I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Cosa fare se motore si spegne
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Pagine: 1 2 3 4 5 6
Sun magic 44, il vento era tale da non gonfiare manco la randa. due ore di vento, tre di bonaccia, due ore di vento ecc ecc. Poi è proprio calato del tutto e siam restati li come un turacciolo.
la prevenzione migliore e non contare sul motore.
Con questo Lord ha centrato il problema.
Stiamo parlando di barca a vela, per la quale il motore è ausiliario, non è la panacea come troppi credono: manetta e vai può valere per il gommone, che è tutt'altro mezzo. Abbiate la costanza di prendere pratica sulla vostra e altre barche in modo da poter manovrare A VELA anche in acque ristrette, con onda e corrente. Vedrete che non è troppo difficile, che -salvo certi aborti galleggianti - tutte rispondono ai comandi con una buona prontezza. Naturalmente si devono evitare situazioni come quella di Rimini, se proprio vi siete cacciati nella buriana state al largo.
Pochi sono i porti "ognitempo" da noi.
Mi piacerebbe vedere tutti questi professionisti della vela pura e dura all'ingresso di un porto con vento importante. Magari un porto con ingresso di dimensioni scarse e senza spazi adeguati per manovrare. Magari anche se si è in solitaria o con nessuno in grado di dare una mano. Non dico che sia impossibile, ma di questi fenomeni non ne vedo poi molti in giro. Con forte traversia la sicurezza l'abbiamo nel cambiare porto non nel fare i fenomeni.
(07-01-2019 15:19)atnike Ha scritto: [ -> ]Mi piacerebbe vedere tutti questi professionisti della vela pura e dura all'ingresso di un porto con vento importante. Magari un porto con ingresso di dimensioni scarse e senza spazi adeguati per manovrare. Magari anche se si è in solitaria o con nessuno in grado di dare una mano. Non dico che sia impossibile, ma di questi fenomeni non ne vedo poi molti in giro. Con forte traversia la sicurezza l'abbiamo nel cambiare porto non nel fare i fenomeni.

In queste condizioni, il "duro e puro" ma anche bravo velista, non tenterebbe nemmeno l'atterraggio.

E' basico non tentare nessun atterraggio in caso di condizioni avverse, o quanto meno riservarsi un piano B che per me, sarebbe, attendere al largo e non avvicinarmi assolutamente a terra. Mi e' gia' successo, per cui parlo per esperienza vissuta.
Ok per Argo cone già menzionato da altri ADV, ogni situazione richiede, una soluzione diversa con tempi diversi, l'importante no panic, e se possibile anticipare.
(07-01-2019 15:34)bobspiderman Ha scritto: [ -> ]In queste condizioni, il "duro e puro" ma anche bravo velista, non tenterebbe nemmeno l'atterraggio.

E' basico non tentare nessun atterraggio in caso di condizioni avverse, o quanto meno riservarsi un piano B che per me, sarebbe, attendere al largo e non avvicinarmi assolutamente a terra. Mi e' gia' successo, per cui parlo per esperienza vissuta.
Esatto.
Per quanto il mare possa esser duro le scogliere lo sono dippppiù.
Anch'io ne ho qualcuna nella storia velica, sarò stato anche fortunato, ma
"l'istinto della stalla" l'ho sempre tenuto a bada, anche a costo di fare una notte in più.
(07-01-2019 23:57)oudeis Ha scritto: [ -> ]...
"l'istinto della stalla" l'ho sempre tenuto a bada, anche a costo di fare una notte in più.

Rende molto bene l'idea l'espressione: "l'instinto della stalla" .
(08-01-2019 16:31)lord Ha scritto: [ -> ]Rende molto bene l'idea l'espressione: "l'instinto della stalla" .
Vedo che mi capisci21
Ho diversi esempi di barche finite a scogli per cercare salvezza
entrando in uno dei tanti porti dall'ingresso problematico.
Io stesso in alcune occasioni ho scelto di fare alcune decine di
miglia in più, proprio per evitare di cacciarmi in guai peggiori.
Tutto giusto... per completezza, e da rianimatore, consiglio di non sottovalutare l'aspetto "fisiologico" dell'equipaggio : calore, nutrimento, abbigliamento, idratazione, riposo.... qui il comandante deve essere esigente!
Sembrano cose ovvie... ma un equipaggio "in forma" è più lucido per , eventualmente, aspettare al largo che la situazione meteo migliori....
(07-01-2019 23:08)Wally Ha scritto: [ -> ]Ok per Argo cone già menzionato da altri ADV, ogni situazione richiede, una soluzione diversa con tempi diversi, l'importante no panic, e se possibile anticipare.

non l'ho capita...

