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Quella volta che...la barca si coricò
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soravia Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
http://www.gulliver.it/uploaded/2015/lar...150247.jpg
Questa e una veduta dal Monte Monaco della Piana di Sopra.
La Piana è completamente brulla, il Monte Monaco è alto 530 metri e dista ca. 2500 metri dal mare.
Forse si è trattato di un forte ed improvviso vento di caduta.
03-10-2016 12:04
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ZK Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
il mio primo istruttore vero di vela.. mi disse che ogni due barche bisognava pure cambiare la moglie.
io.. su certe cose che riguardano la "marinita" non ho mai fatto domande, sono l' espressione della saggezza marinara, non si discutono, si applicano.
devo dire che con l' attuale mi ci trovo molto bene, non possiedo barche.. me la tengo e se vuole la barca dritta le copro il cat, se vuole andare in porto alemno due volte a settimana ce la porto e.. se guarda troppo il meteo prima delle traversate, le offro sempre l' opportunita di prendere il traghetto.
sta diventando un po dura dormire la notte con la luce accesa ma.. io riesco a dormire pure sotto il sole.

amare le donne, dolce il caffe.
03-10-2016 13:00
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enri996 Offline
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Messaggio: #23
RE: Quella volta che...la barca si coricò
preoccupante sentire di queste cose. mi viene subito a pensare alle figlie ed alla loro capacità di attaccarsi a qualcosa ed in fretta se dovesse capitare a me
fino adesso le folate arrivavano ma lentamente come un normale rinforzo del vento, nulla di improvviso
ma se all'improvviso dovrebbe arrivare una ventata che fa sdraiare la barca ... non oso pensare cosa succederebbe, anzi bisognerebbe che cominciassi a pensarci ed istruire l'equipaggio
03-10-2016 14:50
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crafter Online
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Messaggio: #24
RE: Quella volta che...la barca si coricò
I colpi di vento succedono, non e' colpa delle mogli. O si? Smile

Occasione questa per esporre una esperienza mia, non dell' OP:

Una cosa che ho notato da quando ho ripreso a veleggiare due anni fa' dopo una pausa di almeno 15 e' l'ammontare di tempo che si usa a guardare il chartplotter, i numeri del GPS, che poi non combaciano con il log, i bottoni, i numeretti digitali, ... tutto a discapito di tenere l'occhio fuori e vedere quello che sta' succedendo. Mi dovro' adattare... Smile
03-10-2016 19:11
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Garoto Offline
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Messaggio: #25
RE: Quella volta che...la barca si coricò
Scusate ma io non capisco come si possa prima comprare la barca e poi prendere qualche lezione.... e poi magari anche uscirci in barca.... e la colpa è della moglie!!!

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03-10-2016 23:46
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Fabio Toy Offline
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Messaggio: #26
RE: Quella volta che...la barca si coricò
Innanzitutto grazie a tutti per le rilessioni.
Quello che pensavo su una raffica discendente improvvisa per la conformazione della costa me lo avete confermato. Aggiungo solo di esser quasi sicuro che successivamente il vento abbia cambiato direzione; non posso essere molto preciso in merito perché mi sono poi dedicato a tranquillizzare l'equipaggio nella speranza che l'evento non lasciasse il segno, anche per questo ho proseguito a motore.
Il post si è spostato con varie considerazioni sulle mogli in barca, non volevo questo ma è simpatico leggere sull'argomento che bene o male ci tocca un po' tutti.
Io sarò sempre grato a mia moglie perché non ha mai frenato le mie passioni, per questo non demordo e spero di riuscire gradualmente a convertirla...negli ultimi mesi l'ho vista un po' meno negativa?
04-10-2016 00:27
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Fabio Toy Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
(03-10-2016 23:46)Garoto Ha scritto:  Scusate ma io non capisco come si possa prima comprare la barca e poi prendere qualche lezione.... e poi magari anche uscirci in barca.... e la colpa è della moglie!!!

