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Versione completa: collegamento WC elettrico
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Ho acquistato il kit per modificare il WC da manuale a elettrico. il manuale dice di prendere i 12V alla batteria. Devo fisicamente tirare un cavo alla batteria opppure posso fare un ponticello nel pannello strumenti ?
Ciao, se colleghi direttamente + e - della pompa alla batteria poi la pompa del wc rimarrà sotto tensione quando stacchi le batterie. Credo sia meglio collegare il - della pompa sulla massa comune, oppure direttamente al polo - della batteria, invece il + farlo passare per un interruttore del quadro strumenti che ti torna comodo, magari ad un magnetotermico spare, che generalmente tutti i quadri hanno.
Meglio dal quadro è con un magnetotermico. Solamente alle batterie che io sappia va collegato il webasto o roba simile per evitare di interrompere il raffreddamento.
Passa dal quadro, se tu avessi un interruttore libero sarebbe il massimo, altrimenti puoi collegarti a qualche altro interruttore, luci cabine per esempio. Proteggi il tutto con un fusibile
Occhio all'amperaggio che è molto elevato.
Ho acquistato pure io il kit e prossimamente lo installerò; penso di collegarmi direttamente allo staccabatteria che, oltre a reggere sicuramente il carico, non dista molto dal wc. Ci vanno cavi belli tosti.
Domanda: il kit mantiene la pompa manuale o la suddetta si deve eliminare?
(01-11-2015 21:00)edramon Ha scritto: [ -> ]Domanda: il kit mantiene la pompa manuale o la suddetta si deve eliminare?

Butti via/vendi tutto il pezzo della pompa manuale. Praticamente riutilizzi solo tazza e coperchio.
sulla mia barca il collegamento è diretto, non passa dal quadro. sezioni di cavi generose e un fusibilone lungo la linea.
Cavi grossi con magnetotermico indipendente, altrimenti il motore gira pianissimo.
il mio l'ho attaccato alla presa dell'autoclave vedo che va alla grande....
(03-11-2015 07:19)Aldo M. Ha scritto: [ -> ]il mio l'ho attaccato alla presa dell'autoclave vedo che va alla grande....

stavo pensando la stessa cosa, nell'armadio del bagno ho la pompa elettrica di smaltimento della doccia, che ha il suo doppio interruttore (sul quadro e appunto in bagno).
Penso che mi attaccherei li.

La pompa manuale la terrei di scorta per eventuali rotture del sistema elettrico...
Quanto consuma il cesso in Amper ? Quanto un frigo o quanto un salpa ancore ?
(03-11-2015 10:12)lord Ha scritto: [ -> ]Quanto consuma il cesso in Amper ? Quanto un frigo o quanto un salpa ancore ?
non vorrei dire cagate (tanto per rimanere in tema) ma mi par di ricordare di un fusibile intorno ai 20 amp. per un' alimentazione a 12V.
Dipende dal modello...ho visto una che assorbe 25 ah
(03-11-2015 08:24)Tamata Ha scritto: [ -> ]stavo pensando la stessa cosa, nell'armadio del bagno ho la pompa elettrica di smaltimento della doccia, che ha il suo doppio interruttore (sul quadro e appunto in bagno).
Penso che mi attaccherei li.

