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il trasto-randa
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tiger86 Offline
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il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Klaus
Morale, meglio che il trasto non stia sulla tuga... appunto.
Citi il bimini come controindicazione ma sinceramente, se studiato bene, non vedo grandi problemi di interferenza col trasto in pozzetto, se poi sta a livello calpestio forse in crociera è anche più comodo, non trovi ?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Meglio l'alettone, l'assetto ribassato e cambio meccanico di un porche carrera, o la conformazione alta e tozza di un porche cayenne?
Andresti in pista con un cayenne contro un carrera? Penso di no...
Preferiresti andare in vacanza coi bambini e gli sci, valige, ecc, con carrera anziché un cayenne? Penso di no...
Credo sia una quetione di filosofia generale o ci sei o non ci sei, ognuno la vede come vuole.

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-01-2009 18:18 da tiger86.)
09-01-2009 18:17
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maumobile Offline
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il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tiger86
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da maumobile
Mi intrometto solo perchè non ho letto interventi che parlano del punto di applicazione della forza che cambia spostando il trasto.
La spinta sulla randa viene trasmessa allo scafo attraverso l'albero e la scotta.
Più è a prua il trasto e più la barca tende all'orza.
Per questa ragione, credo, nel tempo è aumentata la superficie dei genoa che compensano, in questo modo, la tendenza.
Forse sbaglio.
Fatemi sapere.

Maurizio

<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Come ti ha spiegato Stefano, sbagli.
Ti mancano delle nozioni base di fisica.
Intanto fai attenzione che un centro velico spostato in avanti determina una tendenza poggiera e non orziera come dici tu.
Il centro velico è il 'baricentro' delle forze di pressione sulle vele e atrezzature e più o meno corrisponde al centro geometrico delle vele. Non varia spostando il punto di scotta, in quanto tutto è collegato ad un sistema rigido che è lo scafo.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Forse mi sono spiegato male.
Ripeto sperando di essere più comprensibile.
Se il trasto collega la poppa e l'estremità del boma la parte di spinta della randa trasmessa dal trasto allo scafo si applica ad un punto più distante dal centro di deriva rispetto ad un trasto sulla tuga.
Il centro di deriva è l'asse verticale intorno al quale ruota la barca.
Se vai con la sola vela di prua la barca tende a poggiare e con la sola randa ad orzare questo perchè rispetto al predetto asse i punti di applicazione delle singole spinte date dalle vele generano un momento che tende a far ruotare la barca intorno al proprio asse, in un senso o nell'altro.
Il sistema composto da boma, albero e trasto può essere considerato come una leva (il boma) sulla quale si applica una forza (la spinta del vento) e dove il trasto fa da fulcro.
Più si riduce la distanza del trasto dall'albero più aumenta il momento generato che tende a far ruotare la barca e si riduce, nel contempo, la componente di spinta utile all'avanzamento.
Il momento ha un verso che contemporaneamente porta a orzare.
Qualche professore di fisica tra noi (forse Tiger) sicuramente potrebbe spiegarsi meglio ma spero di essere riuscito a farmi capire in modo che ci sia qualcuno (ben accetto) che mi dimostri che sbaglio.

Maurizio
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-01-2009 02:56 da maumobile.)
10-01-2009 02:54
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bullo Offline
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il trasto-randa
Questa non l'avevo mai sentita, ma non solo questa, che fantasia. Più che un proffessore di fisica ci vuole un filosofo.Più passano gli anni e più mi accorgo che la vela è un'oppppinione.-
10-01-2009 03:37
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yukasdog Offline
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il trasto-randa
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scafo,boma-trasto ed albero si suppongono un sistema rigido
(nell'istante) a meno che inchiodi l'albero sul fondo(del mare) e
cominci a giragli intorno.
mel caso, quindi sempre, e' la barca che gira sulla deriva, non il boma o il l'albero
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 10-01-2009 03:55 da yukasdog.)
10-01-2009 03:52
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Deepdiver Offline
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il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da maumobile


