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Versione completa: Possibile flessione dello scafo
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Scusate non riesco a caricare foto
Refosco, ottima spiegazione. ho solo un dubbio. C'è chi dice che la barca deve potersi appoggiare tranquillamente sulla pinna/deriva (parlo di barche moderne, non a chiglia lunga). Però mi viene da pensare che lo sforzo verso il basso fatto dal peso in acqua della chiglia, sia diverso dallo sforzo verso l'alto dell'appoggio del peso della barca sulla chiglia stessa. Ovvero mi verrebbe da pensare, al fine di non stressare il punto di attacco della chiglia, che sia meglio appoggiare bene sulle culle la barca con la chiglia appesa, con una risultante di trazione, piuttosto che appoggiare tutto il peso della barca solo sullo scarpone, con una compressione. Questo per quanto riguarda il punto di giunzione scafo-chiglia.
Ovviamente, essendo più delicato lo scafo rispetto alla chiglia, si preferisce appoggiare il peso sullo scarpone per evitare flessioni puntuali dello scafo sui punti di appoggio.
Nella mia ho la possibilità di sospendita direttamente dal ragno in acciaio, strutturale in chiglia. C’è un foro sulla tuga e si passa con un gancio, un grillo adeguato, con una bella cinghia e si tira su di li.

Finché la barca è sospesa, il bulbo lavora sempre in sospensione e tira verso il basso. Quando la barca sta nell’acqua questa fatica è distribuita su tutta la superficie dello scafo; dal principio di Archimede.
Dunque negli alaggio bisogna proprio cogliere dove vanno le cinghie.

Poi quando si appoggia a terra il bulbo diventa un puntone che spinge, quindi secondo me, è molto importante la taccatura. Deve distribuire il più possibile le forze tra tutti gli appoggi.

Una volta, mentre era ancora appesa con cinghie tradizionali, l’hanno calata adagio adagio. Appena il bulbo ha toccato sull’invaso e non era del tutto in appoggio hanno cominciato a taccarla, sullo scafo, con molti appoggi.

Sono ancora in quel cantiere.
in teoria si appoggia il bulbo per il suo peso .(le cinghie restano in tensione)
poi si proceda alla taccatura nei punti di forza e si cala tutto.
le tacche a prua devono essere arretrate,sulla paratia del bagno e fanno triangolo con la pinna.
quelle a poppa sono più arretrate sulla paratia del tambuccio e tengono la poppa.
quando la barca naviga, mettiamo che finisca sotto di 2 metri la pressione sullo scafo e' di 200 grammi su cmq. pensiamo a una "tacca" che tocchi sullo scafo per 400 cmq, circa cm 20 x 20 la forza equivalente e' 400 x 200/1000=80 kg. le ho dato questa pressione solo perche.. e' cosi che si sfondano gli scafi in sandwich col gommone gonfiato a 0,2 atm.

per sopportare il peso di un barchino tipo x35 di "cristi " ce ne vogliono 50, 25 per lato!
e' abbastanza evidente che se non si vuol superare il carico della potenziale spinta idrostatica la barca deve poggiare prevalentemente sulla chiglia, diversamente i danni saltano fuori.

come dice spesso @bullo, non ci navigate su una barca che non puo essere poggiata sulla chiglia.
Cosa ne pensate di "togliere peso" dalle tacche (nr 4) utilizzando un cric che vada a puntare sulla chiglia ? Dopo le vostre informazioni Temo 4 puntelli siano pochi, e come.dicevo l invaso è leggermente inclinato...
Oggi che nessuno compra più le invasature pantografate gli scafi deformati da puntali non si contano. Se si parla di barche “normali”, con pinne “normali” il peso lo dovrebbe tenere la pinna stessa puntellando, sulle barche più lunghe o delicate, il paramezzale un metrata o due a prua e a poppa della pinna. I laterali più che altro perchè non vada giù di fianco. Ma forse vale solo per le barche che furono.
(28-03-2018 22:01)Fides Ha scritto: [ -> ]Cosa ne pensate di "togliere peso" dalle tacche (nr 4) utilizzando un cric che vada a puntare sulla chiglia ? Dopo le vostre informazioni Temo 4 puntelli siano pochi, e come.dicevo l invaso è leggermente inclinato...
se il suolo dove è poggiata è di cemento o asfalto stabile nema problema se è un poco inclinata.
se invece è su terra o terreno che ha ceduto per pioggia o altro una occhiata la darei
per raddrizzarla puoi allentare quelli più alti e alzare dall'altro lato mezzo giro per volta.
spingendo in su dal lato basso puoi fare solo danni.
occhio è un lavoro che va fatto con aiuto di uno pratico.

