I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Confronto serio sulla Sicurezza
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Ciao a tutti,
prendo spunto dall'episodio della perdita di chiglia di Marinariello durante la TS-S.Giovanni-TS, con conseguente capovolgimento, per postare alcune riflessioni, da condividere con voi e sentire il vs. parere.
Si impone una premessa importante, onde evitare incomprensioni e/o fraintendimenti.
Non intendo fare nessuna critica di alcun tipo all'equipaggio, anzi hanno il massimo della mia solidarietà e se avessi assistito all'evento, me ne sarei strafregato dal continuare la regata e mi sarei prodigato fino all'impossibile per dare una mano...

Indosso regolarmente il giubbotto autogonfiabile con ritenuta di sicurezza, quando le condizioni del mare (non del vento) me lo consigliano.

Sembra che l'equipaggio non indossasse i giubbotti e credo che se fossi stato il comandante, non li avrei fatti indossare neppure io...
La bora in quel punto, per quanto forte, non ha un fetch tale da sollevare un'onda che possa mettere in pericolo una barca ben condotta.
Ora mi pongo una domanda.
La perdita di chiglia è un evento molto raro, ma se dovesse accadere, siamo sicuri che essere legati alla barca, con il giubbotto salvagente che si gonfia e dà una forte spinta idrostatica, non possa addirittura costituire un pericolo?
Infatti, al distacco della chiglia, la barca si capovolge e secondo il mio parere in questo frangente non è impossibile finirci sotto, piuttosto che a lato dello scafo.
Sono un ottimo apneista e credo che avrei la freddezza di trovare alcuni secondi di lucidità per sganciare il moschettone, ma vincere poi la spinta del giubbotto che ti 'attacca' al fondo del pozzetto credo sia impossibile, come impossibile trovare ancora lucidità per togliere il tappo al tubo di gonfiaggio per scaricare l'aria.
Cosa si potrebbe fare?
Immagino che molti di voi, come il sottoscritto, si stiano toccando i
'gioiellli di famiglia' Big Grin, ma non è sperando che non ti succeda mai, che si affronta un ipotetico pericolo...Umberto Verna docet...
Fatemi sapere,
BV
Una volta avevo il giubbotto manuale, ma anche lui ha delle controindicazioni, alla fine bisognerebbe valutare quali delle due siano peggio.

Una cosa che invece ho sempre avuto nel giubbotto è un coltellino, perchè se il penzolo è in tensione non è affatto detto che si riesca a sganciare il moschettone.

A essere precisi ultimamente non ho più il coltello, ma ho preso il suo attrezzo specifico che è meno pericoloso e di utilizzo molto più immediato
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BV
Citazione:anonimone ha scritto:


A essere precisi ultimamente non ho più il coltello, ma ho preso il suo attrezzo specifico che è meno pericoloso e di utilizzo molto più immediato
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BV
tu non sei un uomo sei una enciclopedia;)bell'aggeggio
Non sò se vale anche per i cabinati, ma:
A suo tempo, quando scuffiavo con il 470 ed il laser,
dal momento che la vela era in acqua, a quando si ribaltava a 180°,
passavano una ventina di secondi. (un'eternità)
Certo in quei frangenti, bisogna restare un pò freddini
e magari non tutti ci riescono.
Citazione:CapitanGatto ha scritto:
bell'aggeggio
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mi fa una pippa Wink42

BV
Buone riflessioni...
Io avevo pensato ad una safe-line doppia, di cui una corta e una molto lunga, almeno un metro di più di quelle che attualmente si trovano...
Inoltre pensavo se fosse possibile, dotare gli autogonfiabili di pastiglie di sale che si sciolgano meno in fretta, in modo da avere qualche secondo in più per 'sfilare' fuori...
Dico cazzate?
Con barca a bulbo con quell'onda penso che i tempi si riducano.
Da non sottovalutare l'effetto catapulta della rotazione, una persona seduta in pozzetto penso voli almeno ad un paio di metri dalla barca ammarando sulla randa.
Chi si tiene si prenderà comunque delle belle botte.
Probabilmente chi se la cava meglio sono gli schiacciatori che sono ben posizionati per assorbire la botta, ma poi devono divincolarsi velocemente.
Saro' anomalo ma legato alla safeline lavoro male, mi sento impacciato infatti non mi lego mai e preferisco l'innesco del salvagente manuale che automatico.
Ammesso che non si abbia perso i sensi, penso che la miglior alternativa sia proprio il coltello o quell'oggetto che ha postato anonimone anche se non ho ben capito di cosa si tratti, ma immagino serva per tagliare.
Secondo me però, aldilà degli sforzi che si possano fare per salvaguardare la propria pellaccia, la cura del mezzo dovrebbe essere al primo posto dal momento che rappresenta, almeno in mare, la nostra terra sotto i piedi. Le chiglie non si dovrebbero staccare, può venir giù l'albero, ma non la chiglia cavoli!! Se il prezzo da pagare per cercare il limite tecnico delle imbarcazioni è questo, beh, io mi dissocio e pian pianino me ne vado per la mia strada. Poi chiaro... si può centrare un container alla deriva e... GLU GLU GLU
Aggiungo i link alle due discussioni riguardanti l'affondamento, per chi se le fosse perse.
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=47525
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=47503
Ciao
Citazione:clavy ha scritto:
Con barca a bulbo con quell'onda penso che i tempi si riducano.
Da non sottovalutare l'effetto catapulta della rotazione, una persona seduta in pozzetto penso voli almeno ad un paio di metri dalla barca ammarando sulla randa.
Chi si tiene si prenderà comunque delle belle botte.
Probabilmente chi se la cava meglio sono gli schiacciatori che sono ben posizionati per assorbire la botta, ma poi devono divincolarsi velocemente.

