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Versione completa: ...mai vista un arridatoio spaccato in 2?
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state portando la discussione su un binario sbagliato.
Se la barca è sovrainvelata, sbanda di più fino a sdraiarsi. Diverso sarebbe se, per contrastare la superfice velica in più o la maggiore intensità del vento, si aggiungesse momento raddrizzante non previsto (più persone in falchetta, ballast, siluro più pesante o più distante etc.etc.). In questo caso la barca, sbandando meno, oppone al vento maggiore superfice velica, e il carico generato dalla velocità del vento apparente aumenta in maniera esponenziale, sovraccaricando tutto il sistema sartie/albero/lande.
Ma anche questo sovraccarico non previsto dovrebbe essere compreso nel fattore di sicurezza che si applica nel dimensionamento delle attrezzatura, quindi si può dire tranquillamente che se si rompono le sartie (o l'albero o le lande), a qualsiasi intensità del vento, è sempre colpa di un mancato controllo delle attrezzature o peggio ancora di leggerezza di valutazione da parte dell'armatore o dello skipper.
(18-08-2015 09:49)sailor13 Ha scritto: [ -> ]state portando la discussione su un binario sbagliato.
Se la barca è sovrainvelata, sbanda di più fino a sdraiarsi. Diverso sarebbe se, per contrastare la superfice velica in più o la maggiore intensità del vento, si aggiungesse momento raddrizzante non previsto (più persone in falchetta, ballast, siluro più pesante o più distante etc.etc.). In questo caso la barca, sbandando meno, oppone al vento maggiore superfice velica, e il carico generato dalla velocità del vento apparente aumenta in maniera esponenziale, sovraccaricando tutto il sistema sartie/albero/lande.
Ma anche questo sovraccarico non previsto dovrebbe essere compreso nel fattore di sicurezza che si applica nel dimensionamento delle attrezzatura, quindi si può dire tranquillamente che se si rompono le sartie (o l'albero o le lande), a qualsiasi intensità del vento, è sempre colpa di un mancato controllo delle attrezzature o peggio ancora di leggerezza di valutazione da parte dell'armatore o dello skipper.

mah! secondo il tuo principio non ci sarebbe bisogno di ridurre. comunque la barca in questione è molto vecchia. il trasferimento è stato fatto l'anno scorso a motore, poi si sarebbero dovuti fare i necessari interventi.
(18-08-2015 00:19)ibanez Ha scritto: [ -> ]Kermit, ritengo ii tuoi interventi sempre autorevoli, per cui quest' ultimo mi ha fatto molto pensare.
porto regolarmente un duck 31' con più di trenta anni e santiamé originale (armato in testa, volanti non strutturali, no avvolgifiocco, Genoa ingarrocciato) a tutta tela con il tipico maestrale di 15 20 nodi e onda di 50-80 cm.
Non dovrei?
Al limite intorno ai 18 nodi se devo bolina re metto il fiocco ma terzarolo solo in condizioni differenti (vento di terra, Groppi, aria instabile)
Dici che dovrei evitare terzarolare già attorno ai 15 nod per preservare l'attrezzatura?
ma che bulbo hai? il mio duck 31 con 15/17 nodi di bolina con tutta randa e genoa (testa albero) se non stavo attento si sdraiava
(18-08-2015 10:23)Niña Boba Ha scritto: [ -> ]
(18-08-2015 09:49)sailor13 Ha scritto: [ -> ]state portando la discussione su un binario sbagliato.
Se la barca è sovrainvelata, sbanda di più fino a sdraiarsi. Diverso sarebbe se, per contrastare la superfice velica in più o la maggiore intensità del vento, si aggiungesse momento raddrizzante non previsto (più persone in falchetta, ballast, siluro più pesante o più distante etc.etc.). In questo caso la barca, sbandando meno, oppone al vento maggiore superfice velica, e il carico generato dalla velocità del vento apparente aumenta in maniera esponenziale, sovraccaricando tutto il sistema sartie/albero/lande.
Ma anche questo sovraccarico non previsto dovrebbe essere compreso nel fattore di sicurezza che si applica nel dimensionamento delle attrezzatura, quindi si può dire tranquillamente che se si rompono le sartie (o l'albero o le lande), a qualsiasi intensità del vento, è sempre colpa di un mancato controllo delle attrezzature o peggio ancora di leggerezza di valutazione da parte dell'armatore o dello skipper.

