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Versione completa: Costruzione trimarano 33-38 piedi
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non quella di mare ovviamente,, che poi non si asciuga piu!Smiley30
salve a tutti riemergo dopo una settimana di distrazioni lavorative il primo semiguscio alla fine non è venuto male, il pvc si lavora benino va solo riscaldato prima, durante e dopo la lavorazione: prima: ho usato quella lamiera cui ho accennato con un fornello sotto lasciandovi appoggiate le lastre 15/20 min meglio se con un peso durante: con il phon industriale temevo di danneggiare invece si può insistere senza problemi dopo: indispensabile per stabilizzare lu curve più ribelli che liberate dalle viti si riaprivano vedi foto allegata
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a questo punto metterò solo qualche vituzza lato esterno come da manuale per fermare perfettamente (quasi) le strisce, vedo come fare gli smussi nelle giunzioni per un buon incollaggio e magari faccio una prima prova di vuoto senza pelli.
- ottima la considerazione del nastro da pacchi per evitare incollati non richiesti sicuramente da adottare per le prossime stampate - il filo da pesca è una idea ma richiede i due fori e il nodo, alla fine devo ammettere che le viti nel pvc tengono abbastanza bene, per evitare di innescare fratture suggerisco di metterle sempre all'esterno delle pieghe maggiori - il discorso dell'acqua calda lo avevo preso in considerazione come alternativa al vuoto, la temperatura è perfettamente controllabile ed elevata, la pressione è la spinta idrostatica e quindi varia dal pelo libero al fondo vasca e non va bene, il peso complessivo rischia di essere insopportabile per uno stampo normale, e poi non lo fa nessuno quindi rinunciai.
grazie a tutti per il supporto e mi raccomando non lasciatemi solo nelle prossime sfide (realizzare i blocchi di prua e poppa e la laminazione direi per infusione). A tal proposito se cormax volesse mai dispensarmi su metodologie, materiali e luoghi di acquisto gliene sarei davvero grato.
vaiiiii per i prodotti puoi considerare anche r-g.de dopo aver incollato le strisce tra di loro, può tornare utile spalmare con una spatola della resina addensata di microsfere cave sulla faccia interna da resinare. l'intento è quello di diminuire l'assorbimento di resina nella schiuma (peso) perché questa presenta i pori aperti sulle facce, ma torna utile anche per assicurare una tenuta all'aria del semiscafo quando questa andrà sottovuoto (buchi e bucherelli più o meno visibili riempiti dallo stucco di cui sopra )
che bel lavoro che stai facendo, complimenti! spalmare la schiuma di pappetta è un must (tutti quelli che conosco lo fanno) ma attenzione: si parla sempre di bagnato su bagnato, se la pappetta catalizza non puoi stratificarci sopra, e carteggiare la schiuma senza fare buchi è parecchio difficile...buon lavoro
se non sbaglio vendono un collante per pannelli sandwich che rimane della stessa consistenza del pannello e lo rende semplice da carteggiare informati perché ti toglierebbe un sacco di noie
@robertobaffigo Grazie. Hai fatto bene a chiarire questo punto. Fondamentale laminare bagnato su bagnato.
boh? anche gli alberi vengono laminati a strati in fasi diverse, bagnato su asciutto, per limitare il "raggrinzirsi" delle fibre compresse dal vuoto e private dall'eccesso di resina che ne comprometterebbe la rigidità certamente va pulito da eventuale melamina, e magari passato di carta vetrata un attimino per favorire adesione dover levigare stucco a spessore su schiuma confermo, é una pena, ma lo stucco di cui parliamo si stende bene, é solo un velo per riempire i microbuchi
Il problema è che questo velo non potrà mai essere omogeneo. Io non riesco perché comunque quando passi la spatola crei sempre dei rilievi sui bordi e per quanto tu possa stare attento si riformano sempre.