Anni addietro ho assistito al capovolgimento di un 50' di Bill Lee davanti al porto di Sanremo per la perdita della chiglia. Io ero a riva a guardare. C'era vento, ma non tantissimo: il capovolgimento è stato relativamente lento (tant'è che abbiamo pensato all'ennesima straorza), in più la barca è stata appoggiata un po' sulla randa prima di fare 180 gradi. Non dico che ci fosse il tempo di fare chissà che, ma non mi è sembrata una cosa tipo scuffia di una deriva. Secondo me il tempo di sganciarsi dalla life line (o golfari vari) potrebbe anche esserci... se mantieni il sangue freddo, ovviamente!
Dipende molto anche dal mare che c'è in quel momento clavy...
Ciao
Citazione:Edolo ha scritto:
Ammesso che non si abbia perso i sensi, penso che la miglior alternativa sia proprio il coltello o quell'oggetto che ha postato anonimone anche se non ho ben capito di cosa si tratti, ma immagino serva per tagliare.
[u]Secondo me però, aldilà degli sforzi che si possano fare per salvaguardare la propria pellaccia, la cura del mezzo dovrebbe essere al primo posto dal momento che rappresenta, almeno in mare, la nostra terra sotto i piedi. Le chiglie non si dovrebbero staccare, può venir giù l'albero, ma non la chiglia cavoli!! Se il prezzo da pagare per cercare il limite tecnico delle imbarcazioni è questo, beh, io mi dissocio e pian pianino me ne vado per la mia strada. Poi chiaro... si può centrare un container alla deriva e... GLU GLU GLU[u]

E come si fà a non essere d'accordo......Wink
forse occorre anche adattare gli accorgimenti relativi alla sicurezza in riferimento al tipo di navigazione e di barca e, di conseguenza, quello che nella media potrebbe essere l'incidente che con maggior probabilità o frequenza è possibile che si verifichi.
Mi spiego. La perdita del bulbo è evento del tutto eccezionale dipendente da gravi cedimenti strutturali su barche probabilmente molto 'tirate o modificate o costruite male o male mantenute (e qui quoto Edolo)' o da una grave collisione (scogli ecc) . la probabilità della caduta dell'uomo a mare credo sia assai più alta del rovesciamento della barca e questo in generale. Ancor più in crociera. Allora poichè, probabilmente come è stato osservato sopra, non è possibile adottare misure di sicurezza che abbiano la medesima efficacia in tutte le condizioni forse, ripeto occorre, adattarle al caso specifico e all'equipaggio.
tuttavia la mia personale convinzione è che le chiglie non si devono staccare ma che la scivolata, o la manovra sbagliata, una straorza o altro siano invece frequenti per cui il giubbotto di notte e/o con maltempo vada indossato.
Personalmente, che non sono regatante, quando esco da solo il giubbotto autogonfiabile me lo metto perchè è sufficiente una scivolata o un banalissimo intoppo per cascare fuori bordo. Non occorre cattivo mare o gran vento, può succedere. e non c'è nessuno a raccoglierti. Ho ancora dei dubbi sulla cintura di sicurezza e sulla sua lunghezza perchè se casco in mare da solo con la barca che naviga non vorrei che rimanere attaccato fuori bordo e trascinato non sia peggio che lasciare la barca che se ne vada. Sto ragionando anche sul posizionare una scaletta a poppa con una cima che possa essere recuperata dall'acqua.
In equipaggio con tempo buono non mi lego e non uso giubbotti. In equipaggio con maltempo invece si.
Concordo in tutto sugli interventi di Edolo e Nour, un pò meno con Stefanofinn.
Infatti credo che, in caso di scivolata fuori bordo non sia improbabile battere la testa e perdere i sensi, dunque l'automatico ti salva.
Se sei da solo la safeline ritengo sia d'obbligo, per quanto fastidiosa e d'intralcio possa essere, finire fuori bordo da solo significa grande percentuale di lasciarci le penne...
E preferisco l'idea di rimanere appeso alla barca e sbattere, ma avere una chance di salvarmi, piuttosto che vedere la poppa della barca che si allontana...
In equipaggio, di giorno, faccio a meno della safeline, a meno che le condizioni non siano veramente impegnative...
Appena acquistata la barca, usata, ho fatto costruire una plancetta di poppa con alloggio per l'autogonfiabile.
Infatti prima era su una sella a pruavia dell'albero, con certe onde che ho preso, che hanno spazzato la tuga, sarebbe già stato divelto tutto...
Inoltre ho la tranquillità di poter risalire comodamente, estraendo una scaletta
quoto Bepin sull'indispensabilità dei giubbotti automatici. lo svenimento, o altro fatto che impedisca di usare le mani per far aprire il giubbotto è evento possibile.
e sono d'accordo sull'uso della jackline e della cintura di sicurezza. In equipaggio non credo che si ponga il problema della lunghezza della cintura ma in solitario? Se, ad esempio, si cade in mare a prua (e credo che quello sia il caso più frequente) occorre riuscire poi a risalire. Io certo non ci riuscirei da prua ed allora dovrei spostarmi verso poppa per trovare lì una scaletta per risalire. Allora la cintura di sicurezza dovrebbe essere lunga più della lunghezza della barca? Assai scomodo e forse anche pericoloso avere tutta la lunghezza della cintura fuori. Esistono sistemi avvolgibili, tipo le cinture delle automobili?
Avete ragione in tanti. Non ribadisco tutti i concetti di Bepin e Nour ed Edolo per non allungare il topic, aggiungo solo che da solitario quale mi capita di essere, credo che legarsi sia indispensabile. Io lo faccio anche in condizioni relativamente tranquille: come per Bepin, l'idea di vedere la poppa allontanarsi perché sono semplicemente inciampato mi fa anche incazzare.
Però io ho scelto di non adottare le life line: le mie cinture hanno due cime di lunghezza appena diversa e io mi muovo da prua a poppa come fa l'uomo ragno lanciando le sue tele. Una delle due è sempre attaccata prima che io sganci l'altra. Non sono rapido come con una life line, ma sono sempre alla distanza giusta, anzi a volte mi metto 'in tensione' con le due cime che mi aiutano a rimanere
2-non ho mai avuto una cintura gonfiabile e penso che sarà uno dei prossimi regali. Di certo non riesco a muovermi con un normale giubbotto salvagente indossato.

