06-10-2016, 06:57
06-10-2016, 08:34
Nessun dazio a me, ma oramai non li fanno più pagare se le cifre non superano i 100 euro e non sono oggetti voluminosi
06-10-2016, 09:26
Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).
06-10-2016, 09:35
La mia barca è totalmente ante CE, impianto elettrico compreso. Devo preoccuparmi?
06-10-2016, 09:45
(06-10-2016 09:35)Edolo Ha scritto: [ -> ]La mia barca è totalmente ante CE, impianto elettrico compreso. Devo preoccuparmi?
Oltre alla barca, anche IO sono totalmente ante CE, devo preoccuparmi?
06-10-2016, 10:06
(06-10-2016 09:45)bludiprua Ha scritto: [ -> ](06-10-2016 09:35)Edolo Ha scritto: [ -> ]La mia barca è totalmente ante CE, impianto elettrico compreso. Devo preoccuparmi?
Oltre alla barca, anche IO sono totalmente ante CE, devo preoccuparmi?
Dovresti. Dovresti. Ma purtroppo non c'è soluzione (anche io sono ampiamente ante-CE).
E poi c'è sempre quel vecchio proverbio cinese:
Se c'è una soluzione, perché ti preoccupi? Se non c'è soluzione, perché ti preoccupi?
06-10-2016, 10:12
(06-10-2016 10:06)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Dovresti. Dovresti.
"vabbuò, mò me lo segno!"
[cit.]
06-10-2016, 10:42
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).
Stiamo parlando di un shunt sul quale, al massimo, passeranno poche decine di ampere e che, anche a vederlo, sembra bene dimensionato e di uno strumentino che assorbe mezzo watt verosimilmente ben protetto da un fusibile. Non è una bomba disinnescata!
Vi assicuro che è molto più pericoloso un dado poco stretto sull'alternatore!
Io sono il primo ad intervenire su questo forum quando vedo affermazioni che potrebbero istigare a fare cose poco sicure (vedi circuiti di terra etc) ma qui... non mi pare che si corrano grandi rischi!
Dopodiché è anche vero che le compagnie assicuratrici ci provano sempre, in particolare quelle poco oneste e trasparenti. Se ci si capita c'è poco da fare se non stare al loro gioco e ricorrere con avvocati e soldi!
Amici di barca: provate questo aggeggio e fateci sapere!
...e tanto per essere sul sicuro, non mettete lo shunt vicino a qualche cosa che scaldandosi potrebbe esplodere!
Daniele
06-10-2016, 10:55
(06-10-2016 06:57)kermit Ha scritto: [ -> ]A me deve ancora arrivare chissà dove lo hanno imbarcato....Per curiosità Timo ti hanno fatto pagare dei dazi doganali all'arrivo?
Per i regolamenti dell'agenzia delle entrate non ci dovrebbe essere IVA per pacchi fino a valore di 23 €, sopra i 120 si paga in aggiunta anche il dazio doganale (o il contrario, non ricordo).
C'è da dire che i grandi venditori online extra UE si sono attrezzati per aggirare la ns burocrazia borbonica (e i lunghi tempi di latenza nel centro dogane di Peschiera) con centri di distribuzione in Olanda e Germania. Per questo motivo i rivenditori da cui compro in genere spediscono da HK, ma mi forniscono il trackID da NL perchè il pacco a me destinato arriverà prima in NL e da li partirà la mia spedizione per buona pace del ns fisco.
06-10-2016, 11:27
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".
Coro degli astanti: "... ma figurati se capita proprio a me una cosa del genere!".
(Ancora si sentono le proteste di quelli che si lamentano delle cinture in auto, del casco in testa in scooter, ecc... a proposito del "ma deve capitare proprio a me?").
Chiunque paga fior di premi assicurativi per l'amata barchetta e poi si entusiasma se riesce a risparmiare qualche decina di eurini per un prodotto illegalmente importato (non ha marcatura CE), che gli fa buttare via la presunta "sicurezza di copertura" acquistata con la polizza.
Chi l'ha progettato? Con che standard? Che componenti utilizza? Che dimensionamenti di progetto sono stati adottati? Che collaudi subisce? Ecc...