Io ho fatto proprio così e non ho avuto nessun problema.
buonasera approfitto di questo tread per chiedere lumi per i collegamenti dei tubi su questo kit TMC una volta scollegata la pompa manuale cosa dovrò collegare dove sono posti i numeri?
grazie
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Guardando su web, la sezione dei fili considerando un passaggio di 25 A a 12V per non evere troppo caduta di tensione è da 4 mm a 6 mm. Tutto dipende anche da quanto sei lontano dalla fonte di alimentazione. Eviterei di attaccarmi ai "filetti" delle plafoniere.
Salve, nel mio caso ho alimentato il WC con 2 fili sezione 6, direttamente ad un morsetto nel vano batterie: il tutto comandato con un pulsante che interrompe il circuito per evitare di lasciare attivo il collegamento alle batterie a barca chiusa. Il pulsante in questione porta un fusibile da 25 A , tutto preso su SVB Marine. Mi è stato consigliato - come hanno scritto altri amici del forum qui prima del sottoscritto - in quanto visto l'impianto elettrico ha un buon assorbimento, altresì a barca chiusa meglio interrompere il circuito di erogazione della corrente
BV
walter
Il sonno della ragione (Iansolo) genera mostri (dapnia) Smiley4, nel silenzio del maestro parla l’allievo, trattandosi per di più di un discorso con fini meramente scatologici. Smiley26
Tenendo presente, però, le conseguenze future dell’applicazione dei concetti espressi, il discorso si potrebbe considerare escatologico, quindi degno anche di interventi più magistrali. 70
In linea generale nulla va collegato direttamente alla batteria, e men che meno senza un fusibile di protezione, per motivi di sicurezza e di logica.
Di sicurezza perché volendo, per un qualunque motivo, sezionare tutto l’impianto resta sempre qualcosa attaccato, a meno di ricordarsi di staccare davvero tutto (e nel tempo sono molte le cose che si dimenticano), poi perché lasciando la barca incustodita anche per periodi relativamente brevi (quando si torna a casa per intenderci) è sempre meglio togliere tensione a tutto e chiudere tutte le prese a mare.
Di logica, perché non ha senso lasciare sotto tensione (e aperte le valvole) una cosa che resta abbandonata per giorni, in balia delle cose più improbabili (che secondo molte leggi, tipo Murphy, si verificano puntualmente).
L’unica cosa che si può lasciare inserito è un allarme (o qualcosa di simile) a condizione che il consumo dell’accrocchio non svuoti la batteria; se si hanno pannelli solari le/la batteria deve essere protetta da opportuno fusibile e limitatore di carica.
Lasciare attaccata la presa del pontile, in molti marina è vietato per motivi di sicurezza, quando fosse permesso è d’obbligo installare un limitatore di tensione, perché il rischio che si corre è che per un rialzo di tensione (banalmente in un intervento di manutenzione/riparazione sulle colonnine/impianto, l’elettricista di servizio riattaccando la corrente, che è 380, inverte una fase con il neutro) tutto quello che viene dopo la colonnina incriminata frigge e/o s’incendia.
Caloriferi a olio, stufette, riscaldatori e altri pericoli vari, fanno parte di un discorso che esula da queste considerazioni.
Anche lasciare una pompa automatica di sentina, che per evidenti ragioni deve essere collegata direttamente (sempre con interposto interruttore e fusibile), senza collegarla a un qualche sistema di allarme che avverta chi possa intervenire in tempi brevi, non ha gran senso perché se il colaticcio è poco, lo si asciuga quando si torna in barca, se è un ingresso d’acqua un po’ più importante, la pompa parte e nel giro di qualche ora svuota la batteria e la barca si riempie lo stesso.
E questo è per dire che collegare il cesso elettrico direttamente alla batteria non è una buona cosa (mi spiace Frap, ma io la penso così), anche se con fusibile interposto; e, a parte che questo deve avvenire sempre, serve anche un interruttore, del quale, se volante, spesso ci si dimentica.
Quindi, la prima cosa dopo la batteria deve essere l’interruttore generale del quadro, poi a seguire tutti i sottoprodotti della fantasia dell’armatore.
L’assioma di bordo deve essere: “cosa che consuma” / cavo adeguato / fusibile / interruttore, dove se l’interruttore è magnetotermico il fusibile è ridondante, ma necessario se all’interruttore sono collegate più cose.
E veniamo ai fusibili: devono proteggere il cavo e non la macchina, infatti se la macchina va in corto, i cavi si comportano esattamente come una stufetta elettrica: si scaldano e continuano a farlo finché fuoco non li interrompa.
Ne consegue che dato l’amperaggio della macchina, si calcola il cavo e si interpone il fusibile adatto, poi per il magnetotermico a monte dell’impianto, si ricalcola tutto quello che c’è a valle e si fanno le opportune considerazioni.
E da qui si capisce che anche gli interruttori non vanno messi alla cacchio, ma devono far parte di un calcolo/progetto generale.
I cavi, poi, devono essere calcolati in funzione:
dell’amperaggio a valle,
della caduta di tensione accettabile all’arrivo,
e in funzione della lunghezza, considerando (importante) che la lunghezza del cavo non è quella che va dall’interruttore all’utilizzatore, ma il doppio: va considerato anche il ritorno (e questo pochi lo fanno), cioè se per esempio ho una pompa a due metri, la distanza di calcolo del cavo sarà quattro metri.
La caduta di tensione accettabile è intorno al 4%, meno è meglio è, considerando anche che in barca è facile che piccoli problemi di ossidazione creino una qualche resistenza, quindi una caduta di tensione.
Al link, una specie di calcolatore automatico della sezione dei cavi, tenendo presente che è sempre meglio tenere come giusta la misura commerciale superiore a quella che risulta dal calcolo.

