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Versione completa: La sicurezza e la nav in solitario
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Io sono spesso fuori da solo, giubbetto si legato ogni tanto...da oggi di più promesso, il vero nemico penso sia la eccessiva confidenza e distrarsi è un attimo.
Anche in un lago per un'uscita di poche ore bisogna evitare la falsa sicurezza data dal vedere la riva 1miglio in acqua fredda può essere come in mezzo ad un oceano
(20-04-2016 20:15)rob Ha scritto: [ -> ]
(20-04-2016 18:50)Jak Ha scritto: [ -> ]Una domanda: i telecomandi degli autopiloti sono stagni? E fino a che distanza dalla barca funzionano?

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penso che i sistemi di sicurezza funzionino in modo opposto rispetto ai telecomandi: fin quando sei in barca inviano un segnale al pilota perché non faccia niente, se caschi fuori il pilota rileva la mancanza del segnale e impone un certo tipo di manovra in automatico

Infatti con telecomando autopilota intendevo proprio quei rilevatori che quando "non sentono più " l'uomo in un certo raggio portano la barca prua al vento.
Mi pare che Jean Le Cam ne fece una bella durante una Vendee globe : si arrampica sull 'albero col marchingegno al collo ed arrivato quasi in cima la barca manovra bruscamente non sentendo più il segnale e Le Cam a penzoloni. Ha rischiato pelle e barca.
Ma, io partirei dalle cose più semplici e banali, per Rendere sicura la navigazione, ossia:
Prima di intraprendere una navigazione, lunga o corta che sia, diurna o notturna, tutto deve essere in ordine, in coperta ogni cosa al suo posto, ben rizzata e fissata e che non sia di intralcio.
Qualsiasi strumento, attrezzo o accessorio che potrebbe risultare utile per il tipo di navigazione deve essere al suo posto e facilmente raggiungibile,
Più è prevista una navigazione impegnativa e più deve essere conosciuta e famigliare la barca.
(21-04-2016 00:55)Edolo Ha scritto: [ -> ]
(20-04-2016 20:15)rob Ha scritto: [ -> ]
(20-04-2016 18:50)Jak Ha scritto: [ -> ]Una domanda: i telecomandi degli autopiloti sono stagni? E fino a che distanza dalla barca funzionano?

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penso che i sistemi di sicurezza funzionino in modo opposto rispetto ai telecomandi: fin quando sei in barca inviano un segnale al pilota perché non faccia niente, se caschi fuori il pilota rileva la mancanza del segnale e impone un certo tipo di manovra in automatico

Infatti con telecomando autopilota intendevo proprio quei rilevatori che quando "non sentono più " l'uomo in un certo raggio portano la barca prua al vento.
Mi pare che Jean Le Cam ne fece una bella durante una Vendee globe : si arrampica sull 'albero col marchingegno al collo ed arrivato quasi in cima la barca manovra bruscamente non sentendo più il segnale e Le Cam a penzoloni. Ha rischiato pelle e barca.

Questi marchingegni mi scatenano apprensione, pensa se va in tilt per qualsiasi motiva mentre stai entrando in un porto con mare e vento e gli scogli ai lati e la barca non risponde più ai comandi e comincia a girare e andare dove gli pare, brrrrr!!!
Amo navigare in solitario , e credo che se fatto con buon senso non sia tanto pericoloso. Per navigazioni lunghe o trasferimenti adotto il sistema aereonautico della checklist : Scrivo tutto cio' che devo controllare a casa con calma, in barca depenno i vari chek prima di partire. Si inizia con la banale apertura della presa a mare del motore al collaudo di VHF, luci di via, autopilota, carburante e riserva d'acqua ecc. Giubbino di salvataggio comodo (quelli smanicati con cerniera frontale, tipo sci nautico) e lifeline sono indispensabili e penso che siano piu' sicuri di qualsiasi marchingegno elettronico. Anche l'epirb indossato e' importante ma io non l'ho mai comprato. Per il ritmo sonno veglia dipende da dove si naviga: se attraversi l'adriatico , di notte,verso Croazia o Montenegro conviene un termoss di caffe' forte perché e' una vera "autostrada" di navi cargo che navigano a 15 nodi e non si puo' chiudere occhio nemmeno per mezz'ora (una volta avvistate non fai a tempo a decifrare i fanali che te le trovi a poche centinaia di metri). Una volta giunti a destinazione si recupera il sonno . Per il cibo e' consigliato portare una scorta di cibi energetici che non richiedono cotture, (pericolose in caso di mare mosso), tipo barrette di formaggio grana sottovuoto , focaccia ,taralli, crackers. Di notte , anche d'estate , bisogna proteggersi dal freddo che e' un pericoloso nemico sia per la mente che per i muscoli. Oltre alle carte nautiche porto sempre un gps portatile garmin ,alimentato a pile stilo ,da usare in caso di problemi all'impianto elettrico di bordo che serve il gps primario. Dimenticavo: previsioni meteo accurate e una buna radio vhf con antenna in testa d'albero , completano le dotazioni che danno sicurezza.
Aggiungo che per la navigazione in solitario è necessario pensare per tempo e anticipare qualsiasi manovra, rispetto ad una navigazione con equipaggio in cui si può dare diversi ordini in contemporanea a più persone.
Quali sono i pericoli in solitario?
La checK list ( prese a mare, meteo, vhf etc..).si fa a prescindere anche se non siamo soli.
La differenza di rischio è dovuta a 1) improvviso malore o infortunio 2) caduta a mare
Con l'età il punto 1 assume sempre più importanza anche dal punto di vista psicologico ma non ci si può fare nulla ; o si accetta o si rinuncia
Sul punto 2 è fondamentale essere legati "corto" . Finire fuoribordo penzoloni allunga l'agonia, così come il giubbotto salvagente in notturna. tutt'al più favorisce il recupero del corpo.
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Vero se navighi a latitudini basse, un po' discutibile se navighi in mediterraneo soprattutto d'estate (situazione molto piu' frequente).
Allego il tempo in ore di sopravvivenza in acqua in relazione alla temperatura del mare. Tale tempo e' raggiungibile se si e' immobili perché il movimento (senza giubbotto devi nuotare) aumenta la dispersione di calore riducendo in modo considerevole il tempo di permanenza vivi in acqua e quindi le possibilita' di avvistamento e recupero.
La forza del vento fa calare drasticamente quella curva
"La forza del vento fa calare drasticamente quella curva "
Verissimo soprattutto quando esci dall'acqua.
(26-04-2016 15:01)bottadritta Ha scritto: [ -> ]"La forza del vento fa calare drasticamente quella curva "
Verissimo soprattutto quando esci dall'acqua.

