A chiusura di una veleggiata di 40 miglia con seconda parte con 15 kts e un po' di onda, dopo la boa di arrivo a circa 500 mt, una ragazza ci fa chiari segni di richiesta di aiuto, da lontano, sulla prua di una barca arrivata poco prima di noi. Ci avviciniamo prontamente, la barca è ancorata, é sola bordo, ha due persone in mare a circa 200 mt dalla barca e il ferro di cavallo in mare legato alla barca. Raggiungiamo i due e viene fuori che non erano caduti, ma si erano tuffati per una scotta che evidentemente non avevano controllato ma era in mare a fine regata e bloccava l'elica. La corrente l'onda e il vento li avevano trascinati via e non ce la facevano a nuotare.
Lo strano che siano andati in acqua in due lasciando la ragazza da sola in barca.
Un tipo di potenziale pericolo a cui non avevo mai pensato.
Con quello che ho visto ultimamente, è già tanto che non si siano tuffati in tre...
Viva il filo di Arianna...
Il comandante di questa barca, se così si può chiamare, è un imbecille. Anzi di più, un criminale, nel senso che per l'articolo del Codice della Navigazione di cui non ricordo il numero , ma lo chiamerei articolo Schettino, ha abbandonato la nave con ancora gente a bordo. Da galera. Nel senso che rischia il penale
E dai, commentiamo ma senza offese.
Se alla mia età ancora la racconto è perchè certi errori li ho evitati.
Circolava ai tempi la storiella di un motoscafo trovato al largo senza nessuno a bordo ma con segni di unghiate sanguinolente sulle murate. Si sarebbe ricostruito che l'allegra compagnia si era tuffata per il bagno scordando la scaletta (allora non usavano spiaggette e simili).
Non so se la storiella risponda a verità ma se pensate che in condizioni di calma la barca scarrocci meno di quanto voi nuotate vi assicuro che manco la Pellegrini...
Poi abbiamo sempre fatto lo "sdrusciolone" appesi a una cima mentre si viaggiava a 3/4 nodi (mai fino a 5!) e sempre con almeno 2 persone a bordo.
E "per nessun motivo" il comandante lascia il suo posto se non al sostituto di fiducia. E anche se dorme ha sempre almeno un orecchio attivo.
(12-06-2022 09:05)oudeis Ha scritto: [ -> ]Circolava ai tempi la storiella di un motoscafo trovato al largo senza nessuno a bordo ma con segni di unghiate sanguinolente sulle murate. Si sarebbe ricostruito che l'allegra compagnia si era tuffata per il bagno scordando la scaletta (allora non usavano spiaggette e simili).
C’è un film basato su situazione analoga. Evidentemente non è così rara come possa sembrare
https://it.wikipedia.org/wiki/Alla_deriva_-_Adrift
Per quella che è la mia (poca) esperienza diportistica, gli incidenti in mare dipendono perlopiù da una di queste tre ragioni:
- imprudenza e superficialità;
- ingiustificata fretta di risolvere il problema;
- mente offuscata dal panico.
Ancora oggi molte barche risultano inaccessibili dall'acqua senza avere calato la scaletta.
Personalmente, ne avessi una simile, una cima con opportuni nodi ogni trenta centimetri la terrei sempre calata con tutte le cozze che in breve si formerebbero.
(12-06-2022 08:31)giulianotofani Ha scritto: [ -> ]Il comandante di questa barca, se così si può chiamare, è un imbecille. Anzi di più, un criminale, nel senso che per l'articolo del Codice della Navigazione di cui non ricordo il numero , ma lo chiamerei articolo Schettino, ha abbandonato la nave con ancora gente a bordo. Da galera. Nel senso che rischia il penale
Mi sembra un po’ eccessivo.
Se capitasse a te di avere una cima incattivita sull’elica e fossi con tua moglie o comunque solo con un altra persona non esperta.
E fossi all’ancora, non alla deriva…
Non proveresti a risolvere il problema?
Naturalmente in questo caso sembra che le condizioni di vento fossero impegnative… ma mica l’ha lasciata sola alla deriva verso una scogliera…!
Ci sono biscaggine che stanno chiuse in un contenitore apribili dal mare tirando un cordino che ovviamente va lasciato a pelo acqua in permanenza.
Mi sembra di capire che il tutto sia successo alla fine di una regata, per cui se l'equipaggio era formato da solo 3 persone la barca doveva essere piccola, non si parla di problemi di risalita a bordo ma di allontanamento da parte della corrente sottovalutata al momento del bagno.
Molto semplicemente ha chiesto un aiuto per tagliare la cima, lasciando comunque una persona a bordo e non sono stati in grado di raggiungere la barca a causa della corrente che comunque doveva essere molto forte.
Quello che suona strano è che la ragazza rimasta a bordo che, se aveva appena partecipato ad una regata, qualcosa doveva capirne, non abbia salpato l'ancora e provveduto al recupero.
Quindi, a parte l'errore di avere sottovalutato la corrente, se non avessero dato àncora probabilmente non avrebbero avuto difficoltà a risalire in barca.
Giusto?
Certo sempre che non fossero così sotto costa da rischiare di finire sugli scogli, ma a quel punto avrebbero già fatto una valutazione della corrente.
(12-06-2022 09:53)penven Ha scritto: [ -> ]Mi sembra di capire che il tutto sia successo alla fine di una regata, per cui se l'equipaggio era formato da solo 3 persone la barca doveva essere piccola, non si parla di problemi di risalita a bordo ma di allontanamento da parte della corrente sottovalutata al momento del bagno.
Molto semplicemente ha chiesto un aiuto per tagliare la cima, lasciando comunque una persona a bordo e non sono stati in grado di raggiungere la barca a causa della corrente che comunque doveva essere molto forte.
