Ovviamente distinguendo bolina e poppa.
Ne avevano accennato in altro 3d rischiando di finire ottobre e, mentre prima ero convinto che non potessero nascere dubbi su queste "tecniche", oggi invece mi si è aperto un mondo nuovo che vorrei condividere dopo aver sentito i vostri pensieri....
Che sia alla barra dell'optimist o slla ruota del gs 39, mia figlia Lucia di anni 9, si fa poche paranoie:
Orza sotto raffica di bolina; poggia sotto raffica alle portanti.
se di bolina ed è forte scarrello / mollo scotta se, vento medio orzo dipende anche dall'onda ,se vento tanto sono in poppa mollo scotta spi , se vento medio debole e per camminare sono all'orza ,, in questo caso sotto raffica poggio.
(06-10-2016 22:21)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]Ovviamente distinguendo bolina e poppa.
Ne avevano accennato in altro 3d rischiando di finire ottobre e, mentre prima ero convinto che non potessero nascere dubbi su queste "tecniche", oggi invece mi si è aperto un mondo nuovo che vorrei condividere dopo aver sentito i vostri pensieri....
Scusa testa che ti è successo oggi di tanto particolare. ....
è preoccupante
Di bolina se l'aumento del vento mantiene la stessa direzione è ovvio che si può orzare, la barca mantiene la sua velocità l'apparente aumenta l'angolo e posso orzare.
Con le raffiche sempre di bolina se vedi la raffica in prua devi stare attento perchè il vento girerà qualche grado in prua, se la raffica la vedi venire al mascone ti darà buono e potrai orzare.
In poppa è ovvio che per non straorzare devi poggiare e mollare scotta.
Dobbiamo distinguere, giustamente e non l'ho fatto, il caso in cui ancora non siamo al limite (e la barca conserva ancora una dose buona di potenza ) dal caso in cui, invece, siamo al limite, specialmente se di bolina....ed è proprio quest'ultimo il caso più particolare, dove la raffica che arriva, a meno che non ci troviamo nella zona di ventaglio in cui ci gira in faccia, ci crea qualche problema.
Primo problema: la barca sbanda , così noi tendiamo a lascare randa e ad orzare; questa operazione non credo sia corretta perché sembra che stiamo recuperando gradi ma, di fatto, stiamo soltanto rallentando e scarrocciando. Passata la raffica ci ritroveremo più lenti e con la barca da far ripartire....ed avremo perso acqua. Se c'è onda, poi, tutto si amplifica.
Ed allora? Se si riuscisse a leggerla la raffica quando arriva (e non tutti sono in grado di farlo), forse la cosa migliore per sfruttarla e risalire realmente è quella di accelerare poco prima (ossia poggiando qualche grado e mollando le vele di conseguenza), in modo da avere una migliore portanza idrodinamica, data dalla maggiore velocità acquisita , che ci consentirà di risalire realmente di più quando ci ritroveremo nel mezzo della raffica, uscendo già in assetto e veloci quando essa terminerà.
Che ne pensate?
Sono scontato ma lo devo ripetere: uscite in deriva!!
..d'altronde cambia il titolo ma l'argomento è trito e ritrito da anni e pur di recente.
mmmm
sarà ma mi piace di più il modello tradizionale, quello della figlia di davide per intendersi.....
(07-10-2016 08:30)France WLF Sailing Team Ha scritto: [ -> ]Sono scontato ma lo devo ripetere: uscite in deriva!!
..d'altronde cambia il titolo ma l'argomento è trito e ritrito da anni e pur di recente.
a maggior ragione di quel che sto dicendo
(07-10-2016 07:53)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]Dobbiamo distinguere, giustamente e non l'ho fatto, il caso in cui ancora non siamo al limite (e la barca conserva ancora una dose buona di potenza ) dal caso in cui, invece, siamo al limite, specialmente se di bolina....ed è proprio quest'ultimo il caso più particolare, dove la raffica che arriva, a meno che non ci troviamo nella zona di ventaglio in cui ci gira in faccia, ci crea qualche problema.