Forse mi sono spiegato male.
Ripeto sperando di essere più comprensibile.
Se il trasto collega la poppa e l'estremità del boma la parte di spinta della randa trasmessa dal trasto allo scafo si applica ad un punto più distante dal centro di deriva rispetto ad un trasto sulla tuga.
Il centro di deriva è l'asse verticale intorno al quale ruota la barca.
Se vai con la sola vela di prua la barca tende a poggiare e con la sola randa ad orzare questo perchè rispetto al predetto asse i punti di applicazione delle singole spinte date dalle vele generano un momento che tende a far ruotare la barca intorno al proprio asse, in un senso o nell'altro.
Il sistema composto da boma, albero e trasto può essere considerato come una leva (il boma) sulla quale si applica una forza (la spinta del vento) e dove il trasto fa da fulcro.
Più si riduce la distanza del trasto dall'albero più aumenta il momento generato che tende a far ruotare la barca e si riduce, nel contempo, la componente di spinta utile all'avanzamento.
Il momento ha un verso che contemporaneamente porta a orzare.
Qualche professore di fisica tra noi (forse Tiger) sicuramente potrebbe spiegarsi meglio ma spero di essere riuscito a farmi capire in modo che ci sia qualcuno (ben accetto) che mi dimostri che sbaglio.

Maurizio


<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Azz, sulla base di questo concetto ho appena scoperto che se tiro i lacci delle mie scarpe dovrei riuscire a sollevarmi da terra....
....spetta che provo....

no, non funzia....
10-01-2009 04:24
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Mr. Cinghia Offline
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tira piu' forte cicciiiiiooonneeee!!!!Big GrinBig GrinBig Grin

- Quanto manca alla boa?
- Zitto e schiaccia!
10-01-2009 06:23
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Deepdiver Offline
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dici che sia per quello?
10-01-2009 07:01
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tiger86 Offline
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Deepdiver
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da maumobile


Forse mi sono spiegato male.
Ripeto sperando di essere più comprensibile.
Se il trasto collega la poppa e l'estremità del boma la parte di spinta della randa trasmessa dal trasto allo scafo si applica ad un punto più distante dal centro di deriva rispetto ad un trasto sulla tuga.
Il centro di deriva è l'asse verticale intorno al quale ruota la barca.
Se vai con la sola vela di prua la barca tende a poggiare e con la sola randa ad orzare questo perchè rispetto al predetto asse i punti di applicazione delle singole spinte date dalle vele generano un momento che tende a far ruotare la barca intorno al proprio asse, in un senso o nell'altro.
Il sistema composto da boma, albero e trasto può essere considerato come una leva (il boma) sulla quale si applica una forza (la spinta del vento) e dove il trasto fa da fulcro.
Più si riduce la distanza del trasto dall'albero più aumenta il momento generato che tende a far ruotare la barca e si riduce, nel contempo, la componente di spinta utile all'avanzamento.
Il momento ha un verso che contemporaneamente porta a orzare.
Qualche professore di fisica tra noi (forse Tiger) sicuramente potrebbe spiegarsi meglio ma spero di essere riuscito a farmi capire in modo che ci sia qualcuno (ben accetto) che mi dimostri che sbaglio.

Maurizio


<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Azz, sulla base di questo concetto ho appena scoperto che se tiro i lacci delle mie scarpe dovrei riuscire a sollevarmi da terra....
....spetta che provo....

no, non funzia....
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
La battuta è efficace!Big GrinBig GrinBig Grin

I tuoi ragionamenti sono superflui in quanto parliamo di un sistema rigido dove ciò che avviene nel suo interno non ci interessa.
Certo io non sono un maestro di fisica, anzi a scuola non andavo neanche tanto bene, però la vela mi ha aiutato molto negli anni e con l'esperienza velica e l'applicazione nello studio della relativa tecnica inevitabilmente si cresce.