4 tacche su un 27 sono sufficenti a meno che non abbiano messo degli stecchini
(28-03-2018 14:25)mlipizer Ha scritto: [ -> ]Refosco, ottima spiegazione. ho solo un dubbio. C'è chi dice che la barca deve potersi appoggiare tranquillamente sulla pinna/deriva (parlo di barche moderne, non a chiglia lunga). Però mi viene da pensare che lo sforzo verso il basso fatto dal peso in acqua della chiglia, sia diverso dallo sforzo verso l'alto dell'appoggio del peso della barca sulla chiglia stessa. ....
Mah! Anch'io sono dell'opinione che le ghiglie a pinna imbullonate allo scafo, creano problemi se, per la barca a terra, si pensa di scaricare la maggior parte del peso tramite questa. Mi viene spontaneo di ragionare che se si scarica solo tutto il peso della chiglia a terra (ovvio: + o - ), la struttura scafo risulta nella condizione di minor stress. A maggior ragione indico che la pinna è origine di notevolissimi sforzi laterali che si devono scaricare sulla modesta sezione trasversale della zona di imbullonamento. (quali sforzi? si pensi a barca di bolina, onda che fa saltare e talvolta sbattere e la pinna che oltre al peso proprio e le componenti idrodinamiche, subisce accelerazioni verticali notevoli). A conferma di ciò posso dire che quasi tutte (80 % almeno) le barche a terra che ho curiosato/visionato con l'occhio attento, presentano fessure nel raccordo tra scafo e pinna. Molti armatori si sono dati da fare "per sigillare" o "far sparire" tali tracce di movimenti che non dovrebbero esistere. Per non parlare dei casi di cronaca delle barche che "hanno perso" la pinna: immagino per insufficiente resistenza alla fatica del sistema di collegamento pinna/scafo, e non per degrado per corrosione dei pernoni. Ho citato che in Inghilterra (p.es) è usuale che con la bassa marea una barca da diporto possa restare appoggiata in chiglia: mi pare ovvio pensare che il già il progettista e il costruttore prevedano tale situazione (in effetti lì è diffusa la costruzione con doppia chiglia... così non occorrono le stampelle), non altrettanto penso al vedere le nostre barche meditterranee, che privilegiano la performance a vela piuttosto che la robustezza della chiglia e la tolleranza all'incaglio.
Nape cosa significa : il paramezzale una metrata o due più a prua o a poppa della pinna?
Il paramezzale è un corso longitudinale messo sopra ai madieri, paramezzali possono essere più d'uno.
Forse volevi dire dei puntelli, meglio mettere dei cristi che si possono avvitare.
Grazie andros Wink
una delle cose da verificare sulle barche a vela taccate e' la tensione delle sartie e degli stralli. sono loro che meglio dell' apertura delle porte danno in modo immediato il quadro delle deformazioni che ha subito la barca.
se si accetta che la barca si deformi e' cosi difficile immaginare che quando la barca poggia sulla chiglia spinge in alto l' albero e che lui tramite le sarte e gli stralli tira su lo scafo?

mi fermo qui per ora, magari qualcuno ci ragiona un attimo..