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Stavo per cambiare il gommone con uno più grosso dotato di loculo con spogliatoio e wc, visto le intere giornate che passiamo in mare per buona parte di luglio e tutto agosto. Un mio cugino velista mi ha bloccato proprio mentre stavo andando a firmare il contratto invitandomi a riflettere che spendendo meno avrei comprato una barca a vela usata e mi ha invitato a qualche uscita sulla sua. Da lì è partito tutto...ho comprato la barca (sotto consiglio di più esperti dopo aver esposto miei gusti ed esigenze) non sapendo condurla, uno skipper mi ha aiutato a trasferirla, ho preso dieci lezioni di vela con lo stesso istruttore dei miei figli (oggi ottimi derivisti e pessimi crocieristi) e quando me la sono sentita ho iniziato a navigare secondo le mie possibilità, sempre migliorando gradualmente essendomi fatto tanto le ossa come prudente solitario
Cosa c'è di strano?
So di aver intrapreso un percorso non ideale, ma mi ci vedi alla soglia dei 50 anni aumentare i miei dolori alla schiena per sollevare una deriva scuffiata?
Ho scelto una via più breve, comoda e non impossibile..
04-10-2016 00:54
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Garoto Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
Cosa c'è di strano? Io sto cercando qualcosa di normale...
A parte la bicicletta a 3 anni, non ci si compra prima il mezzo e poi si impara a portarlo, credo sia proprio il contrario. Se poi parliamo di mare dove dopo 100anni d'esperienza non sai ancora niente. .. allora vedi tu.
E se avessi trovato un aereo d'occasione a buon prezzo?? Lo avresti comprato??
Quando compriamo la nostra prima moto o auto già sappiamo cosa vogliamo perché ci siamo già stati tante volte su dietro amici o col papà... ma se non hai un papà velista e non ci sei mai salito su, solitamente ci vai in vacanza per sapere se ti piace o no e poi paghi un corso per imparare o prendere patente nautica (di cui non hai fatto menzione)

Poi ti sei fatto le ossa dopo 4 anni di prudente solitario: scusa Fabio, io non ce l'ho con te ma a me sembra tu sia partito male e proseguì peggio.
È vero che in mare l'esperienza è fondamentale, ma se vai da solo ti serviranno 100anni e no 10 lezioni dall'istruttore dei tuoi figli.
La vela si impara navigando con gli altri, migliori di noi, accumulando miglia e ci si affina con le regate (non per forza di optimist) e gli allenamenti col sole e la pioggia.... e poi magari, dopo qualche annetto si compra una barchetta e si invita la moglie per farle vedere che i week end spesi lontano da lei nei campionati invernali sono serviti a qualcosa.
Mi permetto 2 consigli:
1) non uscire da solo, non impari quasi niente e rischi di brutto
2) stai lontano dai promontoi o rilievi a picco sul mare perché il vento o lo smorzano o lo accelerano.




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04-10-2016 01:40
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Fabio Toy Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
(04-10-2016 01:40)Garoto Ha scritto:  Cosa c'è di strano? Io sto cercando qualcosa di normale...
A parte la bicicletta a 3 anni, non ci si compra prima il mezzo e poi si impara a portarlo, credo sia proprio il contrario. Se poi parliamo di mare dove dopo 100anni d'esperienza non sai ancora niente. .. allora vedi tu.
E se avessi trovato un aereo d'occasione a buon prezzo?? Lo avresti comprato??
Quando compriamo la nostra prima moto o auto già sappiamo cosa vogliamo perché ci siamo già stati tante volte su dietro amici o col papà... ma se non hai un papà velista e non ci sei mai salito su, solitamente ci vai in vacanza per sapere se ti piace o no e poi paghi un corso per imparare o prendere patente nautica (di cui non hai fatto menzione)

Poi ti sei fatto le ossa dopo 4 anni di prudente solitario: scusa Fabio, io non ce l'ho con te ma a me sembra tu sia partito male e proseguì peggio.
È vero che in mare l'esperienza è fondamentale, ma se vai da solo ti serviranno 100anni e no 10 lezioni dall'istruttore dei tuoi figli.
La vela si impara navigando con gli altri, migliori di noi, accumulando miglia e ci si affina con le regate (non per forza di optimist) e gli allenamenti col sole e la pioggia.... e poi magari, dopo qualche annetto si compra una barchetta e si invita la moglie per farle vedere che i week end spesi lontano da lei nei campionati invernali sono serviti a qualcosa.
Mi permetto 2 consigli:
1) non uscire da solo, non impari quasi niente e rischi di brutto
2) stai lontano dai promontoi o rilievi a picco sul mare perché il vento o lo smorzano o lo accelerano.