Quello che suona strano è che la ragazza rimasta a bordo che, se aveva appena partecipato ad una regata, qualcosa doveva capirne, non abbia salpato l'ancora e provveduto al recupero.
La barca era un 40 ft. Aveva la randa issata ed era ancorata. La ragazza non poteva recuperarli avendo il propulsore inutilizzabile. Il maestrale sui 15 nodi aveva alzato un pò di onda abbastanza corta. Posizione non critica ma delicata vicino ad una diga portuale ma in posizione non ridossata. Non hanno chiesto aiuto per tagliare la cima,stavano cercando di farlo in autonomia.Direi che sarebbe utile ricordarsi prima di avviare il motore di verificare di non avere scotte in mare , se si deve immergersi per un problema come questo filare in mare preventivamente una cima galleggiante con il ferro di cavallo per tenersi in caso di corrente.
Alle volte il sommarsi di alcune disattenzioni può portare a situazioni difficili.
Magari parlandone ci può essere utile per non fare certi errori.
Il report è per spunto di riflessione costruttiva.
(12-06-2022 11:21)Maremare Ha scritto: [ -> ]Quindi, a parte l'errore di avere sottovalutato la corrente, se non avessero dato àncora probabilmente non avrebbero avuto difficoltà a risalire in barca.
Giusto?
Certo sempre che non fossero così sotto costa da rischiare di finire sugli scogli, ma a quel punto avrebbero già fatto una valutazione della corrente.
Posizione con abbastanza acqua sottovento, ma con vento teso e onda.
La boa di arrivo era ancor più sottocosta, in una posizione in cui normalmente non andresti a navigare con una barca a vela con vento che spinge in costa.
Si sono ancorati molto più fuori navigando a vela di bolina per alcune
centinaia di metri. Non si sono fidati giustamente a far derivare la barca date le condizioni.
Succede. Una cima nell'elica è andata anche a me, risolto senza problemi per fortuna.
Da dietro la tastiera è facile essere tutti bravi e saggi.
Comunque, meglio ricordarsi l'accaduto e di valutare la corrente per evitare di ripetere.
L'errore è stato quello di non legarsi alla barca.
A me è successa una cosa analoga poco dopo aver attraversato la bocca del porto commerciale di Ancona in un giorno di calma piatta di vento.
Enorme busta di plastica nera nell'elica e motore inutilizzabile in pochi secondi.
Subito ancora su 13 metri per evitare di scadere verso il porto, giù tutto il ferro di cavallo con la sua cimetta di 25 metri, maschera e pinne (non per scendere, ma per vincere la corrente che in quel tratto di mare è piuttosto intensa).
Certo che su una barca da regata maschera e pinne spesso non ci sono, allora l'unico modo di stare in sicurezza, specie con il vento che hai dichiarato, è quello di legarsi alla barca.
Poi una volta ho dovuto mettere al volo il motore sul tender per recuperare le figlie che si erano buttate in acqua di fronte ai faraglioni delle Due Sorelle a Sirolo (posto terribile per le correnti). Non ho fatto in tempo a dire "mettetevi le pinne e filate una cima", che erano già in acqua. Non lo hanno fatto mai più.
E' anche una buona occasione per ricordare che e' buona pratica istruire gli ospiti all'uso del VHF, al limite chi era rimasto in barca poteva semplicemente contattare il comitato di regata. Poi, puo' anche darsi che la ragazza sapesse benissimo usarlo ma, viste le numerose barche nelle vicinanze, ha forse preferito allertare in maniera visiva.
Comunque sorprende che questi velisti, che probabilmente proprio scarsi ed inesperti non erano, abbiano commesso un insieme di tali leggerezze, se cosi' si possono chiamare.
Crocchidù nel tuo caso devi per forza andar sotto e tagliare.
Una cima che si avvolge sull'asse ed elica prima di tuffarsi si va sotto e si fa ruotare l'asse a mano, in folle, se è dalla parte sbagliata ci si accorge subito perchè la scotta tira, se dalla parte giusta comincia a liberarsi e nella maggior parte dei casi liberi asse ed elica.
Dimenticavo che ci sono anche i piedi, li non si può.
(12-06-2022 18:27)Dato Ha scritto: [ -> ]E' anche una buona occasione per ricordare che e' buona pratica istruire gli ospiti all'uso del VHF, al limite chi era rimasto in barca poteva semplicemente contattare il comitato di regata. Poi, puo' anche darsi che la ragazza sapesse benissimo usarlo ma, viste le numerose barche nelle vicinanze, ha forse preferito allertare in maniera visiva.
Comunque sorprende che questi velisti, che probabilmente proprio scarsi ed inesperti non erano, abbiano commesso un insieme di tali leggerezze, se cosi' si possono chiamare.
Dal punto di vista sicurezza, basta guardare i video della barcolana con 40 nodi non c'è un giubbotto né una cintura, la MSR tonica di qualche anno fa idem una barca su dieci che avesse un minimo di sicurezza individuale, le "scuole vela" che mettono video dei loro corsi con -dichiarati- 35 nodi e nessuno con salvagente né cintura ("li abbiamo comunque tutti nei gavoni")...tutto sembra "vela supertop" ma l'approccio alla sicurezza è al limite dell'inesistente.
Sarei avvocato del diavolo: visto che anche facendo così di incidenti gravi sembra ce ne siano molto pochi, forse hanno ragione loro?
Quassù di corrente ce n'è e spesso non contrastabile con il nuoto e se fanno il bagno una cima in acqua la metto sempre, ma se dovesse cadere qualcuno in acqua inavvertitamente o se venisse portato via per me è subito mayday via radio. Se viene recuperato, "cancel mayday" e sono tutti contenti (compresi i soccorsi).