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Versione completa: defibrillatore in barca
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Si, ma abiterai anche a new york ma in 4 minuti chi arriva? Superman?
1 minuto per capire cos'è successo (ad essere moolto rapidi a non confondere un dolore intercostale con una congestione o un malore cardiaco), 1 minuto per chiamare il 118, poi...

Secondo me sarebbe più utile una sana cultura alimentare e motoria (che anch'io trascuro ahimè) abbattendo tutti i potenziali rischi.
La filosofia della pillolina che porta via tutti i mali, secondo me, distoglie dalle cause che provocano i mali.
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altrimenti state a casa, pardon, in un bunker, a letto ...
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Per l'amor di Dio....
Dalle statistiche si può evincere come il letto sia il luogo più pericoloso in assoluto: più dell'ottanta per cento dei decessi avviene in un letto.

Detto questo, non è il defibrillatore che sicuramente risolve la situazione, bensì la preparazione di chi assiste all'evento e la sua prontezza.
Il sistema più veloce, pronto e sicuro resta il massaggio cardiaco e la respirazione forzata (bocca a bocca), e a questo proposito allora forse un AMBU è più semplice da usare, più utile e meno costoso.
In linea teorica in caso di arresto cardiaco, con stasi della circolazione, il tempo d'intervento prima che si verifichino danni irreversibili al cervello è di sei minuti, più dei quattro già detti, ma sempre pochini.
Una temperatura corporea molto bassa può allungare questo tempo, ma non è il caso di mandare in ipotermia Tizio senza sapere perfettamente cosa si stia facendo, resta comunque il fatto che il tempo è sempre poco.

Analisi:
un minuto per accorgersi che Tizio sta male (e già questo vuol dire che in barca c'è un equipaggio di fulmini, sempre attenti e che si guardano perennemente gli uni con gli altri),
un altro minuto per rendersi conto della situazione,
mezzo minuto per prendere l'attrezzatura medica (e vi voglio vedere, anche se il borsone è già in pozzetto),
mezzo minuto per posizionare lo stetoscopio e slacciare la camicia a Tizio,
un minuto per auscultare il cuore e stabilirne le pulsazioni e/o l'arresto, e valutare le condizioni generali di Tizio,

....son già passati i quattro minuti....

mezzo minuto per decidere se intervenire o se chiamare il CIRM = caso uno/caso due

caso uno: si decide di chiamare e, se tutto va bene, si entra in contatto in un altro mezzo minuto,
mezzo minuto per descrivere la situazione,
mezzo minuto per ascoltare la risposta,

....son già passati i sei minuti....

caso due: si decide di intervenire direttamente e si appronta l'apparecchio in mezzo minuto (roba da pit-stop),
mezzo minuto per posizionare Tizio e applicargli gli elettrodi,
mezzo minuto perché l'apparato entri in autodiagnosi,

....sono passati cinque minuti e mezzo, e solo in questo caso, se l'aggeggio spara subito si può sperare di recuperare Tizio.
Comunque non in quattro minuti.

Fatta questa breve analisi, in mancanza di un rianimatore a bordo o di un medico ben preparato, credo che più di tutto conti la fortuna di Tizio.
Tralasciando il fatto che se Tizio ha dell'acqua nelle vie respiratorie (vomito o altre occlusioni), ha preso una botta in testa, o cose simili, oltre all'arresto cardiaco ci sarebbero da trattare altre cose, magari prima di fare altro.

Questo per dire che qui si sta facendo dell'accademia: il pronto soccorso richiede buona preparazione.
L'apparecchio in questione è un innegabile sussidio terapeutico, salva, ha salvato e salverà molte vite, ma da qui a dire che in barca è indispensabile ce ne corre.
Polemicamente vorrei fare un giretto in qualche barca dei sostenitori, nella certezza di scoprire che prima di quello ci sarebbero ben altre cose da sistemare e installare, a proposito di sicurezza e di 'salvaguardia della vita umana in mare'.Big Grin