nessun intento litigioso.. solo che mi sfugge a che ti riferisci con "ok per Argo" , alla fine non è che potessimo far molto.
Semplicemente, viste le diverse condizioni nelle quali ci si è trovati con i motori momentaneamente non funzionanti, la mia decisione non poteva essere altra che aspettare che il motore si raffreddasse e per igannare l'attesa, vista l'assenza di vento,il golfo di TS e comunque la bassa velocità alla quale mi muovevo ho continuato a pescare. Argo invece era in un trasferimento probabilmente con tempi ed orari da rispettare e in un mare più profondo dove probabilmente non sarebbe riuscito a prendere nulla e quindi inutile, alla risoluzione del problema.anche perchè di differente origine.
P.S. assolutamente keep Calm&sailing moore
(08-01-2019 20:14)oudeis Ha scritto: [ -> ]Vedo che mi capisci21
Ho diversi esempi di barche finite a scogli per cercare salvezza
entrando in uno dei tanti porti dall'ingresso problematico.
Io stesso in alcune occasioni ho scelto di fare alcune decine di
miglia in più, proprio per evitare di cacciarmi in guai peggiori.

Ho solo da impare da voi Maestri !
Il meccanismo mentale che chiami "istinto della stalla" e' certamente causa come hai detto di piu ' incidenti.

Come e' pratica comune affidarsi completamente al motore. Le capitanerrie di porto dovrebbero istituire degli orari e giorni prestabiliti in cui e' possibile entrare a vela.
Aggiungo, anche se ai più sembrerà una bestemmia, che per me è meglio entrare a vela e poi andare a sbattere da qualche parte perché non si è in grado di manovrare o di ammainare, che sbattere contro la diga foranea.

Le assicurazioni ci sono anche per questo, e se niente niente ci si sa fare, si riesce a incastrarsi fra due barche o giù di lì.
Entrare a vela? Meglio lasciar perdere.
C'era un tempo, purtroppo (o per fortuna) io c'ero in cui in cui molte barche non avevano un "motore", messo fra virgolette perché spesso era come non averlo per affidabilità. Ma molte barche erano piccole per gli standard attuali, dislocamento pesante ma di poco peso per le dimensioni, spesso con chiglia allungata, andavano dritte da sole e non straorzavano. Molte avevano un secchio a poppa con ancora e calumo ed era relativamente normale andare in banchina a vela, sfruttando l'abbrivo a secco di vele.
Ma le banchine erano mezze vuote, si ormeggiava spesso fra pescherecci con le fiancate rivestite di copertoni e i pescatori erano lì a dare una mano.
Con una barca di adesso e con i pontili strapieni di oggetti di lusso non lo farei mai e se qualcuno tenta di farlo...meglio sparargli sotto al galleggiamento88
Cosa fare se il motore si spegne e "C'è BURRASCA".
In questo caso soli pochi porti hanno per l'entrata profondità e larghezza adeguata.
Chiamati Porti, accessibili solo col bel tempo con fondali di solo 3/4 m. , bisogna scegliere quelli dove entrano le navi.
Se senza equipaggio si tiene a riva un pezzettino di fiocco per manovrare e importante si prepara l'ancora per dar fondo una volta entrati, se serve.
Sulle navi a prua, quando entrano, c'è il nostromo e un marinaio pronti a dar fondo.
Parole sante Bullo,

Infatti la critica rivolta allo skipper di Rimini concerneva la scelta di non andare ad Ancona, purtroppo però tanta gente non ha esperienza abbastanza, e per loro il porto/marina di cui parli è lo standard.

Entrarci con marone in Adriatico è difficilissimo, in Tirreno meno, perché c'è meno onda sollevata dal basso fondale.

Luciano quello che dici è verissimo, ma se tu fossi in quella situazione cosa sceglieresti? andare a scogli o cercare di entrare e poi vediamo?
(09-01-2019 12:43)starghost Ha scritto: [ -> ]Parole sante Bullo,

Infatti la critica rivolta allo skipper di Rimini concerneva la scelta di non andare ad Ancona, purtroppo però tanta gente non ha esperienza abbastanza, ...

Per quella tragedia, una volta si attribuisce la colpa ad una cosa (come ad esempio lo spegnimento del motore a causa del gasolio sporco), altre volte ad altro ( ome in questo cado la scelta del porto).

