RE: riscaldamento alternativo a bordo
Tempo fa ho fatto una cosa del genere che con i suoi limiti qualcosa faceva.
Era stato un esperimento, roba di quelle “non ho niente da fare, mi trovo quattro ferraglie in mano, fammi vedere che ci esce”.
Come idea sono partito dal circuito primario di raffreddamento del motore, quello a liquido, che scaldava anche il boiler da 25 litri dell’acqua sanitaria.
A valle del boiler avevo messo uno stacco con con by pass e rubinetti dal quale partiva e ritornava il circuito di riscaldamento della barca.
Un circolatore a 220 V di piccola portata recuperato da un idraulico civile, assicurava la circolazione del liquido a motore spento.
Due tubi dello stesso diametro, girando nei gavoni, attraversavano la barca da poppa a prua.
Nella cabina di poppa c’era un radiatorino simile a quelli per il raffreddamento dei compressori dei frigoriferi, due in quadrato, un altro in bagno e uno nella cabina di prua.
I radiatori erano veramente ricavati da vecchi raffreddatori avuti in regalo.
Tutte le tubolature erano coibentate con guaina in neoprene.
Dietro a ognuno di questi era avvitata la ventola di un PC dal consumo irrisorio, con un interruttore.
Ogni stacco per i radiatori era realizzato con un by pass in modo da poterlo escludere lasciando però circolare il liquido nel resto dell’impianto.
Tutto l’impianto extra motore/boiler conteneva circa tre litri di liquido in più, e vicino al boiler c’era il punto basso per lo spurgo/svuotamento e il punto alto per lo spurgo dell’aria.
Il boiler Quick aveva la resistenza a 220 V da 1200 W.
In estate tutto era chiuso e il motore o la resistenza scaldavano solo l’acqua sanitaria, all’occorrenza si apriva il primo by pass a monte del circuito e subito a valle del boiler, poi, secondo l’esigenza si aprivano i vari radiatorini.
A motore in funzione, e tutto acceso, dopo un’oretta si sudava; con la sola resistenza del boiler ci volevano un paio d’ore e la resa non era granché perché la temperatura del liquido raggiungeva i 60 gradi e non gli 80 del motore, ma si girava in maglietta.
In rada era un po’ diverso, ma imbarcando gradevoli copertine umane, da indossare a pelle, sotto le coltri … beh, il caldo c’era.
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