Un amico mi ha chiesto aiuto perché le luci dell'albero (fonda, motore e illuminazione coperta) hanno smesso di funzionare. Ho controllato le connessioni a base albero, fatte con gli orridi mammuth totalmente arrugginiti, i cavi fror per installazione domestica
avevano il rame nero. Ho provato a tagliare un pezzo del cavo ma non aveva abbastanza ricchezza per arrivare al rame non ossidato. Ho provato quindi a pulire il rame con la carta abrasiva ottenendo un risultato accettabile. Grandi ringraziamenti da parte dell'amico
, peccato che solo dopo un mese siamo nuovamente daccapo. Le connessioni con i terminali Wago 221 sono perfette ma il rame del cavo è nuovamente nero per l'ossidazione.
Evidentemente la pulizia meccanica non dura, secondo voi la chimica può avere risultati migliori?
BV!
Oh grazie, non ci avevo pensato!
Cambiare i cavi dentro un albero di 18 metri, un lavoretto da niente. È già un casino quando l'albero è a terra.
BV!
... una osservazione di tecnica della manutenzione delle barche da diporto: altre normative chiedono che ogni tot anni i cavi elettrici debbano essere sostituiti. E' chiaro che i fenomeni ossidativi nell'ambiente marino sono estremi e difficilmente controllabili. Per quanto ne sappia: i cavi elettrici da usarsi a bordo (parlo di nautica da diporto) debbono essere "adatti" : rame e stagnatura superficiale. le giunzioni particolarmente accurate (terminalini pre costituiti e finiture con termorestringente), e - mia esperienza - contenute in scatole pseudo stagne, ( se plastica, non propaganti la fiamma, autoestinguenti etc) in modo che l'atmosfera interna possa variare meno possibile con le drastiche variazioni di temperatura e umidità presenti nelle barche.... nelle mie applicazioni DIY, faccio correre i cavi più possibile interni a guaine o conduit. Aggiungo la mia esperienza a bordo di nave: tutte le giunzioni erano in "junction box" stagni.... ogni volta che li si aprivano, raccoglievi un po' d'acqua. L'elettrico di bordo aveva sentenziato : "più cerchi di fare stagno, più ti accorgerai che raccogli acqua all'interno"... BV
Penso che l'unica sia saldarli.. o per lo meno stagnare i terminali
(08-07-2017 12:24)robertobaffigo Ha scritto: [ -> ]Penso che l'unica sia saldarli.. o per lo meno stagnare i terminali
Ma i cavi ossidati è difficile se non impossibile stagnarli. ..
sulla mia barchetta uso solo cavi stagnati, purtroppo sono orribilmente costosi, ma almeno non ho problemi di ossidazione.
Anche se i cavi non stagnati fossero in buone condizioni, non mi fa impazzire saldarli, quando finisce la parte saldata, in presenza di vibrazioni, si crea un punto di rottura significativo.
Niente chimica, eh?
BV!
Credo che l'unico modo per salvare i cavi dall'ossidazione sia rendere la barca stagna e utilizzare, sopratutto per i cavi che passano in basso o addirittura in sentina, cavi con doppio isolamento, interno in poliuretano, completamente impermeabile ed esterno in PVC resistente all'abrasione.
Questi cavi sono oltretutto di facile reperimento e poco costosi, sono i cavi utilizzati per i collegamenti stradali interrati e sono disponibili per i grossi diametri necessari a bordo con corrente continua a bassa tensione come il 10 mmq che ho utilizzato diffusamente per sostituire vecchi collegamenti deteriorati (frigo) o nuovi collegamenti (autopilota).
Particolare attenzione ovviamente va posta alle giunte da fare possibilmente in zone alte e protette.
I cavi stagnati sarebbero il non plus ultra se anche con doppio isolamento ma sono cari e di difficile reperimento, specie per limitate quantità.
I cavi per fotovoltaico sono stagnati e hanno doppio isolamento.
Costicchiano ma si trovano con una certa facilità.
Io per il montaggio all'esterno li ho infilati in guaina termoretraibile bianca, per maggiore protezione ma anche per motivi estetici. Secondo me andrebbe bene anche in zone umide della barca, albero o sentine.
un thread interessante, grazie
ho questo problema in barca, funziona tutto, e per me l'unica soluzione credo sia la sostituzione
avendo l'albero a terra, questo inverno ho rifatto i cavi dell'albero ma con materiale comune
adesso mi fate venire i brividi con questi materiali e tecniche speciali
la domande: fino a che punto é tollerabile il fenomeno?
e
quanto dura un impianto elettrico rifatto nuovo ma con materiale e tecniche "domestiche" ?
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Usando il cavo vecchio come sonda non è difficile la sostituzione
(08-07-2017 18:16)marcofailla Ha scritto: [ -> ]un thread interessante, grazie
ho questo problema in barca, funziona tutto, e per me l'unica soluzione credo sia la sostituzione
avendo l'albero a terra, questo inverno ho rifatto i cavi dell'albero ma con materiale comune
adesso mi fate venire i brividi con questi materiali e tecniche speciali
la domande: fino a che punto é tollerabile il fenomeno?
e
quanto dura un impianto elettrico rifatto nuovo ma con materiale e tecniche "domestiche" ?
