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Versione completa: Bav 44 - La brutta avventura delle bitte di prua
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@ oudeis e burrascaforza5

Posso solo supporre che nel ragionamento di orteip ci sia una sorta di galloccia decontestualizzata e per certi versi astratta.
Cioè si può assolutamente concordare che una "galloccia in sè" funziona MEDIAMENTE bene con tiri da diversi angoli e differenti inclinazioni di tiro, lo si vede bene nella pratica di quelle collocate ad esempio su pontili galleggianti (che non sono tuttavia barche...).

Non concordo però di trasferire - ad esempio - il vero e proprio CAOS di determinate situazioni di ormeggio al trincarino (tra l'altro con parti in legno) senza passare ad esempio da una bocca di rancio solidale a parti strutturalmente più importanti come il dritto di prua.

Questa osservazione la facevo N messaggi fa...ma risposte 0...quindi alla fine ha ragione...Bullo!
Mi sembra che, forse, quello che vuole dire Orteip è stato poco compreso; ci sarebbe da fare una spiegazione sia di fisica vettoriale sia di fisica-ingegnieristica, ma ricadrei nella complessità e alla fine lascerei molti confusi come già sono adesso.
Tenterò di fare una super-ultra semplificazione di quello che ha detto Orteip.
Dovete immaginare lo sforzo a cui è sottoposta la galloccia (e non chiamatela bitta; Bullo, non è una nave e nemmeno un porto !), come scomponibile in vari sotto-elementi (taglio, torsione, flessione, compressione); facciamo finta che la risultante di tutte le forze in gioco possa essere quantificata in un totale di 100 unità (non stiamo qui a guardare se Newton, Kg o altro); se io lascio la galloccia senza bocca di rancio, di queste 100 unità, per esempio, 10 saranno di torsione, 20 di flessione, 20 di compressione e 50 di taglio; ma, se io faccio passare la cima attraverso le bocche di rancio lungo la falchetta, annullerò o ridurrò molto tutti gli altri sotto-elementi (torsione, trazione, flessione, compressione) e farò concentrare quasi tutto lo sforzo solo nel taglio che quindi ricadrà sui bulloni che tengono attaccata la galloccia. Nella fisica delle costruzioni si tende sempre a cercare di distribuire gli sforzi e non di concentrarli, questo per evitare che ci siano singole parti dell'elemento (galloccia) molto sollecitate e altre che lo sono poco o affatto senza collaborare allo sforzo. Ovvio ci sarebbero molte altre cose da dire non è tutto qui, ma sto cercando di fare una semplificazione !
Spero di aver aiutato alla comprensione...
Si si ho capito benissimo cosa dice orteip...solo che i bulloni sono avvitati a un trincarino...non sono lì in astratto...
(02-01-2021 01:04)marmar Ha scritto: [ -> ]Si si ho capito benissimo cosa dice orteip...solo che i bulloni sono avvitati a un trincarino...non sono lì in astratto...

Per intenderci; il trincarino in una barca è un rinforzo longitudinale all'estremità del baglio; su questo come dici tu passano i bulloni della galloccia. Se fosse una barca di solo legno ci sarebbe il rischio che lo sforzo in direzione poppa-prua lungo l'asse della barca, potrebbe tagliare/aprire le fibre del legno disposte anch'esse longitudinalmente. Tuttavia parliamo di una barca in compositi di fibra di vetro, dove il legno rappresenta solo una componente, e visto che i bulloni sono passanti, allo sforzo partecipa anche la vetroresina che a differenza del legno non ha fibre orientate in un unica direzione (potrebbe averle se fosse fibra monoassiale, ma non credo sia il nostro caso), ed è molto più resistente del legno, circa il doppio.
Aggiungo un ultima considerazione; una galloccia ben progettata deve rompersi prima che ceda la coperta o il trincarino, quindi semmai si romperanno prima i bulloni che non il trincarino. Ripeto; se la galloccia è ben progettata...
Sul punto ha risposto bene burrascaforza5.

Dall'inizio di questo post la mia posizione è: mai generalizzare in tema di ormeggio, perchè la casistica è ampia.
Il trincarino poggia sul dormiente e qualcosa di simile, di rinforzo,, dovrebbe esserci anche nella costruzione in VTR , giunzione tra scafo e coperta, sotto ovvio deve esserci una piastra per distribuire lo sforzo.-
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