Ho visto a Dusseldorf una imbarcazione che aveva installato questo dispositivo per amplificare il segnale sui radar delle barche o navi che si incrociano. Ci sono anche accessori per l'emissione di un segnale sonoro e/o un segnale flashing per chi e' a bordo.
Nessuno ne ha mai sentito parlare o ha qualche feedback? Dovrebbe sostituire il classico tubo riflettore o il prisma in metallo sulle sartie. Si chiama Sea-me.
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Spostata da Edolo per riorganizzazione forum
Per chi e' epserto di RADAR, avrei una domanda. L'antenna radar sulle barche che ne sono provviste, sostituisce il riflettore radar?
Enzo, molto chiaro grazie.
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Messaggio inserito da Enzo_Vr
In più, questo aggeggio vi fornirà due servizi ausiliari: AIS, cioè vi farà riconoscere dall'altra nave e RADAR warning, cioè vi avviserà che c'e' un'altra nave nell'arco dell'orizzonte.
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Da una letta molto veloce non mi pare che sia anche un ricevitore AIS.
http://www.sea-me.co.uk/
Ho capito che vendono ANCHE un ricevitore AIS, ma non mi pare che sia integrato in questo riflettore attivo (anche perchè l'AIS funziona fondamentalmente su un'antenna VHF).
Od ho capito male?
BV
E' un rudimentale racon che se eccitato dalle micronde di un radar invia un segnale in banda X analogo ad un eco radar.
Il problema tuttavia, a mio giudizio, non è quello di generare un segnale radar molto evidente, è che qualcuno sulle grosse unità se ne interessi.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Netlix
Ma veramente quell'oggetto TRASMETTE?
L'identificazione del target da parte del radar trasmittente, non dipende dalla quantità di energia che viene ricevuta riflessa? Non é che gli altri credono di aver rilevato una piattaforma petrolifera?
Non so se vorrei in pozzetto (vista l'asta di fissaggio) un coso che mi trasmette attraverso la testa. Per essere visibile deve emettere un bel pò di potenza ad ogni 'spazzolata' del radar dell'altra unità.
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Valerio: per prima cosa e' meglio farsi vedere. Poi vedi tu con il radar. Poi si sa, e' pur sempre una questione di c....o
SI ma....... PSICOLOGIA DELL'AVVISTAMENTO RADAR
L'ufficiale, il nocchiero o un disperato pescato chissa dove e imbarcato, vede al radar un eco molto forte, se ha come probabile ha un sistema di tracking vede anche che l'unità si muove molto lentamente, al che deduce che si tratti di una unità importante che naviga lentamente.
Quindi (pensa) anche loro mi staranno vedendo sul radar e visto che vanno piano non avranno problemi a manovrare, aspettiamo quindi che manovrino loro.
D'altra parte con le dimensioni della navi attuali un accostata non è uno scherzo rischi di perdere un sacco di tempo, dalle navi da crociera straborda l'acqua dalle piscine ecc.
Per cui tira diritto, arrivato in zona a rischio collisione comincia a scrutare il mare con il binocolo ma il barchino di pochi metri che monta il prodigioso amplificatore non lo vede nemmeno, allora si incazza e si convince che il radar non funziona, che forse è una boa con miraglio radar alla deriva (capita) o che non si capisce un cazzo e tira dritto.
Il barchino invece il radar manco ce l'ha e se ce l'ha con lo schermo da 6 pollici e l'antenna bassa sul mare che vede anche un mezzo limone alla deriva non ci capisce un kaiser, ma dice, loro mi vedranno di sicuro.
Così poi si legge sul navtex (i fortunati che ce l'hanno) SAR Trieste radio Non si hanno notizie dell'imbarcazione a vela di 9 metri Furbo 1 attesa una settimana fa nel porto di Ancona proveniente dalle Punte bianche tutte le navi segnalino avvistamenti e facciano chiamate sul canale 16 attraversando la zona interessata.
Non so se andrà così, è solo un ipotesi, tuttavia non sono convinto che la modalità del grosso eco radar sia un sistema utile.