mah! secondo il tuo principio non ci sarebbe bisogno di ridurre. comunque la barca in questione è molto vecchia. il trasferimento è stato fatto l'anno scorso a motore, poi si sarebbero dovuti fare i necessari interventi.
dove ho scritto che non bisogna ridurre? se la barca è sdraiata non avanza, quindi è ovvio che anche se non c'è rischio immediato per le attrezzature, bisogna intervenire sul piano velico per riequilibrare le forze in gioco.
Bisognerebbe sempre ricordare che qualsiasi materiale, anche i più robusti e costosi, non mantiene le proprie caratteristiche all'infinito ma invecchia e degrada con l'esposizione agli agenti atmosferici, gli sforzi, il tempo, la fatica. Per questo un sartiame vetusto anche se apparentemente "bello", sicuramente non ha più le caratteristiche che aveva da nuovo.
La soluzione? Controlli frequenti, manutenzione scrupolosa (non necessariamente serve un professionista) e sostituzione programmata.
a parte il fatto che un cabinato di 9 metri sdraiato non è una condizione piacevole, io riduco molto prima. comunque lo sbandamento è dato dalla componente laterale della forza dovuta all'effetto venturi. il vento c'è anche sa la barca è sdraiata, tanto è vero che se laschi tutto la barca si raddrizza e per far coricare una barca di nove metri a secco di vele occorrono 60-70 nodi.
[/quote]ma che bulbo hai? il mio duck 31 con 15/17 nodi di bolina con tutta randa e genoa (testa albero) se non stavo attento si sdraiava
[/quote]

Verissimo, è una barca che sbanda parecchio, ma come tu stesso dici con un po di attenzione (smagrire, svergolare e portare la barca al limite del "pinching") la tieni anche sui 20, cosa a volte necessaria per bordi brevi in equipaggio ridotto come ormai spesso mi capita di navigare
(18-08-2015 09:49)sailor13 Ha scritto: [ -> ]state portando la discussione su un binario sbagliato.
Se la barca è sovrainvelata, sbanda di più fino a sdraiarsi. Diverso sarebbe se, per contrastare la superfice velica in più o la maggiore intensità del vento, si aggiungesse momento raddrizzante non previsto (più persone in falchetta, ballast, siluro più pesante o più distante etc.etc.). In questo caso la barca, sbandando meno, oppone al vento maggiore superfice velica, e il carico generato dalla velocità del vento apparente aumenta in maniera esponenziale, sovraccaricando tutto il sistema sartie/albero/lande.
Ma anche questo sovraccarico non previsto dovrebbe essere compreso nel fattore di sicurezza che si applica nel dimensionamento delle attrezzatura, quindi si può dire tranquillamente che se si rompono le sartie (o l'albero o le lande), a qualsiasi intensità del vento, è sempre colpa di un mancato controllo delle attrezzature o peggio ancora di leggerezza di valutazione da parte dell'armatore o dello skipper.

Smiley32Smiley32
Concordo con Sailor. La forza massima che il vento può esercitare sulle vele non può superare la forza data dal momento raddrizzante a quel dato angolo.
Leggo su "principles of yacht design" che l'angolo standard come punto di partenza è 30°, perchè si considera quello dove ho la massima efficienza quindi buona velocità che comporta i più alti carichi dinamici. (si parla di barche normali da crociera, anzi vecchie pre poppe larghe e spigoli)
A me si ruppe il golfare alla base dell'arridatoio della sartia bassa della mia prima barca. Si era in alto Lario in una regatina lunga tipo coppa del nonno, in bolina con 15-18 nodi. Tac e la bassa schizza, l'albero si imbanana ma per pochissimi secondi perchè prontamente viriamo e ci mettiamo sulle altre mure. Batticuore. E ora? Per la prima volta eravamo in ottima posizione, eravamo giovani e l'euforia ha prevalso sulla prudenza, ci siamo detti che tanto valeva provare a girare la boa. Arriviamo alla boa in un solo bordo grazie a un fortuito giro di vento, giriamo e molliamo paterazzo, che tanto le basse non lavorano in poppa, e via a correre con lo spi verso l'arrivo e la nostra prima coppetta stando sulle mure "buone".
La barca era un Soling ultra30enne, golfare e arridatoio erano gli stessi che si vedono nella foto 3. Ciò a testimonianza del fatto che i suddetti componenti scadono dopo 30 anni. Magari era anche scritto sulla loro confezione. Occhio se li avete a bordo sostituiteli!
(19-08-2015 12:33)Yes Weekend Ha scritto: [ -> ]...Ciò a testimonianza del fatto che i suddetti componenti scadono dopo 30 anni. Magari era anche scritto sulla loro confezione. Occhio se li avete a bordo sostituiteli!
certo, consumare prima del ...
foto No 4.

Quello non se e' rotto per i 20nodi. Era già rotto da tempo. Vedi colore dell'ossidazione.
a volte non servono neanche i 20 nodi, si rompono anche all' ormeggio. E' successo diverse volte.
magari il giorno prima i bambini giocavano tranquillamente in coperta
A me si è rotta con 20 nodi ed è venuto giù tutto..
Comunque più che l'intensità del vento è la botta che prende la barca in bolina contro l'onda che avanza, fate caso alla momentanea catenaria che si forma quando la prua si abbassa ed entra nel cavo d'onda successivo, è quello il punto di maggior sforzo di tutto il rig ..ed è pure il momento in cui è partita la mia sartia bassa. Dire che la barca ad un certo punto si sdraia ed il rig non viene più sollecitato più di tanto è vero, ma in un regime di mare piatto (lago?!?), col mare mosso ed in particolare con onda ripida il colpo di frusta è impressionante!
France, non ho detto che quando la barca si sdraia il rig non viene sollecitato più di tanto, ho detto che anche portando una barca sovrainvelata al di fuori del range di utilizzo della vela, il carico che ne deriva è compreso nei dati di progetto del rig. Come poi giustamente fai notare tu, se una barca in equilibrio stabile al massimo dello sbandandamento impatta un onda o ancora peggio cade da una cresta, il carico di picco è notevole, e se c sono vizi occulti o se il rig è già logorato o compromesso, salta tutto.
In crociera con barca vecchiotta da solo o con equipaggio familiare,quindi presa dei terzaroli NON fulminea, con che angolo di sbandamento cominci a ridurre ?
(24-08-2015 11:43)zappaman Ha scritto: [ -> ]In crociera con barca vecchiotta da solo o con equipaggio familiare,quindi presa dei terzaroli NON fulminea, con che angolo di sbandamento cominci a ridurre ?

