(19-02-2017 09:19)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Per la connessione ho utilizzato il seguente lo schema in figura A, la figura B è equivalente ma più chiaro per la comprensione
ponticello tra il + ed il -
terra di banchina su un polo della alternata
"terra" di barca sull'altro polo della alternata
Con un ponte si ottiene una tensione differenziale di 1,2 volt ( 0.6 a diodo in caso di corrente elevata)
mettendo due ponti in serie si arriva a 2,4 Volt
Esattamente!
Però così viene a mancare la "ridondanza" di due diodi accoppiati. Se un diodo dovesse bruciarsi (interrompersi), mancherebbe completamente continuità su quella semionda.
Posso chiedere perché mettere un isolatore sulla messa a terra di una barca a vela?
in due semplici parole ...
metti che due barche vicine ( e capita di frequente ... )
1- sono collegate sempre con il cavo 220 alla colonnina
2- l'interruttore bipolare della colonnina è aperto
tu tagli la fase e il neutro mentre il cavo di terra è in continuità e tra le barche tramite le masse metalliche e l'acqua si crea un anello di continuità elettrica.
è in questo modo che si possono creare correnti galvaniche con tutte le conseguenze che conosci
Si, ma la messa a terra del circuito 220v in barca, tu dove l'hai collegata?
Carica batterie? E' isolato dal mare!
Prese di corrente? Sono isolate dal mare!
Sinceramente spero che a nessuno venga voglia di collegarla al bulbo, e se anche fosse, non ti servirebbe più il conduttore di terra alla banchina, basterebbe quello per scaricare eventuali dispersioni!
Piccolo contributo: su un noto sito di vendita a distanza ho trovato dei ponti tra quelli citati che hanno il vantaggio di arrivare comprensivi di dissipatore: KBRC5010 a 2,89
http://forum.amicidellavela.it/showthrea...+galvanico
Solo per esempio: con il
cerca argomentando "Isolatore galvanico" c'è da leggere per un mese, argomentando "Messa a terra" o "Corrosione galvanica" o "Impianto di bonder" si arriva a leggere fino alle prossime ferie
E' già stato detto e contraddetto tutto il dicibile e il contraddicibile
Dogmi: la terra della 220 non si stacca dalla banchina si mette l'isolatore galvanico (volendo fare i fighi il trasformatore d'isolamento), tutte le masse vanno a massa compresi i telai metallici delle apparecchiature, volendo fare benissimo si fa l'impianto di bonder, eccetera come da liturgia impiantistica.
(28-06-2018 13:44)corto-armitage Ha scritto: [ -> ]Piccolo contributo: su un noto sito di vendita a distanza ho trovato dei ponti tra quelli citati che hanno il vantaggio di arrivare comprensivi di dissipatore: KBRC5010 a 2,89
Stai attento che il dissipatore già montato sopra il ponte non è in generale sufficiente.... Devi procurarti un dissipatore seria metterla in verticale nel senso delle alette
Rispetto alle piastre che ho visto in delle foto pensavo che il dissipatore con le alette funzionasse meglio. Comunque pensavo di montare e mettere il tutto in una scatola di alluminio con fori di aereazione.
Come ha detto dapnia ci sono opinioni contrastanti. L'impianto di bonding ti salva dalle galvaniche perché distribuisce l'eventuale corrosione su tutta la massa. Per contro ho letto (manuale di Don Casey) che crea la possibilità che una corrente vagante (non galvanica) forte che dalla barca del vicino vuole andare al pontile attraverso il mare decida di prendere la scorciatoia entrando da una presa a mare o piede e uscendo da un'altra corrodendo molto rapidamente quella in uscita. Siccome la seconda ipotesi è molto piu' grave preferisco tenere tutto isolato e risolvere le galvaniche in altro modo. Così tra l'altro le prese a mare sono sicuramente isolate dalla terra della 220. Il piede non so dovrebbe esserci qualche collegamento accidentale tra la terra 220 e la massa della barca. Qui subentra il discorso dell'isolatore galvanico.
Questa mattina ho alato la barca e con soddisfazione ho avuto la riprova del funzionamento dell'isolatore galvanico autocostruito, negli anni precedenti ho sempre trovato lo zinco dell'elica pressochè autodistrutto, qust'anno è praticamente intatto!
Sto provando a mettere insieme un isolatore e c'è una cosa con cui non mi trovo. Ho comprato due ponti raddrizzatori KBPC5010. Ho fatti i collegamenti come da schema preso da un articolo. Quindi il filo della terra arriva su negativo del ponte 1 e attraverso un faston doppio continua fino positivo del ponte 2. Simmetricamente l'altra estremità del filo di terra è collegata al negativo del ponte 2 e attraverso un faston doppio arriva al positivo del ponte 1.