La testa bene o male, che è quella che disperde di più, si spera sia fuori dall'acqua Smile
(25-04-2016 23:00)civada Ha scritto: [ -> ]Quali sono i pericoli in solitario?



La differenza di rischio è dovuta a 1) improvviso malore o infortunio 2) caduta a mare


Al di la' di qualche ora, personalmente metto al 1)-issimo posto il rischio di collisione per vedetta/guardia insufficiente; in acque trafficate talvolta non c'e' neanche tempo di andare in bagno...
(20-04-2016 20:53)mauset Ha scritto: [ -> ]Io sono spesso fuori da solo, giubbetto si legato ogni tanto...da oggi di più promesso, il vero nemico penso sia la eccessiva confidenza e distrarsi è un attimo.
Anche in un lago per un'uscita di poche ore bisogna evitare la falsa sicurezza data dal vedere la riva 1miglio in acqua fredda può essere come in mezzo ad un oceano

Ti cito, xè concordo in pieno.. Proprio qualche gg fa, 4/5 kts di vento, poca onda.. Da solo. In ammainata jennaker, un contraccolpo nel calare la sacca, e mi sono trovato a penzoloni oltre la battagliola. Sono riuscito a rientrare, ma se...
Ecco lo racconto sapendo di essere stato sprovveduto causa troppa confidenza, 39 lo racconto xè credo che molti sottovalutino tali rischi 60 e lo racconto xè da oggi sempre giubbetto e lifeline anche con poco vento! 100
qualcuno , nella navigazione a motore spento, trascina "la ciambella " legata a 25 m di cima gallegiante
(27-05-2016 17:40)zappaman Ha scritto: [ -> ]qualcuno , nella navigazione a motore spento, trascina "la ciambella " legata a 25 m di cima gallegiante

Sai che penso? Che se quella cima in qualche modo la vincoli anche al timone, autopilota o non autopilota (che credo cederebbe, il mio sicuro...), fermi la barca
(18-04-2016 14:44)RMV2605D Ha scritto: [ -> ]Credo proprio che navigando in solitario per diletto occorra solo esperienza e buon senso.

Tutte le cose utili in teoria, partendo dall'indossare sempre l'autogonfiabile, essere sempre assicurati al passerino e le mille altre precauzioni che sarebbero indicate alla fine rendono la navigazione non più un diletto ma una sofferenza.

La navigazione in solitario è per definizione una attività rischiosa come può essere lo sci fuori pista, il paracadutismo, il deltaplano, il downhill e chi più ne ha più ne metta.

Per migliorare la sicurezza per assurdo andrebbero anzitutto vietate tutte le attività rischiose.

Ma forse a molti piacciono le attività rischiose anche perché sono rischiose e pompano adrenalina, così sono fatti gli umani.

Anche una certa dose di fatalismo contribuisce: io preferirei tirare le cuoia in mare da solo piuttosto che in un letto di ospedale.

E' una vita che esco da solo e, nonostante questo, ho appena compiuto 75 anni, continuerò a farlo finché potrò infischiandomene dei rischi e confidando solo della mia esperienza e buon senso!