http://www.oppo.it/calcoli/cavi/calcolo_...e_cavo.php
(19-11-2015 12:16)dapnia Ha scritto: [ -> ]Il sonno della ragione (Iansolo) genera mostri (dapnia) Smiley4, nel silenzio del maestro parla l’allievo, trattandosi per di più di un discorso con fini meramente scatologici. Smiley26
Tenendo presente, però, le conseguenze future dell’applicazione dei concetti espressi, il discorso si potrebbe considerare escatologico, quindi degno anche di interventi più magistrali. 70
In linea generale nulla va collegato direttamente alla batteria, e men che meno senza un fusibile di protezione, per motivi di sicurezza e di logica.
Di sicurezza perché volendo, per un qualunque motivo, sezionare tutto l’impianto resta sempre qualcosa attaccato, a meno di ricordarsi di staccare davvero tutto (e nel tempo sono molte le cose che si dimenticano), poi perché lasciando la barca incustodita anche per periodi relativamente brevi (quando si torna a casa per intenderci) è sempre meglio togliere tensione a tutto e chiudere tutte le prese a mare.
Di logica, perché non ha senso lasciare sotto tensione (e aperte le valvole) una cosa che resta abbandonata per giorni, in balia delle cose più improbabili (che secondo molte leggi, tipo Murphy, si verificano puntualmente).
L’unica cosa che si può lasciare inserito è un allarme (o qualcosa di simile) a condizione che il consumo dell’accrocchio non svuoti la batteria; se si hanno pannelli solari le/la batteria deve essere protetta da opportuno fusibile e limitatore di carica.
Lasciare attaccata la presa del pontile, in molti marina è vietato per motivi di sicurezza, quando fosse permesso è d’obbligo installare un limitatore di tensione, perché il rischio che si corre è che per un rialzo di tensione (banalmente in un intervento di manutenzione/riparazione sulle colonnine/impianto, l’elettricista di servizio riattaccando la corrente, che è 380, inverte una fase con il neutro) tutto quello che viene dopo la colonnina incriminata frigge e/o s’incendia.
Caloriferi a olio, stufette, riscaldatori e altri pericoli vari, fanno parte di un discorso che esula da queste considerazioni.
Anche lasciare una pompa automatica di sentina, che per evidenti ragioni deve essere collegata direttamente (sempre con interposto interruttore e fusibile), senza collegarla a un qualche sistema di allarme che avverta chi possa intervenire in tempi brevi, non ha gran senso perché se il colaticcio è poco, lo si asciuga quando si torna in barca, se è un ingresso d’acqua un po’ più importante, la pompa parte e nel giro di qualche ora svuota la batteria e la barca si riempie lo stesso.
E questo è per dire che collegare il cesso elettrico direttamente alla batteria non è una buona cosa (mi spiace Frap, ma io la penso così), anche se con fusibile interposto; e, a parte che questo deve avvenire sempre, serve anche un interruttore, del quale, se volante, spesso ci si dimentica.
Quindi, la prima cosa dopo la batteria deve essere l’interruttore generale del quadro, poi a seguire tutti i sottoprodotti della fantasia dell’armatore.
L’assioma di bordo deve essere: “cosa che consuma” / cavo adeguato / fusibile / interruttore, dove se l’interruttore è magnetotermico il fusibile è ridondante, ma necessario se all’interruttore sono collegate più cose.
E veniamo ai fusibili: devono proteggere il cavo e non la macchina, infatti se la macchina va in corto, i cavi si comportano esattamente come una stufetta elettrica: si scaldano e continuano a farlo finché fuoco non li interrompa.
Ne consegue che dato l’amperaggio della macchina, si calcola il cavo e si interpone il fusibile adatto, poi per il magnetotermico a monte dell’impianto, si ricalcola tutto quello che c’è a valle e si fanno le opportune considerazioni.
E da qui si capisce che anche gli interruttori non vanno messi alla cacchio, ma devono far parte di un calcolo/progetto generale.
I cavi, poi, devono essere calcolati in funzione:
dell’amperaggio a valle,
della caduta di tensione accettabile all’arrivo,
e in funzione della lunghezza, considerando (importante) che la lunghezza del cavo non è quella che va dall’interruttore all’utilizzatore, ma il doppio: va considerato anche il ritorno (e questo pochi lo fanno), cioè se per esempio ho una pompa a due metri, la distanza di calcolo del cavo sarà quattro metri.
La caduta di tensione accettabile è intorno al 4%, meno è meglio è, considerando anche che in barca è facile che piccoli problemi di ossidazione creino una qualche resistenza, quindi una caduta di tensione.
Al link, una specie di calcolatore automatico della sezione dei cavi, tenendo presente che è sempre meglio tenere come giusta la misura commerciale superiore a quella che risulta dal calcolo.

http://www.oppo.it/calcoli/cavi/calcolo_...e_cavo.php

Grazie mille Dapnia.
BV
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