Ho misurato la corrente ai due capi del circuito con una batteria da 9 volt e una da 1,2 volt. In entrambi i casi il calo di corrente + di 0,6. Mi aspettavo che fosse di 1,2. Ho poi provato a misurare la corrente al primo piedino non utilizzato (quella della CA) e la caduta è di 0,3. E come se vi fossero 2 diodi ma che la caduta fosse di 0,3 invece di 0,6 come mi aspettavo. Mi sono letto il datasheet ma non è specificato. Va beh posso metterne altri 2 in serie.
Il problema lo risolvi misurando la tensione ai capi di ciascuno dei due ponti, immagino che uno dei due possa essere per qualche ragione cortocircuitato e se e' cosi' ai suoi capi trovi tensione zero.
puoi collegarli in due modi. Io ho seguito lo "schema" dell'immagine nel mio primo post e tutto funziona come deve
grazie, ma il circuito è giusto e anche i i diodi non sono cortocircuitati. Accludo 3 foto con le misurazioni fatte in sequenza al connettore dove arriva la corrente, a quello successivo, dopo 1 diodo, e quello dopo (2 diodi). Scende prima di 0,3 e poi di 0,6. Ripetute sui 3 ponti in foto.
Ho controllato meglio dil datasheet (
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&...hMyB8uZj): c'è un grafico da cui semrba che la caduta dovrebbe partire da 0,6 a 0,01 ampere e aumentare. Sono veramente a corto di idee...
Allora hai azzeccato due ponti di diodi particolarmente buoni. Comunque va' ricordato che la caduta di tensione sui diodi in diretta non e' una costante ma parte da valori bassi a bassissime correnti e sale con funzione non lineare (approssimativamente logaritmica) fino ad un certo valore di soglia oltre il quale aumenta di pochissimo, misurando con il tester in serie in pratica hai eseguito una misura a corrente estremamente bassa (quella ssorbita dal tester per via della sua alta impedenza) e hai rilevato la caduta per quella corrente che per le ragioni dette e' molto piu' bassa di quanto ti attenderesti.
I ponti testati sinora sono 3 quindi dubito sia una coincidenza.
Per la tua seconda ipotesi, credo di aver capito ed effettivamente è così come dici. Il problema è l'intensità. Mi aveva confuso il grafico della caduta di voltaggio nel datasheet che ho postato prima che partiva da 0,6. Ma se come del resto è logico il grafico è riferito al ponte (2 diodi) e non al singolo diodo allora si trova. Parte da 0,6 di caduta di voltaggio a 0,1. Poi a 1 ampere è un po' piu' di 0,7 è arriva a 1,2V a 100A.
Mi domando però se a a questo punto due ponti in parallelo bastino per bloccare le galvaniche e non ce ne vogliano 4. Cioè, una corrente galvanica quanti ampere avrà?
Una corrente galvanica puo' essere di valori fortemente variabili, da pochi microAmpere anche fino a qualche Ampere ma solitamente e' bassa e in barche fatte bene non genera problemi anche senza isolatore galvanico perche' per muovere (asportare in questo caso) un "equivalente elettrochimico" (una grammomole a valenza unitaria) di materiale sono necessari 96500 Coulomb e un Coulomb equivale a 1Ampere-secondo quindi immaginando una corrente di 0,1A per arrivare a 96500 Coulomb ci vogliono 965000 secondi pari a 268 ore per rimuovere ad es circa 31 grammi di rame o circa 28 grammi di ferro (bivalenti). Poiche' normalmente le correnti galvaniche in una barca ben fatta sono estremamente piu' basse il problema e' molto limitato e anche se a quelle correnti la caduta di tensione nell'isolatore non e' molto alta la riduzione di corrente da cio' comunque prodotta riduce ancora di piu' il problema. Non mi farei patemi, l'isolatore serve a limitare la corrosione quando ci sono differenze di potenziale (e quindi conseguenti correnti) di una certa rilevanza, al di sotto la corrosione e' talmente limitata da poterla considerare trascurabile (non da ignorare pero', un controllo periodico e gli zinchi sono comunque doverosi).
Non so, per me fare il lavoro per poi far passare "un po'" di corrente non ha senso. Visto il costo irrisorio, una volta scoperto l'arcano, preferisco mettere in parallelo 4 ponti invece di 2 (col vantaggio, almeno a detta di Don Casey che così si bloccano anche una buona parte delle eventuali correnti vaganti).
Questo a prescindere dal fatto che sulla mia barca l'isolatore credo sia inutile. La terra della 220 non è attaccata al negativo della 12 o allo chassis del motore e l'unica utenza 220 è il caricabatterie. L'isolatore mi serve solo per calmare un mio socio che si agita se usiamo il caricabatterie perchè gli hanno detto che così la barca si corrode.
Riprendo un "vecchio" argomento per segnalare un modo alternativo di utilizzare un isolatore galvanico senza dover modificare l'impianto elettrico della propria barca. Oltre alla più o meno buona qualità del prodotto in questione, che non conosco, poter avere un isolatore totalmente "esterno" dall'impianto originale preserva l'integrità dello stesso senza rischi di accuse di "manomissioni" non autorizzate.
Un saluto.