Caro Enzo,
l'ABC non mi serve proprio.
Il radar costruisce graficamente il bersaglio dal numero N di impulsi ricevuti dal bersaglio e non da un singolo impulso. Il fatto che il radar riesca a ricostruire (con tutti i limiti che trascuriamo per semplicità) proporzionalmente i bersagli tra loro è dovuto al fatto che illumina ogni parte di ogni bersaglio per lo stesso periodo di tempo, il cosiddetto Dwell time. Se nell'ambito del dwell time io invio con un dispositivo elettronico una radiofrequenza analoga a quella di ritorno, ovvero un numero di impulsi superiori ad N e tra l'altro con un necessario ritardo (dovuto all'attivazione del sistema di risposta) il radar lo interpreta come un bersaglio più grande.
Il tuo ragionamento è corretto per un riflettore radar non per un apparato come (sembra essere) questo.
valerio, in questo caso il radar ce l'ho. Per cui se vedo, scanso.
Ho gia' incrociato di notte qualche nave ed a volte mi e' stato difficile capire che diamine avessi di fronte. Scherzi della stanchezza. Insomma mi rassicura sapere che sono stato visto. Mi suona un bell'allarme se incrocio un traghetto a qualche miglio. Conclusione, gli passo sempre in poppa. Eppoi un 'salutino' per radio comunque glielo mando....
In Francia i ministi e molti altri montano da anni (con profitto) il Mer-Veille
http://www.ciel-et-marine.com/pages/indexpag.html
costa in cosa cristiana, consuma pochissimo, vi indica su quattro punti cardinali la provenienza del segnale radar di navi e/o imbarcazioni, l'ntenna si può pure mettere dentro (sui mini è così).
ciauz
(
http://www.sea-me.co.uk), giustamente come segnalato. E’ già stato detto che non c'entra niente con l'AIS che è un'altra cosa, peraltro obbligatoria sul naviglio maggiore.
Sul sito c'è tutto scritto: consumi, istruzioni di montaggio, ecc.
Anche sull'AIS c’è scritto tutto, perciò si può notare la differenza.
Tutto il resto, comprese le opinioni, peregrine e offensive, sul presunto comportamento degli ufficiali di rotta e/o della guardia di bordo, (e peraltro non richieste) sono aria fritta, e non fanno onore né a chi le esprime né a chi le ascolta..
Non sempre sulla plancia di una nave si ha umanamente la possibilità fisica e/o il tempo di seguire/capire le seghe mentali dell’incosciente che con un guscio di noce pretende di avere diritto di passo solo perché ha a riva un paio di mutande, che lui chiama vela; ma anche volendo cedere la rotta migliore, non è né facile né rapido muovere delle tonnellate, anche solo di cinque gradi.
Per questo quasi sempre fanno conto che, come è logico e come è previsto dall’arte del buon comando, sia il naviglio minore a manovrare.
Per inciso e per esempio, dalla plancia di certe navi (portacontainers, petroliere scariche. ecc.) tutto quello che è a meno di un miglio spesso non lo si può vedere.
La responsabilità della guardia sulla navigazione, essendo una cosa seria, per legge ricade sul maggiore in grado di bordo, nella fattispecie lo skipper, che se non ha il buon senso di capire o non sa chi deve manovrare e perché (certo non una nave di linea, un traghetto o un peschereccio), è meglio che stia in casa a giocare con le barchette nella vasca da bagno.
Prima di prendere in mano un timone sarebbe meglio che molti prendessero in mano parecchi libri (tra cui alcune leggi), e magari navigassero un po’ con qualcuno che il timone l’abbia preso in mano parecchio tempo prima.
Chi capisce mi conceda e scusi lo sfogo: non pensavo che si potessero scrivere così tante fesserie (parlo anche di altri capitoli di discussione) in un solo forum.