Se vogliamo semplificare come dici tu, poniamo il centro di deriva che corrisponda alla posizione della deriva. Questo è il nostro fulcro (in realtà non sarebbe proprio così, in quanto esiste la pala del timone e la carena, ma semplifichiamo che aiuta).
Esiste poi un centro velico che è il centro delle spinte su opera morta, vele, rig, ma anche qui semplifichiamo e facciamo finta di avere un laser con solo la randa e il centro velico corrisponda al baricentro della randa, per cui più o meno ad un terzo di E e di P.
Perchè la barca sia equilibrata bisogna che il centro velico più o meno sia posto sulla verticale del centro di deriva, quindi nella nostra semplificazione che la deriva sia dietro l'albero a circa un terzo del boma. Se sarà così la barca sarà equilibrata, se la deriva sarà più avanti sarà orziera, se la deriva è più indietro poggiera.

La vela trasmette allo scafo le forze attraverso l'albero e la scotta. Se tu porti la scotta avanti cresce la forza, se la porti indietro diminuisce la forza, ma sono forze interne al sistema che fanno cambiare le tensioni interne, ma non cambiano l'equilibrio del sistema.
Guarda il disegno che ti allego. Secondo te cambia qualcosa all'equilibrio del sistema?

Allegato: Questo contenuto non e' visualizzabile da te Ospite. Se vuoi vederlo, REGISTRATI QUI .travetta.pdf 12,32&nbsp;KB

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
10-01-2009 21:28
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tiger86 Offline
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Messaggio: #49
il trasto-randa
Posto nullo il peso proprio della trave nei due casi non cambierà nulla, la trave sarà sempre in equilibrio. La tensione delle singole funi cambierà un po come le scotte del nostro esempio.

Spero di non aver complicato troppo una cosa di per se banale...

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
10-01-2009 21:32
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lenny Offline
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Messaggio: #50
il trasto-randa
Giusto l'esempio, logico che è così. Wink
Però trovo molto più diretto e semplice l'esempio delle scarpeBig Grin
10-01-2009 21:37
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Deepdiver Offline
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Messaggio: #51
il trasto-randa
Prendiamo due barche a caso:

Oceanis 331 e First 31.7.

La prima ha un sistema di scotta dove la stessa è incocciata a metà boma, la seconda ha la scotta incocciata praticamente sulla varea....

Alcuni hanno messo il trasto sull'oceanis, ma serve a qualcosa? NO! La posizione da al sistema scotta - boma un braccio di leva molto corto, ecco perchè serve un winch per cazzare la randa, altrimenti non c'è verso....

Nella seconda puoi cazzare la scotta della rana a mano....

Perchè nella prima l'hanno fatto così? Perchè bisognava lasciare libero il pozzetto, perchè è un cruiser.... quale delle due scotte è più sollecitata? Quella dell'oceanis....

Il trasto su una scotta nella posizione di quella dell'oceanis non rende molto, non ne vale la pena (se l'hanno fatta senza mica è perchè sono stupidi....) se la scotta è vicina alla varea allora si può trarre giovamento dal trasto randa....

Non si può fare di un mulo un cavallo da corsa.... non corre abbastanza....
Non si può far fare a un cavallo da corsa il lavoro di un mulo, si spezza le zampe in 5 minuti....
11-01-2009 00:56
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einstein Offline
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il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da maumobile

Il sistema composto da boma, albero e trasto può essere considerato come una leva (il boma) sulla quale si applica una forza (la spinta del vento) e dove il trasto fa da fulcro.
Più si riduce la distanza del trasto dall'albero più aumenta il momento generato che tende a far ruotare la barca e si riduce, nel contempo, la componente di spinta utile all'avanzamento.
Il momento ha un verso che contemporaneamente porta a orzare.
Qualche professore di fisica tra noi (forse Tiger) sicuramente potrebbe spiegarsi meglio ma spero di essere riuscito a farmi capire in modo che ci sia qualcuno (ben accetto) che mi dimostri che sbaglio.