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Rispetto la tua opinione ma non sono d'accordo e mi sembri troppo schematico nel tuo giudizio, anche perchè ho solo raccontato un episodio, sai poco altro di quello che ho fatto da quando ho la barca e non siamo tutti uguali (nel senso che i propri limiti sono nella nostra testa e non che sono più bravo di altri).
Mi sembra tra l'altro che tu non abbia letto molto...libri, blog di vela, sapresti di quanti hanno iniziato in maniera molto più sconsiderata della mia, magari imparando anche da soli, ed hanno fatto cose incredibili fuori dalla mia portata ed ambizione.

Se segiussi il tuo primo consiglio potrei vendere la barca a vela nè tantomeno mi ritrovo in quello che dici.
Per il secondo consiglio ti ringrazio, ma sono un tantino più avanti....
04-10-2016 07:01
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morenji Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
(04-10-2016 07:01)Fabio Toy Ha scritto:  
(04-10-2016 01:40)Garoto Ha scritto:  Cosa c'è di strano? Io sto cercando qualcosa di normale...
A parte la bicicletta a 3 anni, non ci si compra prima il mezzo e poi si impara a portarlo, credo sia proprio il contrario. Se poi parliamo di mare dove dopo 100anni d'esperienza non sai ancora niente. .. allora vedi tu.
E se avessi trovato un aereo d'occasione a buon prezzo?? Lo avresti comprato??
Quando compriamo la nostra prima moto o auto già sappiamo cosa vogliamo perché ci siamo già stati tante volte su dietro amici o col papà... ma se non hai un papà velista e non ci sei mai salito su, solitamente ci vai in vacanza per sapere se ti piace o no e poi paghi un corso per imparare o prendere patente nautica (di cui non hai fatto menzione)

Poi ti sei fatto le ossa dopo 4 anni di prudente solitario: scusa Fabio, io non ce l'ho con te ma a me sembra tu sia partito male e proseguì peggio.
È vero che in mare l'esperienza è fondamentale, ma se vai da solo ti serviranno 100anni e no 10 lezioni dall'istruttore dei tuoi figli.
La vela si impara navigando con gli altri, migliori di noi, accumulando miglia e ci si affina con le regate (non per forza di optimist) e gli allenamenti col sole e la pioggia.... e poi magari, dopo qualche annetto si compra una barchetta e si invita la moglie per farle vedere che i week end spesi lontano da lei nei campionati invernali sono serviti a qualcosa.
Mi permetto 2 consigli:
1) non uscire da solo, non impari quasi niente e rischi di brutto
2) stai lontano dai promontoi o rilievi a picco sul mare perché il vento o lo smorzano o lo accelerano.




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Rispetto la tua opinione ma non sono d'accordo e mi sembri troppo schematico nel tuo giudizio, anche perchè ho solo raccontato un episodio, sai poco altro di quello che ho fatto da quando ho la barca e non siamo tutti uguali (nel senso che i propri limiti sono nella nostra testa e non che sono più bravo di altri).
Mi sembra tra l'altro che tu non abbia letto molto...libri, blog di vela, sapresti di quanti hanno iniziato in maniera molto più sconsiderata della mia, magari imparando anche da soli, ed hanno fatto cose incredibili fuori dalla mia portata ed ambizione.

Se segiussi il tuo primo consiglio potrei vendere la barca a vela nè tantomeno mi ritrovo in quello che dici.
Per il secondo consiglio ti ringrazio, ma sono un tantino più avanti....
+1

Anche io ho comprato barca dopo aver preso patente e fatto un annetto di uscite con istruttori.

Più ci vado e più imparo. Soprattutto da solo. Sono ancora una pippa ma meno di quando ho iniziato, e più di quanto lo sarò domani.

