Saluto tutti, spero di non partire troppo dall'inizio, la sicurezza però scaturisce anche da una buona pianificazione iniziale, premesso che la mia esperienza è limitata alla conduzione occasionale di piccole barche avrei intenzione di intraprendere un giro degli oceani entro un paio di anni, questo comporta l'acquisto di una barca bella solida e l'acquisizione di tutte le capacità tecniche necessarie, dalla patente in avanti comprendendo il piacevole impegno del fare più esperienza possibile in acque più vicine alla costa, spero di accendere una piacevole e utile discussione (oltre ai meritati insulti)
Un saluto
Buongiorno Claudiano,
mi sembra che il tuo intervento possa essere parafrasato così:
"Partendo da una esperienza specifica di vela, barche e navigazione quasi nulla, in quanto tempo posso diventare sufficientemente competente ed abile per affrontare in sicurezza un giro del mondo in barca a vela? Possono essere sufficienti due anni per questo programma?"
Credo che la risposta dipenda dalle tue condizioni metanautiche di partenza: sei un ottimo bricoleur? hai buone basi di ingegneria, di fisica, di meteorologia, di motoristica e di impiantistica? hai manualità? hai una struttura psichica solida, equilibrata ed efficace per affrontare le novità e resiliente agli stress? hai ottime capacità manageriali? sei forte, sano e resistente, non soffri il mal di mare? parli bene l'inglese? puoi dedicare al tuo progetto tutto il tempo extra necessità primarie dei prossimi anni? puoi dedicarci svariate centinaia di migliaia di euro, oltre alla spesa di acquisto della barca?
Se possiedi tutti questi prerequisiti, oltre magari ad altri che mi sono sfuggiti, forse in due anni ce la puoi fare: assoldi a rotazione degli ottimi tutor, noleggi sempre a rotazione varie barche, studi, navighi, visiti cantieri....
Due anni restano comunque pochi, perché tutti abbiamo una limitata capacità di metabolizzare le informazioni e le esperienze, e quindi molto tempo è necessario solo per far saldamente sedimentare quanto vogliamo acquisire; ma se tu, oltre a tutto il resto, sei anche molto rapido nei processi di apprendimento forse due anni ti bastano.
Credo che in tale caso due anni ti sarebbero sufficienti per imparare a fare bene molte altre cose, invece che il giro del mondo, come fare bene il sindaco di una media città, avviare e sviluppare una solida azienda, vincere un concorso ippico internazionale...
Quindi, nell interesse tuo e dell' umanità, se tu avessi tali capacità ti suggerirei di finalizzarle al meglio scegliendo l' obbiettivo migliore.
Senza offesa, dubito però che tutti i prerequisiti siano tali da consentirti questo exploit, o altri di simile complessità.
Io credo che ogni appassionato di qualsiasi sport tenda ad avere un riferimento negli atleti "di punta" di quello sport.
Ovviamente, siccome nella vela il "gesto sportivo" viene integrato da molte altre sensazioni (libertà, autonomia, scoperta di nuove mete, sfida per portare sempre più in alto l'asticella delle proprie conoscenze e capacità, ecc.) il desiderio di lunghe navigazioni puntualmente nasce in quasi tutti.
Dal desiderio alla realizzazione il passo è tuttavia molto molto grande, non solo per mere questioni economiche e di tempo. Mi riferisco alle capacità, non solo di timonare una barca (che è l'aspetto meno importante per chi naviga su lunghe distanze, in quanto al timone ci passa davvero un tempo infinitesimo della navigazione), ma mentali, fisiche e psichiche, tecniche (meccanica, impiantistica, elettrica/elettronica) e molto molto altro.
Le lunghe navigazioni (tipo giro del mondo o traversata di qualche oceano) richiedono, a mio parere, una preparazione incredibile, che viene raggiunta (se ci si riesce, e non è assolutamente detto) molto per gradi. Bisogna essere "molto abituati" a navigare con qualsiasi tempo (e intendo proprio QUALSIASI) e non solo per qualche ora davanti al proprio porto, saper gestire stress e fatica per lunghi periodi ecc. ecc.
Qualche esempio: a molti piace la montagna, ma da questo a sognare di scalare Everest e Annapurna ce ne passa; a molti piace sciare, ma pensare di fare discese su pareti "verticali" in neve fresca ce ne passa; a molti piace nuotare ma pensare di immergersi fino a 50m e oltre in apnea....
I "mostri" che fanno la Syndey-Hobart, quelli che che navigano nei 50 urlanti non sono dei comuni mortali. Non è una questione di "loro sono in regata" io andrei più piano. Il problema è "esserci" lì in mezzo...
Non vorrei averti smontato, ma il "nostro" mediterraneo è molto più che sufficiente per divertirsi, esplorare, sentirsi liberi, fare esperienze "forti", a volte anche troppo.
IMHO
Ringrazio Stefano Di e BeppeZ per la risposta che traduce il mio quesito in termini più corretti e tecnicamente comprensibili, accetto il parere di entrambi sulla difficile realizzazione in tempi brevi e terrò molto elastico il calendario.
