Si ci stiamo scrivendo, è come dici tu, sono la stessa barca. Pare che realizzata ci sia solo la sua, gli ho chiesto se si potesse vedere.
Una delucidazione, tra i metodi costruttivi, strip vs chine:
Googolando non ho capito bene se esternamente e internamente gli va fatta la stessa lavorazione con kevlar e vetroresina...
Kewlar e vetroresina (poliestere) è paleozoico. Mo si va di epoxy e tessuti impregnabili. Il kewlar si usò negli anni 80 con la vinilestere, quando le epoxy non c'erano.ma non si impregnava bene.
Si ho usato termine un po' a casa per capirsi, scusami
Quello che mi sembra è che il metodo chine necessità di più strati di tessuti e epoxy esternamente rispetto allo strip o sbaglio?
Grazie
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Più che per la quantità di strati di tessuti, che non cambia un granché, però devi vedere quale dei due sistemi sei più in grado di gestire a livello di falegnameria. A occhio col strip devi essere bravo a rastremare, col chine devi essere bravo a piegare i compensati.
Ps. Sempre in tema barca per una vita dove abitare.
Le statistiche dicono che navigherai forse il 10% del tempo, il resto ancora rade o porti.
Pertanto la scelta del progetto è fondamentale soprattutto per gli interni.
Si consiglia in generale una barca con ampi volumi interni, un bel salone finestrato per le lunghe giornate uggiose invernali, una cabina con un bel letto matrimoniale, cucina funzionale con doppio frigo e grandi volumi di stoccaggio.
Pannelli solari e eolico dissalatore etc.
Sicuramente una barca non dall'aspetto regatoso...
Più halberg rassy , o Amel Sharky etc poppe voluminose, pozzetti ben riparabili con tendalini etc per il brutto tempo, che sono una stanza in più..
Con un 36 sei al limite, poi si fa tutto con tutto, ma io personalmente mi ci sentirei strettino a starci 12 medi all'anno.
Quello che non mi piace sul calipso 36 e' la cucina per lungo che in navigazione si usa molto male, meglio quella a L subito entrando più compatta .
Un altra differenza sostanziale mi pare sia la differenza tra costruire paratie (magari con file) che le ordinate....
Ma a livello di sicurezza, di spazi interni e di robustezza che differenza c'è.
Non vedo l'ora che arrivi il libro di Lodigiani...
(25-08-2023 08:48)Rocco 76 Ha scritto: [ -> ]Volevo chiedervi tra le varie tecniche autocostruttive quale reputate migliore e più fattibile.
ciao sono il pazzo che si è cimentato nella costruzione di un trimarano di 11m e dovrei finire questo inverno (il quarto)
Concordo in tutto nelle tue motivazioni: costi spalmabili nel tempo e
"gestibili in forme diverse", la soddisfazione della realizzazione dell'oggetto tridimensionale ed infine (non vedo l'ora) la soddisfazione (speriamo) della navigazione su qualcosa su cui non hai fatto compromessi.
L'unica cosa veramente indispensabile è il tempo e la determinazione
Se non sei un provetto falegname ti consiglio il pvc, si taglia e si modella facilmente, una volta stratificato (consiglio il carbonio, il vetro non vale il risparmio) è rigidissimo e cosa più importante nella unione dei vari pezzi ti perdona tutto, un bel raccordo di 15/20mm e con una fazzolettatura in due o tre pelli qualunque imprecisione sparisce.
Sarei felicissimo di trasmetterti una valanga di esperienza e se serve di attrezzatura (considera che metti su un cantierino), chiamami quando passi da Bologna 348 7845586.
Invito esteso naturalmente a tutti gli adv interessati
Sicuro...io abito in provincia di Parma...
E allora passa ti faccio un quadro reale e completo di cosa ti aspetta
Il kevlar non si usa piu, ha una forte resistenza alle abrasioni si mette sulla parte esterna delle imbarcazioni che spiaggiano o sulle parti che sfegano, non si impregna e si delamina facilmente
Per il luogo di costruzione, io ho cercato un capannone, ai tempi (2010) se ne trovavano sfitti ma la spesa è reale 150 €/mese, un'altro costruttore della zona ha acquistato una struttura in ferro componibile con un telo di quelli tessuti impermeabili pesanti, ma in inverno è dura anche se non devi resinare. Per me l'architetto Foschi ha progettato un cutter di 11,60 quindi anche 12 metri o più li ha nel suo archivio. La mia è a triplo spigolo per costruzione in proprio, una vera corazzata costruita nell'oramai vetusto alluminio, peso circa uguale alla resina, linee molto classiche. Forse l'idea del cutter è obsoleta ma, a parte la bellezza dell'armo che si adatta perfettamente alle linee un po retro', sono convinto da parecchio che la barca te la devi fare per andarci da solo senza aiuto (poi se qualcuno ti accompagna ...meglio). Barche con vele frazionate ti permettono una più facile gestione. Inoltre con Foschi siamo arrivati alla convinzione che andare oltre i 12 metri in solitario non ha molto senso (lui diceva 10 metri, ho tirato un pochino).
