fare danni allo scafo (anche senza arrivare al container) con sufficientemente anticipo da permettermi di cambiare rotta....?

Qualcuno ha esperienza con il suo utilizzo? Io sto montando B&G Zeus...

Grazie






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Usato molto poco (in barca non ce l'ho), ma potenzialmente interessato a prenderne uno per la navigazione in acque basse.
Se cerchi su PBO c'è un test comparativo, dove spiegano un po' anche come funzionino, in particolare la differenza fra quelli che riportano i dati grezzi e quelli invece che li interpretano (in sostanza un inviluppo delle eco).
Un muro davanti lo vedono fra 50 e 100m, un muro. Un oggetto galleggiante dipende da come viene "illuminato" dal fascio, che a seconda degli strumenti può anche essere stretto: probabile che dia delle risposte intermittenti, che magari si sommano ad altri disturbi (specie con onda). Ho l'impressione -impressione- che se magari stai a guardare di continuo forse qualcosa si intravvede, ma mettere un allarme -non so neanche se sia possibile- mi sembra improponibile, un bip ogni qualche secondo. Poi: una barca a 6 nodi 3m/s per coprire la portata media mette 20-25 secondi: in 25 secondi uno dovrebbe 1.essere allertato 2.andare a vedere schermo/dati per verificare e sincerarsene, con un bersaglio che magari appare e scompare, 3.manovrare in emergenza. In meno di mezzo minuto, con un segnale improvviso, che magari si ripete tot volte al giorno. Forse se uno *sa* di attraversare un campo minato e sta fermo lì davanti allo:schermo, in navigazione abituale la vedo molto improbabile. Da quel che dice l'articolo, alcuni poi fanno trattamento dei dati quindi c'è un ulteriore ritardo. Mah, molti dubbi (ma basati su pochissima esperienza) 91
Bv. Ho montato lo scandaglio frontale da alcuni anni , Echopilot . E' comodo per i i canali con bassifondi a velocità minima , l'ho usato abbastanza per attraversare il canale di Lefkada prima che fosse dragato bene. Non credo vada bene per la navigazione in acque libere
Come gia' detto in altre discussioni (cui si potevano accodare questi messaggi senza aprirne una nuova) il problema della difficolta' di identificare oggetti semisommersi in tempo utile e' legato (come ha detto Rob) al "mascheramento" che il moto ondoso produce in superficie per cui in pratica alle normali velocita' di navigazione e con la normale portata di questi strumenti in versione diportistica non si ha la possibilita' di identificare in tempo un ostacolo potenzialmente dannoso a meno che non abbia dimensioni veramente importanti. Non e' un problema di evoluzione o meno della strumentazione, e' un puro problema geometrico analogo alla difficolta' di riconoscere piccoli oggetti in superficie con un radar in presenza di onde di una certa rilevanza, gli echi sono troppi e tutto si confonde. Ho uno di questi strumenti da tempo, ho recentemente parlato con il produttore per eventuale upgrade ma la risposta e' sempre la stessa. Ovviamente esistono strumenti molto evoluti che riescono a fornire indicazioni anche in condizioni molto difficili ma sono molto voluminosi (in particolare nel sensore) e di costo molto al di fuori della portata di un diportista.
(15-09-2018 16:10)IanSolo Ha scritto: [ -> ]Come gia' detto in altre discussioni (cui si potevano accodare questi messaggi senza aprirne una nuova) il problema della difficolta' di identificare oggetti semisommersi in tempo utile e' legato (come ha detto Rob) al "mascheramento" che il moto ondoso produce in superficie per cui in pratica alle normali velocita' di navigazione e con la normale portata di questi strumenti in versione diportistica non si ha la possibilita' di identificare in tempo un ostacolo potenzialmente dannoso a meno che non abbia dimensioni veramente importanti. Non e' un problema di evoluzione o meno della strumentazione, e' un puro problema geometrico analogo alla difficolta' di riconoscere piccoli oggetti in superficie con un radar in presenza di onde di una certa rilevanza, gli echi sono troppi e tutto si confonde. Ho uno di questi strumenti da tempo, ho recentemente parlato con il produttore per eventuale upgrade ma la risposta e' sempre la stessa. Ovviamente esistono strumenti molto evoluti che riescono a fornire indicazioni anche in condizioni molto difficili ma sono molto voluminosi (in particolare nel sensore) e di costo molto al di fuori della portata di un diportista.


Grazie IanSolo.... non ho trovato il 3d a cui ti riferisci, se mi mandi il link me lo leggo volentieri.

Mi sembra chiaro che non va bene per l'utilizzo che avevo in mente.... grazie a tutti per l'aiuto nell'evitare una spesa sbagliata!


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Le due discussioni piu' argomentate: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .
(15-09-2018 22:28)IanSolo Ha scritto: [ -> ]Le due discussioni piu' argomentate: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .


Grazie.... avevo usato le parole sbagliate per la ricerca! Letture utilissime ed esaustive!


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Posso solo aggiungere che lo uso tuttora ritenendolo uno strumento prezioso per gli atterraggi in zone poco note o soggette a insabbiamento oppure per passaggi in canali ristretti con fondo variabile e modesto.
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