@refosco.. forse e' meglio se ti ci concentri un po sui notevolissimi sforzi laterali.. non capisco perche li vedi cosi importanti.. a meno che la barca non sia piu larga che lunga.
Ciao Bullo, scusami ma mi intendo poco della terminologia costruttiva delle barche; per paramezzale intendo quello che corre da prua a poppa a centro scafo e che sopporta strallo di prua, paterazzo e pinna. Volevo dire che il peso viene scaricato per il suo grosso sulla pinna e sull' asse longitudinale al centro della carena puntellando anche verso prua e verso poppa rispetto alla pinna (ma sempre centralmente) tenendo il più scarichi possibile tutti gli altri puntelli per evitare deformazioni localizzate, dei flessi sullo scafo. Che poi una barca faccia delle torsioni o subisca deformazioni come vengono descritte qui, sinceramente, pensavo che fossero leggende metropolitane ma si vede che no.

provo a metterti una foto:
Chiglia è la spina dorsale della nave, si chiama così.
Il puntello messo dietro alla pinna di deriva non serve a nulla andava messo tra elica e timone o dopo il timone.
Ma questi cantieri non hanno dei cristi?
(29-03-2018 14:45)bullo Ha scritto: [ -> ]Chiglia è la spina dorsale della nave, si chiama così.
Il puntello messo dietro alla pinna di deriva non serve a nulla andava messo tra elica e timone o dopo il timone.
Ma questi cantieri non hanno dei cristi?

No... i "cristi" di solito li tiran fuori i clienti quando vanno a recuperar la barca Big Grin Big Grin
(28-03-2018 15:49)osef Ha scritto: [ -> ]Nella mia ho la possibilità di sospendita direttamente dal ragno in acciaio, strutturale in chiglia. C’è un foro sulla tuga e si passa con un gancio, un grillo adeguato, con una bella cinghia e si tira su di li.

Finché la barca è sospesa, il bulbo lavora sempre in sospensione e tira verso il basso. Quando la barca sta nell’acqua questa fatica è distribuita su tutta la superficie dello scafo; dal principio di Archimede.
Dunque negli alaggio bisogna proprio cogliere dove vanno le cinghie.

Poi quando si appoggia a terra il bulbo diventa un puntone che spinge, quindi secondo me, è molto importante la taccatura. Deve distribuire il più possibile le forze tra tutti gli appoggi.

Una volta, mentre era ancora appesa con cinghie tradizionali, l’hanno calata adagio adagio. Appena il bulbo ha toccato sull’invaso e non era del tutto in appoggio hanno cominciato a taccarla, sullo scafo, con molti appoggi.

Sono ancora in quel cantiere.

Un X immagino...

Sistema bellissimo, fighissimo, comodissimo... tranne quando si prende una qualche tronata, lì sarebbe meglio non avere il ragno
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tanto per chiarirsi un po le idee:
la stessa barca con uno sbandamento di 25 gradi.
due disposizioni di zavorra, una nel siluro sulla chiglia, una con la zavorra sulla falchetta.

quale e' il momento a cui e' sottoposta la chiglia nei due casi?

perche molti velisti sono convinti che ci sia un grosso momento flettente nel punto di giunzione tra chiglia e scafo ?

nel caso della zavorra in falchetta si, c'e' e importante, ma se la zavorra e' appesa sotto la lama.. il suo momento si somma con quello di segno inverso che fa sbandare la barca.. o no?

a ragionarci un po.. si capisce pure che piu le chiglie sono profonde piu le barche sbandano.. o no?
(29-03-2018 14:51)Edolo Ha scritto: [ -> ]Un X immagino...

Sistema bellissimo, fighissimo, comodissimo... tranne quando si prende una qualche tronata, lì sarebbe meglio non avere il ragno

Vallo a chiedere a quelli della tragedia di Rimini, se non fosse stato meglio essere ora a spemdere dei soldi, per riparare un ragno strutturale deformato, che però ti ha salvato la vita.
@Zk, la questione è interessante ma forse sarebbe meglio aprire un filo dedicato
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