20-11-2016, 20:42
Ciao a tutti.
Oggi mi riguardavo questo paragrafo del manuale dei Glénans (vedi allegato) con il quale si spiega cos'è una curva polare. Quando lo lessi la prima volta non ho avuto particolari dubbi: ho letto il grafico pensando ad una vela ed alla sua inclinazione rispetto alla direzione del vento indipendentemente dalla barca a cui è o non è attaccata. Allora è chiaro che per angoli d'inclinazione via via minori la forza aerodinamica Fa aumenta.
Tuttavia oggi rileggo e trovo "si prende come asse di riferimento la direzione del VENTO APPARENTE"...
Ma il vento apparente (Va) esiste se esiste un vento di velocità (Vv). E affinché il mio Va abbia la direzione dell'ascissa orizzontale così come rappresentato dai Glénans, devo avere un vento reale (Vr) ed un vento di velocità (Vv) precisi (poiché Va è la risultante dei 2).
Ho fatto alcuni esempi cercando di avere un Va orizzontale e scegliendo diversi Vr. In questo modo determino il Vv (e con esso la rotta della mia barca) tale per cui la somma Vv+Vr mi dia un Va orizzontale. Il problema è che quando la barca ha la rotta di Vv, sempre in relazione a Va non è per niente vero che ad angoli d'inclinazione via via minori la forza aerodinamica Fa aumenta (vedi esempio Allegato). Pertanto o sbagliano loro a definire questo vento sperimentale come "vento apparente" o non ci sto capendo più nulla.
C'è qualcuno che può illuminarmi?
...Inoltre gli stessi qualche pagina dopo scrivono sull'andatura di lasco:
"poichè a quest'andatura la velocità della barca è assai alta la direzione del vento apparente differisce notevolmente da quella del vento reale" - eh???
Vero che di lasco Vv è più alto che di bolina, ma l'angolo di differenza tra Vr e Va per me è sempre più ampio di bolina che di lasco. Sto cominciando a pensare che tra autore e lettore uno dei due non abbia capito una cippa - spero di essere io.
Oggi mi riguardavo questo paragrafo del manuale dei Glénans (vedi allegato) con il quale si spiega cos'è una curva polare. Quando lo lessi la prima volta non ho avuto particolari dubbi: ho letto il grafico pensando ad una vela ed alla sua inclinazione rispetto alla direzione del vento indipendentemente dalla barca a cui è o non è attaccata. Allora è chiaro che per angoli d'inclinazione via via minori la forza aerodinamica Fa aumenta.
Tuttavia oggi rileggo e trovo "si prende come asse di riferimento la direzione del VENTO APPARENTE"...
Ma il vento apparente (Va) esiste se esiste un vento di velocità (Vv). E affinché il mio Va abbia la direzione dell'ascissa orizzontale così come rappresentato dai Glénans, devo avere un vento reale (Vr) ed un vento di velocità (Vv) precisi (poiché Va è la risultante dei 2).
Ho fatto alcuni esempi cercando di avere un Va orizzontale e scegliendo diversi Vr. In questo modo determino il Vv (e con esso la rotta della mia barca) tale per cui la somma Vv+Vr mi dia un Va orizzontale. Il problema è che quando la barca ha la rotta di Vv, sempre in relazione a Va non è per niente vero che ad angoli d'inclinazione via via minori la forza aerodinamica Fa aumenta (vedi esempio Allegato). Pertanto o sbagliano loro a definire questo vento sperimentale come "vento apparente" o non ci sto capendo più nulla.
C'è qualcuno che può illuminarmi?
...Inoltre gli stessi qualche pagina dopo scrivono sull'andatura di lasco:
"poichè a quest'andatura la velocità della barca è assai alta la direzione del vento apparente differisce notevolmente da quella del vento reale" - eh???
Vero che di lasco Vv è più alto che di bolina, ma l'angolo di differenza tra Vr e Va per me è sempre più ampio di bolina che di lasco. Sto cominciando a pensare che tra autore e lettore uno dei due non abbia capito una cippa - spero di essere io.