Scusa Dafnia, non capisco. Che un comandante di barca a vela debba stare accorto e all'occasione manovrare per evitare l'abbordaggio, siamo tutti d'accordo. Questo e' facile di giorno. Che poi di notte, un comandante cerchi di farsi vedere meglio, e di farsi 'misurare' per agevolare, sia il proprio cambiamento di rotta, che quello del ferribotto di turno, non mi sembra cosa poco ortodossa. Ti posso garantire, che fino a poco tempo fa, quando non avevo il radar a bordo, a volte di notte, complice la stanchezza o il maldimare, mi era difficile capire se la nave di fronte era ferma oppure no. Se mi tagliava la rotta oppure no. Soprattutto difficile valutare la distanza. Insomma, un dispositivo per farsi vedere meglio, le luci, il VHF non devono esimere lo skipper da fare piu' il marinaio e meno il pirla, ma non significa neanche che un ferribbotto puo' fare quello che m.....a gli pare.
O mi sbaglio? E guarda che qui i libri, le leggi ed il timone li abbiamo consumati.
Mi sento un po tirato in ballo e allora rispondo.
In mare, come credo nella vita in genere tutti hanno la loro dignità ed anche il naviglio minore ce l'ha, come i pedoni di fronte all'immenso suv o l'utilitaria di fronte al tir. Le vele non sono un paio di mutande, anche piccine piccine rimangono vele e chi conduce piccole imbarcazioni non pretende che una grande nave cambi rotta visto che lui può farlo con maggiore facilità, ma non desidera, credo, neanche di essere speronato.
Ora, di incontri con navi ne abbiamo fatti tutti e qualche volta è capitato anche di trovarsi a distanze pericolose, non perché chi conduce un imbarcazione da diporto sia un
incosciente in preda a
seghe mentali che cerchi di ottenere la precedenza in una specie di duello, ma perché non è facile stimare rotta e velocità altrui, specie di notte, specie con la foschia delle notti estive ed anche perché a volte gli altri cambiano rotta ed infine perchè il moto di un grosso bastimento si apprezza con più difficoltà di quello di uno piccolo.
In quasi tutte quelle occasioni non mi è mai sembrato di essere minimamente considerato e non parlo di superpetroliere, parlo anche della navetta di servizio ai pozzi metaniferi, della bettolina, o della chiatta con i pietroni.
Ma in più vi racconto un pezzettino di vita.
Quando avevo 16 anni ero un giovane velista, ma mia mamma si era risposata con un motoscafista molto simpatico. Eravamo all'Elba e avevamo fatto la prima uscita con un sanlorenzone di 11 metri (allora era enorme)che il signore aveva testè acquistato (usato). Eravamo stati con un amico elbano, eccellente sub su una secca e lui come al solito aveva preso un cernione enorme. Senonchè al momento del ritorno un motore non partiva, poco male c'era l'altro, ma arrivati davanti ai rossi (lo dico per gli elbani) ci pianta anche il secondo (era la prima uscita dopo la revisione dei motori
). Maldestri tentativi di riparazione fanno scoppiare un incendio, prontamente domato.
Siamo fermi in mare alle sette di sera di agosto. Siccome ero bravino con l'elettronica (ero un CB) contatto Livorno radio (i VHF dovevano ancora venire e si lavorava ad onde corte) mentre l'operatore mi faceva tutte le domande del caso (tipo di imbarcazione, natura dell'emergenza ecc.) si profila il traghetto .... tutt'ora in servizio per la corsica.
Visto che faceva rotta addosso a noi e che non potevamo manovrare spariamo due stelle rosse con la very e un razzo a paracadute rosso. Non ha cambiato rotta di un grado, nonostante avesse tempo e spazio per farlo e ci è passato a piena velocità a pochi metri. L'onda ci ha investito a mezza nave, la paurosa rollata che ne è seguita mi ha scaraventato a terra strappando il microfono della radio che avevo in mano, ha fatto cadere gli altri ferendo una nostra amica alla testa, e ribaltato il vasellame interno in uno spaventoso bailame (eravamo anche pieni di polvere dell'estintore). Una mezz'ora dopo un barchino di pochi metri con un piccolo fuoribordo ed una enorme fatica ha trascinato noi e il nostro bestione in una baia dove abbiamo ancorato e (sempre con il barchino) siamo arrivati a terra in un camping. Dopo una mezz'ora vedo distintamente enormi fasci di luce che spazzano il mare, penso fossero di Nave Magnaghi che in quei giorni era a Portoferraio, ma c'erano più mezzi. Una chiamata di soccorso bruscamente interrotta e tre razzi sparati avevano messo in moto il meccanismo dei soccorsi e ci stavano cercando.