Ho portato moglie e figlia neonata, e la barca l'ho messa a posto da solo.

Rischio? Certo. Ma sono convinto di rischiare di più tra dieci minuti quando andro in ufficio in moto.

Bv
04-10-2016 07:53
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marcofailla Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
io sono per l'autodidattismo, fino a un certo punto funziona meglio
poi credo motlo dipenda dalla propria personalità e non 'è nessun male ad andare alla scuola di vela o a fare da solo con la deriva, col gommone o col cabinato
oltre un certo limite ci vuole l'aiuto, per esempio adesso dopo quasi un anno e 600 miglia di vela con la barca grande autodidatta totale e quasi sermpre da solo... mi sento pronto per imbarcare qualcuno che mi insegni come si va in equipaggio, non posso farne a meno

chi si è bagnato con l'acqua di mare non si asciuga più (cit. vecchi marinai :-)
04-10-2016 08:20
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gorniele Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
Io non ci vedo niente di male se l'amico Fabio si è un po' " lanciato" nel l'acquisto e nei primi utilizzi.
Ognuno ha i suoi tempi ed i suoi modi, e mi sembra che abbia fatto tesoro degli errori. In fin dei conti ha iniziato, mi pare di capire, con brevi tragitti sottocosta, come se fosse stato in gommone.
A 4 anni di distanza avrà maturato un bagaglio forse superiore che se avesse fatto solo corsi nel frattempo.
Per me un corso base in deriva fa sempre bene, impari a capire alcune dinamiche che il peso e l'inerzia di un cabinato tendono a nascondere, e 50 anni non sono troppi per provarci. Se poi viene anche la moglie ti diverti pure di più e lei capisce tante cose.
04-10-2016 08:29
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lord Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
Alla fine se hai imparato o no, prima o poi e' il mare a giudicarlo.

Quando ti entra nelle vene, non puoi più farne a meno Sir Peter Blake
N.B.J.S. Erik Aanderaa Chi è in mare naviga, chi è a terra giudica
04-10-2016 08:46
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davebox70 Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
(04-10-2016 01:40)Garoto Ha scritto:  Cosa c'è di strano? Io sto cercando qualcosa di normale...
A parte la bicicletta a 3 anni, non ci si compra prima il mezzo e poi si impara a portarlo, credo sia proprio il contrario. Se poi parliamo di mare dove dopo 100anni d'esperienza non sai ancora niente. .. allora vedi tu.
E se avessi trovato un aereo d'occasione a buon prezzo?? Lo avresti comprato??
Quando compriamo la nostra prima moto o auto già sappiamo cosa vogliamo perché ci siamo già stati tante volte su dietro amici o col papà... ma se non hai un papà velista e non ci sei mai salito su, solitamente ci vai in vacanza per sapere se ti piace o no e poi paghi un corso per imparare o prendere patente nautica (di cui non hai fatto menzione)

Poi ti sei fatto le ossa dopo 4 anni di prudente solitario: scusa Fabio, io non ce l'ho con te ma a me sembra tu sia partito male e proseguì peggio.
È vero che in mare l'esperienza è fondamentale, ma se vai da solo ti serviranno 100anni e no 10 lezioni dall'istruttore dei tuoi figli.
La vela si impara navigando con gli altri, migliori di noi, accumulando miglia e ci si affina con le regate (non per forza di optimist) e gli allenamenti col sole e la pioggia.... e poi magari, dopo qualche annetto si compra una barchetta e si invita la moglie per farle vedere che i week end spesi lontano da lei nei campionati invernali sono serviti a qualcosa.
Mi permetto 2 consigli:
1) non uscire da solo, non impari quasi niente e rischi di brutto
2) stai lontano dai promontoi o rilievi a picco sul mare perché il vento o lo smorzano o lo accelerano.