Esperienza personale: partiamo da Genova, nella seconda giornata di navigazione entro in aritmia parossistica sopraventricolare, già nota perché da tempo sono cardiopatico 'fottentesene'.
Sono in cuccetta e nessuno se ne accorge.
Reagisco, farmaci, cose varie e il tutto evolve in fibrillazione (per fortuna sempre atriale e intermittente), nel frattempo accostiamo ed entriamo a Fiumicino: l'equipaggio conosce la mia situazione ed è preparato.
Mollo il trasferimento agli altri due, taxi, guardia medica, flebo di antiaritmico, Leonardo da Vinci, primo aereo (che deretano: è in partenza), rientro velocissimo, corsa dalla Cardiologa che mi ha in cura e suo intervento (sa perfettamente cosa fare perché andiamo avanti così dal 1992), prediche, pistolotti, giuramenti di non cascarci più, e cose varie da folklore.
Morale: dalla prima avvisaglia alla guardia medica sono trascorse circa otto ore (siamo un equipaggio di fulmini); per arrivare alla conclusione dell'avventura nelle braccia della bella donna che mi cura, altre sei ore.
Morale: durante gli attacchi il polso è praticamente assente (debolissimo e di difficile percezione), se avessero usato (impropriamente in questo caso, ma è una situazione complessa da capire anche per alcuni medici) il defibrillatore non sarei qui a raccontarlo, automatico sì, automatico no.
No Edoardo forse non mi sono spiegato, un infarto si manifesta con un certo anticipo con dei segnali evidenti cioè quando il muscolo inizia 'morire' se li interpreti correttamente avrai tutto il tempo per chiamare i soccorsi e trovarti nelle condizioni di poter ricevere soccorso.

In mare questo non è quasi mai possibile (pensa alla velocità massima delle nostre barche e delle distanze da percorrere per raggiungere il più vicino approdo.

Sullo stile di vita hai perfettamente ragione ma purtroppo non è solo quello a determinare i fattori di rischio, ti faccio un esempio un anno e mezzo fa un mio amico compagno di scuola di 52 anni ci ha lasciati per un infarto, fisico asciutto astemio non fumatore, attivo e sportivo, in questi casi lo stile di vita non ha incidenza sul fattore di rischio. come mai è morto? forse lo stress era direttore del personale di una grande Società, forse la familiarità, pare che suo nonno fosse morto giovane probabilmente della stessa malattia.....una cosa è certa se non avesse pensato di non aver digerito la cena è avesse interpretato correttamente i sintomi di una angina forse la storia avrebbe avuto un epilogo diverso.
Citazione:dapnia ha scritto:
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altrimenti state a casa, pardon, in un bunker, a letto ...
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Per l'amor di Dio....
Dalle statistiche si può evincere come il letto sia il luogo più pericoloso in assoluto: più dell'ottanta per cento dei decessi avviene in un letto.

Detto questo, non è il defibrillatore che sicuramente risolve la situazione, bensì la preparazione di chi assiste all'evento e la sua prontezza.
Il sistema più veloce, pronto e sicuro resta il massaggio cardiaco e la respirazione forzata (bocca a bocca), e a questo proposito allora forse un AMBU è più semplice da usare, più utile e meno costoso.
In linea teorica in caso di arresto cardiaco, con stasi della circolazione, il tempo d'intervento prima che si verifichino danni irreversibili al cervello è di sei minuti, più dei quattro già detti, ma sempre pochini.
Una temperatura corporea molto bassa può allungare questo tempo, ma non è il caso di mandare in ipotermia Tizio senza sapere perfettamente cosa si stia facendo, resta comunque il fatto che il tempo è sempre poco.

