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Versione completa: Anodizzare Alluminio
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L'anodizzazione dell'alluminio e' un'operazione semplice che puo' essere eseguita anche con mezzi molto artigianali, ne do' di seguito un esempio specificamente mirato alla protezione di parti destinate all'impiego in ambiente marino dove necessita una protezione spessa e abbastanza dura.
Si tratta dell'operazione che ho oggi eseguito su di un paio di pezzi che, a seguito di una modifica, presentavano parti non protette.
Non viene descritto il caso di anodizzazione decorativa, lo scopo di questo trattamento e' un solido film protettivo grigio-argento (non lucido).
QUANTO SEGUE PUO' ESSERE PERICOLOSO PER CHI LO ESEGUE, LE OPERAZIONI DEVONO ESSERE ESEGUITE CON CAUTELA, L'USO DEGLI OCCHIALI E GUANTI IN GOMMA PROTETTIVI E' UNA OPPORTUNA PRECAUZIONE. TENERE BAMBINI E ANIMALI LONTANI DALLA ZONA DEL TRATTAMENTO E NON FUMARE. IL PERICOLO E' CONFINATO AL RISCHIO DI CORROSIONI O USTIONI DA ACIDO, NON VI E' SVILUPPO DI GAS PERICOLOSI, NE' VAPORI O ODORI SGRADEVOLI. GRAZIE ALLA TENSIONE MOLTO BASSA NON VI E' PERICOLO ELETTRICO.
Innanzitutto il materiale, per l'operazione servono :
- I pezzi da trattare (ovvio) che devono essere assolutamente solo di alluminio senza inserti (viti, perni, ...) di altri materiali.
- Una barra in acciaio Inox che fara' da 'Catodo' , la forma non importa, la superficie deve essere almeno la meta' della superficie del pezzo da trattare.
(ideale sarebbe la grafite che da' strati meno opachi ma non e' facilmente reperibile)
- Acido Solforico fra 38% e 50% di concentrazione, lo si trova dagli autoaccessoristi come liquido di rabbocco per batterie.
- Vaschetta in Moplen o Polietilene per evitare spandimenti.
- Recipiente in plastica per fare la cella di anodizzazione, non troppo grande per poter usare la minor quantita' di acido possibile (qui ho usato una bottiglia in plastica tagliata).
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- Una batteria a 12V o un alimentatore intorno ai 12V, un caricabatterie (come io ho usato) va benissimo.
- Un tester (comodo ma non necessario).
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- Un forno capace di raggiungere i 150-180 gradi (quello di casa va benissimo).
Si inizia pulendo molto bene il pezzo da trattare previamente sgrassato con acetone, detergenti per cucina sono ottimi, possibilmente mescolati con un po' di polvere per piatti (Vim, Ata, o simili). Il pezzo va appeso con un filo o barretta di alluminio (assolutamente no rame o altri materiali) che devono essere carteggiati in modo da potervi fare un buon contatto elettrico (da verificare con il tester). Si inseriscono il Catodo e il pezzo nella cella di anodizzazione sfruttando i morsetti dei cavi per fissarli al bordo : il Catodo al negativo e il pezzo al positivo della sorgente di corrente. La distanza Anodo-Catodo non ha importanza, basta che il pezzo sia a piu' di 1cm senza poter accidentalmente toccare il Catodo. Si versa cautamente l'acido nella cella fino a ricoprire il pezzo e si alimenta il tutto, inizialmente la corrente fa un piccolo balzo per scendere quasi subito a valori piuttosto bassi. La tensione ai capi della cella sale rapidamente intorno agli 11-12V (o piu' se il caricabatterie ha un'uscita un po' piu' alta) e li' rimane sballonzolando leggermente, il valore esatto non e' critico, una leggera formazione di bollicine sul Catodo indica che tutto va bene. Si lascia in quella condizione per un tempo almeno superiore ai 20 minuti (piu' e' il tempo e piu' compatto e' lo strato prodotto, oltre i 40 minuti non c'e' miglioramento apprezzabile), rimestare ogni tanto con un utensile di plastica. La corrente scende gradualmente a va a stabilizzarsi su di un minimo senza piu' scendere apprezzabilmente.
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Dopo il tempo previsto si estrae il pezzo e lo si sciacqua abbondantemente per asportare l'acido. Con il tester si tocca la superficie (non troppo violentemente da rigare) per verificare che sia diventato isolante, segno che lo strato e' perfettamente formato.
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E' normale che il Catodo in acciaio si sia annerito e che l'acido abbia assunto un colore vagamente verdino.
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Si vuota la cella riversando (sempre con cautela, magari aiutandosi con un imbuto di plastica) l'acido nella bottiglia originale e si risciacqua con cura il tutto. Lo strato va ora 'consolidato' disidratandolo a caldo in forno ad almeno 150 gradi per almeno 1/2ora: si puo' sfruttare l'ospitalita' della torta della moglie.
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E' tutto, piu' lungo da raccontare che da fare...