Maurizio


<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Come detto anche da Tiger, io distinguerei il centro di deriva dal centro velico; sara' la risultante dei due centri distinti a darmi l'equilibrio dell'imbarcazione alle diverse condizioni.
Premesso questo, potrebbe essere piu' comprensibile se considerassimo il tutto (albero,boma e carrello), come un momento torcente o coppia, dove l'albero e' il centro di rotazione. La formula potrebbe essere: M = d x F, dove 'd' e' la distanza del trasto dall'albero, e 'F' e' la forza applicata sulla scotta in base al vento.
Come si puo' notare se dimezziamo la 'd' e raddoppiamo la 'F', il prodotto non cambia.
Ciao e BV a tutti

"Quelli che s'innamoran di sola pratica senza scienza, son come il nocchiere, ch'entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev'esser edificata sulla bona teorica". Leonardo da Vinci.
11-01-2009 19:08
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Stefano Di Offline
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Messaggio: #53
il trasto-randa
Non capisco il tuo intervento, deepdiver.
Resto dell' opinione che ho espresso nel mio primo intervento, integrato dalle considerazioni fatte con tiger 86.

Invece, per maumobile, riguardo al tuo problema e al tuo ultimo intervento, non sono in grado di seguirti sulla strada di considerare il trasto come fulcro del sistema. Sarebbe certamente possibile farlo (e il risultato comunque non ti darebbe ragione), come è possibile spiegare i movimenti del sistema solare col sistema geocentrico e gli epicicli, o lo sarebbe mettendo la luna al centro dell' universo... solo troppo complicato, almeno per me. Mi riesce considerare la deriva come fulcro, oppure l' albero come fulcro la deriva come resistenza e il trasto come forza. In entrambi i casi il trasto più indietro ha più leva ma proporzionalmente meno forza, e conseguentemente ha lo stesso momento di un trasto più avanzato, con meno leva ma che trasmette più forza.Temo però che questa considerazione, come anche l' esempio di tiger della trave, pur correttissimo, o le considerazioni di einsein non ti possano smuovere.
Il problema è che mentre in questo caso a noi scatta o quella che Ernst Mach chiama 'conoscenza istintiva', o scatta il concetto del corpo rigido, a te non scatta, ti affidi a strumenti più analitici e ti perdi nei calcoli di dettaglio. (A proposito di calcoli, quelli di statica dell' architettura liberty, con tutti i suoi ghirigori strutturali, diventerebbero un incubo irresolubile col tuo sistema. Il liberty non esisterebbe proprio.)

Ma io vorrei ugualmente aiutarti ad uscire da questi strumenti ineleganti, inutilmente complicati e un po' sterili (sterili perchè essendo complicati a volte non li padroneggiamo a sufficienza, vedi l' esempio, che non ci riesce considerare come fulcro il trasto)

Provo a incrinare le tue certezze per un altra via, a fucilate, con un esperimento ideale che forse divertirà Mr Cinghia.

Prendi un fucile di grosso calibro, e col genova a riva e cazzato , tenendo la bocca del fucile esattamente sull' angolo di scotta del genova, spara una fucilata sul punto di scotta.
Se, come sosteneva Sciarrelli, la barca ha un anima, questa fucilata a tradimento dovrebbe farle capire chi è che comanda a bordo, ed evitarti in futuro le tante seccature che la barca ti ha creato in passato.
Inoltre la fucilata crea un foro, allineato perfettamente con la scotta, foro che penetra attraverso la barca fino allo scafo (se fora pure quello, tappa subito il buco).
Il punto di scotta è sbriciolato, e tu passi la scotta nel buco e la fissi a un nuovo punto di scotta che costruisci sulla parete interna dello scafo. La scotta adesso attraversa tutta la barca senza toccarla, fino al nuovo punto di scotta, situato molto in basso e molto indietro....
Credo che a questo punto tu abbia capito dove vado a parare.
La barca, oltre che intimorita, è anche diventata più orziera, perchè la forza della scotta si applica più indietro?
A voler seguire il tuo ragionamento bisognerebbe dire di si, ma un istinto dovrebbe suggerirci di no.
Ammettiamo che tu, coerentemente con quanto ipotizzavi, pensi che la barca diventi più orziera. Allora io ti continuo l' esperimento, e ti collego con un po' di scotch la scotta con i margini del buco prodotto dalla fucilata, al livello della coperta. La barca secondo il tuo ragionamento dovrebbe tornare equilibrata come ante-fucilata?
E se invece di risolvere tutto a fucilate, non sparo, non faccio buchi, ma collego con un tirante interno la parte di coperta sottostante al punto di scotta allo scafo nel punto dove in precedenza avevo ipotizzato di piazzare il punto di scotta post-fucilata, la barca diventerebbe orziera?
Vedi a che contraddizioni e assurdi ci porta la tua idea?

