11-11-2017, 20:25
13-11-2017, 09:44
Ciao, io sto prendendo membrane filmless in twaron. È aramidica, con i problemi uv delle aramidiche, ad ogni modo dentro il taffetà non dovrei avere problemi. Spero..
13-11-2017, 11:46
Ciao carmine, ne farai un uso corociera o regata ?
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13-11-2017, 12:02
Ciao. 365 giorni all'anno. Quindi crociera più qualche regata..
Randa nel lazy bag e fiocco avvolto. Considera che io esco ogni settimana e sono molto attento alla manutenzione delle vele (lavaggio, boma basso per scolare l'acqua piovana), quindi tenterò di lasciare armate queste membrane.
Randa nel lazy bag e fiocco avvolto. Considera che io esco ogni settimana e sono molto attento alla manutenzione delle vele (lavaggio, boma basso per scolare l'acqua piovana), quindi tenterò di lasciare armate queste membrane.
13-11-2017, 13:12
Scusate un piccolo chiarimento... come può una membrana essere filmless?
13-11-2017, 13:21
(13-11-2017 13:12)clavy Ha scritto: [ -> ]Scusate un piccolo chiarimento... come può una membrana essere filmless?
http://forum.amicidellavela.it/showthrea...tid=125147
13-11-2017, 13:21
(13-11-2017 13:12)clavy Ha scritto: [ -> ]Scusate un piccolo chiarimento... come può una membrana essere filmless?
Se a supporto delle fibre ci metti solo i taffettà esterni senza i film interni ottieni una membrana "filmless" ... con tutti i pro ed i contro del caso a seconda di come si guardi la questione
13-11-2017, 14:40
(13-11-2017 13:21)albert Ha scritto: [ -> ](13-11-2017 13:12)clavy Ha scritto: [ -> ]Scusate un piccolo chiarimento... come può una membrana essere filmless?
Se a supporto delle fibre ci metti solo i taffettà esterni senza i film interni ottieni una membrana "filmless" ... con tutti i pro ed i contro del caso a seconda di come si guardi la questione
Ma tu le hai usate? opinione?
13-11-2017, 19:30
Sì, in particolare le TFI di H-Bite.
Ottimo prodotto da crociera, un po’ costosetto, ma leggero e morbido il giusto.
Personalmente peró gradisco di più le membrane “single film” che abbiamo sviluppato ultimamente fuori dal coro del filmless, che al prezzo di un filo di peso e di rigidezza in più, sono più stabili sotto carico, in particolare se questo, per motivi di regolazione o di avvolgimento parziale si disallinea rispetto al diagramma delle tensioni di progetto e dunque alla fibratura e mantengono un profilo più liscio essendo in grado di assorbire un minimo di carico di compressione e taglio tra le fibre.
In merito ai quesiti iniziali, gli aramidici “gialli” nonostante i taffettà, se non c’è uno schermo anti uv (p. es. taffettà nero o film nero o anti uv) subiscono un degrado evidenziato dal cambio di colorazione da oro a marrone ...
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Ottimo prodotto da crociera, un po’ costosetto, ma leggero e morbido il giusto.
Personalmente peró gradisco di più le membrane “single film” che abbiamo sviluppato ultimamente fuori dal coro del filmless, che al prezzo di un filo di peso e di rigidezza in più, sono più stabili sotto carico, in particolare se questo, per motivi di regolazione o di avvolgimento parziale si disallinea rispetto al diagramma delle tensioni di progetto e dunque alla fibratura e mantengono un profilo più liscio essendo in grado di assorbire un minimo di carico di compressione e taglio tra le fibre.
In merito ai quesiti iniziali, gli aramidici “gialli” nonostante i taffettà, se non c’è uno schermo anti uv (p. es. taffettà nero o film nero o anti uv) subiscono un degrado evidenziato dal cambio di colorazione da oro a marrone ...
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10-03-2018, 00:32
(13-11-2017 19:30)albert Ha scritto: [ -> ]Sì, in particolare le TFI di H-Bite.
Ottimo prodotto da crociera, un po’ costosetto, ma leggero e morbido il giusto.
Personalmente peró gradisco di più le membrane “single film” che abbiamo sviluppato ultimamente fuori dal coro del filmless, che al prezzo di un filo di peso e di rigidezza in più, sono più stabili sotto carico, in particolare se questo, per motivi di regolazione o di avvolgimento parziale si disallinea rispetto al diagramma delle tensioni di progetto e dunque alla fibratura e mantengono un profilo più liscio essendo in grado di assorbire un minimo di carico di compressione e taglio tra le fibre.