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Quanto può durare? anche molto assai, basta garantire che il salino (non trovo una definizione più generica, ma specifica) non entri nel cavo. Da dove può entrare? dai punti di giunzione, molte volte rappresentati dai morsetti di lampade o altri aggeggi, o dai capi inseriti nei cosiddetti "mammuth". Ovvio va garantita la integrità del rivestimento (isolamento) del cavetto, meglio se doppio isolamento. Leggendo PBO (Practical Boat Owner), anni fa, trovai indicata una soluzione abbordabile per un DIY: conglobare la giunzione in un manicotto di resina (poliestere per maggior semplicità). La giunzione diventa "for life", non smontabile, e simula le "muffole cavo" dei cavi interrati sia telefonici sia di forza (anche in alta tensione)...BV
(09-07-2017 15:47)refosco Ha scritto: [ -> ] (08-07-2017 18:16)marcofailla Ha scritto: [ -> ]un thread interessante, grazie
ho questo problema in barca, funziona tutto, e per me l'unica soluzione credo sia la sostituzione
avendo l'albero a terra, questo inverno ho rifatto i cavi dell'albero ma con materiale comune
adesso mi fate venire i brividi con questi materiali e tecniche speciali
la domande: fino a che punto é tollerabile il fenomeno?
e
quanto dura un impianto elettrico rifatto nuovo ma con materiale e tecniche "domestiche" ?
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Quanto può durare? anche molto assai, basta garantire che il salino (non trovo una definizione più generica, ma specifica) non entri nel cavo. Da dove può entrare? dai punti di giunzione, molte volte rappresentati dai morsetti di lampade o altri aggeggi, o dai capi inseriti nei cosiddetti "mammuth". Ovvio va garantita la integrità del rivestimento (isolamento) del cavetto, meglio se doppio isolamento. Leggendo PBO (Practical Boat Owner), anni fa, trovai indicata una soluzione abbordabile per un DIY: conglobare la giunzione in un manicotto di resina (poliestere per maggior semplicità). La giunzione diventa "for life", non smontabile, e simula le "muffole cavo" dei cavi interrati sia telefonici sia di forza (anche in alta tensione)...BV
Anche una bella passata di nastro autoagglomerante, se fatta bene, non fa passare nulla e, se del caso, può essere anche rimossa.
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Nulla possiamo davanti al nascere o al morire. L'unica cosa che possiamo (e che dobbiamo), è assaporare l'intervallo!
Anche il termoretraibile è una bella soluzione veloce e pulita.
Esiste guaina con retraibilità 2:1 e 3:1. Una scaldata con fon e non passa più nulla.
Procedimento MOLTO delicato:
Il rame ossidato si pulisce perfettamente con acido muriatico ma il trattamento DEVE essere veloce fermandolo non appena si vede il rosa del rame e va completato con una buona neutralizzazione in una soluzione basica che puo' essere semplice acqua e bicarbonato di sodio (un cucciaino in mezzo bicchiere d'acqua). Il tutto va poi sciacquato ripetutamente in acqua distillata (lava meglio di quella di rubinetto) cambiata almeno un paio di volte per rimuovere tutti i sali residui, si asciuga con il phon e il filo sembra nuovo ed e' perfettamente stagnabile.
Chiaramente se il filo e' gia' troppo corroso il trattamento non lo ricostruisce...
Grazie Ian, è quello che volevo sapere.
BV!
La chimica c'è, è la normale pasta disossidante per saldature, basta metterla abbondante e scaldare con saldatore o fiamma o pistola termica. Anche gli stagnini che saldano il rame fanno così, prima disossidano poi saldano.
(11-07-2017 15:03)ste.fano Ha scritto: [ -> ]La chimica c'è, è la normale pasta disossidante per saldature, basta metterla abbondante e scaldare con saldatore o fiamma o pistola termica. Anche gli stagnini che saldano il rame fanno così, prima disossidano poi saldano.
La normale pasta disossidante per elettronica e' "colofonia" o altri prodotti organici simili, quella che usano gli stagnini e' una mistura gelificata di cloruro di zinco e acido cloridrico (in piccola percentuale). La prima non disossida a sufficienza poiche' e' studiata solo per impedire l'ossidazione durante la saldatura di parti gia' abbastanza pulite, la seconda disossida in quanto corrosiva ma e' difficile da asportare e la sua azione si protrae nel tempo anche dopo la saldatura, la procedura che ho indicato permette, se fatta con cura, di asportare ogni residuo corrosivo e di effettuare una buona saldatura con stagno "preparato" (quello con gia' la pasta antiossidante al suo interno) per elettronica che e' protettivo nei confronti della corrosione (la pasta non e' acida).
(11-07-2017 16:19)IanSolo Ha scritto: [ -> ] (11-07-2017 15:03)ste.fano Ha scritto: [ -> ]La chimica c'è, è la normale pasta disossidante per saldature, basta metterla abbondante e scaldare con saldatore o fiamma o pistola termica. Anche gli stagnini che saldano il rame fanno così, prima disossidano poi saldano.
La normale pasta disossidante per elettronica e' "colofonia" o altri prodotti organici simili, quella che usano gli stagnini e' una mistura gelificata di cloruro di zinco e acido cloridrico (in piccola percentuale). La prima non disossida a sufficienza poiche' e' studiata solo per impedire l'ossidazione durante la saldatura di parti gia' abbastanza pulite, la seconda disossida in quanto corrosiva ma e' difficile da asportare e la sua azione si protrae nel tempo anche dopo la saldatura, la procedura che ho indicato permette, se fatta con cura, di asportare ogni residuo corrosivo e di effettuare una buona saldatura con stagno "preparato" (quello con gia' la pasta antiossidante al suo interno) per elettronica che e' protettivo nei confronti della corrosione (la pasta non e' acida).
Allora forse la "Pasta salda" di una volta era diversa, ricordo che quando mi insegnarono le prime saldature elettroniche (si usava spesso rame e componenti di recupero quindi anche ossidati) era prassi anche allora prima disossidare poi saldare. Ti parlo degli anni 70 ed esisteva anche lo stagno senza anima disossidante, quindi era indispendabile in alcuni casi questo procedimento.