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Versione completa: asciugatura pre trattamento osmosi
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da tre mesi la mia barca (Comet 460 ) e' sull'invaso ad asciugare dopo sabbiatura : in genere e' sufficientemente secca ( zona verde del Tramex Plus ) ma ci sono zone che non asciugano anche dopo vari tentativi con tecniche diverse ( hot vac, infrarossi ) ; le bolle di osmosi ( di modesto diametro 10 mm e abbastanza rare ) sono state accuratamente aperte e pulite ;sono stati eseguiti numerosi lavaggi con acqua calda ad alta pressione ;la sentina e' stata liberata dai paglioli, la barca ben arieggiata, i serbatoi svuotati, tutti gli anfratti ispezionati e puliti ; nonostante cio', soprattutto attorno alla chiglia e su una zona della fiancata , l'umidita' rimane elevata ( valore 25 sul Tramex e circa 14 sul Sovereign ).
C'e' nessuno che ha suggerimenti, consigli,spiegazioni da darmi ? grazie
Guarda se all'interno della barca, in corrispondenza delle zone di umidità elevata, esistono delle situazioni particolari come:
- metallo "affogato nella vetroresina"
- parti in metallo a contatto con la vetroresina
- ristagni di acqua tra carena e controstampo (l'eventualità più rognosa ... )

in bocca al lupo
grazie Sonmi; purtroppo ho gia' controllato, niente metallo affogato nella vetroresina ne' controstampo
specifico che con la sabbiatura e' stato tolto tutto il gelcot
Beh, nella zona attorno alla chiglia qualche pezzo di acciaio affogato nella vtr ci sarà di certo...
Hai modo di verificare lo spessore della zona della fiancata dove permane un livello di umidità elevato?
Dico perché potrebbe essere una questione di maggiore spessore-->maggiore tempo per asciugare, se la barca non è recente è possibile.
grazie Alex ; ho un piccolo metal detector e provo a cercare attorno alla chiglia ; invece la zona umida della fiancata ha uno spessore di 20 mm circa e la barca e' dell' 87 : forse bisogna pazientare un po' ancora ( visto il clima piovoso di questa estate ) ?
In effetti il clima quest'anno non aiuta.
Dicevo di controllare lo spessore perché spesso in barche laminate un po' ad cazzum come succedeva un tempo, la differenza di spessore tra una zona e l'altra può essere da considerare.
so di non essere di conforto....
io ho messo in secca e sabbiato la barca nel dicembre 2012.
Per avere valori di umidità accettabili siamo dovuti arrivare a aprile 2014
Il cantiere che fa i lavori aveva tutto l'interesse a...sbrigarsi e prendere prima i soldi,ma non ne ha voluto sapere fino a che i valori non si sono normalizzati.
Unica lamentela: della possibilità di perdere una stagione,quando si è pattuito il lavoro e la spesa,non mi hanno detto niente.
beh, Rema,ti ringrazio : tutto sommato ,mi dai qualche speranza che per la prossima stagione sara' sistemata ; per questa ( stagione ), ormai mi sono rassegnato...
Se le zone ad elevata umidita’ sono localizzate in poche zone limitate dello scafo, consiglio bucherellare le zone umide subito all'inizio (dopo la sabbiatura) con il trapano, usando la punta da 3 mm. - E' il tipico intervento da fare sulla pala del timone per drenarla se piena l'acqua (succede frequentemente).
Anche sullo scafo negli anni in acqua possono formarsi delle cavita' d'acqua all'interno del laminato, in profondita' tale da non essere raggiunte dalla sabbiatura. In tal caso i fori (possibilmente passanti) servono per intercettare e drenare l'acqua all'interno del laminato e favorire l'asciugatura.
Posizionando questi fori a 2-3 cm di distanza tra loro, la robustezza strutturale del guscio non viene inficiata in modo significativo. Anzi - Ad asciugatura completata, e dopo aver ri-stuccato i fori con resina epossidica poco densificata (per sfruttare meglio l'effetto capillare), e completato il trattamento anti-osmosi, le zone bucherellate, in quanto impregnate di epossidica, diventano piu' solide che prima.
(25-07-2014 03:24)ASK Ha scritto: [ -> ]Se le zone ad elevata umidita’ sono localizzate in poche zone limitate dello scafo, consiglio bucherellare le zone umide subito all'inizio (dopo la sabbiatura) con il trapano, usando la punta da 3 mm. - E' il tipico intervento da fare sulla pala del timone per drenarla se piena l'acqua (succede frequentemente).
Anche sullo scafo negli anni in acqua possono formarsi delle cavita' d'acqua all'interno del laminato, in profondita' tale da non essere raggiunte dalla sabbiatura. In tal caso i fori (possibilmente passanti) servono per intercettare e drenare l'acqua all'interno del laminato e favorire l'asciugatura.
Posizionando questi fori a 2-3 cm di distanza tra loro, la robustezza strutturale del guscio non viene inficiata in modo significativo. Anzi - Ad asciugatura completata, e dopo aver ri-stuccato i fori con resina epossidica poco densificata (per sfruttare meglio l'effetto capillare), e completato il trattamento anti-osmosi, le zone bucherellate, in quanto impregnate di epossidica, diventano piu' solide che prima.