In merito ai quesiti iniziali, gli aramidici “gialli” nonostante i taffettà, se non c’è uno schermo anti uv (p. es. taffettà nero o film nero o anti uv) subiscono un degrado evidenziato dal cambio di colorazione da oro a marrone ...
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Interessante, anch'io sto valutando di fare il genoa nuovo in filmless, il concetto mi sembra convincente, ma non avendone esperienza diretta mi interessa approfondire senza preconcetti. Invece non capisco per esempio Semeraro che propone come ultimo grido il "film strutturale" che mi pare una contraddizione in termini. Perchè la struttura non dovrebbe fare la struttura e i due layer esterni (indipendentemente dal materiale) il contenimento?
Sia tu che Semeraro nel suo sito parlate poi di carico di - compressione - puoi spiegare meglio il concetto applicato alle vele? Le fibre per me lavorano essenzialmente a trazione, altro discorso è trazione e compressione sulla sezione del sandwich, e, allora, avendo all'interno la parte strutturale, il filmless mi sembra il concetto migliore per evitare delaminazioni e scollamenti, a livello proprio di forze in campo. Il carico lo gestisce così la fibratura, e i due taffettà quello in trazione e quello compresso (a livello di sezione del manufatto) accompagnano il leggero allungamento della fibra strutturale. Dove sbaglio?
"Stabili sotto carico" cosa intenti? Io farò un genoa race, quindi nessun avvolgimento, e regolazioni abbastanza precise anche se l'uso è offshore. E per questa necessità di "stabilità" che nel t4 forte di one oltre alla fibratura orientata inseriscono due "micro structurals layers" che a vederli così sembrano avere quasi la direzione della trama e dell'ordito di un dacron classico a ferzi orizzontali?
Grazie
10-03-2018, 11:08
Su quel che fa o racconta Semeraro non posso darti io le spiegazioni.
Per quanto riguarda invece il carico di compressione, (escludendo quello importante indotto da eventuali stecche corte) dal momento che i fasci di fibre sottoposti a carico sono curvi, le fibre caricate tendono ad assumere un andamento rettilineo e dunque, dal momento che i fasci non sono paralleli tra loro, questa tendenza è maggiore sulle fibre più curve e minore su quelle più rettilinee.
Il risultato è che le fibre quando sottoposte a carico tendono ad avvicinarsi tra di loro sottoponendo a compressione il materiale che le tiene separate. Se il materiale è morbido e non è in grado di contrastare questo carico, si può apprezzare una certa ondulazione nello spazio tra i fasci di fibre.
Questo compito nelle membrane viene assolto per la maggior parte dai film esterni, mentre nel filmless il compito viene affidato al substrato di fibre in diax (0/+30/-30 gradi) costante su tutta la vela.
Spero di essere stato chiaro.
Ciao
Per quanto riguarda invece il carico di compressione, (escludendo quello importante indotto da eventuali stecche corte) dal momento che i fasci di fibre sottoposti a carico sono curvi, le fibre caricate tendono ad assumere un andamento rettilineo e dunque, dal momento che i fasci non sono paralleli tra loro, questa tendenza è maggiore sulle fibre più curve e minore su quelle più rettilinee.
Il risultato è che le fibre quando sottoposte a carico tendono ad avvicinarsi tra di loro sottoponendo a compressione il materiale che le tiene separate. Se il materiale è morbido e non è in grado di contrastare questo carico, si può apprezzare una certa ondulazione nello spazio tra i fasci di fibre.
Questo compito nelle membrane viene assolto per la maggior parte dai film esterni, mentre nel filmless il compito viene affidato al substrato di fibre in diax (0/+30/-30 gradi) costante su tutta la vela.
Spero di essere stato chiaro.
Ciao
10-03-2018, 20:16
Grazie, molto esaustivo e interessante. Ora sono curioso di provare.. Certo che differenza di peso e criticità del mylar mi fanno apparire comunque interessante questo concetto.
11-03-2018, 10:57
Aggiungo una piccola notazione su film vs. filmless, facendo un passo indietro.
