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Versione completa: Drizza randa
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Vorrei sostituire la drizza della mia randa in spiroidale inox da 6mm.con DEENEMA ,che diametro deve avere questa drizza per avere le stesse caratteristiche?
E come si fa l'impiombatura con la redancia,come con le altre cime?
Salve,
ma sei proprio sicuro? A parte la spesa,molto probabilmente le puleggie per per passare al tutto tessile devono essere sostituite, e in più bisogna considerare lo spazio a disposizione tra la penna e la puleggia, perchè un'impiombatura sul tessile ingrossando il cavo lo allunga di molto in più vuoi usare una redancia. Per quanto riguarda l'impiombatura io mi rivolgerei a un attrezzista e contemporaneamente mi documenterei oppure ti consiglio la frequenza di un corso.
Spero di esserti stato utile
Il carico del vento sulla randa è solo molto parzialmente scaricato dalla drizza, essenzialmente solo per la parte che serve a controllare la tensione del tessuto lungo l'inferitura, che deve aumentare insieme al vento.
Il grosso del carico viene supportato dall'albero, attraverso i cursori, e dal tesabase sul boma e quindi sulla scotta.
La caratteristica della drizza deve essere più la non elasticità che la resistenza al carico.
Solo perchè è più rigito una volta le drizze venivano fatte in spiroidale e non per problemi di carico.
Con una drizza in dyneema probabilmente riesci ad usare un diametro che sia abbastanza compatibile con la puleggia in testa.
E se ogni po' d'anni lo devi cambiare ti costa meno che sostituire la drizza metallica con la piomba per il tessile.
Attenzione però a quello che lo stopper e il s.t. del winch accetta come diametro minimo.
Se hai le drizze tutte in metallo probabilmente non dovevi neanche porti il problema e sostituire semplicemente la fune.
Grazie,ma volevo sapere il diamentro di quella in deenema.da 8mm. andrebbe bene?
La randa è steccata da 48mq.,con cursori in plastica a T.
dyneema da 8 tiene 3000 kg. non dico che ci appendi la barca, ma quasi
io ho una randa di circa 37 mq ed ho una drizza in dynema da 10mm,più che altro perche non mi fidavo dello stopper che sarebbe stato al limite per quella da 8mm.
Citazione:kriss ha scritto:
dyneema da 8 tiene 3000 kg. non dico che ci appendi la barca, ma quasi
il carico di rottura è un dato relativo, in quanto si riferisce a condizioni di laboratorio (ammesso che sia un dato reale e non la somma dei carichi di ogni singolo filo che compone la cima).
Per le applicazioni sul campo, nell'industria, se devi sollevare 1000 kg devi cercare un cavo d'acciaio che ne tenga almeno 5000 (ossia il cavo si fa lavorare al 20% del CR) oppure una fascia tessile che ne tenga almeno 10000 (ossia il CL è il 10% del CR). Prendendo per buoni questi dimensionamenti, e non per carichi sospesi ma per la semplice issata di vele, si possono raddoppiare questi parametri, e quindi il carico di lavoro di una drizza tessile è il 20% del CR e quello di un cavo il 40% del CR.
Detto questo, per sostituire un cavo inox a 133 fili da 6 mm (CR 2100 kg, CL 804 kg) si deve prendere un tessile che abbia un CR di 4200 kg.
Così, oltre al carico, ottieni un diametro che tiene sul winch o sullo stopper.... che da 8 scivola..
forse uno stopper nuovo costa un poco di meno. E considerate anche che le drizze le facevano in spiroidale da 6 mm perchè era il più piccolo maneggiabile, non per questioni di carico. Secondo me il calcolo del carico della drizza si fa piuttosto : forza applicabile sulla maniglia (alla grande 40 KG) per rapporto di riduzione del Winch
Perdiona kriss ma secondo me non ne hai detta una giusta.
DI drizze in cavo/tessile ne ho fatte anche con cavo da 4 mm, da tre sinceramente non ricordo, ma su qualche barca d'epoca potrebbe essere che le ho viste.
Dovete considerare che su un cavo d'acciaio che lavora attorno ad una puleggia non tutti i fili che compongono il cavo sono in trazione, la metà sono in compressione e quindi 'non in tiro'.
Inoltre la barca non scorre sui binari, ma ha dei movimenti verticali (salita, discesa e a volte caduta dalle onde) che moltiplicano notevolmente i carichi in gioco. Infine, una volta che la drizza è usata e cominciano a spezzarsi i fili che lo compongono, diminuisce il carico di 1/133 per ogni filo che si spezza, diminuendo quindi il CR residuo della drizza.
Sailor, seppur apprezzando normalmente i tuoi interventi, questa volta mi pare che tu voglia forzare la realtà per dar supporto ad una tua tesi.
Anche se il discorso di Kriss è un po' troppo riduttivo, nel concetto mi pare corretto.
Al limite potrebbe Albert dire come valuta il carico di rottura sulla penna.
Oltre allo stopper va comunque considerata la presa del ST.
Grazie Maro, in quali punti del mio intervento forzo la realta? Quello che voglio far capire, in genere, è che il dimensionamento di una manovra dipende da tanti elementi, di cui bisogna tener conto. Se fai la coppa america o il mondiale TP52, e controlli le manovre due volte al giorno, posso anche darti una manovra che tiene esattamente il carico previsto e nulla più, ed ogni tot. ore di uso la cambi. Al contrario, se decidi di privilegiare la longevità di una manovra, vuoi qualcosa che tenga il carico previsto anche quando si sarà consumata della metà, il tutto tenendo conto anche dei vincoli imposti dal piano di coperta e dall'attrezzatura presente. Poi magari va bene anche se ci metti il dyneema da 10, fai un bel groppo e via, senza tante seghe mentali.
Semplicemente sul fatto che la drizza metallica, nei decenni scorsi, era scelta più per la sua resistenza all'allungamento che al carico.
Soprattutto quando il tessile era quello e basta.
Tutto lì.
Ciao.
PS:naturalmente prendendo per buono che Cauro non sia il nuovo sfidante di C.A.Smile
Maro, per fortuna o purtroppo, nei decenni scorsi io c'ero. Sulle barche da regata o comunque performanti, l'allungamento è tanto importante quanto il peso o la dimensione. Nessuno si sarebbe portato appresso qualche chilo di acciaio in più per avere un minore allungamento, se non fosse necessario.
Anche allora, sceglievi il materiale che ti dava il miglior compromesso fra peso, carico ed allungamento. il fatto stesso che la Lewmar avesse a catalogo winch con raccoglitore per drizza tutta inox di quattro taglie differenti è la dimostrazione che non esisteva una 'taglia unica', anzi posso assicurarti che l'attrezzatura era molto più curata di adesso, con set di scotte per ogni vela ed ogni condizione(le vele avevano LPG differenti e quindi, dovendo far arrivare l'acciaio fin sulla campana, le scotte avevano lunghezza e diametro dell'acciaio diversi). Basta andare a curiosare su libri e progetti dell'epoca...
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