Buongiorno a tutti, spero che sia questa la sezione se no perdonatemi.
Barca lunga 7.3 metri e larga 3 da regata con scafo piatto, pala del timone esterna (es: melges 24) e abbondantemente invelata dotata di una randa squaretop con armo 9/10 crocette acquartierate e volanti. Ora vi spiego il mio problema che varia da settaggio dalla barca alla conduzione; andavamo con onda ( a mio dire 2m quando predavamo l'onda in poppa il bompresso toccava l'acqua) e 20 25 nodi di libeccio. Ogni volta che l'onda iniziava ad alzare la poppa (al timone non te ne accorgevi ancora) la barca partiva subito in straorza. L'unica soluzione che ho trovato al momento era di prenderla in poppa piena che la barca rimaneva stabile ma sai che stress..Una mano di randa con fiocco grande senza gennaker. Cosa stavamo sbagliando? Troppa randa, scafo piatto, mancava velocità che un gennaker avrebbe risolto? Le strambate erano non erano gestibili grazie a questo problema, strambavamo in planata ma il risultato non era bello da vedere. Cosa ne pensate? Consigli? Grazie a tutti
Così al volo rispetto alle condizioni sommarie che descrivi (quale andatura? immagino lasco? correre e/o navigare sicuri?) l'incriminata sembrerebbe la randa e forse non si riesce a lascare più di tanto (armo a quartiere...). Possibili soluzioni, ma chissà!...provare a lascare il vang...poi ridurre la randa...Però devo dire che la mia curiosità è un'altra: TRE metri di larghezza su 24 piedi?!?
Si è molto larga con un triangolo di prua piccolo. Avevamo una mano di randa e la balumina si apriva da sola data la quantità di aria. L'idea era di portarla al granlasco ma era solo per brevi momenti nel cavallo dell'onda. La mia ipotesi e che subivamo troppo la differenza di velocità dell'onda quindi l'esito non poteva essere che una straorza. Invece con il gennaker avremo diminuito questo delta, avremmo avuto la prua più alta e più potenza a prua. In questo caso eravamo troppo potenti a poppa e con scafo piatto ruotavamo sulla pinna come trottole. L'armatore non si fidava poi della gestione della strambata che avrebbe comportato una probabile straorza, l'ammaina parziale del gennaker con tutti i problemi che ne comportano con onda. Poi su una barca piccola strambare con le volanti è difficile esser veloci quindi le probabilità che il boma si appoggi sono molto alte. Ma la mia è una pura ipotesi, sarei curioso di sapere se poteva esserci qualche altra interpretazione. Infine pongo il quisito perchè altre barche (più strette) simili alla nostra non hanno vissuto tutto questo.
Domenica, Libeccio 20-25 nodi, Poppa piena, 7.3m x 3 m. randa Square. Considerato che in classe golf-regata sono arrivate solo 3 barche , puoi anche dire il nome della barca
Contento di essere rimasto con i piedi sotto il tavolo da quello che mi hanno raccontato.
La curiosità nasce dal fatto che con una larghezza così una pala singola potrebbe essere poco efficace a meno di non essere molto lunga...La tua interpretazione convince anche me, ma avrei dato un'altra mano alla randa e...dipende da che asimmetrico avevate a disposizione...
Difficile senza vedere, essere a bordo, ipotizzo, poca sensibilità del timoniere che non anticipa e tocca troppo il timone ma in ritardo. In poppa al gran lasco il timone si tocca il meno possibile per non far rollare la barca, vado contro corrente e cazzo il vang per non far svergolare la randa e aprirla il più possibile perchè la mia opppinione è che così si rolli di meno, il fiocco più cazzato del dovuto che mi porti alla poggia.
Chiaro, interessante il concetto del fiocco, non ci avevo pensato!
mi associo al discorso fiocco cazzato. Poteva aiutare per far rifiutare un po' la randa?
(06-10-2020 12:17)Orion_mx3 Ha scritto: [ -> ]mancava velocità che un gennaker avrebbe risolto?
L'hai detto
In quelle condizioni il peso dell'equipaggio mi sa che è più importante delle vele
Il problema che al gran lasco il fiocco non porta un cazz..a meno di barber e finezze varie, comunque al limite.
