Ciao Spin,
ti ho inviato delle immagini sulla e-mail da scaricare con wetranfer, intanto alcune considerazioni che posto qui in quanto potrebbero interessare altri archeologi come te:
Sull'opportunità o meno di acquistare una barca di 40 anni non mi dilungo, ci sono molte ragioni per non farlo e altre per farlo, vedi tu, però non è una passeggiata, costano poco ma poi si spende molto per sistemarle bene. Molto difficile rivenderle dignitosamente.
Qualche caratteristica del Dufour 34 antico:
Scafo molto robusto, improbabile trovare osmosi (quei Dufuor sono precedenti all'epoca osmotica), sentina profonda, bulbo in ghisa integrato nella carena, raccordato allo scafo che può sostenere da solo l'intera barca (5000 kg.) attraverso un gancio di sollevamento in sentina che coincide con l'apertura dell'osteriggio del quadrato (teoricamente si può alare da lì senza fasce e senza infastidire troppo il paterazzo). I dadi dei prigionieri però sono affogati nella resina e non ispezionabili. L'altezza in cabina è perfino troppa. Per una barca degl'anni '70 ha una grandissima abitabilità che infatti si paga in termini di bordo libero alto.
Gli interni (mobili, porte, paioli, paratie, stipetti ecc.) sono in mogano di ottima qualità. I sei posti letto sono tutti molto grandi ( larghi e lunghi).
L'unica cabina separata è a prua, con due porte indipendenti nel disimpegno tra armadio e bagno che possono annettere il bagno alla cabina di prua o alla dinette o lasciarlo indipendente. Nella cabina di prua c'è un osteriggio apribile, ed un'altro in bagno.
Nella zona dinette ci sono due oblo fissi ed un osteriggio grande apribile, nel carteggio un oblò fisso e un apribile, in cucina uno apribile.
Non è luminosissima, ma molto ben coibentata. La coperta è in sandwich (4,5 mm vtr/30 mm. balsa/4mm. vtr.), con punti di rinforzo in corrispondenza delle zone più sollecitate (winches, gallocce, ecc.). La coperta della mia non ha alcun punto di cedimento, nessuna flessibilità, tenute degli osteriggi senza infiltrazioni.
I coperchi dei gavoni del pozzetto invece hanno ceduto (dove si batte il piede salendo e scendendo dal ponte al pozzetto) e ho dovuto ripristinare il sandwich con balsa nuova. Anche il coperchio del pozzetto ancora da segni di flessibilità, che dovrò sistemare.
L'albero non è passante, poco o niente flessibile, 4 sartie basse, 2 alte (per gli attacchi vedi foto), crocette non acquartierate.
Carena YOR quindi poppa relativamente stretta rispetto ad ora, baglio massimo non proprio a mezzanave ma leggermente a poppavia, un po' incline al rollio ma quando sbanda la prua rimane abbastanza alta rispetto alle attuali con baglio massimo quasi a poppa, che tendono di più a bagnare il musone. Bolina bene, sbandando aumenta la lunghezza al galleggiamento e si fanno anche 7,2 kt. con 15 di apparente (velocità limite teorica a barca dritta 6,6 kt.). Direi buono il passaggio sull'oda ma ho pochi termini di paragone. Generale sensazione di stabilità (dinamica), solidità e sicurezza. Barca pesante, da crociera, perdona molto e non è "nervosetta".
Randa piccola e genoa grande, anche 150%, ma comunque sempre un po' troppo orziera (ma forse sono io che la regolo male o la distribuzione dei pesi, ecc.).
Come detto il bordo libero non è poco e la barca recentemente sbandava molto con 31 kt al traverso a secco di vele ( ma c'era anche il tender sul ponte).
Era fornita con motorizzazione prevalente da 25 cv. Volvo Penta, anche se la mia nasce con 35 cv. Perkins in linea d'asse.
Timone a skeg, quindi grande robustezza e stabilità di rotta ma anche difficoltà in retromarcia con notevole effetto evolutivo in rapporto ad un sail drive.
Per ora mi fermo qui, poi se decidi di approfondire ti darò alti dettagli, e se capiti da Riva di Traiano si può organizzare un'uscita, che vale più di mille parole.
auguri per la tua ricerca.
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