Analisi:
un minuto per accorgersi che Tizio sta male (e già questo vuol dire che in barca c'è un equipaggio di fulmini, sempre attenti e che si guardano perennemente gli uni con gli altri),
un altro minuto per rendersi conto della situazione,
mezzo minuto per prendere l'attrezzatura medica (e vi voglio vedere, anche se il borsone è già in pozzetto),
mezzo minuto per posizionare lo stetoscopio e slacciare la camicia a Tizio,
un minuto per auscultare il cuore e stabilirne le pulsazioni e/o l'arresto, e valutare le condizioni generali di Tizio,

....son già passati i quattro minuti....

mezzo minuto per decidere se intervenire o se chiamare il CIRM = caso uno/caso due

caso uno: si decide di chiamare e, se tutto va bene, si entra in contatto in un altro mezzo minuto,
mezzo minuto per descrivere la situazione,
mezzo minuto per ascoltare la risposta,

....son già passati i sei minuti....

caso due: si decide di intervenire direttamente e si appronta l'apparecchio in mezzo minuto (roba da pit-stop),
mezzo minuto per posizionare Tizio e applicargli gli elettrodi,
mezzo minuto perché l'apparato entri in autodiagnosi,

....sono passati cinque minuti e mezzo, e solo in questo caso, se l'aggeggio spara subito si può sperare di recuperare Tizio.
Comunque non in quattro minuti.

Fatta questa breve analisi, in mancanza di un rianimatore a bordo o di un medico ben preparato, credo che più di tutto conti la fortuna di Tizio.
Tralasciando il fatto che se Tizio ha dell'acqua nelle vie respiratorie (vomito o altre occlusioni), ha preso una botta in testa, o cose simili, oltre all'arresto cardiaco ci sarebbero da trattare altre cose, magari prima di fare altro.

Questo per dire che si sta facendo dell'accademia: il pronto soccorso richiede buona preparazione.

Esperienza personale: partiamo da Genova, nella seconda giornata di navigazione entro in aritmia parossistica sopraventricolare, già nota perché da tempo sono cardiopatico 'fottentesene'.
Sono in cuccetta e nessuno se ne accorge.
Reagisco, farmaci, cose varie e il tutto evolve in fibrillazione (per fortuna sempre atriale e intermittente), nel frattempo accostiamo ed entriamo a Fiumicino: l'equipaggio conosce la mia situazione ed è preparato.
Mollo il trasferimento agli altri due, taxi, guardia medica, flebo di antiaritmico, Leonardo da Vinci, primo aereo (che deretano: è in partenza), rientro velocissimo, corsa dalla Cardiologa che mi ha in cura e suo intervento (sa perfettamente cosa fare perché andiamo avanti così dal 1992), prediche, pistolotti, giuramenti di non cascarci più, e cose varie da folklore.
Morale: dalla prima avvisaglia alla guardia medica sono trascorse circa otto ore (siamo un equipaggio di fulmini); per arrivare alla conclusione dell'avventura nelle braccia della bella donna che mi cura, altre sei ore.
Morale: durante gli attacchi il polso è praticamente assente (debolissimo e di difficile percezione), se avessero usato (impropriamente in questo caso, ma è una situazione complessa da capire anche per alcuni medico) il defibrillatore non sarei qui a raccontarlo, automatico sì, automatico no.

vale quanto ho appena scritto sopra.
'lui è stato male ed è morto'
'e l' altro ?'
'ha tentato di defribillarlo ma tra l' inesperienza, il panico, l' ambiente umido ... si è beccato lui la scossa'
'accc ... e poi ?'
'poco prima che spirasse anche lui, gli abbiamo detto che era stato molto generoso da parte sua'
'e lui cosa ha detto ?'
'ora provate a defibrillare me'
'e voi ?'
'gli abbiamo fatto il gesto dell' ombrello: è spirato sghignazzandoo ... sa,. era un tipo così spiritoso ...' SadsmileySmileBig Grin

saluti velici
sarastro

p.s.
non è difficile, ma neanche per tutti e dovunque
http://www.insiemeperilcuore.org/pdf/blsd.pdf
eppoi a meno di dotazioni specifiche e anche capacità, in barca manca completamente il post-defibrillazione, e qui sono altri discorsi ...
temo che ci sia una sottovalutazione delle performances del defibrillatore, mica risolve il problema

alla fine, non è certo sconsigliabile, anzi, è lodevole averlo
semplicemente, statisticamente non ha senso dotarsene per il viaggio o per la barca
questa era la domanda iniziale

alzino la mano quanti di noi avrebbero avuto occasione di usarlo, nella vita
siete coerenti, se lo avete, portatevelo dietro sempre e dovunque, anzi, più folla c'è ... più è (molto remotamente) possibile l' utilizzo e più siete velocemente raggiungibili dall' ambulanza più è possibile che sia utile
e non dimenticate il cellulare pronto sul 118 ed un gps cartografico, per essere sicuri di dare sempre indicazioni precise su come raggiungervi
(certo, se pensate che possa servire a voi ... però allora portatevi sempre dietro un esperto)
Questo per dire che qui si sta facendo dell'accademia