Ti cito da pag. 60 di un bellissimo libro scritto cent' anni fà da quel Mach cui accennavo prima, libro che rappresenta il canto del cigno della meccanica classica pre-Einstein (quello vero) e pre-meccanica quantistica, 'La meccanica nel suo sviluppo storico-critico' Ed., Bollati Boringhieri, libro quasi tutto godibilissimo, intuitivo e rigoroso, che ti consiglio di leggere.

'Come si formano le conoscenze istintive...? Quello che osserviamo nella natura si imprime - ancora incompreso e inanalizzato - nelle nostre rappresentazioni... Con queste esperienze possediamo un tesoro sempre a portata di mano, e del quale solo la minima parte è contenuta nella serie delle idee chiare.... Fra le caratteristiche della conoscenza istintiva è quella di essere di natura prevalentemente negativa; cioè essa non ci mette in grado di dire cosa deve accadere, ma soltanto cosa non può accadere, in quanto è in stridente contrasto con la massa oscura di esperienze, in cui non si distingue il fatto singolo.'

La 'conoscenza istintiva', alla quale peraltro Mach ci diffida dall' affidarci ciecamente, è una specie di vaccino contro le grandi sciocchezze, magari supportate da grandi calcoli con piccoli errori nascosti.
Io non sono stato in grado di seguirti sulla strada del trasto come fulcro del sistema, e ho cercato, con l' esempio della fucilata, di farti apparire lo 'stridente contrasto' cui portava la tua interpretazione, e la conseguente impossibilità di essa.

Fammi sapere se vacilli.
11-01-2009 22:11
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mantonel Offline
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il trasto-randa
caspita, non sapevo che per andare a vela ci volesse anche...il portoCool d'armi
11-01-2009 23:29
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hal999 Offline
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il trasto-randa
Gia che si parla di carrelli randa qualcuno sa spiegare come funziona sistema Winward http://www.harken.it/catalogo/Pdf/06_Car...ard_CB.pdf ?
12-01-2009 00:39
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Deepdiver Offline
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il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Stefano Di
Non capisco il tuo intervento, deepdiver.

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Beh, anche le tue non sono poi così intuitive.... la domanda iniziale, se non ricordo male era: il trasto è solo una voglia o serve? La risposta era: Su certe berche serve, su altre barche è solo una voglia <hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Resto dell' opinione che ho espresso nel mio primo intervento, integrato dalle considerazioni fatte con tiger 86.

Invece, per maumobile, riguardo al tuo problema e al tuo ultimo intervento, non sono in grado di seguirti sulla strada di considerare il trasto come fulcro del sistema. Sarebbe certamente possibile farlo (e il risultato comunque non ti darebbe ragione), come è possibile spiegare i movimenti del sistema solare col sistema geocentrico e gli epicicli, o lo sarebbe mettendo la luna al centro dell' universo... solo troppo complicato, almeno per me. Mi riesce considerare la deriva come fulcro, oppure l' albero come fulcro la deriva come resistenza e il trasto come forza. In entrambi i casi il trasto più indietro ha più leva ma proporzionalmente meno forza, e conseguentemente ha lo stesso momento di un trasto più avanzato, con meno leva ma che trasmette più forza.Temo però che questa considerazione, come anche l' esempio di tiger della trave, pur correttissimo, o le considerazioni di einsein non ti possano smuovere.
Il problema è che mentre in questo caso a noi scatta o quella che Ernst Mach chiama 'conoscenza istintiva', o scatta il concetto del corpo rigido, a te non scatta, ti affidi a strumenti più analitici e ti perdi nei calcoli di dettaglio. (A proposito di calcoli, quelli di statica dell' architettura liberty, con tutti i suoi ghirigori strutturali, diventerebbero un incubo irresolubile col tuo sistema. Il liberty non esisterebbe proprio.)

