La mia barca è del 90 ha la coperta in teak , ce l'ho da 30 anni e dall'origine fino a 12 anni fa circa ho sempre usato il teak wonder , tutti e tre i prodotti (pulitore , sbiancante e olio 2 mani ). Da circa 12 anni ho sostituito il cleaner (pulitore) con idropulitrice usata "cum grano salis " e lo sbiancante con acido ossalico (diluito in acqua) comprato su EBay a circa 8 € al chilo , per finire olio della teak Wonder . Non vi dirò che il teak è come nuovo perchè 30 anni si sono portati via l'80% dello spessore , specie nei primi anni quando , inesperto , ci davo con spazzola di saggina come un forsennato , però quando è fatta fa una magnifica figura e manca solo qualche pezzetto di gommatura in tutta la barca sommando i segmenti mancanti non passo i 40 cm. Questa è la mia esperienza .
Il mio vicino di barca nel vecchio posto l'anno scorso diede dopo una leggera carteggiata e ripristino cometi con s440, olio di lino al 50% con acquaragia e l'effetto mi parve veramente venuto bene. Da quanto leggo qua ora dovrebbe ritrovarsi con i cometi distrutti. Giusto?
Quello da non fare assolutamente è la carteggiatura perchè è tempo e fatica perduti . Il legno è costituito da strati affiancati , uno è lo stato "fibroso" che è morbido e l'altro è lo strato cosiddetto strato " libroso" decisamente più duro . Con l'uso , unitamente agli agenti atmosferici , si consuma molto prima lo strato fibroso e rimane in rilievo quello libroso che abbiamo detto essere il più duro . Questo oltre che costituire un più che ottimo antisdrucciolo , protegge dal calpestio il sottostante (per spessore) strato fibroso cioè quello morbido . Va da sè che se livelliamo con la carteggiatura lo strato duro viene a mancare la protezione meccanica che preserva lo strato sottostante che in brevissimo tempo si consumerà riportando il legno alla situzione pre carteggiatura ma con un minor spessore del teak .
(16-06-2020 11:54)santicuti Ha scritto: [ -> ]una volta per tutte.
la storia che al teak gli fa bene l'acqua di mare, per il sale che mantien l'umidità ... etc. etc. ... è una balla, una balla clamorosa.
non c'è niente di più dannoso per il legno che l'umidità se non il contrario e cioe il fuoco.
l'umidità fa male al legno perchè in genere lo fa marcire, ad alcuni legni di più e ad alcuni legni di meno (quelli resinosi e /o oleosi)
i ponti una volta si bagnavano con acqua (acqua di mare cera e si usava quella) per pulirli e/o per tenerli gonfi in modo da non far passare altra acqua (pioggia o onde).
il teak non è duro e non gli fa bene l'acqua di mare ... nelle barche si usava ed usa il teak perchè le barche si facevano di legno e dovendo scegliere era meglio usare legno oleoso/resinoso (almeno per alcun parti) come teak, mogano etc
il teak vive meglio con il suo olio e la sua resina (che è idrorepellente e, motivo per cui lo si usa, impedisce che si inumidisca e marcisca)
sarebbe buona cosa trattare il teak con olio, anche con 15w40 ... uno vale l'altro, se non fosse che, da noi, dove c'è teak cè comenti e l'olio li squaglia.
poi
se non vi piace il legno sporco, lavatelo con acqua ed un po di sapone e lasciatelo asciugare bel bello al sole
se non vi piace che abbia un po di muffetta nera lungo le venature candeggiatelo e poi lavatelo con acqua abbondante e lasciatelo asciugare bel bello al sole
se non vi piace il colore naturale grigio cenere sbiancatelo - se volete anche con ossalico che però è pur sempre un acido - e poi lavatelo con acqua abbondante e lasciatelo asciugare bel bello al sole
se non ci sono comenti oleatelo (anche se l'olio acchiappa e mantiene lo sporco e dovrete lavarlo + spesso) se no fatene tranquillamente a meno
siamo al 2020 e sarebbe il caso di finirla con il cercare di trovare motivazioni tecniche a retaggi al più romantici
ipse dixit o più prosaicamente:vamolà. (ecco)