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Versione completa: Restauro gozzo "siracusano"
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Ieri ho visitato il centro di restauro delle barche d'epoca a Helsingør in Danimarca... Sto cercando di mettere le mani su un 35 piedi bellissimo, che ha passato gli ultimi 15 anni in secca al cantiere dove lavoro. Il fasciame è mogano legno su legno senza calafataggio.

L'unanime verdetto, proveniente da circa 200 anni di esperienza combinata come mastri d'ascia dei signori con i quali ho parlato, è stato il seguente:

1) assicurarsi che le viti sulla ruota di prua siano in bronzo e non in ottone (le teste hanno un ossido molto chiaro e servirà probabilmente una analisi di laboratorio del metallo)

2) eventualmente rinvergare i comenti troppo aperti o calafatare con cotone dove siano poco aperti. Per rinvergare, le stecche possono essere messe con epossidica o colla... le opinioni variano

3) non calafatare quelli appena segnati ma dare modo al legno di crescere un poco quando andrà in acqua... ci vuole una pompa o due per qualche giorno ed è meglio se la barca resta sulle fasce.

Qui viene il punto interessante...

4) trattare il legno con un tipo di olio di lino particolare (il maestro che ha scritto un libro che è la bibbia scandinava dell'olio di lino non c'era ma lo vedrò mercoledì) che abbia un 2% di biocida particolare (pure il nome di quello me lo daranno mercoledì): credo che sia olio crudo spremuto a freddo ma non sono sicuro. Quello che mi hanno detto è che la molecola penetra tra le fibre e spinge fuori l'umidità saturando il legno.
Il lavoro va fatto con lampade ad infrarossi e continuando ad aggiungere olio fino a completa saturazione: solo a questo punto bisogna ripulire tutto l'eccesso e poi applicare la pittura ad olio oppure un primer di Epifanes che permette il successivo uso di pittura moderna e più duratura.
Qualcuno dice di finire con una miscela di olio cotto/crudo in proporzione 8/2 ma dipende dalle preferenze.

Ero convinto di fare il trattamento epossidico incluso lo strato di tessuto da 400 g/m2 ma adesso credo proprio che opterò per l'olio di lino... oggi ho assistito alla cerimonia di "compleanno" di una barca vecchia 90 anni ed ancora in servizio... l'esperienza di quei signori è una cosa che non posso ignorare, e che sorpassa ogni considerazione commerciale... e poi ha senso usare un materiale vegetale per nutrire il legno e ridargli tenuta.

Questo è il manuale: https://www.saxo.com/dk/et-linoliesystem...8799648818

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Ho appena iniziato a leggere il libro... inizia con: "L'idea di un sistema a olio di lino è quella di impedire l'assorbimento di umidità nel legno, ma allo stesso tempo di dare all'umidità la possibilità di fuoriuscire dal legno. Ciò garantisce una bassa percentuale di umidità nel legno e la minima variazione possibile durante tutto l'anno. Il primo impedisce lo sviluppo della putrefazione e l'ultimo garantisce un minimo movimento nella struttura in legno."

Direi che la premessa é esattamente ció che chi ha la barca in legno cerca da sempre... magari l'avessi saputo venti anni fa con la mia prima Folkboat, morta per "epossidica" e poca esperienza di barche in klinker... :-(
Le barche d epoca durano tanto, tantissimo, non bisogna tralasciare che con quello che spendi annualmente e per i refit straordinari, avresti comperato 3/4 barche nuove moderne, alcune hanno praticamente cambiato tutto il faciame la struttura e la chiglia, si puo' dire che sono ancora barche originali fopo aver rimesso tutto nuovo? Ho lavorato come marinaio e sul refit di un yawl 90 piedi del 1938, il proprietario compro' il cantiere alla fine, é stato un restauro da piu di 2 milioni, 15 anni dopo fu la stessa cosa, certo che se la rifai ogni 10/20 anni dura allinfinito, chissa' se vale la pena , é una domanda che mi sono sempre chiesto
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