07-10-2014, 11:48
Tutto bello ma é OT. Questo per dire che mi sono limitato al tema. Anche perchè la materia è complessa e come sostiene BULLO....
(07-10-2014 11:08)tiger86 Ha scritto: [ -> ](06-10-2014 22:19)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Invece purtroppo sbagli su diverse cose e sono concetti base che sarebbe bene chiarirsi.(06-10-2014 19:53)faberroma Ha scritto: [ -> ](06-10-2014 19:39)osef Ha scritto: [ -> ]Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.
Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su paterazzo e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F
E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
In particolare sul discorso che fai sulla drizza. Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.
Poi se vogliamo parliamo anche del resto
(07-10-2014 11:56)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]In realtà, tesando la drizza, non solo si tende l'inferitura ma anche la balumina (visto che sono entrambe "ancorate" all' angolo di penna) quindi l' effetto sull' area di balumina è una chiusura (che provoca anche un' aumento della freccia ) e non uno svergolamento. Pertanto, se si desidera mantenere il twist, per tendere solo l'inferitura è preferibile come indicato da Ein utilizzare il cunningham .(07-10-2014 11:08)tiger86 Ha scritto: [ -> ](06-10-2014 22:19)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Invece purtroppo sbagli su diverse cose e sono concetti base che sarebbe bene chiarirsi.(06-10-2014 19:53)faberroma Ha scritto: [ -> ](06-10-2014 19:39)osef Ha scritto: [ -> ]Ė da ricordare inoltre che il vang serve ad appiattire ulteriormente la randa, tirando (oltre che ad abbassarlo) il boma contro l' albero. Questo flettendosi (con la giusta regolazione delle sartie basse) smagrisce la vela. Questo il trasto non lo fa. Ma pe me servono entrambi.
Anche io ho sempre pensato/saputo questo.
Poi ho letto un intervento di Albert che mi ha spiazzato.
Lui spiega che cazzando il vang il boma scende stirando la vela lungo l'asse verticale, quindi aumentando il grasso.
Per smagrirla bisogna lavorare su paterazzo e tesabase.
Io ho preso per vangelo le parole di albert, ovviamente ?
F
E questo è un po' come quando si cazza la drizza, non ho mai capito perché si dice che la vela così si smagrisce, anzi, secondo me si ingrassa.
E anche l'intervento di einsteinsul trasto mi conforta, perché ho sempre pensato che scarrellando sotto raffica non sia la manovra migliore, in quanto appunto non si svergola la vela
In particolare sul discorso che fai sulla drizza. Cazzando la drizza fai almeno due cose,...
La prima: sposti il grasso in avanti, che con vento forte tende a spostarsi indietro e non va bene, e arrotondi il bordo di attacco, sulla randa meno importante ma sulla vela di prua ti consente di timonare più facilmente ma a svantaggio dell'angolo al vento.
La seconda: aumenti la differenza di tensione fra inferitura e balumina, un po' come tu diminuissi la tensione in balumina svergolando, di conseguenza le sezioni piane si appiattiscono.
Poi se vogliamo parliamo anche del resto
Perfetto. Il primo concetto lo conoscevo già bene (ma ti assicuro che sono molti gli "esperti" che lo ignorano), e infatti una manovra "disperata" che faccio quando sono pelo pelo per la boa, è quello di mollare un po' di drizza per dare meno grasso sull'inferitura e stringere di più il vento.
Il secondo concetto invece non mi è chiaro, o meglio so che la vela di stende e quindi si appiattisce, ma rispetto al grasso di cui sopra, chi prevale?
Non è meglio usare tesabase e vang per smagrire e lasciar perdere la drizza ?
Con vento forte, se voglio smagrire ma anche svergolare, non basta utilizzare semplicemente il tesabase in combinazione con il vang per ottenere entrambi gli effetti ?
Col il genova basta spostare il carrello all'indietro per ottenere in un unico gesto smagrimento e svergolamento.
(07-10-2014 11:56)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]Non è meglio usare tesabase e vang per smagrire e lasciar perdere la drizza ?