Ribadisco il concetto.
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
No Edoardo forse non mi sono spiegato, un infarto si manifesta con un certo anticipo con dei segnali evidenti cioè quando il muscolo inizia 'morire' se li interpreti correttamente avrai tutto il tempo per chiamare i soccorsi e trovarti nelle condizioni di poter ricevere soccorso.

In mare questo non è quasi mai possibile (pensa alla velocità massima delle nostre barche e delle distanze da percorrere per raggiungere il più vicino approdo.

Sullo stile di vita hai perfettamente ragione ma purtroppo non è solo quello a determinare i fattori di rischio, ti faccio un esempio un anno e mezzo fa un mio amico compagno di scuola di 52 anni ci ha lasciati per un infarto, fisico asciutto astemio non fumatore, attivo e sportivo, in questi casi lo stile di vita non ha incidenza sul fattore di rischio. come mai è morto? forse lo stress era direttore del personale di una grande Società, forse la familiarità, pare che suo nonno fosse morto giovane probabilmente della stessa malattia.....una cosa è certa se non avesse pensato di non aver digerito la cena è avesse interpretato correttamente i sintomi di una angina forse la storia avrebbe avuto un epilogo diverso.
Pare che anche l'abitudinarietà sia un fattore di rischio, aldilà dello stato fisico generale, che certo conta.
La mia ragazza è una cardiologa super incazzata che mi fa due maroni così con sto cuore... che non puoi manco immaginare Smile
'allora, ragazzi, d' accordo per domani ?'
'certo ,alle otto qui sul pontile, alle otto e mezzo pronti a muovere'
'sarà bene portare almeno il solito indispensabile per la sopravvivenza, no Wink'
'certo, allora io porto il prosecco'
'io la birra'
'io porto il pane, salumi e formaggio'
'io le lasagne ...'
'io porterò dei dolci'
'...ed io la frutta'
...
'molto bene .. e tu scusa, cosa porterai [?]'

'io? io porterò il defibrillatore Smiley14'
..
42
..
(tutti gli altri in coro) 'ma va considerare ... va ...Sad'

Wink
Big Grin

saluti velici
sarastro
ho un dolore alla bocca dello stomaco
sarà la birra
no sarà il prosecco
secondo me è il salame con il pecorino
te l'avevo detto di non mangiare le lasagne con la banana
hooo mi stai a sentire
cazzo è morto
secondo me è stato il tirami su
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
però dopo un po' basta, ci sono commissioni scientifiche che elaborano da anni protocolli di utilizzo, produttori che sviluppano e certificano prodotti per l'uso in condizioni nautiche e che si assumono responsabilità sulle conseguenze dell'utilizzo, istruttori che formano....e amici della vela che cercano di dimostrare in un pomeriggio che il lavoro di tutte queste persone non vale nienteBig GrinBig GrinBig Grin

'il lavoro di tutte queste persone ...'
io ci vedo una o piu' ditte di elettromedicali che intravedono la possibilita' di un business ...
un gruppo di medici che sperano di pubblicare qualcosa e di fare del 'turismo congressuale' (con le relative 'vacanze dalle loro situazioni matrimoniali' perche' mica si portano le mogli ai congressi ...)
un gruppo di infermieri che cosi' possono sentirsi 'quasi medici' ... (e perche' non si sono messi a studiare prima ?)
e una moltitudine di volontari che cercano di darsi importanza ma che non potranno mai sostituirsi a dei professionisti veri.

forse sono solo un po' pessimista ...