Credo che le indicazioni di capacità che mi avete elencato siano già un bel impegno , inizierò a depennare quelle delle skills manualità e brico per concentrarmi sul resto, primo fra tutto testare le capacità della consorte alla lunga permanenza in barca.
Le alternative che mi propone Stefano Di, a parte il vincere un concorso ippico (non in veste di cavallo) non le vedo realizzabili proprio per il desiderio di allontanarmi da questa realtà, il mare è una passione che attrae in maniera forte.
Quindi pianificazione economica, e analisi di tutte le abilità richieste, un passo alla volta e come fate chiaramente intuire Niente fretta.
Per adesso grazie.
Ai prossimi aggiornamenti
Mah, s'è visto di tutto per i settemari, sia uomini che barche con cui
non sarei andato nemmeno da Venezia al Lido, quindi se devi partire
parti e... incab.
Ciao Oudeis,
Spero di esserci presto anche io sui sette, e mi auguro di non risultare repellente per chi mi dovesse incontrare, ma soprattutto di non provocare panico per il modo di condurre la barca.
Ti ringrazio per il commento che prendo come un invito a fare bene le cose.
In futuro comunque a bordo ci sarà sempre uno spaghetto e un bicchiere per tutti.
Bye
La butto lì da inesperto, senza sapere di dove sei: una traversata Italia Canarie o un bel giro di molteplici isole greche potrebbero essere occasioni per fare pratica delle condizioni marine e psicofisiche. Come Step ulteriore c'è l'ARC, traversata con una struttura a supporto per eventuali emergenze.
Chiedo ai più esperti cosa ne pensano
Paolox9
Credo sia un buon suggerimento.
Come hai detto tu vediamo i più esperti cosa ne pensano, sono convinto che il mare può essere pericoloso anche se la costa risulta visibile e la radio ti permette di chiamare scorso immediato, quindi fare palestra senza allontanarsi dalla nostra geografica è un'ottima idea
Bye
Il mio percorso è stato , lasciando perdere l'acquaticità , nuoto agonistico , pesca subacquea , gommone come fatti propedeutici :
-Acquisto di barchetta a vela piccola con 2 amici con grande trasferimento delle relative competenze - attitudini . Uno era più skipper , uno leguleio , io nostromo cambusiere
-Acquisto di imbarcazione più grande , sempre con gli stessi soci e relative navigazioni più importanti .
-Corso cabinati a Caprera per le rifiniture .
- Acquisto imbarcazione mia e via per Croazia e Grecia con moglie e figli piccoli .
-Costante lettura di TUTTO ciò che attineva alla vela e navigazione (acc ...non c'era AdV).
Tutto ciò in quanto tempo si può "comprimere " ? Mah , comunque il periodo in società , dal punto di vista di sostegno reciproco e formazione è stato importante .
Traballi Carlo, la tua esperienza mi ripropone la necessità di non programmare i tempi totali, ma solo i passaggi utili all'acquisizione delle capacità e titoli necessari.
Mi ha incuriosito la definizione del trio, lo Skipper suppongo sia il più capace, il leguleio intuisco si sia trattato di uno che aveva già un po' di pratica e sarà stato sfruttato come prode prodiere, in fine tu hai acquisito anche grande esperienza di permanenza sotto coperta per cucinare, ovviamente oltre alle manovre in coperta .
Grazie per il commento
saluto
Claudiano66, ognuno di noi ti ha dato qualche informazione, secondo la propria esperienza.
E' assolutamente vero, come dice oudeis, che in giro si vedono barche nelle quali neanche io ci salirei per fare il traghetto da S.Elena a Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia (per chi non conosce la Laguna di Venezia, cinque minuti in vaporetto in acque interne), ma evidentemente la propensione al rischio è moooolto soggettiva.
Ci sono altre cose, in apparenza banali, di cui tenere conto: in caso di condizioni meteo avverse, che possono durare più giorni nelle lunghe navigazioni, bisogna comunque essere in grado di dormire, riposare, mangiare/far da mangiare, ecc. senza farsi sopraffare dalla fatica, che in barca è davvero una brutta compagna di viaggio, perché espone a rischi gravissimi. Dover manovrare, ridurre velatura e gestire una navigazione d'altura non è come prendere i terzaroli durante un corso di patente nautica.
Anche la resistenza individuale al mal di mare non va sottovalutata.
(23-11-2016 05:56)Claudiano66 Ha scritto: [ -> ]Ciao Oudeis,
Spero di esserci presto anche io sui sette, e mi auguro di non risultare repellente per chi mi dovesse incontrare, ma soprattutto di non provocare panico per il modo di condurre la barca.
Ti ringrazio per il commento che prendo come un invito a fare bene le cose.
In futuro comunque a bordo ci sarà sempre uno spaghetto e un bicchiere per tutti.
Bye
Ciao, vedo che mi hai capito
In realtà c'è una base "tecnica" della conduzione di barca e navigazione
e una complessa parte psicoattitudinale. La prima l'imparano abbastanza
facilmente quasi tutti, la seconda non si sa fino alla prima vera prova
Quindi ribadisco: prendi su e vai, e ne riparliamo tra un po'
In attesa del bicchiere: BV!