straquoto!
io ho fatto i fori solo sulla pelle ext ed anche usato una piccola pompa per il vuoto(con una "trappola" per l'acqua )
è ovvio ma lo dico lo stesso: mai usare aria compressa! rischio delaminazione! (lo so perché lo ho visto con i miei occhi su di un timone)
p.s. su 10 m di scafo dell'85 ho "pompato" 1 bicchiere di acqua

buon lavoro
ask e roberto, geniale!! a questo non avevo proprio pensato! lo faccio appena ho un po' di tempo; diciamo che proverei prima con foretti profondi 2 mm : pensate possa essere sufficiente ? anche fori passanti non mi dispiacerebbe , ma sono un po' restio ad una azione cosi' radicale.
grazie mlle
una volta che hai passato la pelle est la punta arriva subito a quella int xchè la schiuma non fa resistenza, io la ho fatta anche girare un poco per creare una sorta di cavità.
lo scafo non e' in sandwich, ma penso che dovrebbe funzionare lo stesso:attesa la bassa permeabilita' della vetroresina , diminuirebbe un po' il percorso per la migrazione del vapore intrappolato fra gli strati, e si dovrebbe accorciare il tempo di asciugatura
lo scafo non e' in sandwich, ma penso che dovrebbe funzionare lo stesso:attesa la bassa permeabilita' della vetroresina , diminuirebbe un po' il percorso per la migrazione del vapore intrappolato fra gli strati, e si dovrebbe accorciare il tempo di asciugatura
Attenzione: la mia proposta di bucherellare le zone umide (vedi sopra) e' valida solamente per scafi MONOLITICI in vetroresina!
Questa tecnica NON E' SUFFICIENTE per risanare scafi in Sandwich (con pelle esterno, anima e pelle interna) !!!
Trattandosi nel caso in esame di una barca di 13 metri, lo spessore del guscio (se monolitico) sara' di almeno 15-20mm, per cui forare per soli 2mm non cambia nulla.
Per velocizzare l'asciugatura del laminato, i fori vanno fatti possibilmente PASSANTI (o profondi poco meno dello spessore dello scafo).
Una volta asciugata bene la zona, i fori vanno riempiti di resina epossidica liquida (o poco densificata) usando una normale siringa da farmacia, il cui beccuccio e' perfetto per riempire di resina i fori da 3mm. Se l'intervento viene eseguito correttamente, la solidita' strutturale della zone trattata risultera' superiore di quella originale.

A proposito, per acquisire il quadro completa delle zone umide consiglio scattare delle foto dello scafo con una termocamera (ad infrarosso) che si trovano in affitto.
Di giorno le zone umide risultano piu' fredde.
grazie ask della precisazione : in questo caso ( fori passanti ) non posso piu' usare il vuoto : tu hai fatto il lavoro cosi' o hai usato una pompa a vuoto per facilitare l'evaporazione ?
Per asciugare il laminato non abbiamo usato una pompa a vuota. Abbiamo lasciato la barca sabbiata esposta al vento, 24ore su 24. L'aria che passa attraverso i forellini passanti e' molto efficace.
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