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Versione completa: spazio fra pala e scafo
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(07-02-2019 00:43)albert Ha scritto: [ -> ]Eh, se l’asse non è pressochè ortogonale al fondo allora so hazzi e non si puó fare granchè ...


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la sezione dello scafo stonda verso pèoppa mentre e' perfettamente piatta sulla sezione normale.

io l' ho tirato su al mm e infatti i segni ce li trovavo, complice il pernetto di fermo del timone saltato in qualche retro.
(07-02-2019 01:15)dapnia Ha scritto: [ -> ]Grazie, tutto chiaro, interessante quella della base del genoa
Come sai le vele e le turbolenze non sono un argomento sul quale sono ferrato, le uso così a naso per come meglio riesco
Ne approfitto e chiedo solo: nella fattispecie che differenza di rendimento ci può essere tra prima e dopo la modifica al timone, così un "numero" approssimativo

tanto flusso in quella fessura non ci puo essere, sicuramente si ragiona di zerovirgola.
gli zerovirgola presi singolarmente sono e rimangono degli zerovirgola, tutto dipende da quanti ne trascuri.. puo essere anche grande la differenza.
(07-02-2019 00:59)albert Ha scritto: [ -> ]È lo stesso discorso della base del genoa se tocca o non tocca la coperta.
Se si crea un “effetto parete” il rapporto di allungamento della vela o dell’appendice risulta doppio di quello effettivo (come se fosse specchiato) e ció riduce il rapporto portanza/resistenza e dunque incrementa l’efficenza.
Nella pratica: la pala angolata rispetto al flusso ha un lato in pressione ed uno in depressione. Dato che c’è lo scafo sopra, i filetti fluidi sono costretti a seguire la sagoma della pala dal bordo d’entrata a quello di uscita creando portanza. Se c’è una fessura una parte di questi passano da un lato all’altro senza fare alcun lavoro, anzi, creando resistenza indotta, visualizzata nel “ricciolo” che si forma in superficie dietro la pala.
Nei timoni esterni, per completare, non c’è questo tipo di “travaso” ma la differenza di pressione crea una differenza di livello del fluido sui due lati della pala che assorbe energia e diminuisce l’efficenza.


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Grazie Albert, come sempre preciso e puntuale, oggi valuto col tizio il da farsi tenendo conto dei suggerimenti .
Più in generale, per mia natura cerco sempre di porre la massima attenzione ai particolari, specialmente se si tratta come in questo caso di un aspetto ludico sportivo, questo intervento al momento è l'ultimo ( ma non lo sarà a lungo ) di una lunga serie apportati alla carena, timone allungato, deriva tirata a specchio e in dima con relative sezioni ingresso/uscita rivisitate, av tirata con carta ad acqua, come dice ZK non è il singolo zero virgola che conta bensì la somma di più decimali e dal momento che non si stravolge nulla perché non farlo !?
In regata l'attenzione anche alla qualità della scia a mio parere è importante per valutare trascinamento e impostare la disposizione dei pesi mobili, una scia pulita è anche più facile da decifrare e nel mio caso l'ho sempre trovata sporcata da quel " ricciolo " centrale !
Ora l'intervento è mirato soprattutto a questo e se anche non mi darà beneficio apprezzabile in se, mi darà comunque una visione più pulita di quello che succede in uscita dalla mia poppa e questo invece poco non è !
In ultima analisi, per accontentare anche i più scettici resta l'aspetto dell'effetto placebo, non potete immaginare quanto mi fa stare bene Smiley4
(07-02-2019 01:38)ZK Ha scritto: [ -> ]tanto flusso in quella fessura non ci puo essere, sicuramente si ragiona di zerovirgola.
gli zerovirgola presi singolarmente sono e rimangono degli zerovirgola, tutto dipende da quanti ne trascuri.. puo essere anche grande la differenza.

Ed era questo o il numero che volevo capire, e che la discriminante è il numero degli zero virgola che si trascurano
Grazie
tanto per grattare un qualche zerovirgola in più, il raccordo non lo fare diritto ma smussato, nel senso non un semplice prolungamento in verticale del timone, ma svasato. Volendo si può anche determinare il raggio di curvatura ottimale del raccordo.
Grazie Rob,
intendi forse la sagomatura del bordo superiore ( vedi freccia ) speculare allo scafo in modo da compensarne la variazione di sezione durante il movimento dx / sn ?! chissà se mi sono capito Smiley2
Sul timone dello Show34 col quale si regatava in IOR avevo, come ha detto anche qualcuno sopra , due labbri di gomma che facevano proseguire la parte superiore del timone fino allo scafo. Sugli stessi davo anche l'antivegeto ed essendo morbidi, non rovinavano il corrispondente spazio dello scafo.
Work in progress Thumbsupsmileyanim

Aggiunta di un listello in fibra, resinatura, epossidica e sagomatura !
Chiuso lo spazio anteriore di circa 35 mm, dietro di 28 mm per dare agio alla pala che altrimenti avrebbe interferito con lo scafo durante l'escursione dx / sn Thumbsupsmileyanim
ottime idee entrambe

ho messo un po' di stucco leggerissimo da carteggiare (microsfere cave in epoxy) con il timone montato, porteró a misura con la carta vetrata passata tra lo scafo e lo stucco al timone. Così facendo posso portarlo al mm se voglio e comunque resta una struttura che non é in grado di far danni a scafo timone o gabbie


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Lavoro finito e timone rimontato con una buona dose di grasso che non guasta mai !
Alla fine sono soddisfatto ed è ciò che conta ! Thumbsupsmileyanim
bel lavoro nedo, vale la pena controllare.sono anch'io a pochi mm (3-5) dallo scafo e il timone attualmente mantiene un angolo libero di 180 gradi (metteró gli stop per il pilota inboard). c'erano anche 20 mm. saranno pure millesimi ma è lavoro veramente semplice e veloce


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Grazie marco,
mia curiosità, sull' asta in fibra della pala ho trovato questo numero ( 29 ) che dovrebbe identificare qualcosa o qualcuno, magari il codice del laminatore !! ?
siamo ai mm, circa 3, 5 sul bordo d'uscita, escursione della pala 180 gradi
rifinisco, antivegetativa e poi in acquaaaa
[Immagine: 111b03008c8b7a8bc5b1b26d39f55f62.jpg]



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