A.
Citazione:Giada0959 ha scritto:
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
però dopo un po' basta, ci sono commissioni scientifiche che elaborano da anni protocolli di utilizzo, produttori che sviluppano e certificano prodotti per l'uso in condizioni nautiche e che si assumono responsabilità sulle conseguenze dell'utilizzo, istruttori che formano....e amici della vela che cercano di dimostrare in un pomeriggio che il lavoro di tutte queste persone non vale nienteBig GrinBig GrinBig Grin

'il lavoro di tutte queste persone ...'
io ci vedo una o piu' ditte di elettromedicali che intravedono la possibilita' di un business ...
un gruppo di medici che sperano di pubblicare qualcosa e di fare del 'turismo congressuale' (con le relative 'vacanze dalle loro situazioni matrimoniali' perche' mica si portano le mogli ai congressi ...)
un gruppo di infermieri che cosi' possono sentirsi 'quasi medici' ... (e perche' non si sono messi a studiare prima ?)
e una moltitudine di volontari che cercano di darsi importanza ma che non potranno mai sostituirsi a dei professionisti veri.

forse sono solo un po' pessimista ...

A.

stavo per scrivere: lavori nel settore ? Smile

poi. per scrupolo, sono andato a vedere il tuo profilo: medico

... aaahhhnnnnn WinkWinkSmiley14Smiley14

saluti velici
sarastro
Al momento non sono coinvolte associazioni mediche italiane, ne società elettromedicali nazionali, quindi il pericolo è scongiurato.

Anche se le norme per la partecipazione ad eventi e convegni oggi è un pelino diversa da come la descrivi.

Una nostra società è provider ECM Wink
Citazione:Giada0959 ha scritto:
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
però dopo un po' basta, ci sono commissioni scientifiche che elaborano da anni protocolli di utilizzo, produttori che sviluppano e certificano prodotti per l'uso in condizioni nautiche e che si assumono responsabilità sulle conseguenze dell'utilizzo, istruttori che formano....e amici della vela che cercano di dimostrare in un pomeriggio che il lavoro di tutte queste persone non vale nienteBig GrinBig GrinBig Grin

'il lavoro di tutte queste persone ...'
io ci vedo una o piu' ditte di elettromedicali che intravedono la possibilita' di un business ...
un gruppo di medici che sperano di pubblicare qualcosa e di fare del 'turismo congressuale' (con le relative 'vacanze dalle loro situazioni matrimoniali' perche' mica si portano le mogli ai congressi ...)
un gruppo di infermieri che cosi' possono sentirsi 'quasi medici' ... (e perche' non si sono messi a studiare prima ?)
e una moltitudine di volontari che cercano di darsi importanza ma che non potranno mai sostituirsi a dei professionisti veri.

forse sono solo un po' pessimista ...

A.
Sei grande collega!!!!!!! Manca ovviamente anche l'addetto alla ricerca su internet della probabile patologia, oppure quello che vorrebbe concordare col defibrillatore l'intensità della scaricaCoolCool. Ho collaborato qualche, mese anni ed anni addietro col CIRM, erano le guardie piu' impegnative che mi capitavano, ma ricordo che la raccomandazione principale era sempre 'primum non nocere', tradotto, se puoi fagli fare il meno possibile ma soprattutto niente iniziative alla dottor Kildare!
Citazione:dapnia ha scritto:
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altrimenti state a casa, pardon, in un bunker, a letto ...
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Per l'amor di Dio....
Dalle statistiche si può evincere come il letto sia il luogo più pericoloso in assoluto: più dell'ottanta per cento dei decessi avviene in un letto.

Detto questo, non è il defibrillatore che sicuramente risolve la situazione, bensì la preparazione di chi assiste all'evento e la sua prontezza.
Il sistema più veloce, pronto e sicuro resta il massaggio cardiaco e la respirazione forzata (bocca a bocca), e a questo proposito allora forse un AMBU è più semplice da usare, più utile e meno costoso.
In linea teorica in caso di arresto cardiaco, con stasi della circolazione, il tempo d'intervento prima che si verifichino danni irreversibili al cervello è di sei minuti, più dei quattro già detti, ma sempre pochini.
Una temperatura corporea molto bassa può allungare questo tempo, ma non è il caso di mandare in ipotermia Tizio senza sapere perfettamente cosa si stia facendo, resta comunque il fatto che il tempo è sempre poco.