I laminati e dunque il film (inizialmente era uno solo) sono nati quando in CA si cominciarono a utilizzare i tessuti aramidici. Mentre le fibre poliesteri (dacron) e poliammidiche (nylon) potevano essere stabilizzate con la calandratura e la “tempera” a caldo per ancorare i fili tra loro e quantomeno limitare la deformazione diagonale, con le fibre aramidiche ció non era possibile, dunque si pensó di incollare il tessuto su un substrato isotropo di poliestere laminato (mylar) che assorbisse tutte le tensioni off-line rispetto alla trama e all’ordito del tessuto. Chi è “datato” come me ricorda questi strati di film trasparente che si staccavano dai taffettà come la carta da fiori e lasciavano la vela morbida come un foulard.
Il passo successivo fu quello di diradare il tessuto inglobando tra due films una garza rada di fibre, in modo che tra un filo e l’altro i film si incollassero tra loro. Il materiale fu perfezionato aggiungendo fibre a X o su assi diversi (laminati multiassiali) e alleggerendo di conseguenza i film.
Con le vele pannellate, comunque, il problema dei carichi off-line rispetto all’andamento delle fibre non è risolvibile, dunque il suo bel film non si puó eliminare.
Con le membrane, invece, un’accurata progettazione riduce teoricamente a 0 i carichi off-line rispetto alle fibre e consente, sempre in teoria, di eliminare il film isotropo all’esterno o all’interno del manufatto, affidando i carichi “accidentali” alla griglia di diax che tiene tutto insieme.
In pratica va tutto bene, finchè la geometria dei carichi è quella prevista nel progetto .... ma se mi cede la drizza, oppure se avvolgo il genoa e non adeguo correttamente il punto di scotta ... i carichi non saranno più allineati alla fibratura principale di progetto e dovrà intervenire quella della griglia secondaria che non avrà comunque il film ad aiutarla a mantenere il pannello piano.
C’è da aggiungere comunque che se il materiale è deformabile, riuscirà ad assorbire un carico disallineato senza rompersi, mentre se è rigido (film), superato il carico ammissibile avrà luogo una rottura.
Della serie “nessuno è perfetto” (cit. A qualcuno piace caldo).
Buona domenica ... qui piove
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I laminati e dunque il film (inizialmente era uno solo) sono nati quando in CA si cominciarono a utilizzare i tessuti aramidici. Mentre le fibre poliesteri (dacron) e poliammidiche (nylon) potevano essere stabilizzate con la calandratura e la “tempera” a caldo per ancorare i fili tra loro e quantomeno limitare la deformazione diagonale, con le fibre aramidiche ció non era possibile, dunque si pensó di incollare il tessuto su un substrato isotropo di poliestere laminato (mylar) che assorbisse tutte le tensioni off-line rispetto alla trama e all’ordito del tessuto. Chi è “datato” come me ricorda questi strati di film trasparente che si staccavano dai taffettà come la carta da fiori e lasciavano la vela morbida come un foulard.
Il passo successivo fu quello di diradare il tessuto inglobando tra due films una garza rada di fibre, in modo che tra un filo e l’altro i film si incollassero tra loro. Il materiale fu perfezionato aggiungendo fibre a X o su assi diversi (laminati multiassiali) e alleggerendo di conseguenza i film.
Con le vele pannellate, comunque, il problema dei carichi off-line rispetto all’andamento delle fibre non è risolvibile, dunque il suo bel film non si puó eliminare.
Con le membrane, invece, un’accurata progettazione riduce teoricamente a 0 i carichi off-line rispetto alle fibre e consente, sempre in teoria, di eliminare il film isotropo all’esterno o all’interno del manufatto, affidando i carichi “accidentali” alla griglia di diax che tiene tutto insieme.
In pratica va tutto bene, finchè la geometria dei carichi è quella prevista nel progetto .... ma se mi cede la drizza, oppure se avvolgo il genoa e non adeguo correttamente il punto di scotta ... i carichi non saranno più allineati alla fibratura principale di progetto e dovrà intervenire quella della griglia secondaria che non avrà comunque il film ad aiutarla a mantenere il pannello piano.
C’è da aggiungere comunque che se il materiale è deformabile, riuscirà ad assorbire un carico disallineato senza rompersi, mentre se è rigido (film), superato il carico ammissibile avrà luogo una rottura.
Della serie “nessuno è perfetto” (cit. A qualcuno piace caldo).
Buona domenica ... qui piove
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11-03-2018, 13:19
Sempre un piacere leggerti, grazie