Non ci sono dei gradi di sbandamento da tenere in considerazione, tuttavia quando vedi che per far andare bene la barca devi lascare tanto la randa e questa porta male allora devi ridurre, almeno la superficie esposta al vento è ottimale (una randa terzarolata è più magra rispetto ad una randa piena molto lascata), la barca va più veloce, scarroccia meno, il timone sforza meno, il baricentro è più basso... troppi vantaggi per non terzarolare! Dopo 3 volte lo capisci per esperienza, ma all'inizio basati sul principio che una randa troppo lascata non è cosa buona: prendi terzaroli.
(23-08-2015 19:50)sailor13 Ha scritto: [ -> ]France, non ho detto che quando la barca si sdraia il rig non viene sollecitato più di tanto, ho detto che anche portando una barca sovrainvelata al di fuori del range di utilizzo della vela, il carico che ne deriva è compreso nei dati di progetto del rig. Come poi giustamente fai notare tu, se una barca in equilibrio stabile al massimo dello sbandandamento impatta un onda o ancora peggio cade da una cresta, il carico di picco è notevole, e se c sono vizi occulti o se il rig è già logorato o compromesso, salta tutto.


quelle sono forze di inerzia, dipendono dalle accelerazioni (anche le frenate ma non e' un modo da fisici) della barca, non dalla pressione del vento sulle vele.
come intensita sono le stesse che uno sia invelato o a secco di vela a motore, anzi forse a motore le botte sono pure piu importanti.
(18-08-2015 12:08)Niña Boba Ha scritto: [ -> ]... comunque lo sbandamento è dato dalla componente laterale della forza dovuta all'effetto venturi.

Ce la puoi spiegare?????????? 91
(24-08-2015 11:52)France WLF Sailing Team Ha scritto: [ -> ]
(24-08-2015 11:43)zappaman Ha scritto: [ -> ]In crociera con barca vecchiotta da solo o con equipaggio familiare,quindi presa dei terzaroli NON fulminea, con che angolo di sbandamento cominci a ridurre ?

Non ci sono dei gradi di sbandamento da tenere in considerazione, tuttavia quando vedi che per far andare bene la barca devi lascare tanto la randa e questa porta male allora devi ridurre, almeno la superficie esposta al vento è ottimale (una randa terzarolata è più magra rispetto ad una randa piena molto lascata), la barca va più veloce, scarroccia meno, il timone sforza meno, il baricentro è più basso... troppi vantaggi per non terzarolare! Dopo 3 volte lo capisci per esperienza, ma all'inizio basati sul principio che una randa troppo lascata non è cosa buona: prendi terzaroli.
secondo me non c'è una regola fissa,la mano di terzaroli và data quando pensi che quel momento è arrivato,senza aspettare il limite,se sei solo o con equipaggio poco esperto bisogna adottare un comportamento prudenziale...BV
(30-09-2015 09:47)einstein Ha scritto: [ -> ]
(18-08-2015 12:08)Niña Boba Ha scritto: [ -> ]... comunque lo sbandamento è dato dalla componente laterale della forza dovuta all'effetto venturi.

Ce la puoi spiegare?????????? 91

"Se consideriamo le componenti sul piano trasversale della barca, della forza aerodinamica e della forza idrodinamica, che sono anche loro rispettivamente applicate al centro velico e al centro di deriva, notiamo che queste lavorano disassate tra loro. Quindi pur essendo anche loro uguali ed opposte, creano una coppia sbandante sottovento. Questa a sua volta è contrastata (deve esserlo altrimenti la barca scuffierebbe), da una coppia raddrizzante formata da due forze anch'esse uguali, opposte e disassate tra loro. Una è la spinta idrostatica o spinta di Archimede, applicata al centro di carena (da non confondere con il centro di deriva) che è il centro di volume della parte immersa dello scafo e che fa galleggiare la barca spingendo dal basso verso l'alto. L'altra forza in gioco nella coppia raddrizzante è quella del peso, applicata al centro di gravità che è il baricentro complessivo della barca più l'equipaggio fuoribordo. Se la barca naviga con un angolo di sbandamento più o meno costante, la coppia sbandante e quella raddrizzante sono in equilibrio fra loro. "

c'è scritto in tutti i libri di vela. io l'ho copiato da internet per non perdere tempo
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