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Versione completa: Vang vs trasto randa
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Tutto bello ma é OT. Questo per dire che mi sono limitato al tema. Anche perchè la materia è complessa e come sostiene BULLO....
(07-10-2014 11:08)tiger86 Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 22:19)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 19:53)faberroma Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 19:39)osef Ha scritto: [ -> ]Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.

Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su paterazzo e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F

E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
Invece purtroppo sbagli su diverse cose e sono concetti base che sarebbe bene chiarirsi.
In particolare sul discorso che fai sulla drizza. Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.

Poi se vogliamo parliamo anche del resto

Perfetto. Il primo concetto lo conoscevo già bene (ma ti assicuro che sono molti gli "esperti" che lo ignorano), e infatti una manovra "disperata" che faccio quando sono pelo pelo per la boa, è quello di mollare un po' di drizza per dare meno grasso sull'inferitura e stringere di più il vento.
Il secondo concetto invece non mi è chiaro, o meglio so che la vela di stende e quindi si appiattisce, ma rispetto al grasso di cui sopra, chi prevale?
Non è meglio usare tesabase e vang per smagrire e lasciar perdere la drizza ?
Con vento forte, se voglio smagrire ma anche svergolare, non basta utilizzare semplicemente il tesabase in combinazione con il vang per ottenere entrambi gli effetti ?
Col il genova basta spostare il carrello all'indietro per ottenere in un unico gesto smagrimento e svergolamento.
(07-10-2014 11:56)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]
(07-10-2014 11:08)tiger86 Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 22:19)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 19:53)faberroma Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 19:39)osef Ha scritto: [ -> ]Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.

Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su paterazzo e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F

E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
Invece purtroppo sbagli su diverse cose e sono concetti base che sarebbe bene chiarirsi.
In particolare sul discorso che fai sulla drizza. Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.

Poi se vogliamo parliamo anche del resto

Perfetto. Il primo concetto lo conoscevo già bene (ma ti assicuro che sono molti gli "esperti" che lo ignorano), e infatti una manovra "disperata" che faccio quando sono pelo pelo per la boa, è quello di mollare un po' di drizza per dare meno grasso sull'inferitura e stringere di più il vento.
Il secondo concetto invece non mi è chiaro, o meglio so che la vela di stende e quindi si appiattisce, ma rispetto al grasso di cui sopra, chi prevale?
Non è meglio usare tesabase e vang per smagrire e lasciar perdere la drizza ?
Con vento forte, se voglio smagrire ma anche svergolare, non basta utilizzare semplicemente il tesabase in combinazione con il vang per ottenere entrambi gli effetti ?
Col il genova basta spostare il carrello all'indietro per ottenere in un unico gesto smagrimento e svergolamento.
In realtà, tesando la drizza, non solo si tende l'inferitura ma anche la balumina (visto che sono entrambe "ancorate" all' angolo di penna) quindi l' effetto sull' area di balumina è una chiusura (che provoca anche un' aumento della freccia ) e non uno svergolamento. Pertanto, se si desidera mantenere il twist, per tendere solo l'inferitura è preferibile come indicato da Ein utilizzare il cunningham .
Infatti, come presumevo
(07-10-2014 11:56)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Non è meglio usare tesabase e vang per smagrire e lasciar perdere la drizza ?
Con vento forte, se voglio smagrire ma anche svergolare, non basta utilizzare semplicemente il tesabase in combinazione con il vang per ottenere entrambi gli effetti ?

Repetita juvant: se trattasi di cabinati con alberi poco flessibili, cazzare vang significa chiudere balumina e ridurre svergolamento, quindi aumentare la potenza, è chiaro?
ciao
E infatti non ho detto di cazzare il vang, ho detto di utilizzarlo!
(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.
Risparmiare risparmiare risparmiare , questo è il dilemma. Tutto serve sulle barche, carrelli geonoa, trasto randa, vang, stralli di trinchetta, ecc.
Il punto è che si deve trovare il modo di offrire un prodotto quanto più economicamente accessibile ad una clientela che non è particolarmente interessata agli aspetti velici e regolazioni fini; il cliente tipo, quello insomma al quale i cantieri si rivolgono per non chiudere, è un signore di mezza età o poco più con la moglie che fa delle brevi uscite nel weekend o qualche settimana d'estate; che normalmente naviga a motore da una meta all'altra e di tanto in tanto tira su una vela quando il vento soffia intorno ai 9 - 10 nodi e il tempo è dichiarato. La preoccupazione di questo non è certamente una fine regolazione della randa o la difficoltà di strambare con il vento forte, perché questo non accadrà MAI, ma sarà solo quella di aprire e rollare con facilità la vela eccezionalmente messa a riva. Dunque se il cantiere deve risparmiare per poter proporre un prezzo terribilmente concorrenziale, risparmierà su queste cose e su altre che visto l'uso previsto, hanno evidentemente scarsa importanza. Ma nessuno potrà mai ragionevolmente sostenere che il vang può sostituire il trasto randa !!!
Sulla mia barca (cyclades 39) avevo una coppia di bozzelli al posto del trasto (e vang a molla regolabile), dopo averlo montato togliendo i due bozzelli posso solo dire che ora posso regolare la randa (mettendo il boma dove voglio io) come mi pare con ottimi risultati fra cui anche un buon incremento dell'angolo di bolina ... e non è male .. anche in crociera.
BV
Fabrizio
(07-10-2014 13:00)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]E infatti non ho detto di cazzare il vang, ho detto di utilizzarlo!

