In realtà dipende da che ipo di osmosi e bolle avetet, quindi se avete una superficie messa male, fate prima a far sabbiare, averete una superficie migliore, il marcio il sabbiatore lo toglie (Se è il suo mestiere), si scaiuga prima e ci lavorate meglio.
Se invece avete 3 bolliccine sottopelle, potete pelare, ma l'acquisto del gelplanner è antieconomico per un solo lavoro. Altre pialle non funzionano benissimo. Se volete scartavetrare , buona fortuna, tanti dischi, ma si fa.
(18-03-2016 19:34)Zerbinati Davide Ha scritto: [ -> ]In realtà dipende da che ipo di osmosi e bolle avetet, quindi se avete una superficie messa male, fate prima a far sabbiare, averete una superficie migliore, il marcio il sabbiatore lo toglie (Se è il suo mestiere), si scaiuga prima e ci lavorate meglio.
Se invece avete 3 bolliccine sottopelle, potete pelare, ma l'acquisto del gelplanner è antieconomico per un solo lavoro. Altre pialle non funzionano benissimo. Se volete scartavetrare , buona fortuna, tanti dischi, ma si fa.
Ripeto non è che non vogliamo sabbiare è che è molto difficile trovare un cantiere che ti fa fare i lavori. Quello che abbiamo trovato non fa portare un professionista dall'esterno per cui anche se individuiamo un bravo sabbiatore non risolviamo. La ditta che suggerisce il proprietario usa un sistema di sabbiatura ad aria di cui non so se fidarmi e ti chiede di dirgli in precedenza fino a che strato arrivare, mentre io mi aspetterei che lo decidesse il sabbiatore secondo la sua esperienza.
La barca è messa male, una area è delaminata per cui abbiamo tolto uno strato di mat non strutturale solo tirando e ha bolle grosse qua e là. Però anche lì un paio di persone hanno guardato la parte tolta e suggerito che sia una riparazione fatta male.
Altra indecisione è se rattoppare questa area e le bolle che abbiamo aperto con l'epossidica farci l'estate e poi fare il lavoro a settembre una volta risolti questi dubbi. Il timore è che la osmosi avanzi parecchio, ma un paio di gente che ci lavora ha detto che è un processo lento e che quindi avanza un po' ma non pregiudica niente.
Insomma siamo molto indecisi.
(17-03-2016 10:10)leonardosalvatore Ha scritto: [ -> ]Ciao,
io due mesi fa ho finito di portare a vetroresina l'opera viva della mia barchetta di 27 piedi.
Con due flessibili ed un amico volenteroso ci abbiamo messo circa 20 ore.
Carta da 40 e dischi sovradimensionati di 10 cm rispetto alla platorella.
Adesso un paio di settimane di "caldo" e poi si inizia con il trattamento Cecchi.
Come fai a sapere che è pronta? La misuri con Tramex o Skinder prima di iniziare?
(21-03-2016 00:25)corto-armitage Ha scritto: [ -> ] (18-03-2016 19:34)Zerbinati Davide Ha scritto: [ -> ]In realtà dipende da che ipo di osmosi e bolle avetet, quindi se avete una superficie messa male, fate prima a far sabbiare, averete una superficie migliore, il marcio il sabbiatore lo toglie (Se è il suo mestiere), si scaiuga prima e ci lavorate meglio.
Se invece avete 3 bolliccine sottopelle, potete pelare, ma l'acquisto del gelplanner è antieconomico per un solo lavoro. Altre pialle non funzionano benissimo. Se volete scartavetrare , buona fortuna, tanti dischi, ma si fa.
Ripeto non è che non vogliamo sabbiare è che è molto difficile trovare un cantiere che ti fa fare i lavori. Quello che abbiamo trovato non fa portare un professionista dall'esterno per cui anche se individuiamo un bravo sabbiatore non risolviamo. La ditta che suggerisce il proprietario usa un sistema di sabbiatura ad aria di cui non so se fidarmi e ti chiede di dirgli in precedenza fino a che strato arrivare, mentre io mi aspetterei che lo decidesse il sabbiatore secondo la sua esperienza.