Tanto io il bulbo non posso perderlo. E' strutturale.
Citazione:nour ha scritto:
quoto Bepin sull'indispensabilità dei giubbotti automatici. lo svenimento, o altro fatto che impedisca di usare le mani per far aprire il giubbotto è evento possibile.
e sono d'accordo sull'uso della jackline e della cintura di sicurezza. In equipaggio non credo che si ponga il problema della lunghezza della cintura ma in solitario? Se, ad esempio, si cade in mare a prua (e credo che quello sia il caso più frequente) occorre riuscire poi a risalire. Io certo non ci riuscirei da prua ed allora dovrei spostarmi verso poppa per trovare lì una scaletta per risalire. [u]pAllora la cintura di sicurezza dovrebbe essere lunga iù [u] [u]della lunghezza della barca?[u] Assai scomodo e forse anche pericoloso avere tutta la lunghezza della cintura fuori. Esistono sistemi avvolgibili, tipo le cinture delle automobili?

A mio parere, la lunghezza della cintura, deve essere tale da consentirti di rimanere appeso all'esterno della battagliola, col tuo giro vita all'altezza della falchetta, così non si finisce in acqua del tutto e si hanno buoni appigli per ritornare a bordo in qualsiasi punto della barca ci si trovi se dotati di life line ..!!
La lunghezza pertanto, sarà aggiustata di barca in barca ..!! Wink
io, cintura di sicurezza corta con autogonfiabile per andare a prua scorrendo sulle life line (di fettuccia)in modo che trattenga all'interno della battagliola,
cintura lunga qualche metro quando sono in pozzetto,di notte, in modo che posso spostarmi qua' e la a piacimento, confidando nella forza delle braccia per eventualmente tirarmi a bordo.(anche se dovrebbe servire solo a darmi il tempo per strillare dato che siamo quasi sempre in due).
concordo con bepin per quello che riguarda la zattera, sulla tuga non mi piace, penso che se si arriva al punto di usarla (meno che in caso di incendio)sia stata portata via gia' dal mare, io ho preso una morbida da 4 e la tengo nel gavone a poppa SOPRA le varie attrezzature di rispetto.
Le jackstay e i penzoli devono essere organizzati affinché la loro lunghezza escluda la possibilità di finire fuori bordo.
Ci si lega per non finire in acqua mica per fare la traina che diamine.
Io sono caduto in acqua durante un trasbordo (acqua a circa 2*) la cerata aveva imprigionato talmente tanta aria che la pasticca di sale non ha fatto in tempo a bagnarsi e sono rimasto a galla senza salvagente sino a che non mi hanno ripescato.
Durante il corso Isaf ossr invece ho constato quanto sia positivo il giubbotto automatico.
Sono totalmente d'accordo con anonimone sul avere sempre a portata di mano comunque un separatore.
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