Scusami, sono curioso, allora come vorresti utilizzarlo?
Io uso vang e tesabase per regolare al meglio la vela, quando ad occhio e tramite i tell tales vedo che qualcosa non va, applico le dovute regolazioni di vsng e tesabase. Se devo svergolare la randa certamente non lo cazzo il vang, ma lo mollo quel tanto che basta. Ho superato l'esame?
E la scotta?
Sarò demode' ,ma già trovo una grande differenza tra le barche che hanno il trasto sulla tuga e quelle che lo hanno in varea del boma, tra quello alla..tedesca è quello a paranco fine e strozzascotte ! Mi dovrò adeguare !
(07-10-2014 13:00)bellubentu Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.
Risparmiare risparmiare risparmiare , questo è il dilemma. Tutto serve sulle barche, carrelli geonoa, trasto randa, vang, stralli di trinchetta, ecc.
Il punto è che si deve trovare il modo di offrire un prodotto quanto più economicamente accessibile ad una clientela che non è particolarmente interessata agli aspetti velici e regolazioni fini; il cliente tipo, quello insomma al quale i cantieri si rivolgono per non chiudere, è un signore di mezza età o poco più con la moglie che fa delle brevi uscite nel weekend o qualche settimana d'estate; che normalmente naviga a motore da una meta all'altra e di tanto in tanto tira su una vela quando il vento soffia intorno ai 9 - 10 nodi e il tempo è dichiarato. La preoccupazione di questo non è certamente una fine regolazione della randa o la difficoltà di strambare con il vento forte, perché questo non accadrà MAI, ma sarà solo quella di aprire e rollare con facilità la vela eccezionalmente messa a riva. Dunque se il cantiere deve risparmiare per poter proporre un prezzo terribilmente concorrenziale, risparmierà su queste cose e su altre che visto l'uso previsto, hanno evidentemente scarsa importanza. Ma nessuno potrà mai ragionevolmente sostenere che il vang può sostituire il trasto randa !!!
Ajò, parole chiare...Smiley32 quando avevo il 5°ior frazionato 3/4, doppie volanti e trasto da murata a murata la regolazione della randa la
facevo con una mano sola, data la giusta forma (salvo errori, ma ti inchiodavi subito) di bolina le raffiche si accompagnavano di carrello,
sullo scarso era facile alzare o abbassare il boma (svergolamento sì/no)
il vang serviva solo alle portanti o quasi.
mo' col crocierino non sono MAI riuscito ad avere il boma dove mi sarebbe piaciuto. Ma mi godo il mare lostessssssooooo!Smiley4
(06-10-2014 19:26)einstein Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 18:29)edramon Ha scritto: [ -> ]
(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Io ho scelto la barca che ho proprio per il trasto in pozzetto che corre da un pramare all'altro.
Mi permette di avere in mano sia la scotta randa che la regolazione del carrello.
In caso di raffica scarrello sottovento senza modificare lo svergolamento, se non basta lasco anche la scotta.
Inoltre la scotta agisce all'estremità del boma sullo stesso punto di forza della balumina.
Il vang invece fa forza in un punto molto vicino all'albero, i trasti in tuga un po' più distanti.
E' anche vero che il trasto corto sulla tuga forse offre comunque una regolazione ridotta e meno immediata per cui tanto vale risparmiare (per il cantiere) eliminandolo.
Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.

Io sono daccordo con te!
Argomento già più volte toccato: scarrellare sotto raffica è sempre una buona manovra, ma non ottimale, poiché è vero che si riduce potenza diminuendo l'angolo di incidenza, ma non si aumenta lo svergolamento, anzi, con la rotaia del trasto diritta, più si scarrella e più si tende la balumina, che è l'opposto a cui si vuole arrivare.