NOTA - Se necessita smaltire l'acido ricordo che (trattandosi qui di piccola quantita') una volta opportunamente diluito (almeno 1/10) puo' essere immesso senza danni nello scarico domestico perche' reagisce con i prodotti fortemente basici dei detersivi per lavatrice e viene velocemente neutralizzato, la sua successiva evoluzione reattiva va verso la formazione di 'solfato di calcio' (il comune gesso) che e' un prodotto presente in discreta quantita' nelle nostre acque fluviali. La diluizione dell'acido solforico va eseguita versando l'acido nell'acqua e non viceversa per evitare schizzi dovuti ad eventuale surriscaldamento del liquido che il secondo modo puo' produrre (a queste concentrazioni il rischio non e' alto).
Ottimo,grazie,è un di quei lavori che a me piace fare da solo.
Avendo la stampante rotta,come si fa a scaricare e memorizzare questa pagina?Ho un Macbook-snowleopard.
Complimenti! Spiegazione chiara, succinta ed esaustiva. Peccato non avere una vasca ( e un forno ) lunga undici metri per anodizzare il mio albero verniciato.
Ottima guida, grazie! Ma acido e barra inox sono riutilizzabili per successive anodizzazioni?
Cavoli Ian!!! Avevo bisogno proprio di fare il notolino su cui si fissa l'ST2000. Ma la torta in forno è obbligatoria?? 42Big Grin Grande guida. Grazie Smile

@Cauro Con un oggetto così è impossibile non ritrovarla questa discussione, puoi mettere comunque un segnalibro. Per salvarla con winzoz basta che fai File->Salva con nome. Con mac http://support.apple.com/kb/HT3771?viewl...cale=it_IT scendi fino a 'PDF'

Ciao
Grazie Big GrinBig GrinBig Grin

mi è capitato in passato di far anodizzare alcuni oggetti, solitamente piccoli pannelli.

La prossima volta lo faccio da solo. Non tanto per il prezzo che se ricordo bene era contenuto, quanto per il fatto che non è stato semplice trovare qualcuno disposto a fare un piccolo lavoretto; di solito te lo fanno come favore mettendo a bagno il tuo oggetto insieme a qualche lavorazione industriale. Spesso devi aspettare molto tempo.

PS: ho salvato il tuo post in un documento Word con un semplice copia/incolla, così lo tengo a disposizione per il prossimo utilizzo
E che mi dici della cromatura? avrei giusto 6 winch da ravvivare Blush

mi sa che è un pò inquinante come processo o sbaglio?
Ammirato sono!
Sei un mito...
(la torta che sapore aveva)
SmileSmile
E io che continuo ad andare da oxidal bagno che mi anodizza tutto per qualche euroBig GrinBig GrinBig Grin
Citazione:cauro ha scritto:

Avendo la stampante rotta,come si fa a scaricare e memorizzare questa pagina?Ho un Macbook-snowleopard.

seleziona tutto quello che ti interessa, poi fai cmd C, poi apri text edit e sulla paginetta bianca fai cmd V. Insomma un copia incolla
Grazie per l'ottima guida, complimenti sei stato chiarissimo nelle spiegazioni.
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....per anodizzare il mio albero verniciato....
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No, non e' tanto un problema di dimensioni delle vasche, la vernice viene danneggiata e su dimensioni di quel tipo la conformazione degli elettrodi diventa critica e la corrente richiesta all'alimentatore non e' piu' uno scherzo.

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....acido e barra inox sono riutilizzabili per successive anodizzazioni?
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Si, alla barra di inox basta una spazzolatina e l'acido non si consuma (tranne quello trascinato via perche' bagna i pezzi) ma col tempo raccoglie piano piano un po' di materiale 'inquinante' (ad es. si accumula un po' di ferro che si discioglie dalla barra catodica) e questo fa diventare l'ossido piu' poroso, ci si accorge del fatto quando lo strato prodotto diventa un po' scuro, con variegature di colore e meno liscio, a quel punto l'acido va rinnovato.

Per la cromatura, a parte l'inquinamento da sali di cromo che e' brutto da trattare, il processo e' notevolmente piu' critico e per farlo molto bene richiederebbe pure un sottostrato di rame (due processi quindi), meglio non pensarci nemmeno.
I cromatori con i processi piu' adatti all'impiego nautico sono quelli che fanno questa operazione per particolari di lavatrici domestiche (che hanno problemi di aggressione chimica del tutto simili a quella dell'ambiente marino) e sono in grado di eseguire il trattamento anche su parti in plastica (non conduttrici).

