(01-09-2017 12:18)kpotassio Ha scritto: [ -> ] (01-09-2017 11:35)capitanbil Ha scritto: [ -> ]Ma c'è secondo voi un metodo empirico e sicuro per capire quando è necessario cambiare e prese e scarichi, e relativi rubinetti ?
forse un occhio esperto riesce a capire come stanno messe dal colore. Io sono daltonico... per me vanno sempre bene.
Lo stato di una valvola non si giudica solo dal colore, che è un'indicazione minima e valida solo con certi tipi di metallo, comunque mai sicura, ma dallo stato generale del corpo; la sfera (parlando delle valvole a sfera) è rarissimo che si deteriori e succede solo se uno ci va a grattare, l’anello di guarnizione per la tenuta è un po' più delicato, ma quello, al massimo trafila qualche goccia.
Se il corpo valvola è di un certo tipo, sia la sfera che la guarnizione si potrebbero cambiare, e si potrebbero e non si possono, perché è difficile trovare i ricambi, non è semplice aprire (e rimontare bene) una valvola, vecchia poi, e ci sono dei problemini a sfilare il perno; economicamente non ne vale mai la pena.
Per sapere come sta la valvola, quello che è da esaminare è il corpo valvola, che può essere di ottone, di acciaio, di bronzo, di bronzo al carbonio, di hastelloy, e anche altri materiali dai quali è meglio star lontani. Le valvole di materiale sintetico le conosco poco, le ho usate solo su impianti di abbattimento polveri e non ho opinioni se usate sulle barche.
I nemici dei corpi valvola sono le corrosioni di vario tipo e sul Forum ci sono dei romanzi al riguardo, un buon impianto di equipotenzialità mette al riparo le valvole dalle correnti di vario tipo, anche queste oggetto di dotte e interessanti disquisizioni sul Forum.
In genere per il corpo si parte da una fusione che viene lavorata in vario modo, e escludendo le valvole certificate che, se buone, danno garanzie e usate solo in un piccolo numero di casi per via del prezzo, le fusioni sono una specie di scommessa.
Porosità, microcrepe e accidenti del genere inficiano la durata della valvola.
L’ottima qualità di una valvola è un parametro né tenuto in considerazione, né apprezzato, perché il prezzo è la prima considerazione di molti, quindi è facile che si trovino montate cose che hanno una durata limitata nel tempo. Questo è il principale motivo per il quale dopo un po’ di anni di onorato servizio è prudente/consigliato cambiare le valvole, ma non è detto che valvole di ottima qualità, ben montate e protette non durino qualche decennio.
Detto ciò, tralasciando quelli del mestiere che sanno riconoscer “a pelle” le valvole ammalorate, la martellata è un buon sistema, ma il manico del martello deve sapere ciò che fa: non un pestone modello “magutt incazzato”, ma, dopo aver tolto le tubolature, si danno leggeri colpi al corpo valvola e se ne ascolta il suono. Difficile dire quale deve essere, ma avendone sentito uno buono e uno cattivo, si riconosce per sempre.
A seguire si prova con una lima piatta e a grana fine a grattare da un paio di lati scoprendo un quadratino di superficie di almeno un centimetro e mezzo per altrettanto, il colore in questo caso dice, cioè deve essere lucido, uniforme e “sapere di pulito”, senza microfori, granulosità o minicricche.
Le macchie di ruggine non sono mai dovute alle valvole, ma ai manettini di manovra e non sono l’indicazione assoluta per la sostituzione di tutta la valvola, perché il perno di manovra è dello stesso materiale della sfera.
Le macchie tipo “verderame” vanno indagate bene, perché possono anche essere dovuto al ristagno di acqua salata/liquidi vari intorno al corpo valvola: basta pulire con una spugnetta scotch brite, sapone e sciacquare, se la valvola torna a “brillare” va bene e può restare, se il colorito verde/rossastro si ripropone dopo il lavaggio, meglio cambiare.
Cricche, fessure, parti corrose (anche minime) sono la certa indicazione rompere gli indugi.
Per le valvole bloccate, non è detto che siano da buttare perché potrebbero esserci delle concrezioni sulla sfera che ne impediscono la chiusura; ora, se sono serpulidi o calcare, si possono pulire senza rovinare la sfera o la guarnizione, diversamente non c’è rimedio. Va da se che sforzare oltremodo sul manettino/perno in acqua, senza sapere lo stato della sfera, è sempre rischioso.
Per le valvole a saracinesca, quelle tipo Blakes e simili, sostanzialmente valgono gli stessi criteri di giudizio, con i pregi e i limiti propri di quei tipi di valvola.
Personalmente sconsiglio vivamente di montare gomiti dopo le valvole, a meno che non se ne possa proprio fare a meno, perché un pezzo di tubo lungo quanto basta per arrivare dopo il galleggiamento, infilato sul porta gomma della valvola permette di versare anticalcare se sforza la sfera, di vederne lo stato di incrostazione e lubrificala dove non è possibile in altri modi.
Mi è capitato un caso nel quale con una valvola da un pollice mi restasse in mano il manettino, perché si era spezzato il perno all’attaccatura della sfera, non sapevo che prima avevano provato sforzando avanti e indietro con notevole impegno. (A Roma dicono: e dalli e dalli, si spezzano pure i metalli).
Mi è anche capitata una valvola di un cesso in ottonaccio, diagnosi mia: “guardi che è da cambiare immediatamente” armatore “ma no che funziona ancora”. Al solo toccarla gli è rimasta in mano con tutto il passascafo: armatore terrorizzato e per fortuna eravamo in marina, per cui subito piede sul foro, poi stracci forzati dentro e corsa in vasca per l’alaggio. Questo per dire che anche solo guardando se lo stato della valvola è pietoso si capisce.
I porta gomma che sono attaccati alla valvola, ne seguono il destino, anche se la loro rottura non è critica, ma è solo un pasticcio cambiarli, perché il solo moncone difficilmente si sfila.
I passascafi in genere sono di materiale migliore delle valvole, possono anche durare di più, fatte salve le corrosioni di vario tipo, ma se come spesso capita le valvole sono assemblate con un sigillante forte, svitarle senza muovere il passascafo è difficile, ci si può riuscire con un po’ di fortuna e tanta bravura, ma mai scaldando: perché i materiali dello scafo mal sopportano le alte temperature, e perché solo col cannello e un intervento rapido si può riuscire.
In pratica la fiamma deve bruciare il sigillante, perché se si spera solo nella dilatazione, o si è velocissimi o si scaldano in maniera uguale i due componenti, e tanto vale.
Il miglior sistema per sigillare il complessivo passascafo/valvola/porta gomma, è quello usato dai gasisti/idraulici: stoppa e pasta: sigilla benissimo, dura per sempre e si riesce sempre a smontarne un pezzo solo senza muovere tutto. (Perdono Padre perché ho peccato: anche io un paio di volte ho incollato i giunti
Non so se tutto questo romanzo possa servire, ma è difficile trasmettere l’esperienza da una tastiera; spero solo che sia utile a qualcuno.