Scarpinando su uno sterrato abbiamo raggiunto (i maschi) un ristorante abbarbicato su una roccia e di li chiamato telefonicamente la CP di Portoferraio per comunicare che eravamo malconci ma salvi.
Il traghetto è di una settantina di metri e non è una portaerei.
Siccome l'ho vissuta, ho un pochino di diritto ad avere qualche dubbio sul comportamento dei professionisti del mare.
Mi fa piacere che ci siano più persone corrette che incoscienti ed evidentemente non è a loro che mi rivolgevo.
Però devo dire che in oltre cinquant'anni di mare, pirla ne ho visti ed incontrati parecchi, e se dovessi fare una statistica, purtroppo, dovrei dire che sono in leggera maggioranza (ed includo nella categoria anche quelli che non hanno idea di cosa sia il navigare).
Ma forse è una mia impressione dovuta al fatto che sono solo i più evidenti.
Navigo di notte, anche da solo, ma le reali situazioni di pericolo causate da altri, per mia fortuna, sono state rare.
E' vero che di notte non è facile capire le luci, ma secondo me non è perché non si vedono, ma perché sembrano alberi di natale.
Incontro dei pescherecci le cui luci addirittura abbagliano.
Devo anche dire che, a parte le solite (e forse non poche) eccezioni dovute alla scarsa preparazione di alcuni equipaggi raccogliticci, raffazzonati per la solita logica del profitto alto ad ogni costo, il più delle volte ho trovato colleghi professionisti cortesi, attenti e ben preparati.
Gente che non si faceva forte della propria mole.
E' loro che desidero se non difendere, almeno chiedere che siano rispettati e considerati per la loro professionalità.
Posso anche dire che la maleducazione e l’impreparazione in mare non è un fenomeno solo Italiano: ho visto Tedeschi, Austriaci e Francesi che… ma è meglio lasciar perdere.
Che ci siano professionisti del mare che sono veri pirati è cosa nota a tutti. io ad esempio ricordo il traghetto Savarese in servizio nel canale di Procida. Il Savarese era (per fortuna ora fa compagnia ai pesci) un grosso peschereccio in legno trasformato in traghetto e dato lo scarso numero di posti auto viaggiava sempre stracarico e caricava qualsiasi cosa (bus compresi). Aggiungete che per non sfigurare troppo nell'arrancare dietro i traghetti veri andava sempre a tutta forza spostando un vero tsunami e non deviava dalla rotta neanche morto per non perdere strada.
Amarcord a parte ho acquistato il numero di Practical Boat Owner di febbraio e hanno pubblicato una prova sulle luci di navigazione a led con test di visibilità.
Nell'articolo c'è una riflessione interessante, ovvero 2 miglia sono poche per permettera ad una grossa nave di scansarti. In fatti (cito a memoria e potrei sbagliare qualcosa) le grosse navi devono per legge poter manovrare in uno spazio pari a 15 volte la loro lunghezza.
Se prendiamo una nave da 120 metri tale valore è pari a 1 miglio circa, se lei va a 20 nodi e tu a 5 verso di lei i due bastimenti si avvicinano a 25 nodi e se si considerano i tempi necessari ad invertire le macchine etc.
Insomma facevano due conti e la nave ha 1/2 miglio reale per reagire... il che presuppone un aguardia veramnete assidua sul ponte...
Infatti era quello che dicevo, sia pure con qualche ironia, che capisco non sia stata gradita da tutti.
L'essere avvistati sul radar ritengo sia un pessimo sistema anticollisione anche per i problemi che tu evidenzi.