898989
Caro coetaneo100 la prima che hai detto!
Il resto deriva da quella, se e quando affrontare la navigazione, come hai preparato barca, manovre e provviste, ecc. Che sia un po' rischiosa, ma solo un po', ci sto, ma come risposi a quella signora romana che mi vide entrare al Circeo con un bel maestralone: - ma non è pericoloso? e io: - lei è venuta qui per la Pontina, vero?79
Il sonno è molto individuale, dipende anche dai tempi, un conto è la reagata - 100, 500 miglia- altro è l'oceano. Lì ninzo, ma qui nel Med il traffico è tanto, l'occhio desto serve, serveeee!
Non me la sentirei di andare a lungo sottocoperta, giusto il minimo per le incombenze inevitabili. In pozzetto io ho sempre fatto pisolini di
qualche minuto, giro d'orizzonte, pisolino, ecc. Ai nostri passi basta, quelli veloci o sono ben illuminati o è la GDF.
La cosa si complica se la terza notte il vento/mare rinforza, abbiamo finito caffè e cibo caldo, i piedi si sono gelati... proprio quando avremmo bisogno della miglior efficienza e siamo invece intontiti e infreddoliti. Questo è il momento dello stupido errore, del passo falso che ci può fregare.
Giusto quindi -anche in agosto!- curare cibo e vesti al meglio, come diceva la mia nonnetta: i sacchi vuoti non si reggono in piediSmiley4
(25-04-2016 08:11)Arcadia Ha scritto: [ -> ]Aggiungo che per la navigazione in solitario è necessario pensare per tempo e anticipare qualsiasi manovra, rispetto ad una navigazione con equipaggio in cui si può dare diversi ordini in contemporanea a più persone.
Creando la tipica confusione da squolllavela!Smiley34
79
Scusa ma l'assist era irrresissstibbbileSmiley4
Una maniera collaudata per evitare sciocchezze in solitario è la verbalizzazione. Molti ne hanno sicuramente sentito parlare riguardo alla guida di veicoli per aumentare la sicurezza.
Consiste nel parlare da soli, ma non per tenersi compagnia o cercare di aver ragione in mancanza di interlocutori.
Si tratta di descrivere a voce alta le azioni che si voglio intraprendere in modo da valutare i più semplici dettagli.
Es. decido di lascare leggermente la drizza della randa e la manovra è a piede d'albero. Normalmente filo un po' di scotta e vado ad effettuare la manovra.
Se invece descrivo a voce alta: il mare e la rotta mi consentono la manovra, conviene legarsi, valuto il passaggio a prua, trincarino o scavalco la tuga? il trincarino è bagnato meglio la tuga, metto le scarpe comunque. A piede d'albero mi lego, valuto mare e rotta e inizio la manovra, ecc.

Inizialmente è tedioso ma consente di lavorare sempre concentrati, provate in macchina per verificare, su youtube ci sono diversi esempi.
Se dovessi attrezzare una barca per la navigazione lunga in solitario, e vorrei il tuo conforto sulle mie idee, io farei queste cose:

Risparmio energia umana.
- due telecamere a prua, trasmesse in contemporanea su monitor all'interno della barca.
- controllo remoto dell'autopilota per poter restare all'interno se serve salvaguardare un po' di energia.

Sicurezza.

- Imporsi in modo teutonico l'uso di restare sempre legati alla barca.
- avere oltre alla zattera un gommone al traino, con codetta molto lunga, almeno 20 metri.
- Dispositivo elettronico per far saltare a comando la codetta: se cadendo non riesci a salire sul gommoncino, fai saltare la codetta.
- Bidone stagno con dentro razzi, acqua, un epirb, teli ed il necessario per la sopravvivenza. Lo rizzerei in modo totalmente sicuro all'interno del gommone.

In ogni caso sono abbastanza convinto che la roba da trasbordare in caso di naufragio dovrebbe stare sempre in un unico contenitore.
Se lo perdi è un casino, ma il meglio è nemico del bene: li hai tutto e se il bidone galleggia, magari lo riesci a raggiungere.


In alternativa al gommone , si potrebbe pensare di rizzare la zattera a poppa, sul pulpito, in una "gabbia" apribile a strattone.
In caso caduta fb, il cavo di sicurezza potrebbe sganciare automaticamente la zattera che non andrebbe fissata con la barbetta alla barca.
(28-05-2016 18:48)falanghina Ha scritto: [ -> ]Se dovessi attrezzare una barca per la navigazione lunga in solitario, e vorrei il tuo conforto sulle mie idee, io farei queste cose:

Risparmio energia umana.
- due telecamere a prua, trasmesse in contemporanea su monitor all'interno della barca.
- controllo remoto dell'autopilota per poter restare all'interno se serve salvaguardare un po' di energia.
....

-E' facilissimo se il tuo plotter le accetta, il mio Raymarine E120 accetta in entrata fino a tre telecamere e puoi scegliere se vederle tutte insieme, una dopo l'altra in scansione automatica, a pieno schermo o in un riquadro.
Una telecamera filare stagna costa 50-70 €, io la ho messa sopra la luce combinata di prua, posso così avere sul plotter mezzo schermo con la carta, un quarto con i dati principali di navigazione e un quarto con la visione di prua, così posso riposare seduto al carteggio con maggior sicurezza.


[attachment=19289]

-Come molti Plotter il mio permette di inserire e disinserire l'autopilota e variare il way-point, posso quindi variare la rotta dal tavolo di carteggio nelle modalità Auto e Track ma non in quella Wind per cui comunque bisogna operare in coperta per regolare le vele.

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