La barca è messa male, una area è delaminata per cui abbiamo tolto uno strato di mat non strutturale solo tirando e ha bolle grosse qua e là. Però anche lì un paio di persone hanno guardato la parte tolta e suggerito che sia una riparazione fatta male.
Altra indecisione è se rattoppare questa area e le bolle che abbiamo aperto con l'epossidica farci l'estate e poi fare il lavoro a settembre una volta risolti questi dubbi. Il timore è che la osmosi avanzi parecchio, ma un paio di gente che ci lavora ha detto che è un processo lento e che quindi avanza un po' ma non pregiudica niente.
Insomma siamo molto indecisi.
Premesso che la sabbiatura è il miglior intervento, oltre a strumenti professionali occorre impiegare sabbia silicea di granolumetria adeguata: ne troppo fine ne troppo grossa. Sabbiando le parti ammalorate più fatiscenti si dissolvono rapidamente mentre quelle sane, più resistenti subiscono solo un'incisione superficiale. Con platorelli, pialle ecc togli anche del sano creando un danno. Strano che il sabbiatore ti abbia chiesto fino a che strato vuoi arrivare, a meno che non sia già tutto delaminato e allora meglio sotterrare la barca in giardino; sabbiando le parti sane offrono una notevole resistenza e non è che puoi rimuovere il tutto. Quanto al ripristino, a scafo privo di umidità, per i crateri più piccoli bagnare con epossidrica impregnando mat o stoia riportate a fibre dalla sabbiatura, quando la resina tira, stucco epossidrico. Per quelli più grandi valutare la possibilità di stratificare, creando un adeguato appoggio smussato sulla parte sana.
L'osmosi è un processo fisico chimico attraverso il quale due liquidi a diversa concentrazione, tendono a livellarsi. Nel caso fra gli strati di vetroresina sono rimaste delle sostanze, stirolo, acetone, altro a elevata concentrazione; attraverso il gelcoat-vetroresina che sono semipermeabili il liquido esterno (acqua) a minor concentrazione tende a passare all'interno per portare quella soluzione alla medesima concentrazione. Si crea così all'interno dello strato una pressione che può arrivare fino a 10 ats portando alla formazione di una bolla che è destinata a rompersi. Il processo è molto lento ed avviene ovviamente solo con barca in acqua.
BV
Alla fine il cantiere ci ha chiesto 3000 euro compreso un livellamento con roto-orbitale, ma non era sicuro di avere la sabbia giusta, la sabbiatrice piu' potente era smontata. Insomma è passato un mese e alla fine ieri ci siamo messi in due con il frullino (con due frullini senza aspirare, c'era un po' di vento e se ne andava via tutto) e abbiamo fatto circa un quarto di barca. Faticoso. D'altra parte lo è anche andare in palestra e devi pure pagare.
(16-03-2016 08:53)robertobaffigo Ha scritto: [ -> ]Platorello rigido con velcro e rotolo di carta da 40 da tagliare in dischi, risparmiate 700 euri ed evitate gli inconvenienti della pialla che può anche fare danni...
Buon lavoro
Alla fine come ho detto stiamo frullinando, anche se purtroppo i nostri frullini non sono a velocità regolabile. Una cosa non mi è chiara, per usare il rotolo come suggerisci come si fa a far aderire il disco ritagliato al platorello? Quelli che usiamo hanno il velcro. Se li fermo invece con i fermi non posso usare il frullino di piatto come è consigliabile quando si arriva al mat.
p.s. aggiungo a rettifica di quanto avevo detto che il Gelplane pare non osti 700 euro ma alcune migliaia
è da utilizzare su scafo in metallo e anche di buo spessore
Corto-Armitage, poi come è andata a finire ?
Hai finito il lavoro ?
Sono nelle tue stesse condizioni ed ho le stesse tue identiche perplessità. Non mi fido del sabbiatore mercenario e vorrei curare la carena della mia barca da solo. Stavo valutando l'uso di una pialletta da brico che, secondo me, se usata a modo risparmia molto lavoro. Il frollino sarebbe comunque necessario per arrivare nei punti scomodi.