Il fai da te sugli impianti elettrici di bordo è autolesionista.
Anche un elettrotecnico "finito" da impianti domestici farebbe facilmente delle solenni minchiate (si può dire "solenni"?) se venisse a bordo senza leggersi le norme specifiche.
D'altronde, non capisco perché ci rompono le balle con centomila regolette e norme europee e poi su eBay.it (o .co.uk, .de, .fr ecc...) chiunque può comprarsi (e dunque importare) qualsiasi pispolo della cui sicurezza nulla si sa, e montarselo a bordo, in casa, in ufficio e così via.
Se mi consentite di offrire un consiglio (non richiesto) sul tema, non andate a cercarvi guai ulteriori: in barca meglio essere conservativi e prudenti, anche nei lavori di bordo.
In caso di richiesta di rimborso, qualsiasi assicurazione la prima cosa che fa è spedire a bordo un perito, e se questo trova una qualsiasi difformità di impianto, un pur piccolo segno di lavori fatti a bordo che modificano qualcosa, un componente sospetto, ecc... il rimborso ve lo potete scordare e si andrà in causa (tra almeno 5 anni, con un bell'Accertamento Tecnico Preventivo) e lì si vedrà come stanno le cose (sempre che sia ancora discriminabile).
L'armatore ha la responsabilità della conformità dell'impianto.
Poi dopo essersi fatto seghe mentali di tutti i tipi, affidandosi a specialisti certificati pagati a peso d'oro e installato solo componentistica certificata ( anche se prodotta in cina) come RINA comanda, con fiducia magari mette in carica il suo blasonatissimo Samsung Note 7 che prende fuoco sul tavolo da carteggio.
Domanda, il battery monitor di NASA (ad esempio) e gli altri accessori simili di altri produttori sono certificati da quali enti certificatori? Dove sono prodotti?
06-10-2016, 19:56
(06-10-2016 09:26)Lupo Grigio Ha scritto: [ -> ]Vorrei proporre una modifica al titolo di questa discussione: "Alternativa economica che azzera la possibilità di rimborso assicurativo in caso di incendio a bordo".Lupo Grigio ci porta l'attenzione su un aspetto che sicuramente spesso tendiamo a trascurare.
....
La componentistica elettronica specialmente nelle prime fasi di vita è sempre a rischio di "bruciature", a me è capitato proprio di recente con un riduttore di tensione da 12 v regolabile (comperato a 2 soldi su ebay) che volevo installare in barca per poter alimentare vari dispositivi elettronici e tenendolo acceso in test si è bruciato letteralmente un componente.
I prodotti di buona marca si possono bruciare ugualmente ma sicuramente hanno componenti di qualità più selezionata e sono testati, questo li rende più affidabili, i prodotti cinesi venduti su ebay hanno più probabilità di essere prodotti con componenti di seconda scelta e di non essere testati.
Io personalmente qualsiasi prodotto elettronico nuovo che devo portare in barca lo testo prima per bene a casa. Per esempio recentemente ho acquistato un caricabatterie taiwanese (marcato CE!) prima di portarlo l'ho tenuto 5 giorni acceso facendogli fare qualche ciclo di carica, poi portato in barca l'ho fatto inizialmente lavorare solo in mia presenza tenendolo d'occhio
06-10-2016, 22:23
Nasa (BM1) è certificato CE secondo la direttiva 1995/5/EC ma non può essere installato su imbarcazioni "SOLAS"
Sul manuale dell'oggetto informa che la certificazione originale può essere richiesta al sito : info@nasamarine.com
Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.
Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
Sul manuale dell'oggetto informa che la certificazione originale può essere richiesta al sito : info@nasamarine.com
Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.
Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
06-10-2016, 22:36
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Nasa (BM1) è certificato CE secondo la direttiva 1995/5/EC ma non può essere installato su imbarcazioni "SOLAS"
Sul manuale dell'oggetto informa che la certificazione originale può essere richiesta al sito : info@nasamarine.com
Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.
Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
Quando non sei in barca sezioni l'alimentazione con un interruttore.
