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Versione completa: Barca autocostruita. MODIFICHE
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vuoi provare a ridurre pure la dimensione del timone?

non t'e' bastato giocare con la chiglia?

si riduci la dimensione della pala ci sta che le cose migliorino.. buona staorza non si augura a nessuno pero.. la voglia mi verrebbe
però esistono le barche con i timoni portanti, di solito un timone di prua, uno di poppa e chiglia basculante, e certamente sono barche da paura dotate di boccole asse timone mai viste
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tu dici che con due foil la curva evolutiva potrebbe convergere su due retta parallele?
io dico che con un albero basculante eliminiamo il momento evolutivo di @oudeis
tipo questo, logicamente però inclinato al contrario
[Immagine: 7800488e65052e81187d2a89d0948da1.jpg]


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Tornando seri sul tema ed alla domanda di Oneloop, secondo me il timone partecipa al piano di deriva, e quindi aumentandone la superficie dovresti sposare verso poppa il piano di deriva verso poppa, diminuendo la tendenza orziera.

Chi è d'accordo?
sono d'accordo, ma aumentano anche gli sforzi sulla barra che é il problema del nostro amico, senza contare quelli sull'asse e sulle boccole
senza contare che a occhio aumentano anche gli attriti perché se il problema è l'eccessivo sbandamento e quindi la distanza trasversale tra la barca e il centro velico, il timone non ribilancia un bel nulla ma aggiunge solo freno che aumenta l'effetto evolutivo/orziero
in altre parole fa prima e meglio a mettere mano alla chiglia



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[quote='marcofailla' pid='439239846' dateline='1541711608']
sono d'accordo, ma aumentano anche gli sforzi sulla barra che é il problema del nostro amico, senza contare quelli sull'asse e sulle boccole
senza contare che a occhio aumentano anche gli attriti perché se il problema è l'eccessivo sbandamento e quindi la distanza trasversale tra la barca e il centro velico, il timone non ribilancia un bel nulla ma aggiunge solo freno che aumenta l'effetto evolutivo/orziero
in altre parole fa prima e meglio a mettere mano alla chiglia

Vedo con piacere che non sono il solo ad avere idee chiare sugli equilibri.
Mi resta il pregiudizio sul timone: è solo il mezzo di governo, non gli si devono attribuire compiti impropri, e il suo contributo alla andatura è
quello di mantenerla col minimo sforzo e turbolenza.
Consentitemi però che se lo scafo è stretto, nonostante lo sbandamento elevato il braccio di leva che porta alla tendenza orziera è minore, quindi non può essere tutto imputato al l'elevato sbandamento.
carissimo tu ragioni con la testa di un multiscafista. come te anche io soffro quando un albero non sta sulla verticale (o quasi), per questo parlavo di albero basculante, purtroppo per noi le barche a vela generalmente stanno sdraiate e per quanto cilindrico possa essere lo scafo, il centro di spinta velico va fuori bordo di qualche metro, tra il centro di resistenza dello scafo e il centro di spinta velico si interpone un braccio di leva così significativo da rendere orziera una barca che va di solo fiocco o peggio anche con lo spi, figurati cosa gli fa un timone più grande a uno spi che straorza


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(08-11-2018 23:55)marcofailla Ha scritto: [ -> ]carissimo tu ragioni con la testa di un multiscafista. come te anche io soffro quando un albero non sta sulla verticale (o quasi), per questo parlavo di albero basculante, purtroppo per noi le barche a vela generalmente stanno sdraiate e per quanto cilindrico possa essere lo scafo, il centro di spinta velico va fuori bordo di qualche metro, tra il centro di resistenza dello scafo e il centro di spinta velico si interpone un braccio di leva così significativo da rendere orziera una barca che va di solo fiocco o peggio anche con lo spi, figurati cosa gli fa un timone più grande a uno spi che straorza


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Il mese scorso sono uscito qualche volta in Laser con gli amici del circolo, ed ho provato a far andare la barca senza usare il timone, ovvio con poco vento e alle portanti, cosa tutto sommato semplice, per orzare lo sbandi sottovento e viceversa.
Se sollevi il timone, col cavolo che governi invece, devi andare in piedi a prua e far lavorare lo scafo di taglio, ed anche così non governi. Però in acqua non ci son finitoSmiley34
Questo per dire che il timone partecipa eccome al piano di deriva.

Quanto allo sbandamento ed al suo effetto evolutivo, devo dire che in effetti il tuo ragionamento, Marco, non fa una grinza, in sintesi più lo scafo è largo minore sarebbe l'effetto orziero perché si sposta maggiormente all'esterno non solo il piano velico ma anche il centro di deriva...
Ho trovato la soluzione!

Adattare un servosterzo da camion alla barra!... Che dite, si può fare?
(09-11-2018 00:42)gorniele Ha scritto: [ -> ]Questo per dire che il timone partecipa eccome al piano di deriva.

La penso come te, ma penso che tutti stiano cerca di evidenziare a Oneloop che sta facendo un ragionamento che lo porta su una strada che non probabilmente non gli darà soddisfazione.

Si dovrebbe partire dal concetto espresso dagli altri AdV: il timone di bolina per contribuire alla resistenza allo scarroccio dovrebbe stare sui 4-5° alla poggia.

Se questo non accade il primo intervento da fare è di avanzare il CV con due azioni contemporanee: avanzare la base dell'albero E accorciare lo strallo, tutto cercando di restare con un rake o aggollettamento intorno ai 4° verso poppa.

Se il range di regolazione del piano velico non permette di ottenere una regolazione che equilibri la barca si iniziano a valutare le alternative, che saranno costose e strutturali. La modifica del timone aumentando superficie richiederà un aumento della compensazione E un rinforzo di tutta la catena, pala, asse losca e qui mi fermo.
(09-11-2018 11:55)clavy Ha scritto: [ -> ]avanzare il CV con due azioni contemporanee: avanzare la base dell'albero E accorciare lo strallo, tutto cercando di restare con un rake o aggollettamento intorno ai 4° verso poppa.

mi sa che non ce la faneanche se lo sposti di due metri l'albero, come spiegare altrimenti questa frase?
(07-11-2018 11:49)Oneloop Ha scritto: [ -> ]È un problema che rimane anche se vado di solo fiocco.





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se la barca si comporta nello stesso modo col solo fiocco.. trovo che l' idea di spostare avanti il piano velico non funzioni.
piu o meno tutte le barche "strette" quando arrivano a 21 gradi (per questo ho messo l' immagine dello swannino) diventano orziere.

tra i dati a disposizione non c'e' nemmeno quello:lo sabandamento.
un equilibro di certo si puo trovare e senza quel dato la vedo dura trovare il giusto compromesso tra piano velico e piano di deriva, il rischio e' di andare ripetutamente per tentavi ed "orrori" a lungo.

la sensazine e' che tra variazioni di assetto ed evidentemente la sostituzione magari fatta con una chiglia esistente sia stata fatta un po alla carlona.. tanto e' tutta roba che sta sotto e non si vede.

secondo me e' giusto che il timone partecipi al piano di deriva, anzi non solo deve partesipare ma lo deve fare ad un angolo ben definito.. quei 5 gradi di cui si parlava all' inizio... in condizioni tra i 12 ed i 20 gradi di sbandamento.
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