Primo problema: la barca sbanda , così noi tendiamo a lascare randa e ad orzare; questa operazione non credo sia corretta perché sembra che stiamo recuperando gradi ma, di fatto, stiamo soltanto rallentando e scarrocciando. Passata la raffica ci ritroveremo più lenti e con la barca da far ripartire....ed avremo perso acqua. Se c'è onda, poi, tutto si amplifica.
Ed allora? Se si riuscisse a leggerla la raffica quando arriva (e non tutti sono in grado di farlo), forse la cosa migliore per sfruttarla e risalire realmente è quella di accelerare poco prima (ossia poggiando qualche grado e mollando le vele di conseguenza), in modo da avere una migliore portanza idrodinamica, data dalla maggiore velocità acquisita , che ci consentirà di risalire realmente di più quando ci ritroveremo nel mezzo della raffica, uscendo già in assetto e veloci quando essa terminerà.
Che ne pensate?
La raffica va anticipata e non subita, se possibile l'intento è quello di sfruttarla per risalire, con vento di bolina il ruolo del randista è fondamentale, unitamente al timoniere deve mantenere lo sbandamento nei limiti mantenendo la barca alla massima potenza possibile, sotto raffica deve depotenziare il giusto per alleggerire la pressione mentre il timoniere accompagna e controlla l'orzata naturale per guadagnare acqua, è tutto un lavoro continuo di cm sul trasto o se sprovvisti sulla scotta, come se si stesse agendo sul pedale dell'acceleratore, ....tutto questo a volte non riesce e di conseguenza la barca sbandando di più scarroccia e tende ad avvitarsi, allora si che in quel caso perdi velocità e nel mentre cerchi farla ripartire perdi acqua inesorabilmente ...
In conclusione a mio parere non conviene poggiare, si perde più acqua di quella che si riuscirebbe a recuperare .....
anche io la pensavo come te, nedo, ma rando con un noto tattico, ho capito che non è la cosa migliore da fare....certo se hai a disposizione un buon equipaggio
Mi viene in mente la situazione della regata di Domenica scorsa che può calzare a pennello, ...
Partenza con 8/10 kn e bolina con tutta la potenza che la barca può esprimere, il vento rinforza e la seconda bolina la facciamo con 16/18 kn in una situazione di aumento progressivo e quindi molto rafficato...
L'angolo di bolina col vento lo tieni più stretto in quanto riesci ad avere velocità anche con i filetti sopravvento del genoa che chiamano di poggiare, ( credo si chiami over trim ) facevamo un angolo al reale poco sopra i 30°, sotto raffica la barca va all'orza da sola e con quei gradi, appena sale la prua le vele perdono una buona dose di portanza, con la randa che controlla potenza e sbandamento non siamo mai scesi sotto i 5 kn e per un 31' non c'è male !!
Si ma se avessi regattato in monotipo forse ti saresti accorto che un tuo concorrente in quel frangente ti avrebbe sorpassato. In condizione di over trimming sembra che stai facendo una prua migliore....ma la cognato, se avessi registrato il tracking, ti avrebbe detto una cosa diversa. Ripeto, la pensavo come te fino a ieri
Per acquistare la sensibilità al timone bisognerebbe stare al timone tutti i giorni per qualche ora, conoscere la barca, bisogna allenarsi a stare concentrati.
C'è chi anche dopo 60 anni la sensibilità non l'avrà mai.
Uno che sa stare al timone potrà avere un'aiuto dal randista in una regata con la barca al limite di poter tenere su tutta la tela, certo non è un sistema in una regata lunga dove stringere come in un bastone non serve, bisogna sempre far camminare la barca, tanto dopo il vento cambia.
Volevo dire che se sai stare al timone la porti da solo, tipo quando si naviga in due soli, l'importante è non far perdere la velocità.
(07-10-2016 10:14)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]Si ma se avessi regattato in monotipo forse ti saresti accorto che un tuo concorrente in quel frangente ti avrebbe sorpassato. In condizione di over trimming sembra che stai facendo una prua migliore....ma la cognato, se avessi registrato il tracking, ti avrebbe detto una cosa diversa. Ripeto, la pensavo come te fino a ieri
Ok Testa, raccontaci allora il fattaccio di ieri dai, magari si capisce meglio la dinamica !!