06-10-2016, 22:38
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.Per quello che so un apparecchio elettrico/elettronico non marcato CE in Europa non potrebbe essere proprio commercializzato
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo,Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
07-10-2016, 08:49
(06-10-2016 22:38)ste.fano Ha scritto: [ -> ]Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
Stefano, permettimi, ma anche senza lo shunt l'impianto elettrico standard non è mica dimensionato per correnti di 700-1000A.
Gli staccabatterie (per dire uno dei componenti a caso) normalmente installati nelle ns barche sono dimensionati per correnti di esercizio tra i 100 A ed i 300 A con picchi di 1000A per max 5/10 sec, oltre questo tempo i produttori non ne garantiscono l'integrità, con tutte le conseguenze del caso.
07-10-2016, 10:24
(07-10-2016 08:49)Timo Ha scritto: [ -> ]Stefano, permettimi, ma anche senza lo shunt l'impianto elettrico standard non è mica dimensionato per correnti di 700-1000A.
Gli staccabatterie (per dire uno dei componenti a caso) normalmente installati nelle ns barche sono dimensionati per correnti di esercizio tra i 100 A ed i 300 A con picchi di 1000A per max 5/10 sec, oltre questo tempo i produttori non ne garantiscono l'integrità, con tutte le conseguenze del caso.
Si certo hai ragione ma se vedi la differenza costruttiva tra uno shunt nasa o victron e quello in oggetto (è arrivato anche a me ieri) ti rendi conto a occhio della differenza di affidabilità alla corrente.
Gli shunt Nasa o Victron anche se sono da 200A sono sicuramente progettati per non "prendere a fuoco" anche se collegati alla batteria di avviamento (il motorino di avviamento la corrente se ne beve tanta...) su questo non ci scommetterei 1 cent.
Io lho preso con l'idea (oltre che la curiosità di vedere come è fatto) o di monitorare solo la carica ( il normale battery monitor ti da la somma algebrica di carica e scarica) o solo dei pannelli solari.
07-10-2016, 10:55
(07-10-2016 10:24)ste.fano Ha scritto: [ -> ]Io l'ho preso con l'idea (oltre che la curiosità di vedere come è fatto) o di monitorare solo la carica ( il normale battery monitor ti da la somma algebrica di carica e scarica) o solo dei pannelli solari.
Sinceramente non mi sembra molto coerente con con la posizione intransigente che prendi da altre parti!
Daniele
07-10-2016, 11:12
(06-10-2016 22:38)ste.fano Ha scritto: [ -> ](06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Per norma un accessorio elettrico non marcato CE non dovrebbe essere installato su una imbarcazione marcata CE.Per quello che so un apparecchio elettrico/elettronico non marcato CE in Europa non potrebbe essere proprio commercializzato
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]Tecnicamente, ammettendo che sia correttamente installato, la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo,Prova a mettere in corto una batteria di 100-200 Ah a valle di questo shunt poi mi racconti che temperatura raggiungono e come si riducono i 2 filetti da 3mm di diametro che si ritrovano a scorrere 700-1000 A
Ed il NASA reggerebbe? Ma dai... è un falso problema.
07-10-2016, 11:40
(06-10-2016 22:23)don shimoda Ha scritto: [ -> ]la fonte di rischio principale non è nello shunt, perché tutta l'energia delle nostre batterie non è in grado di scalfirlo, ma dalle caratteristiche del "banale" fusibile (calibro e potere di interruzione ) che dal positivo delle batterie alimenta lo strumento (forse da 100 ma ?)
???
Non capisco cosa intendi.
Puoi spiegare?
07-10-2016, 12:16
(07-10-2016 10:55)danielef Ha scritto: [ -> ]Sinceramente non mi sembra molto coerente con con la posizione intransigente che prendi da altre parti!
Daniele
Non sono affatto intransigente, ma nemmeno sempre coerente...
Riporto solo dei concetti che derivano dalle mie esperienza e conoscenze, dato che su cose elettriche ci smanetto per lavoro e per passione da quasi 50 anni qualcosa mi sento di poter dire.
E comunque parlavo di intenzione prima di vederlo, molto probabilmente lo userò per monitorare un pannello solare domestico, che credo sia l'uso per il quale è sato concepito.
BV