Si ho finito circa un anno fa. Ho provato col pialletto ma non mi sono trovato anche se sul video della Cecchi sembra fattibile. Forse il Gelplane è diverso ma costa migliaia di euro. Fatto tutto col frullino. Nel mio caso 3 strati di mat e poi una ottantina di crateri. Ma penso che fosse veramente un caso grave. Tolte (quasi) tutte le parti ammalorate, aspettato che l'umidità scendesse, rifatto tutto con epossidica e tessuto.
Una cosa utile è stato il misuratore di umidità. Abbiamo usato uno che costa sui 100 euro, paragonandolo una volta con uno piu' blasonato che costa sui 400 e i valori corrispondevano (scusa non ti dico le marche non sono sicuro che lo permettano). Dove scendeva sotto i 20 non trovavamo acqua o deliminazioni, quindi dopo qualche prova ci siamo regolati così. Dai 25 in piu' scavavamo.
Altra cosa, non aspettare a sensibilizzarti prima di proteggerti. Usa la maschera antigas integrale con i filtri giusti, tuta di plastica integrale con cotone sotto, guanti da cucina e magari nastrali ai polsi. Non lasciare parti di pelle scoperti, che se ti sensibilizzi poi non puoi lavorare piu' per un bel po'.
(06-03-2019 17:20)SeaMax Ha scritto: [ -> ]Corto-Armitage, poi come è andata a finire ?
Hai finito il lavoro ?
Sono nelle tue stesse condizioni ed ho le stesse tue identiche perplessità. Non mi fido del sabbiatore mercenario e vorrei curare la carena della mia barca da solo. Stavo valutando l'uso di una pialletta da brico che, secondo me, se usata a modo risparmia molto lavoro. Il frollino sarebbe comunque necessario per arrivare nei punti scomodi.
Ciao Corto e grazie mille per quanto hai scritto e complimenti per il coraggio che hai avuto addirittura a riposare strati di VTR. Io spero che nel mio caso non sia necessario. La marca dell'igrometro te la chiedo in privato e te ne sarei davvero grato se volessi farmene partecipe. Ti volevo fare queste domande:
1) va beh che poi tu hai addirittura aggiunto vetro ma secondo te, ad usare il frollino si riesce a mantenere la linea dello scafo in modo di essere poi in grado di recuperarla perfettamente in fase di stuccaggio? Io
preferirei il frollino al roto_orbitale con grana grossa ma c'è chi dice che il secondo salverebbe la linea dello scafo è risparmierebbe tempo dopo in fase di ricostruzione e stuccaggio. Tu che addirittura hai riposizionare strati di vtr come hai affrontato il problema?
2) Riguardo all'uso dell'igrometro per sapere quando smettere di scavare mi pare che fino ad ora sia stata l'unica proposta concreta. Prima di cominciare a togliere materiale mi aspetto di sapere quando fermarmi. Per quello che ho visto io, arrivati alla VTR si vedono si delle colature di acido che permettono di identificare punti sui quali intervenire ma come si può escludere che di punti critici non c'è ne siano altri nascosti? Dalla tua esperienza tu che pensi di questo?
Ciao, ti consiglio di andare sul sito della Cecchi e scaricarti le loro guide. Loro prevedono un caso non drammatico:
Provo a riassumerti: rimuovi il gelcoat con il frullino e la carta da 80, (dove spunta il marrone sei alla vtr) scavi le bolle (aggiungo, anche le zone piu' chiare dove il mat è delaminato), quando le hai fatte tutte tracci una griglia col pennarello, misiuri con l'igrometro e ti segni i valori. Aspetti un paio di mesi lavandola regolarmente con la idropultrice, una volta ogni 10 giorni riprendi i valori e risegni (tipo sudoku, una volta alto a sx, una volta alto a dx ecc.) quando i valori sono accettabili. Dopodichè stratifichi i crateri lasciati dalle bolle con tessuto ed epossidica. Poi diversi mano di epossidica. A questo punto il mio socio ha stuccato ad occhio ed effettivamente è venuta un po' a montagne russe, però la velocità della barca non ne ha risentito. Il modo corretto sarebbe di farlo prima con la dentata che ti dà la distanza, poi la liscia, poi grattare con il morale. E' piuttosto costoso così perchè consumi molto stucco (1500 euro x 10 metri? 2000?
non ricordo bene).