(07-10-2016 10:14)TestaCuore Ha scritto: [ -> ]Si ma se avessi regattato in monotipo forse ti saresti accorto che un tuo concorrente in quel frangente ti avrebbe sorpassato. In condizione di over trimming sembra che stai facendo una prua migliore....ma la cognato, se avessi registrato il tracking, ti avrebbe detto una cosa diversa. Ripeto, la pensavo come te fino a ieri
Permettimi Testa, se un concorrente con la mia stessa barca mi sorpassa non lo fa di certo sopravvento dato che sono in overtrim giusto ? e se allora mi passa sottovento e perde acqua in boa che lo obbligano a fare almeno due virate, mi dici come cavolo fa a starmi davanti ? parliamo di barche uguali !!
sono tre parametri, sbandamento, pressione e angolo sul timone, angolo del vento apparente.
ogni barca ha il suo massimo angolo di sbandamento (prima di frenare) e massima pressione sul timone. l' angolo sul vento e' un oppinione, di bolina oltre quella velocita non si va.. tanto vale rubare acqua, che a mantenerla piu poggiata non si guadagna nulla. Se il timoniere impara a guardare le velocita del vento e dello scafo prima di reagire, non poggia sulle mollate e va deciso all' orza quando la massima velocita e' gia nel "sacco"
poi ci sono le regolazioni.. basta avere un albero che spenni "bene" che in monotipo ci guadagni in modo evidente, pure una vela piu fresca fa vedere differenze importanti.
i timonieri si formano, i tailer.. quelli so molto soggetti a sensibilita (mi verrebbe quasi di dire preveggenza), se non ce l' hai nel dna.. oltre medi livelli non vanno... e lo so bene che a fare il tailer spesso ci vanno i "novizi" ma anche in caso di raffichetta un buon tailer fa una grande differenza.
in poppa si puo usare la raffica per prendere velocita, se la barca lo consente.
ci vuole una buona sinergia tra tailer e timoniere, nel dubbio meglio poggiare, un decimo di nodo conta poco, se il rischio e' di perderlo invece che quadagnarlo meglio un pareggio.
in generale le regate si vincono in poppa, perche la poppa e' piu difficile? perche le variazioni sono meno evidenti e marcate, gli effetti con velocita spesso piu alte sono piu importanti, ai fini della strada che si fa verso l' obbiettivo.
le ore di "volo" contano molto, le ore di volo ingaggiati con una barca dalle stesse caratteristiche contano doppio, anche per questo chi fa regate in monotipo poi in quelle di flotta si trova meglio, ha una sensibilita maggiore nel riconoscere quello che sta facendo la barca e.. nessuno strumento vale l' esperienza acquisita.
A me sembrano cose del tutto teoriche e non credo che neppure equipaggi davvero forti siano in grado di prevalere su ogni raffica e se sbagli altro che passare avanti. senza dire che già muovere il timone ti fa perdere acqua, per cui non è detto che il gioco valga la candela
Secondo me si deve ragionare sempre come se si conducesse la barca in solitaria: di bolina, sopratutto con vento forte e barca già al limite, si guadagna acqua orzando e portando la barca sempre al limite, senza toccare mai le vele e lasciandole a segno per la massima bolina, con il massimo dello smagrimento e svergolamento.
Idem di poppa, solo che si poggia, ma la questione è un tantino più complicata, perché quando superi il limite e ti avvicini ai 180°, la vela di prua che si ha su in quel momento inizia ad essere coperta dalla randa e comincia a diventare nervosa, allora forse diventa necessario ridurre tela per non essere costretti a poggiare troppo per evitare di partire in straorza
Per me tutto sto ambaradam non ha nessun senso se i tempi di reazione alla raffica sono lunghi, specialmente con barche grosse dove l'influenza ad esempio dell'onda è relativamente più gestibile rispetto a barche piccole, lo stesso vale per il tempo di reazione alla raffica che normalmente dura pochi secondi, il rischio è quello di reagire quando l'effetto è già terminato, con le conseguenze del caso ...
Concordo sulle ore di volo di ZK, ricordo che monotipia è anche deriva, anzi soprattutto deriva .....