Con vento forte, se voglio smagrire ma anche svergolare, non basta utilizzare semplicemente il tesabase in combinazione con il vang per ottenere entrambi gli effetti ?
(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.Risparmiare risparmiare risparmiare , questo è il dilemma. Tutto serve sulle barche, carrelli geonoa, trasto randa, vang, stralli di trinchetta, ecc.
(07-10-2014 13:00)utente non attivo Ha scritto: [ -> ]E infatti non ho detto di cazzare il vang, ho detto di utilizzarlo!
(07-10-2014 13:00)bellubentu Ha scritto: [ -> ]Ajò, parole chiare...(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.Risparmiare risparmiare risparmiare , questo è il dilemma. Tutto serve sulle barche, carrelli geonoa, trasto randa, vang, stralli di trinchetta, ecc.
Il punto è che si deve trovare il modo di offrire un prodotto quanto più economicamente accessibile ad una clientela che non è particolarmente interessata agli aspetti velici e regolazioni fini; il cliente tipo, quello insomma al quale i cantieri si rivolgono per non chiudere, è un signore di mezza età o poco più con la moglie che fa delle brevi uscite nel weekend o qualche settimana d'estate; che normalmente naviga a motore da una meta all'altra e di tanto in tanto tira su una vela quando il vento soffia intorno ai 9 - 10 nodi e il tempo è dichiarato. La preoccupazione di questo non è certamente una fine regolazione della randa o la difficoltà di strambare con il vento forte, perché questo non accadrà MAI, ma sarà solo quella di aprire e rollare con facilità la vela eccezionalmente messa a riva. Dunque se il cantiere deve risparmiare per poter proporre un prezzo terribilmente concorrenziale, risparmierà su queste cose e su altre che visto l'uso previsto, hanno evidentemente scarsa importanza. Ma nessuno potrà mai ragionevolmente sostenere che il vang può sostituire il trasto randa !!
quando avevo il 5°ior frazionato 3/4, doppie volanti e trasto da murata a murata la regolazione della randa la
(06-10-2014 19:26)einstein Ha scritto: [ -> ](06-10-2014 18:29)edramon Ha scritto: [ -> ]Argomento già più volte toccato: scarrellare sotto raffica è sempre una buona manovra, ma non ottimale, poiché è vero che si riduce potenza diminuendo l'angolo di incidenza, ma non si aumenta lo svergolamento, anzi, con la rotaia del trasto diritta, più si scarrella e più si tende la balumina, che è l'opposto a cui si vuole arrivare.(06-10-2014 18:18)st00042 Ha scritto: [ -> ]Io ho scelto la barca che ho proprio per il trasto in pozzetto che corre da un pramare all'altro.
Mi permette di avere in mano sia la scotta randa che la regolazione del carrello.
In caso di raffica scarrello sottovento senza modificare lo svergolamento, se non basta lasco anche la scotta.
Inoltre la scotta agisce all'estremità del boma sullo stesso punto di forza della balumina.
Il vang invece fa forza in un punto molto vicino all'albero, i trasti in tuga un po' più distanti.
E' anche vero che il trasto corto sulla tuga forse offre comunque una regolazione ridotta e meno immediata per cui tanto vale risparmiare (per il cantiere) eliminandolo.
Ormai stanno eliminando anche i carrelli del genoa/fiocco. Vedi ultimo Jeanneau.
Io sono daccordo con te!
Sempre in caso di raffica, scotta permettendo, non è un male che il vang ti dia un po' di tolleranza, così si apre la parte alta della randa.
Il trasto in tuga ha lo svantaggio di essere più duro a regolarsi, poiché il carico sulla scotta è quasi doppio di quello in varea, ma per quanto riguarda l'angolo di spostamento, sopra e sottovento, direi che è pari o maggiore di quello in pozzetto.
ciao
(07-10-2014 13:58)einstein Ha scritto: [ -> ]E la scotta?






(07-10-2014 16:53)utente non attivo Ha scritto: [ -> ](07-10-2014 13:58)einstein Ha scritto: [ -> ]E la scotta?
Cosa vuoi sapere della scotta?