La barca in queste condizioni è sempre orziera, anticipare col timone a volte non basta. Come dice bullo parliamo di situazioni limite dove il valore del timoniere conta moltissimo nel saper sfruttare sapientemente l onda al giardinetto rispetto al subirne le conseguenze....equilibrio, sensibilità, controllo.
La velocità paradossalmente aiuta, arrivarci , dato che non è banale richiede umiltà e tante ore di volo ...
sono situazioni che sui mini lasciano gestire al pilota automatico, la randa direi che al massimo aiuta, non e' certo la colpevole numero uno.
Concordo con bullo.
Alternativa provare con due mani e gennaker.
Seconda alternativa andare più orzati, poggiare sull’onda in planata e poi tornare all’orza.
In ogni caso tanto manico al timone.
(06-10-2020 23:54)ZK Ha scritto: [ -> ]sono situazioni che sui mini lasciano gestire al pilota automatico, la randa direi che al massimo aiuta, non e' certo la colpevole numero uno.
La differenza con i mini...su un pogo3 ad esempio - a pari larghezza - una pala è sempre ben immersa...
Ho un mini, quindi le misure sono simili 6.50x3, il gennaker in quelle condizioni e' fondamentale, se sei veloce la randa non disturba. Ha ragione chi dice che in quelle condizioni si va, anche, sotto pilota, e ha ragione Albert che dice che ci vuole velocita e anche chi dice che due timoni aiutano molto. Poi i pesi a bordo sono fondamentali, se fai tutto bene strambare non e' cosi' complesso (e sui mini si fa in solo, su alcuni con le dvolanti strutturali)
Il timoniere ha esperienza di deriva? Immagino di no, la sensibilità al timone di una barca lanciata in planata fra le onde la si impara (bene) in deriva, poi sulle barche dislocanti si porta dietro il know-how e si aggiusta l'anticipo dei tempi
(07-10-2020 09:32)France WLF Sailing Team Ha scritto: [ -> ]Il timoniere ha esperienza di deriva? Immagino di no, la sensibilità al timone di una barca lanciata in planata fra le onde la si impara (bene) in deriva, poi sulle barche dislocanti si porta dietro il know-how e si aggiusta l'anticipo dei tempi
S' impara ancora meglio in windsurf dove una minima pressione sul tallone o sulle dita fanno la differenza tra un' ignobile incappellata e una libidinosa planata sul cavo d' onda
direi che vada usato sempre l'asimmetrico per poter gestire questi progetti. che hanno i loro limiti. una barca cosi deve planare in continuazione se rallenta è perduta.
(07-10-2020 09:59)Frappettini Ha scritto: [ -> ]S' impara ancora meglio in windsurf dove una minima pressione sul tallone o sulle dita fanno la differenza tra un' ignobile incappellata e una libidinosa planata sul cavo d' onda
mhmm.... mi spiace dissentire, ma la sensibilità che ti da timone e scotta in mano unitamente sedere in falchetta che la sente salire e scendere, accelerare ecc.. è quanto di più simile c'è ad un cabinato dislocante.
Concordo che il windsurf è altrettanto adatto per capire le forze e le dinamiche in gioco, ma è meno propedeutico all'uso degli strumenti che si trovano sulle barche vere (timone, scotta, rollio barca, inizio e fine della planata, preparazione alla successiva..), il windsurf in genere è più veloce delle onde, ci giochi si ma poi passi a quella successiva, nelle derive e soprattutto nei cabinati bisogna fare i conti con le onde che son più veloci della barca stessa e la sensibilità che da la deriva nella fase iniziale della planata e pure nella fase conclusiva in preparazione alla successiva onda non è riscontrabile in windsurf
Ma qui il problema era che appena l'onda toccava la poppa si doveva poggiare alla poppa e la frequenza delle onde era elevata, quindi sia andava più in poppa che altro.
Da quello che leggo direi che la soluzione doveva essere il gennaker.
Sicuramente la randa grande con una sola mano a disposizione, sottopeso in 4 e la conformazione della barca non ha aiutato.
Sono contento che tanti hanno dato tanti pareri
è un bel valore condiviso.
Grazie!