26-08-2017, 17:19
Partiamo con ordine.
La valvola di scarico bloccata non è una bella cosa, ma non c’entra nulla con gli odori.
Coma ha già detto Ian, la ragione del blocco può essere un rigonfiamento degli anelli di tenuta, o un indurimento del perno che manovra la sfera e/o della sua sede.
O, più facilmente, concrezioni residuali formate da calcare/Sali di reazione tipo quei residui duri che intasano anche i tubi e dovuti a varie ragioni, o carta igienica.
Secondo me, la cosa più probabile sono le concrezioni dei serpulidi e animaletti vari che incrostando la sfera non la fanno chiudere; in questo caso se non passa acqua si può versare un po’ di viacal o cose simili e aspettare un paio d’ore, se passa acqua l’intervento dall’interno è inutile e non resta che scendere e grattare (senza rovinare la sfera) con un coltellino o cose simili. Se non son grosse cose, e questo dipende fal tempo che hanno avuto per attaccarsi, manovrando avanti e indietro la sfera con delicatezza, si possono rimuovere, sapendo che poi alla prima occasione la sfera (qualche valvola costosa si può aprire) o tutta la valvola è meglio cambiarla.
Versare un po’ di vaselina (olio d’oliva) ogni tanto, insieme al fatto di manovrarle quotidianamente salvano tante sfere.
L’acqua puzzolente ha un’altra origine: viene dal residuo di acqua di mandata che resta nello scarico, dopo l’ultimo risciacquo del cesso.
Il tubo che porta fuori, ha (deve avere) una curva il più alta possibile, con una valvolina rompisifone; alla fine del risciacquo la parte di acqua che resta a valle della curva va a mare, l’altra parte resta nel tubo e non c’è nulla da fare, perché anche le canoniche dieci pompate a cesso vuoto, espellono solo una parte dell’acqua, perché il circuito è lungo, l’aria è comprimibile, un piccolo residuo d’acqua fa da tappo e un po’ ne resta. Appena dopo la pompa di espulsione, c’è la valvola tricuspide, questa serve, appunto, per non far tornare indietro l’acqua di risciacquo, ma se solo è un po’ cotta, vecchia o ha un qualche traccia di incrostazione su uno dei labbri, non trattiene il suddetto residuo di acqua dell’ultimo risciacquo, che ritorna lentamente nel cesso, e può essere anche un litro, dipende dalla lunghezza del tubo a monte della curva. Dato che è acqua di mare, ricca di microrganismi, con un qualche residuo di morchia da tubazione, ecco che puzza molto e in fretta.
Il difetto si riscontra anche sulle pompe che hanno il blocco della membrana col contrappeso, quel sistema che impedisce (dovrebbe impedire) l’allagamento se ci si dimentica la levetta in posizione aperta, perché anche quella, basta che abbia un piccolo residuo sul labbro e trasuda.
La vera (sola) sicurezza per non avere troppa acqua in barca (affondare) è il rompisifone e il chiudere la valvole correttamente.
A questo c’è una parziale soluzione, facendo un risciacquo con acqua dolce e un po’ di candeggina, prima di lasciare la barca.
L’idea di una valvola di non ritorno sullo scarico del cesso non è praticabile perché anche la migliore delle valvole s’intasa in breve tempo; a parte che ce ne vorrebbe una del 36/38 e sarebbe da pulire spesso.
Per i serbatoi di raccolta c’è già la tre vie, che basta manovrare.
Un’altra fonte di colaticci e puzze può essere il sistema di aspirazione dell’acqua di risciacquo. In quei tubi resta sempre un po’ di acqua, la quale, come detto prima, è acqua di mare ricca di vita, facile che dopo un po’ di tempo d’inattività, al primo risciacquo puzzi.
Per evitare questo maleodorante benvenuto, sulle mie barche uso un sistema che ho già descritto in almeno altri due post e nella storia del restauro dell’Alpa.
Subito sopra la presa a mare di scarico del più vicino lavandino, monto un T con una valvola, a questa valvola faccio arrivare un tubo che parte da un T analogo montato, sempre con valvola, appena sopra la valvola di carico dell’acqua di risciacquo del cesso.
Prima di lasciare la barca, si riempie il lavandino e si aggiunge della candeggina (amuchina e/o igienizzanti vari a seconda dei portafogli) si chiudono le prese a mare dirette del lavandino e del cesso e si pompa aspirando dal lavandino la miscela che pulisce, deodora e disinfetta il tubo di carico, la tazza e il tubo di scarico.
Questo è utile anche quando, dopo una lunga inattività, o una lunga bolinata (avendo l’impianto del cesso fatto così e così) si svuota la pompa di scarico: si riempie il lavandino, si pompa e si ricarica l’impianto.
Il problema portato da mzambo è di altra natura e merita una considerazione a parte sull'intero circuito, da fare quando è chiarita meglio la domanda.