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Mi sembra che tu stia drammatizzando un po troppo.
Un conto è se decido di fare il giro del mondo in solitario doppiando tutti i capi durante l'inverno australe, un altro è una gitarella domenicale con una barca da crociera con la famiglia.
Paragonare un giretto in barca col pilotare un aereo è eccessivo.
Quello che è capitato a Fabio Toy può essere stato spaventoso, per fortuna capita raramente.
In barca impari anche andandoci da solo ed è anche meno rischioso che attraversare le strisce pedonali.
04-10-2016 09:06
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bullo Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
Quello che è capitato a Fabio è più unico che raro in tanti anni non ho mai visto una raffica, solo una, e poi più nulla.
Sotto Barcola a Trieste con la bora all'inizio ci possono essere raffiche fino a 50 nodi qualche secondo e poi piatta, così in tanti posti della Dalmazia sotto qualche monte raffiche e poi calma, questo con vento al largo 30/40 nodi, si pensa di stare sottovento riparati ed invece le raffiche più forti sono propio li.
Fabio secondo me è come se tu camminando per la strada ti fosse caduta una pietra in testa, per stenderti in quel modo che dici non hai visto l'acqua che volava polverizzata?
Misteeeeeri?
Scusate la mia maleducazione.-
04-10-2016 10:49
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enri996 Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
leggendo e vedendo le barche di chi si è trovato in quelle situazioni ho visto che sono barche dai 9 ai 10 metri. Vi chiedo: può capitare anche a barche più grosse di sdraiarsi in quelle condizioni?

Inoltre, anche io ho preferito un percorso quasi da autodidatta (ma informato o quasi, perchè la lettura delle esperienze altrui mi aiuta a crearmi un po' di anticorpi e di precauzioni) ma l'ho preferito ad un percorso diverso sia per età sia perchè da "capitano" vivi le cose in maniera diversa, sei più atento perchè è tutto nella tua responsabilità. Avere la barca mi ha consentito di andarci spesso, cosa più complicata se avessi dovuto affittarla ogni volta o aggregarmi ad un gruppo scuola