SCORDAVO DI EVIDENZIARE ! (ma forse era gia' intuibile) - i morsetti dell'alimentazione non devono MAI toccare l'acido e dal lato del pezzo (positivo) tutto cio' che tocca il liquido deve assolutamente essere di alluminio pena un pessimo e poco duraturo risultato.
Una domanda da profano... ma rimane un tallone di achille sulla parte da trattare?
Sei un mito complimenti,l'inox va bene il 304 o ci vuole il 316
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.. ma rimane un tallone di achille sulla parte da trattare?
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Si, ma e' solo il piccolissimo punto in cui si deve (forzatamente) portare il contatto elettrico, se si fanno le cose per bene puo' essere una zona tanto ridotta da non essere importante, il metodo correntemente applicato e' quello di scegliere per il contatto una zona che sara' tappata o coperta dopo il montaggio (es. un foro filettato per una vite o una faccia di appoggio) e che potra' essere, volendo, leggermente ingrassata.
Si puo' anche eliminare questo residuo di 'vulnerabilita'' eseguendo trattamenti puramente chimici (senza corrente che non puo' essere applicata essendo l'ossido isolante) che pero' risultano molto pericolosi o inquinanti implicando la necessita' di acido nitrico o (peggio) cromico ad elevata concentrazione.

INOX va bene di tutti i tipi, per un trattamento artigianale (il bagno e' sfruttato pochissimo) non e' critico.

Una nota : in questo trattamento ho utilizzato l'acido cosi' come viene venduto, bagni professionali usano concentrazioni ridotte (in pratica diluito alla meta') ma cambia solo la brillantezza che migliora alle piu' basse concentrazioni, ho quindi preferito un metodo che, dando comunque risultati 'robusti', eviti una manipolazione (la diluizione) non strettamente necessaria. Chi volesse provare dovra' usare necessariamente acqua distillata. Per migliorare il pretrattamento di pulizia si puo' usare soda.
Una ditata sul pezzo prima del trattamento verra' fortemente evidenziata.
Grazie di averci dato questo manualetto per fare piccoli pezzi in proprio sicuramente la prossima volta uso il tuo sistema per bonificare pezzi di alluminio ossidati.

Per il Forum ADV cerdo che questo tipo di informazione DEBBA essere salvata4242Big GrinWink!
Citazione:bistag ha scritto:


Per il Forum ADV cerdo che questo tipo di informazione DEBBA essere salvata4242Big GrinWink!

Quoto in toto bistag, però:

Giovanni è possibile che con tè, si finisca sempre col parlare di cibo.
'Cerdo' in spagnolo, significa 'maiale'
Un'amico dell'uomo, che dà: Braciole, lardo, cosciotti ed insaccati varrii.Tongue
zuzzerellone424242!!!!!
non era maiale ma una cosa molto più eterea: credo
esiste la nichelatura chimica pensate che viene nichelato chimicamente le basi di acciaio inox dei pozzi marini estrazione petrolio se l'alluminio e spazzolato e lucidato la nichelatura e lucida pari alla cromatura penso che posa servire alla discussione
Visto che e' riaffiorato l'argomento aggiungo che ho provato una diversa soluzione con risultati discretamente buoni (non metto foto, l'attrezzatura e il procedimento sono uguali).
Si tratta di utilizzare in luogo dell'Acido Solforico una soluzione di Acido Ossalico fra il 2 e il 10%, il vantaggio e' di avere un elettrolita meno aggressivo (sempre guanti e occhiali) ma con lo svantaggio di dover usare una tensione piu' alta che deve stare fra un minimo di 24V e un massimo (per sicurezza elettrica) di 48V e tempi piu' lunghi (circa il doppio).
Il vantaggio vero della soluzione di acido ossalico e' che si puo' pensare di eseguire trattamento 'a tampone' ovvero di appoggiare sulla parte da trattare (uno sgraffio sull'albero ad es.) un panno imbevuto di elettrolita da tenere compresso usando l'elettrodo collegato al negativo e dando corrente positiva in qualche modo al pezzo (l'albero dell'esempio), la piastrina catodica in inox puo' essere tenuta in posizione da un buon numero di giri di nastro adesivo per non starsene un'ora o piu' a tenerla in posizione a mano.
Lo strato ottenuto e' meccanicamente abbastanza robusto (un po' meno di quello con l'altro metodo) ma con il tempo va migliorando, la protezione anticorrosiva e' pari all'altro, se la tensione viene applicata a crescere gradualmente con un alimentatore regolabile questa soluzione da' uno strato discretamente liscio e lucido.

La nichelatura chimica e' veramente un ottimo trattamento ma non e' proprio alla portata di un qualunque 'fai da te', se si trova chi la fa vale la pena anche se il nikel pur se lucido ha riflessi un filo piu' dorati (giallini) del cromo. E' solitamente usata al di sotto della finitura cromo quando si vogliono abbinare estetica e resistenza.
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