Analisi:
un minuto per accorgersi che Tizio sta male (e già questo vuol dire che in barca c'è un equipaggio di fulmini, sempre attenti e che si guardano perennemente gli uni con gli altri),
un altro minuto per rendersi conto della situazione,
mezzo minuto per prendere l'attrezzatura medica (e vi voglio vedere, anche se il borsone è già in pozzetto),
mezzo minuto per posizionare lo stetoscopio e slacciare la camicia a Tizio,
un minuto per auscultare il cuore e stabilirne le pulsazioni e/o l'arresto, e valutare le condizioni generali di Tizio,

....son già passati i quattro minuti....

mezzo minuto per decidere se intervenire o se chiamare il CIRM = caso uno/caso due

caso uno: si decide di chiamare e, se tutto va bene, si entra in contatto in un altro mezzo minuto,
mezzo minuto per descrivere la situazione,
mezzo minuto per ascoltare la risposta,

....son già passati i sei minuti....

caso due: si decide di intervenire direttamente e si appronta l'apparecchio in mezzo minuto (roba da pit-stop),
mezzo minuto per posizionare Tizio e applicargli gli elettrodi,
mezzo minuto perché l'apparato entri in autodiagnosi,

....sono passati cinque minuti e mezzo, e solo in questo caso, se l'aggeggio spara subito si può sperare di recuperare Tizio.
Comunque non in quattro minuti.

Fatta questa breve analisi, in mancanza di un rianimatore a bordo o di un medico ben preparato, credo che più di tutto conti la fortuna di Tizio.
Tralasciando il fatto che se Tizio ha dell'acqua nelle vie respiratorie (vomito o altre occlusioni), ha preso una botta in testa, o cose simili, oltre all'arresto cardiaco ci sarebbero da trattare altre cose, magari prima di fare altro.

Questo per dire che qui si sta facendo dell'accademia: il pronto soccorso richiede buona preparazione.
L'apparecchio in questione è un innegabile sussidio terapeutico, salva, ha salvato e salverà molte vite, ma da qui a dire che in barca è indispensabile ce ne corre.
Polemicamente vorrei fare un giretto in qualche barca dei sostenitori, nella certezza di scoprire che prima di quello ci sarebbero ben altre cose da sistemare e installare, a proposito di sicurezza e di 'salvaguardia della vita umana in mare'.Big Grin

Esperienza personale: partiamo da Genova, nella seconda giornata di navigazione entro in aritmia parossistica sopraventricolare, già nota perché da tempo sono cardiopatico 'fottentesene'.
Sono in cuccetta e nessuno se ne accorge.
Reagisco, farmaci, cose varie e il tutto evolve in fibrillazione (per fortuna sempre atriale e intermittente), nel frattempo accostiamo ed entriamo a Fiumicino: l'equipaggio conosce la mia situazione ed è preparato.
Mollo il trasferimento agli altri due, taxi, guardia medica, flebo di antiaritmico, Leonardo da Vinci, primo aereo (che deretano: è in partenza), rientro velocissimo, corsa dalla Cardiologa che mi ha in cura e suo intervento (sa perfettamente cosa fare perché andiamo avanti così dal 1992), prediche, pistolotti, giuramenti di non cascarci più, e cose varie da folklore.
Morale: dalla prima avvisaglia alla guardia medica sono trascorse circa otto ore (siamo un equipaggio di fulmini); per arrivare alla conclusione dell'avventura nelle braccia della bella donna che mi cura, altre sei ore.
Morale: durante gli attacchi il polso è praticamente assente (debolissimo e di difficile percezione), se avessero usato (impropriamente in questo caso, ma è una situazione complessa da capire anche per alcuni medici) il defibrillatore non sarei qui a raccontarlo, automatico sì, automatico no.
perdonami ma non concordo su tutto quello che dici.