ho passato 6 mesi invernali a leggere un po' di tutto, le avventure capitate, i consigli per la sicurezza, i contrattempi, ecc. credo che mi sia servito (e mi sta servendo)
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 04-10-2016 13:06 da enri996.)
04-10-2016 13:04
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fast37 Online
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Messaggio: #37
RE: Quella volta che...la barca si coricò
tutte le barche si sdraiano se da zero arrivano 40 nodi, chiaro che una di 9 ha reazioni più violente. personalmente mi è capitato di stare in zone (influenzate dalla costa) in cui ci fossero mollane e raffiche violente, ma nulla di non prevedibile. Credo che il problema sia stato piuttosto incapacità di leggere e prevedere la situazione.
04-10-2016 13:56
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Tatone Offline
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Messaggio: #38
RE: Quella volta che...la barca si coricò
(04-10-2016 10:49)bullo Ha scritto:  Quello che è capitato a Fabio è più unico che raro in tanti anni non ho mai visto una raffica, solo una, e poi più nulla.
Sotto Barcola a Trieste con la bora all'inizio ci possono essere raffiche fino a 50 nodi qualche secondo e poi piatta, così in tanti posti della Dalmazia sotto qualche monte raffiche e poi calma, questo con vento al largo 30/40 nodi, si pensa di stare sottovento riparati ed invece le raffiche più forti sono propio li.
Fabio secondo me è come se tu camminando per la strada ti fosse caduta una pietra in testa, per stenderti in quel modo che dici non hai visto l'acqua che volava polverizzata?
Misteeeeeri?
Scusate la mia maleducazione.-
Ma sì, come sempre il saggio Bullo indica la luce.
Conosco benissimo quella zona, tra Macari e Capo San Vito, ci navigo frequentemente un po' in tutte le stagioni, escluso solo l'inverno. Lì la costa è altissima e arriva con vari strapiombi sul mare, parliamo tra l'altro dell'estremità di un'isola grande come la Sicilia, con i tipici effetti di estremità, salti di vento e raffiche improvvise. Tra l'altro, sotto costa le raffiche arrivano effettivamente dall'alto come nei laghi e non sono facili da leggere perché non "scrivono" sull'acqua se non in spazi brevi. Inoltre, non è rarissimo trovare anche qualche zona in cui il vento sulla superficie del mare è "di ritorno", va cioè in direzione opposta a quello che si trova a quote più alte e al largo. Quest'ultimo fenomeno è ancora più evidente sotto la costa dello Zingaro, opposta a quella di cui stiamo parlando, tra San Vito e Castellammare per intenderci. Il fenomeno può essere molto ingannevole, uno va con pochissimo vento "di ritorno" quando improvvisamente si fa strada una raffica del vento dominante che scende dall'alto e colpisce la barca anche a 180 gradi rispetto alla sua andatura. C'è da dire che in queste circostanze la calma piatta è comunque solo sotto costa, basta andare a 1 o 2 miglia dalla stessa per trovare il vento dominante, solitamente abbastanza intenso, in quelle zone facilmente anche 25 o 30 nodi.
Visto che stai "studiando" ancora vela, quello che si impara è che navigando sottocosta in presenza di coste molto alte ci sono fenomeni che alterano anche di molto i venti. Ma le condizioni di queste alterazioni sono in realtà molto prevedibili, basta guardare al largo e capire che vento c'è, per sapere che presto o tardi una raffica maligna da quella direzione potrebbe arrivare anche sottocosta. E comunque, è sempre buona regola "stare in campana" sotto una costa ripida e all'estremità di un'isola, istruendo l'equipaggio a manovrare in fretta per evitare sorprese. E in realtà, non è niente di drammatico, pericoli veri non ce ne sono a parte quello di rovesciare un po' di suppellettili e bottiglie non ancorate, se si fa un po' di attenzione e si lascano le vele per tempo non succede nulla...
04-10-2016 13:57
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Fabio Toy Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
(04-10-2016 13:57)Tatone Ha scritto:  
(04-10-2016 10:49)bullo Ha scritto:  Quello che è capitato a Fabio è più unico che raro in tanti anni non ho mai visto una raffica, solo una, e poi più nulla.
Sotto Barcola a Trieste con la bora all'inizio ci possono essere raffiche fino a 50 nodi qualche secondo e poi piatta, così in tanti posti della Dalmazia sotto qualche monte raffiche e poi calma, questo con vento al largo 30/40 nodi, si pensa di stare sottovento riparati ed invece le raffiche più forti sono propio li.
Fabio secondo me è come se tu camminando per la strada ti fosse caduta una pietra in testa, per stenderti in quel modo che dici non hai visto l'acqua che volava polverizzata?
Misteeeeeri?
Scusate la mia maleducazione.-
Ma sì, come sempre il saggio Bullo indica la luce.
Conosco benissimo quella zona, tra Macari e Capo San Vito, ci navigo frequentemente un po' in tutte le stagioni, escluso solo l'inverno. Lì la costa è altissima e arriva con vari strapiombi sul mare, parliamo tra l'altro dell'estremità di un'isola grande come la Sicilia, con i tipici effetti di estremità, salti di vento e raffiche improvvise. Tra l'altro, sotto costa le raffiche arrivano effettivamente dall'alto come nei laghi e non sono facili da leggere perché non "scrivono" sull'acqua se non in spazi brevi. Inoltre, non è rarissimo trovare anche qualche zona in cui il vento sulla superficie del mare è "di ritorno", va cioè in direzione opposta a quello che si trova a quote più alte e al largo. Quest'ultimo fenomeno è ancora più evidente sotto la costa dello Zingaro, opposta a quella di cui stiamo parlando, tra San Vito e Castellammare per intenderci. Il fenomeno può essere molto ingannevole, uno va con pochissimo vento "di ritorno" quando improvvisamente si fa strada una raffica del vento dominante che scende dall'alto e colpisce la barca anche a 180 gradi rispetto alla sua andatura. C'è da dire che in queste circostanze la calma piatta è comunque solo sotto costa, basta andare a 1 o 2 miglia dalla stessa per trovare il vento dominante, solitamente abbastanza intenso, in quelle zone facilmente anche 25 o 30 nodi.
Visto che stai "studiando" ancora vela, quello che si impara è che navigando sottocosta in presenza di coste molto alte ci sono fenomeni che alterano anche di molto i venti. Ma le condizioni di queste alterazioni sono in realtà molto prevedibili, basta guardare al largo e capire che vento c'è, per sapere che presto o tardi una raffica maligna da quella direzione potrebbe arrivare anche sottocosta. E comunque, è sempre buona regola "stare in campana" sotto una costa ripida e all'estremità di un'isola, istruendo l'equipaggio a manovrare in fretta per evitare sorprese. E in realtà, non è niente di drammatico, pericoli veri non ce ne sono a parte quello di rovesciare un po' di suppellettili e bottiglie non ancorate, se si fa un po' di attenzione e si lascano le vele per tempo non succede nulla...

