06-10-2016, 06:57
A me deve ancora arrivare chissà dove lo hanno imbarcato....Per curiosità Timo ti hanno fatto pagare dei dazi doganali all'arrivo?
(06-10-2016 09:35)Edolo Ha scritto: [ -> ]La mia barca è totalmente ante CE, impianto elettrico compreso. Devo preoccuparmi?
(06-10-2016 09:45)bludiprua Ha scritto: [ -> ](06-10-2016 09:35)Edolo Ha scritto: [ -> ]La mia barca è totalmente ante CE, impianto elettrico compreso. Devo preoccuparmi?
Oltre alla barca, anche IO sono totalmente ante CE, devo preoccuparmi?
(06-10-2016 10:06)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Dovresti. Dovresti.
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).

(06-10-2016 06:57)kermit Ha scritto: [ -> ]A me deve ancora arrivare chissà dove lo hanno imbarcato....Per curiosità Timo ti hanno fatto pagare dei dazi doganali all'arrivo?
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".Lupo Grigio ci porta l'attenzione su un aspetto che sicuramente spesso tendiamo a trascurare.
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(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Nasa (BM1) è certificato CE secondo la direttiva 1995/5/EC ma non può essere installato su imbarcazioni "SOLAS"
Sul manuale dell'oggetto informa che la certificazione originale può essere richiesta al sito : info@nasamarine.com
Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.
Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.Per quello che so un apparecchio elettrico/elettronico non marcato CE in Europa non potrebbe essere proprio commercializzato
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo,Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
(06-10-2016 22:38)ste.fano Ha scritto: [ -> ]Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
(07-10-2016 08:49)Timo Ha scritto: [ -> ]Stefano, permettimi, ma anche senza lo shunt l'impianto elettrico standard non è mica dimensionato per correnti di 700-1000A.
Gli staccabatterie (per dire uno dei componenti a caso) normalmente installati nelle ns barche sono dimensionati per correnti di esercizio tra i 100 A ed i 300 A con picchi di 1000A per max 5/10 sec, oltre questo tempo i produttori non ne garantiscono l'integrità, con tutte le conseguenze del caso.
(07-10-2016 10:24)ste.fano Ha scritto: [ -> ]Io l'ho preso con l'idea (oltre che la curiosità di vedere come è fatto) o di monitorare solo la carica ( il normale battery monitor ti da la somma algebrica di carica e scarica) o solo dei pannelli solari.
(06-10-2016 22:38)ste.fano Ha scritto: [ -> ](06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.Per quello che so un apparecchio elettrico/elettronico non marcato CE in Europa non potrebbe essere proprio commercializzato
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo,Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
(07-10-2016 10:55)danielef Ha scritto: [ -> ]Sinceramente non mi sembra molto coerente con con la posizione intransigente che prendi da altre parti!
Daniele