La valvola di scarico bloccata non è una bella cosa, ma non c’entra nulla con gli odori.
Coma ha già detto Ian, la ragione del blocco può essere un rigonfiamento degli anelli di tenuta, o un indurimento del perno che manovra la sfera e/o della sua sede.
O, più facilmente, concrezioni residuali formate da calcare/Sali di reazione tipo quei residui duri che intasano anche i tubi e dovuti a varie ragioni, o carta igienica.
Secondo me, la cosa più probabile sono le concrezioni dei serpulidi e animaletti vari che incrostando la sfera non la fanno chiudere; in questo caso se non passa acqua si può versare un po’ di viacal o cose simili e aspettare un paio d’ore, se passa acqua l’intervento dall’interno è inutile e non resta che scendere e grattare (senza rovinare la sfera) con un coltellino o cose simili. Se non son grosse cose, e questo dipende fal tempo che hanno avuto per attaccarsi, manovrando avanti e indietro la sfera con delicatezza, si possono rimuovere, sapendo che poi alla prima occasione la sfera (qualche valvola costosa si può aprire) o tutta la valvola è meglio cambiarla.
Versare un po’ di vaselina (olio d’oliva) ogni tanto, insieme al fatto di manovrarle quotidianamente salvano tante sfere.
L’acqua puzzolente ha un’altra origine: viene dal residuo di acqua di mandata che resta nello scarico, dopo l’ultimo risciacquo del cesso.
Il tubo che porta fuori, ha (deve avere) una curva il più alta possibile, con una valvolina rompisifone; alla fine del risciacquo la parte di acqua che resta a valle della curva va a mare, l’altra parte resta nel tubo e non c’è nulla da fare, perché anche le canoniche dieci pompate a cesso vuoto, espellono solo una parte dell’acqua, perché il circuito è lungo, l’aria è comprimibile, un piccolo residuo d’acqua fa da tappo e un po’ ne resta. Appena dopo la pompa di espulsione, c’è la valvola tricuspide, questa serve, appunto, per non far tornare indietro l’acqua di risciacquo, ma se solo è un po’ cotta, vecchia o ha un qualche traccia di incrostazione su uno dei labbri, non trattiene il suddetto residuo di acqua dell’ultimo risciacquo, che ritorna lentamente nel cesso, e può essere anche un litro, dipende dalla lunghezza del tubo a monte della curva. Dato che è acqua di mare, ricca di microrganismi, con un qualche residuo di morchia da tubazione, ecco che puzza molto e in fretta.
Il difetto si riscontra anche sulle pompe che hanno il blocco della membrana col contrappeso, quel sistema che impedisce (dovrebbe impedire) l’allagamento se ci si dimentica la levetta in posizione aperta, perché anche quella, basta che abbia un piccolo residuo sul labbro e trasuda.
La vera (sola) sicurezza per non avere troppa acqua in barca (affondare) è il rompisifone e il chiudere la valvole correttamente.
A questo c’è una parziale soluzione, facendo un risciacquo con acqua dolce e un po’ di candeggina, prima di lasciare la barca.
L’idea di una valvola di non ritorno sullo scarico del cesso non è praticabile perché anche la migliore delle valvole s’intasa in breve tempo; a parte che ce ne vorrebbe una del 36/38 e sarebbe da pulire spesso.
Per i serbatoi di raccolta c’è già la tre vie, che basta manovrare.
Un’altra fonte di colaticci e puzze può essere il sistema di aspirazione dell’acqua di risciacquo. In quei tubi resta sempre un po’ di acqua, la quale, come detto prima, è acqua di mare ricca di vita, facile che dopo un po’ di tempo d’inattività, al primo risciacquo puzzi.
Per evitare questo maleodorante benvenuto, sulle mie barche uso un sistema che ho già descritto in almeno altri due post e nella storia del restauro dell’Alpa.
Subito sopra la presa a mare di scarico del più vicino lavandino, monto un T con una valvola, a questa valvola faccio arrivare un tubo che parte da un T analogo montato, sempre con valvola, appena sopra la valvola di carico dell’acqua di risciacquo del cesso.
Prima di lasciare la barca, si riempie il lavandino e si aggiunge della candeggina (amuchina e/o igienizzanti vari a seconda dei portafogli) si chiudono le prese a mare dirette del lavandino e del cesso e si pompa aspirando dal lavandino la miscela che pulisce, deodora e disinfetta il tubo di carico, la tazza e il tubo di scarico.
Questo è utile anche quando, dopo una lunga inattività, o una lunga bolinata (avendo l’impianto del cesso fatto così e così) si svuota la pompa di scarico: si riempie il lavandino, si pompa e si ricarica l’impianto.
Il problema portato da mzambo è di altra natura e merita una considerazione a parte sull'intero circuito, da fare quando è chiarita meglio la domanda.