Per Bullo
Nonostante sia un episodio di inizio estate del 2012 ricordo tutto molto bene, sono sicuro di non aver visto alcun segnale in mare nè prima nè dopo l'evento. Sicuramente sul momento l'acqua sarà stata polverizzata, ma francamente ero impegnato a non finire fuori bordo ed a preoccuparmi di cosa stava accadendo al mio equipaggio familiare. Siamo stati in zona per un po' a rollare il fiocco e sistemare la randa bruscamente ammainata, ma nessuna raffica si è ripetuta, anche se a secco di vele si sarebbe fatta comunque sentire.

Per Tatone
Perfetta disanima...si vede che conosci molto bene la zona.
Il costone sotto la Torre dell'Npisu, dove comicia (o finisce se vieni da Scopello) la Riserva dello Zingaro, è da non sottovalutare mai per venti discensionali di ritorno molto forti ed improvvisi...ho provato anche quello con un inizio di straorza che, con mio figlio alla randa, siamo riusciti a controllare riuscendo ad allontanarci in tempo (immagino già cosa mi verrà detto "il lupo perde il pelo...", "datti all'ippica..)
Hai perfettamnte ragione meglio stare in campana...io ormai passo sempre, anche quando c'è poco vento, in entrambe le zone ben discostato dalla costa e non mi è capitato più nulla....
04-10-2016 23:31
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Sailor Offline
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RE: Quella volta che...la barca si coricò
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Ogni volta che ci sono post come quello dell'amico Fabio, amo pubblicare video della mia timoniera per...dare una speranza 89 Essa, infatti, in un non lontano passato, all'arrivo di una raffica, o quando la falchetta si avvicinava al mare, soleva andare in panico. Se poi si trovava (per caso) a timonare, chiedeva cosa fare, quando non abbandonava del tutto la posizione (sollecitando una serie di bestemmie da parte mia, peggio di un turco ateo).
Passando dal faceto al serio, la soluzione è stata quella di intraprendere un percorso di condivisione e di consapevolezza. Dunque, tecnica, teoria (tipo la barca non può scuffiare perchè c'è la deriva) e pratica. Quest'ultima, gradualmente, dalle belle giornate del Golfo di Palermo (90%) a quelle con vento teso, onda, etc.
In più ci siamo messi a fare regate in coppia. Mi è costato molto ma ho rinunciato, per Lei, al mio ruolo di timoniere e così l'ho gratificata (anche perchè, oggettivamente, alle manovre faceva troppa fatica). In breve, siamo passati dall'essere straultimi ad avere accumulato un numero cospicuo di coppe e trofei. Ma non è questo il punto. Adesso mi fido di Lei, e Lei si fida di me e (sopratutto) di se stessa e della barca.
Tornando all'episodio, caro Fabio, quella falesia è notoriamente una fabbrica di vento catabatico, anche quando tutto attorno è tranquillo, ci può stare la bella raffica che precipita e si apre a ventaglio sull'acqua (ti assicuro che si legge sempre, probabilmente non te ne sei accorto).
Non amo, come altri, "solonare", credo che ognuno abbia il diritto di andare e fare esperienza (sempre che non si accinga a doppiare Capo Horn), sempre con la massima attenzione (e umiltà), facendo tesoro di ogni errore, anche il più banale.
Una bellissima poesia recita "la vela è un dono..."; sono perfettamente d'accordo e credo che questo dono vada condiviso con il maggior numero di persone.
Ti consiglio pertanto di uscire e uscire, magari anche frequentare un corso di vela con la tua Lei e condividerne così i frutti.
BV
Roberto
05-10-2016 09:33
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