per stratifiche successive si mette sempre il peel-ply...ma nel caso in esame potrebbe essere scomodo costoso e pericoloso (è duro da togliere)
insisto sullo stucco dedicato a questo lavoro tra pannelli di schiuma è una nota casa inglese ,secondo me la lavorabilità della giunzione ti ripaga del costo dello stucco
ammetto che non riesco ad essere così puntuale come altri adv ma i dubbi e le prove sono davvero tanti e gli stop and go sono continui
Riassumendo il pvc è un gran materiale bisogna solo termoformarlo fino alla forma voluta, nei vari blog (ed anche nelle istruzioni di Farrier) si parla solo di stendere le strisce e fissarle con viti, in realtà va scaldato e piegato fino a che assume la curvatura richiesta senza doverlo fissare, le viti servono per aderire perfettamente eliminando gli ultimi mm di gioco. Comunque ci siamo scafato formato ed incollato, le viti interne eliminate, solo viti esterne lungo il bordo (unica parte accessibile comodamente)
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Poi è nato il problema della futura giunzione delle due metà come far collimare i bordi senza rigurgiti di colla all'interno che in quella fase è inaccessibile. Soluzione (suggerita anche da un adv molto disponibile in realtà per dare rigidezza quando ancora si parlava di come vincere l'elasticità residue del pvc) creare una flangia lungo il bordo di 5-6 cm. L'incollaggio si fa tra le due flange e la posizione si ricostruisce prevedendo delle spine (speriamo). Poi creati gli accessi all'interno dello scafetto si mette l'adesivo strutturale tra i due lembi (appositamente svasati) e si fazzoletta come indicato dal progettista.
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Quindi vuoto e se si deve impazzire vada per l'infusione che ti consente di lavorare con calma sui tessuti e se sei bravo viene perfettamente o almeno speriamo.
Nelle more dei tempi morti tra definire un fornitore ed i prodotti necessari mi sono dato da fare a preparare un pò di elementi pieni come prue e poppe
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e fra un pò timoni (dove il vuoto è indispensabile).
Un'ultima considerazione che era poi il motivo per cui inizialmente avevo desistito con vuoto ed infusione: come faccio a garantire l'ermeticità sui bordi? Sul pvc è facile basta aver cura di chiudere tutti i fori (ci vuole solo una vista buona) ma sul bordo dove il pvc finisce? Qui torna in ballo la flangia che ho laminato per la giunzione dei due semiscafi: perché non si incollasse allo stampo in legno ho steso del nastro da pacchi, poi ho laminato il carbonio quindi ho ricoperto nuovamente il carbonio (asciutto) con altro nastro. Il butile andrebbe sulla cornice più esterna fissato sul nastro così da lasciare spazio per i condotti del vuoto etc. Terrà?? in caso negativo tenterò di mettere il butile direttamente sul carbonio comunque resta IL PROBLEMA
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complimenti la flangia esterna resinata al pvc é davvero una gran bella pensata, risolve un sacco di problemi
prove di vuoto
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ammazza che vuoto, mi si è ristretta la trappola
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vedo tutto nero, finalmente
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avrei voluto provare la tenuta dello stampo ma cacciare metri e metri di butile e di film, da vecchia raspa non me la sono sentita, in compenso rischio di dover smontare tutto anche con un sacco che tiene bene il vuoto dura circa mezz'ora max 45 min, diventa indispensabile un vacuo stato che mi faccia ripartire la pompa al di sotto di un certo valore
Ciao, sempre complimenti. Vorrei consigliarti di fare attenzione agli sbalzi del vuoto che possono far “muovere “ il laminato durante la polimerizzazione, è utile un serbatoio da almeno 50 l tra la pompa ed il sacco. Io uso pompe economiche da frigorista, spesso preferisco lasciarle accese. Buon lavoro
Il lavoro che stai facendo é spaventoso, complimenti! È bello vedere il nero del carbonio.
bel lavoro , grande , un consiglio , per la trappola usa una vecchia pentola a pressione , non si romperà mai ,sopra ci metti un pannello di plexyglass col butile , e su pannello ci metti anche il vacuometro . io ho usato anche un piccolo contenitore da gelateria , quelli dove mettono il gelato con i vari gusti , anche quello è molto robusto . Buon lavoro
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