Sempre in caso di raffica, scotta permettendo, non è un male che il vang ti dia un po' di tolleranza, così si apre la parte alta della randa.

Il trasto in tuga ha lo svantaggio di essere più duro a regolarsi, poiché il carico sulla scotta è quasi doppio di quello in varea, ma per quanto riguarda l'angolo di spostamento, sopra e sottovento, direi che è pari o maggiore di quello in pozzetto.
ciao

Anche io ho sempre fatto così: in caso di ventone preferisco tenere il trasto sopra e la scotta in proporzione più lasca. Sotto raffica preferisco lascare la scotta.
Certo è, che in caso di straorza imminente su molte barche come sulla mia, lascare il trasto è molto più rapido.
Sono dell'idea che barche con impronta più sportiva dotate di trasto e scotta randa vicino al timoniere sono più sicure, più divertenti e in fin dei conti anche più sicure.
Ma ho un Oceanis 323...e me devo accontentà!
Qualche anno fa volevo modificare in questo modo il circuito scotta randa del mio Oceanis:
strozzascotte su carrello della randa, paranco di scotta aumentato. La scotta sarebbe comunque arrivata sul winch dove arriva ora, ottenedo quello che su molte barche è chiamato "fino".
Per far questo interpellai la Harken Italia. La harken stessa però mi scoraggiò dicendo: "questo sistema sulle barche con trasto in tuga, non funziona!"
Non ne ho mai capito il perchè.
(07-10-2014 13:58)einstein Ha scritto: [ -> ]E la scotta?

Scusa il ritardo, ero impegnato im una partita a scopone Smiley34
Cosa vuoi sapere della scotta?
quanto è comodo avere la trozza scorrevole con il caricabasso rinviato in pozzetto.
quanto è comodo un trasto ad archetto sulla tuga con il vang sempre puntato che quasi non serve regolare.
io, sulla raffica, orzo. perché sventare buttando via quel regalo??

Smiley53Smiley53Smiley53
Provate a seguire le raffiche con il trasto sulla tuga oppure in varea del boma,provate ! È' un...universo completamente diverso. Poi capisco perché la si consideri più comoda togliendoti dalle p..iedi il trasto in mezzo al pozzetto,ma dire che sia più efficiente e' una....cacofonia ! Smiley4Smiley4
(07-10-2014 16:53)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]
(07-10-2014 13:58)einstein Ha scritto: [ -> ]E la scotta?


Cosa vuoi sapere della scotta?

Volevo evidenziare che la scotta randa rimane comunque un controllo primario e il vang uno secondario, che, in bolina stretta, ritengo del tutto superfluo o quasi.
ciao
Ovvio che la scotta resta il controllo primario, ci mancherebbe.
Quello che dico io, e correggimi se sbaglio (perché qualche finto esperto di vela afferma il contrario), se bolino con 20 nodi, senza terzarolare, metto a segno il fiocco con carrello tutto indietro (per smagrire e svergolare) e regolo la scotta alla perfezione, poi passo alla randa: paterazzo cazzato per smagrire la parte alta, scotta cazzats fino a che il boma stia al centro o poco sottovento e affinché la balumina abbia un buon svergolamento, poi regolazione di fino con tesabase cazzato a ferro per smagrire la parte bassa, e infine regolazione del vang fin quando non vedo più rifiuti sull'inferitura (ma ci sta che con 20 nodi l'inferitura faccia i capricci, quindi senza esagerare con il vang) e finché non vedo che la balumina abbia un perfetto svergolamento. Quando arriva la raffica, se sono da solo e riesco a prevederla, come dice qualcuno, ci orzo sopra, altrimenti mollo la scotta per sventare la randa per poi recuperare alla fine della raffica. Con il trasto cambia un po' la cosa, riesci ad avere quella regolazione in più che non puoi avere con il sistema alla tedesca, nel senso che la scotta la mollo quel tanto che basta per far scaricare in alto, il carrello lo porto sopravento per aumentare la potenza in basso, così da camminare bene se c'è onda (con 20 nodi quasi sempre). Quando arriva la raffica, scarrello sotto vento e poi recupero senza perdere la regolazione precedente. Senza trasto, quello che cambia è la regolazione ad hoc della parte bassa soprattutto, non riesci ad avere il boma al centro (e quindi potenza in basso) e contemporaneamente uno svergolamento per scaricare in alto.

Dopo tutto questo, se mi dite che non ho capito nulla, davvero vado in crisi
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