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]E sarebbe Maumobile quello troppo complicato.... ha fatto una considerazione sbagliata, ci abbiamo scherzato sopra, bon.... <hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Ma io vorrei ugualmente aiutarti ad uscire da questi strumenti ineleganti, inutilmente complicati e un po' sterili (sterili perchè essendo complicati a volte non li padroneggiamo a sufficienza, vedi l' esempio, che non ci riesce considerare come fulcro il trasto)

Provo a incrinare le tue certezze per un altra via, a fucilate, con un esperimento ideale che forse divertirà Mr Cinghia.

Prendi un fucile di grosso calibro, e col genova a riva e cazzato , tenendo la bocca del fucile esattamente sull' angolo di scotta del genova, spara una fucilata sul punto di scotta.
Se, come sosteneva Sciarrelli, la barca ha un anima, questa fucilata a tradimento dovrebbe farle capire chi è che comanda a bordo, ed evitarti in futuro le tante seccature che la barca ti ha creato in passato.
Inoltre la fucilata crea un foro, allineato perfettamente con la scotta, foro che penetra attraverso la barca fino allo scafo (se fora pure quello, tappa subito il buco).
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Per passare dall'altra parte devi sparare con un cannone, oppure spari con un Benelli M3 caricato a palla unica, ma essendo la palla di piombo dubito che dopo aver trovato la coperta avanzi ancora senza essere diventata una pozzanghera di piombo spappolato....
Una carabina cal.22 avrebbe fatto molto più al caso tuo.... ma prendere un trapano e un seghetto alternativo per fare sto lavoro no en? <hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]


Il punto di scotta è sbriciolato, e tu passi la scotta nel buco e la fissi a un nuovo punto di scotta che costruisci sulla parete interna dello scafo. La scotta adesso attraversa tutta la barca senza toccarla, fino al nuovo punto di scotta, situato molto in basso e molto indietro....
Credo che a questo punto tu abbia capito dove vado a parare.
La barca, oltre che intimorita, è anche diventata più orziera, perchè la forza della scotta si applica più indietro?
A voler seguire il tuo ragionamento bisognerebbe dire di si, ma un istinto dovrebbe suggerirci di no.
Ammettiamo che tu, coerentemente con quanto ipotizzavi, pensi che la barca diventi più orziera. Allora io ti continuo l' esperimento, e ti collego con un po' di scotch la scotta con i margini del buco prodotto dalla fucilata, al livello della coperta. La barca secondo il tuo ragionamento dovrebbe tornare equilibrata come ante-fucilata?
E se invece di risolvere tutto a fucilate, non sparo, non faccio buchi, <blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Ecco appunto <hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote] ma collego con un tirante interno la parte di coperta sottostante al punto di scotta allo scafo nel punto dove in precedenza avevo ipotizzato di piazzare il punto di scotta post-fucilata, la barca diventerebbe orziera?
Vedi a che contraddizioni e assurdi ci porta la tua idea?

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Il mio esempio dei lacci delle scarpe non andava bene eh.... bisognava ricorrere all' uso delle armi per forza....Smile <hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Ti cito da pag. 60 di un bellissimo libro scritto cent' anni fà da quel Mach cui accennavo prima, libro che rappresenta il canto del cigno della meccanica classica pre-Einstein (quello vero) e pre-meccanica quantistica, 'La meccanica nel suo sviluppo storico-critico' Ed., Bollati Boringhieri, libro quasi tutto godibilissimo, intuitivo e rigoroso, che ti consiglio di leggere.