UN RAPIDO INIZIO DELL'RCP ALLUNGA IL PERVENIRE DI DANNI CEREBRALI.
Quindi si inizia immediatamente l'RCP. Non ci devono essere tempi morti. Anche durante l'applicazione degli elettrodi si massaggia massaggia massaggia...e se non si riesce nella respirazione....SI MASSAGGIA, SI MASSAGGIA, SI MASSAGGIA (linee guida IRC 2010).
Dici che il pallone di AMBU è il più semplice da utilizzare..Un conto è il personale sanitario che lo adopera un giorno si e l'altro pure ma per soccorritori occasionali si consiglia sempre una pocket mask. (io il bocca bocca non lo farei a nessuno se non a miei familiari o alla mia ragazza). Il tuo conto dei minuti 'persi' è quasi uno schiaffo in faccia a chi lavora costantemente per i progetti PAD (defibrillazione precoce in luoghi dove l'arrivo dell'ambulanza è previsto oltre i 5 minuti), chi si impegna gratuitamente nella divulgazione della manovre BLSD, ecc...
Ci sono linee guida ufficiali e bisogna seguirle poichè danno il maggior numero di possibilità per salvare una persona.

Quoto in toto Nastro Azzurro.
Fabrizio, non per contraddire, ma i minuti persi non sono uno schiaffo in faccia a nessuno, ma sono un semplice calcolo molto reale, e se provi a chiamare un'ambulanza, per quanto celeri, ne avrai la prova (parliamo di tempi tecnici, non di buona sera e buon giorno e come sta la signora).
Tra l'altro se uno è in terra senza sensi non è detto che sia in arresto e per capirlo, soprattutto se non si è dottori, passa del tempo.
Ciao
Citazione:pippuzzo ha scritto:
Citazione:Giada0959 ha scritto:
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
però dopo un po' basta, ci sono commissioni scientifiche che elaborano da anni protocolli di utilizzo, produttori che sviluppano e certificano prodotti per l'uso in condizioni nautiche e che si assumono responsabilità sulle conseguenze dell'utilizzo, istruttori che formano....e amici della vela che cercano di dimostrare in un pomeriggio che il lavoro di tutte queste persone non vale nienteBig GrinBig GrinBig Grin

'il lavoro di tutte queste persone ...'
io ci vedo una o piu' ditte di elettromedicali che intravedono la possibilita' di un business ...
un gruppo di medici che sperano di pubblicare qualcosa e di fare del 'turismo congressuale' (con le relative 'vacanze dalle loro situazioni matrimoniali' perche' mica si portano le mogli ai congressi ...)
un gruppo di infermieri che cosi' possono sentirsi 'quasi medici' ... (e perche' non si sono messi a studiare prima ?)
e una moltitudine di volontari che cercano di darsi importanza ma che non potranno mai sostituirsi a dei professionisti veri.

forse sono solo un po' pessimista ...

A.
Sei grande collega!!!!!!! Manca ovviamente anche l'addetto alla ricerca su internet della probabile patologia, oppure quello che vorrebbe concordare col defibrillatore l'intensità della scaricaCoolCool. Ho collaborato qualche, mese anni ed anni addietro col CIRM, erano le guardie piu' impegnative che mi capitavano, ma ricordo che la raccomandazione principale era sempre 'primum non nocere', tradotto, se puoi fagli fare il meno possibile ma soprattutto niente iniziative alla dottor Kildare!
Quoto Giada e pippuzzo
aggiungerei solo che sono strumenti che danno un falso senso di sicurezza ai non addetti ai lavori, ma contenti loro....SmileSmile.
Vi immaginate la situazione in barca casomai con vento e mare formato,
mettere in sicurezza il paziente e la barca,capire cosa sta' accadendo, trovare il defibrillatore,rileggere le istruzioni, metterlo in uso.... contattare via radio il CIRM,altro che 4 minuti....
Ma se uno vuole comprarlo....no problem
Guarda che non c'è nessuna correlazione tra evento cardiaco e condimeteo. Un infarto si può manifestare con forza 0 mentre stai andando a motore

Il DEA non è uno strumento per addetti ai lavori.