Personalmente, avendo parlato direttamente con persone che hanno, per così dire "partecipato" ai fatti, mi sono fatto persuaso che l'innesco della disgrazia sia da ricercare altrove.
Che poi questo "innesco" abbia condizionato svelte sbagliate/scellerate, questo è evidente, ma "la colpa" di tutto va cercata altrove, ed on un arco temporale precedente a quello in cui sono stati materialmente mollati gli ormeggi.
Forse sbaglio, forse ha ragione Luciano/cannoniere:88:ma credevo che un velista si
dovesse formare con una completa padronanza della barca, non solo fare conto
su motori, bow-thruster ecc.
Anche le cp mostrano una certa supponenza, posso capire che abbiano
un ricco database di casini velici e che sia più comodo evitarli, ma non è giusto che si condanni preventivamente tutto.
Intanto bisogna fare una distinzione:
Emergenza? allora faccio tutto quello che ritengo meglio per scamparla senza danno, poi avremo tempo per discuterne.
Stiamo giocando? allora dobbiamo rispettare regole, prudenza e -magari- cortesia, questa sconosciuta.
Quando ho iniziato di motori se ne vedevano pochi, piccoli e incerti.
C'era sì poco traffico ma anche poche strutture, normale uscire e rientrare con precise manovre davanti alla banchina piena di gufi in maligna attesa.
Or non è più quel tempo e quell'età Smiley64 ma lo posso rifare se capita.
Facciamo una lista di porti in cui si vedono entrare e uscire vele?
A- Anzio
B-
C- Circeo, Caposele
...
Ovviamente bisogna distinguere in che condizioni si sia quando il motore dovesse lasciarci.

Nel mio intervento precedente (#76) ho descritto le tre volte in cui il motore mi ha lasciato: in due casi non c'erano le condizioni per rientrare a vela (assoluta mancanza di vento) nell'altro con calma e gesso sono rientrato a vela fin dentro la darsena, dall'Istria, dove mi aspettavano i marinai col gommone per aiutarmi all'ormeggio.

Io normalmente rientro a Lignano, se c'è vento, sempre a vela ed ammaino solo quando sono nel largo e ridossato "Porto Lignano" in cui accendo il motore dopo aver avvolto il genoa per mettermi al vento e calare la randa e quindi dopo aver riordinato e ricollocati i parabordi entrare nella darsena, fregandomene della Guardia Costiera che ogni tanto rompe pretendendo che si entri solo a motore.

Mi è capitato di rientrare anche con una forte libecciata con onde mostruose e vento ancora sostenuto (35 knt) e allora ho srotolato tutto il genoa oltre a mettere il motore al massimo per surfare sui frangenti fin dentro il canale ridossato perché conoscevo il posto, la marea era alta, anche perché il libeccio sfavorisce il deflusso dalla laguna e perché ero stanco essendo partito la mattina presto da Lussino e navigato da solo fino a Lignano sempre con vento sostenuto al giardinetto con il vecchio autopilota, Raytheon 400 alla ruota, che non teneva in quelle condizioni costringendomi a stare sempre alla ruota.

Normalmente però non entrerei mai in un porto problematico e sconosciuto a vela con motore in avaria e condizioni meteomarine serie, piuttosto aspetterei al largo o mi dirigerei ad altro porto.

Ideale da questo punto di vista è la Croazia dove grazie alle numerose isole è sempre possibile rifugiarsi in un porto o ancoraggio ridossato.

898989
Visto il titolo di questo post confesso che non avevo il coraggio di leggerlo per via dell'esperienza provats nel dicembre 2017. Mi trovavo ad imperia e praticamente ero proprietario della nuova barca da un giorno, Tutto pronto per il trasferimento destinazione porto torres. Partenza per le 17.00.
Passiamo la.mattina a fare cambusa, tiempito a tappo il serbatoio +40lt nei bidoni, filtri prefiltri nuovi, una batteria.di rispetto,tutto pronto insomma. Verso le 16.00 accendo il yanmar 56cv e faccio scaldare mezzora, sistemo le cime.scotte e molliamo gli ormeggi contanto di foto ricordo assieme al vecchio armatore, vento da ovest sui 15kn tendenza zero per le prossime 6 ore , in prossimità del fanale verde in uscita dal porto a 20 mt dal frangiflutti il motore si spegne...che dire, non ho un ricordo lucido delle sensazioni provate ....pensavo che tutti i miei risparmi erano su una barca di cui ero proprietario da poche ore e stavo andando a scogli, sarei affondato ..brutto davvero..ancora oggi dopo un anno mi vien freddo al solo pensiero. Ricordo ancora lo sguardo impaurito del mio amico lui era bloccato una statua di gesso. immediatamente ho dato un occhiata al segnavento e aperto il fiocco in 3 secondi dopo cosi son riuscito a condurre la barca fuori dal porto. Non scrivo tutto quello che mi èpassato per la mente in quei secondi ma potete facilmente immaginare...Iniziata la navigazione dovevo decidere se proseguire o rientrare vado al motore controllo i filtri che.si presentavano completamente vuoti, provovo pompetta manuale e nulla non arrivava gasolio....subito smonto il pescante del serbatoio e trovo il tubicino da 6mm ostruito da una poltiglia appiccicosa che penso sia.quello che.descrive Umengu qualche.post prima del mio .Nell emergenza realizzo un filtro in retina metallica che ho ricavato da un colino per minestra, e cosi siamo andati...che dire ..un esperienza da infarto .
Pagine: 1 2 3 4 5 6
URL di riferimento