'Come si formano le conoscenze istintive...? Quello che osserviamo nella natura si imprime - ancora incompreso e inanalizzato - nelle nostre rappresentazioni... Con queste esperienze possediamo un tesoro sempre a portata di mano, e del quale solo la minima parte è contenuta nella serie delle idee chiare.... Fra le caratteristiche della conoscenza istintiva è quella di essere di natura prevalentemente negativa; cioè essa non ci mette in grado di dire cosa deve accadere, ma soltanto cosa non può accadere, in quanto è in stridente contrasto con la massa oscura di esperienze, in cui non si distingue il fatto singolo.'

La 'conoscenza istintiva', alla quale peraltro Mach ci diffida dall' affidarci ciecamente, è una specie di vaccino contro le grandi sciocchezze, magari supportate da grandi calcoli con piccoli errori nascosti.
Io non sono stato in grado di seguirti sulla strada del trasto come fulcro del sistema, e ho cercato, con l' esempio della fucilata, di farti apparire lo 'stridente contrasto' cui portava la tua interpretazione, e la conseguente impossibilità di essa.

Fammi sapere se vacilli.


<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Sapevi che da un sondaggio il 70% della popolazione evoluta ragiona con concetti pregalileiani? Non c'era bisogno di tirar fuori Mach....
12-01-2009 01:01
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lord Offline
Vecio AdV

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Messaggio: #57
il trasto-randa
Ciao.
Dico la mia !
Mi sembra che nessuno abbia sottolineato che la scotta randa, nella andature ardenti, influisce in maniera diretta sulla balumima della della vela ( quando non ci riesce più, entra in gioco il vang ) .
Considerando che il boma non è mai perfettemente rigido ( sempre che non sia di materiale avveneristico ultra costoso ) avere la scotta in corrispondenza della bugna e in verticale, sicuramente rende la regolazione più immediata ed efficace.

Quando ti entra nelle vene, non puoi più farne a meno Sir Peter Blake
N.B.J.S. Erik Aanderaa Chi è in mare naviga, chi è a terra giudica
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-01-2009 17:35 da lord.)
12-01-2009 17:25
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tiger86 Offline
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Messaggio: #58
il trasto-randa
Giusto, ma sbagliato...
Nel senso che la regolazione è più 'immediata ed efficace', ma il boma ha una rigidità sufficiente in quanto è dimensionato anche per lavorare a flessione, infatti è più spesso e più pesante, quindi meno adatto alla regata.
Caschiamo sempre lì: regata o crociera?

Tra me e il mare comanda il tempo...
Leandro
12-01-2009 18:25
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Deepdiver Offline
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Messaggio: #59
il trasto-randa
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da lord
Ciao.
Dico la mia !
Mi sembra che nessuno abbia sottolineato che la scotta randa, nella andature ardenti, influisce in maniera diretta sulla balumima della della vela ( quando non ci riesce più, entra in gioco il vang ) .
Considerando che il boma non è mai perfettemente rigido ( sempre che non sia di materiale avveneristico ultra costoso ) avere la scotta in corrispondenza della bugna e in verticale, sicuramente rende la regolazione più immediata ed efficace.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Vero! Ma ardente non significava orziera? Wink
12-01-2009 21:51
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Deepdiver Offline
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Messaggio: #60
il trasto-randa
Il rigging ideale dovrebbe permettere di deformare ogni vela su ogni lato.... è praticamente impossibile....

Un boma che si può inarcare o insellare giocando di wang e scotta è un grosso vantaggio.... Nella crociera purtroppo molti trascurano perfino la regolazione della base randa e della drizza, che invece è molto importante, soprattutto quando il vento è poco e si vuole navigare a vela....

poter spostare a piacimento il punto di scotta da una miriade di vantaggi, è quasi impossibile elencare tutti i casi, ricordo un immagine della coppa America dove il boma di Oracle era cazzato sopravento sfruttando il trasto e la svergolatura della randa (con un uomo in testa d'albero che, guarda caso, contribuiva allo sbancamento della barca) faceva il resto.
12-01-2009 21:58
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