Non è una dotazione di sicurezza, ma un presidio di primo soccorso.

Certo se non sai distinguere i segnali che indicano l'infarto tutto è più difficile,individuato quanto più precocemente però avrai tutto il tempo per contattare il CIRM, seguire con il medico l'evoluzione dell'evento e nel momento si renderà necessario intervenire.

Hai ragione comunque per affrontare queste situazioni bisogna essere preparati, direi che dovrebbe essere il minimo per ogni 'skipper' sotto il minimo, si fa affidamento sulla buona sorte, sulla divina provvidenza o, sul fato.

Buona navigazione
Citazione:Nastro Azzurro ha scritto:
Guarda che non c'è nessuna correlazione tra evento cardiaco e condimeteo.
infatti ho scritto casomai...Smile
Comunque è notorio che situazioni di stress accentuate possono portare ad un vasospasmo con conseguente ipossia coronarica e per qualcuno vento e mare formato possono essere molto stressanti.
...ho aspettato un pochino per lasciarvi sfogare ;ora darei, se volete, qualche dritta....
1) La legge 120 del 03/04/2001 pubblicata sulla GU del 14/04/2001 regolamenta l'uso del DAE da parte dei cosidetti'laici'(non medici e non infermieri professionali).Le indicazioni del decreto del Giugno 2011 specificano poi l'utilità del posizionamento di apparecchi DAE rispetto a' collocazione in luoghi di aggregazione e di grande frequentazione'.
2) nessun laico quindi può utilizzare il DAE se non è in posesso di una certificazione rilasciata da un ente certificatore autorizzato dal Ministero della sanità, e si deve ricordare che tale cerificazione non è 'a vita', ma è obbligatorio ogni 3 anni un corso certificato di refreshing.
Un'altra notiziola è che non esistono DAE automatici o semiautomatici, .Ci sono solo apparecchi DAE in cui l'azione è condotta totalmente dalla macchina.Poi ci sono altri apparecchi per defibrillazione semi automatici o manuali che possono essere utilizzati solo da personale specializzato( medici)
L'azione del DAE si attiva unicamente se l'aopparecchio rileva una attività cardiaca non efficace( come effetto pompante) cioè una fibrillazione ventricolare, e gravi artimie a bassa portata; se il cuore è completamente fermo( asistolia totale) il DAE non si attiva.
E assolutamente esenziale che passi il concetto di una educazione sanitaria all'emergenza seguendo corsi certificanti BLS e BLS-D.
Un'altra norma esenziale è la prevenzione che ogni medico di famiglia può organizzare in presenza di fattori di rischio; Fumo, Obesità, alterazione dei lipidi nel sangue, attività lavorativa particolarmente stressante , familiarità ecc.
In Barca: non credo che sia particolarmente necessario avere a bordo un DAE su di una barca da crociera per il basso numero di persone a bordo e (per ora ,speriamo cambi in futuro) la bassa presenza di persone abilitate BLS-D.
Ricordate nessuno può utilizzare il DAE se non è certificato !!
Ricordiamo poi che se un malaugurato evento cardiaco grave avviene a grandi distanze( di tempo) dalla possibilità di un soccorso avanzato, oltre l'evento acuto, per la sopravvivenza del soggetto è importante poter agite anche nei momenti successivi e purtroppo in quei momenti è necessario uno specialista e soprattutto dei farmaci che quasi nessuno ha a bordo !.
Sic stantibus rebus mi affiderei alla statistica ( frequenza FV assai bassa) e soprattutto a tutto ciò che è prevenzione.....poi ognuno faccia un pò come gli pare !....ma 'PRIMUN NON NOCERE' ( First do not harm !)
Citazione:maxvecc ha scritto:
...ho aspettato un pochino per lasciarvi sfogare ;ore darei se volerte qualche dritta....

Big GrinBig GrinBig GrinBig Grin Saggezza da 'vecc' ???? Big GrinBig GrinBig GrinBig Grin
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