Se ti va male, come a noi, rimuovi il gelcoat, scavi le bolle e non succede niente, i valori rimangono alti, rimuovi primo strato di mat e rispunta liquido in altri punti, quindi altre bolle, il mat viene via a strappo, un disastro. Niente, l'umidità rimane. Rimuovi un altro strato di mat, niente, poi un altro e spunta la stuoia che è la parte forte della vtr. Qui piu' o meno ci siamo fermati, ad eccezione di ben 84 punti dove c'era ancora umidità e sotto effettivamente spuntava il liquido. Finalmente i valori hanno cominciato a scendere. Dopo l'estate abbiamo stratificato con 2-3 strati di biassale. In tutto ci è saltata l'estate per cui il lavoro è durato un anno e mezzo, ma abbiamo anche ricostruito parte della paratia maestra, cambiato sartiame, rollafiocco, cavi elettrici e tante altre cose.
Diciamo che la rimozione del gelcoat saranno 16 giornate di lavoro uomo e na 15 di bolle altre 4 o 5. 4 strati di epossidico 1 giorno (bagnato su bagnato) e stuccare altre 2-3, primer e antivegetativa altre 5 o 6 ma perchè devi aspettare che si secchi. Però ecco vado a memoria.
Infine, magari potresti provare a fare la romanella intervenendo solo sulle bolle. O anche non fare assolutamente nulla. Finchè la deliminazione riguarda il gelcoat e 1 o 2 strati di matt non è un problema strutturale.
Corto, grazie mille per la testimonianza, sembra che tu sia stato all'inferno e sia tornato. Mamma mia che lavoraccio, mi dispiace. Speriamo che nel mio caso non vada cosi. Hai addirittura perso la stagione. A vedere rispuntare il liquido dopo aver tirato via il mat deve essere stata una disperazione.
Ciao Corto e scusa la tarda risposta, mi dispiace, sembra che tu ed il tuo socio siate stati all'inferno e siate pure tornati. Che disperazione non vedere scendere l'igrometro, togliere mat e vedere spuntare nuovo liquido. Spero che per me non sia una tragedia simile.
Una domanda, da quando avete tolto l'ultimo strato infettato dall'osmosi a quando l'igrometro ha cominciato a scendere quanto tempo è passato ??
Corto, ti ho inviato un messaggio privato per chiederti il modello dell'igrometro che hai usato, quando hai un attimo me lo fai sapere ?
(16-03-2019 18:27)SeaMax Ha scritto: [ -> ]Ciao Corto e scusa la tarda risposta, mi dispiace, sembra che tu ed il tuo socio siate stati all'inferno e siate pure tornati. Che disperazione non vedere scendere l'igrometro, togliere mat e vedere spuntare nuovo liquido. Spero che per me non sia una tragedia simile.
Una domanda, da quando avete tolto l'ultimo strato infettato dall'osmosi a quando l'igrometro ha cominciato a scendere quanto tempo è passato ??
Una volta che inizia a scendere lo faceva abbastanza rapidamente nel giro di un paio di settimane (era caldo e una volta a settimana lavavamo). Ora è in secca x verniciatura opera morta e coppercoat e sta bene. Secca dove era secca e umida dive abbiamo rinunciato.
Inviato dal mio G8231 utilizzando Tapatalk
Comunque ho visto che in altre discussioni le marche vengono citate quindi aggiungo che l'igrometro era marca dostmann e dalle foto e anche dalle specifiche sembrerebbe uguale all'italiano Pce-pc1 che si trova anche sul sito di un noto venditore online
Si chiama proprio Pce-pc1? Non lo trovo da nessuna parte.
(20-03-2019 09:40)SeaMax Ha scritto: [ -> ]Si chiama proprio Pce-pc1? Non lo trovo da nessuna parte.
Hai ragione. Ho ormai il cervello il pappa e la realtà si sovrappone a vecchi ricordi, non so se di natura informatica o politica.
PCE-PMI1