Io ho scelto l'alluminio perché è leggero, taglio lamiere al computer che diventa quasi un kit, a saldare si impara (ma per i fogli grandi bisogna essere almeno in 4), lavorabile con strumenti anche hobbistici e poi lo puoi lasciare anche senza stuccature e vernici insomma è un materiale a vista se uno vuole. Questo anche per dirti che le barche, come disse qualcuno, non sono mai finite veramente e il pericolo (per quanto mi riguarda) è il fossilizzarsi sui particolari belli ma non significativi per la navigazione. Insomma ad un certo punto dovrai dire " ok basta così, variamo!" ( io ancora non l'ho fatto ma oramai è da troppo tempo che tergiverso e dovrò tirarci via !) . Credo che tu abbia tutte le carte in regola per procedere. Per una esperienza intensa vissuta, puoi vedere il blog alemar 45, che ti fai anche 2 risate. Ah, male che vada non devi smaltirlo anzi da quando ho iniziato, l'alluminio si è apprezzato parecchio!
Beh allora perché non parlare delle barche di Tross? Imho vale la pena leggere il libro, non tanto per costruire una sua barca, ma per leggere le sue considerazioni in merito all'organizzazione e all'impiantistica e soluzioni di sicurezzata, così come darei un'occhiata ai progetti Wharram, con lo stesso spirito.
Anche a me piacciono i progetti di Dix, hanno già un'impostazione moderna (quindi volumi interni significativi che sono importanti per un liveaboard)
Sinceramente ti consiglio anch'io di non costruire lo scafo, non ho mai autocostruito ma ho restaurato un paio di barchini in legno (massello e compensato) e imho non vale la pena con le tue motivazioni (conoscere bene la barca e poterci navigare tra qualche anno).
IMHO ti conviene trovare uno scafo con disegno post IOR (dal '95 in poi circa) da svuotare e riempire di nuovo, una barca che mi è molto piaciuta per la vivibilità è il Comet 11, molto indicata per la vita a bordo visto che prevede la dinette sotto il pozzetto.
Il Calypso mi sembra impostato per navigazione nei mari nordici con tanto vento e pochi spazi interni, valuta anche il tuo perimetro potenziale di navigazione.
E partire da uno scafo e poco più per ricostruire tutto?
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Mamma mia che impressione! Veramente un peccato perchè è stata lasciata andare, ma sembrerebbe una bella barca per andarci a vivere.
Sicuramente costa meno soldi e meno tempo rispetto a partire da zero.
Costi:
-3200 euro l'asta (2400 +9% diritti +22% IVA)
-Bisogna vedere se ci sono debiti in cantiere.
-Costo dello smaltimento del motore, impianti.
Velocità nel ripristino:
-Butti via tutto
-svuoti lo scafo
-ripristini il marcio (tanto)
-nuovi motori e impianti
-cambio del sartiame
-vele e scotte e vai.
Ho scritto anche a Foschi... Sinceramente con il legno un po' di esperienza l'ho ma con l'alluminio e saldatura zero assoluto.
La Calipso mi piace ma dai disegni generali (che ho comprato a 10 €) ho visto che ha il potere poppiero e la chiglia basculante, opinioni al riguardo?
Ora guardo gli altri progetti... ma il poter vedere la barca dal vivo non sarebbe male.
In generale riguardo gli spazi interni vorrei comunque in caso poterli modificare (nel limite del possibile, con l'alluminio probabilmente si è meno vincolati) e magari confrontarmi su soluzioni diverse riguardo al motore, penso ad un elettrico, con batterie, pannelli, pala eolica e generatore
Per la zona di navigazione...
Parliamo di sogni:
Varo fra 6 anni, altri 6 a navigare in tirreno con le più svariate condizioni meteo marine, chiamiamolo allenamento .
Ecco allora dovrei avere 60 anni e .... CIAO
Tornado ad oggi e riguardo lo spazio costruttivo son comunque dolori.
Spenderei sicuramente più ad affittarlo che a costruire un tettoia magari solo chiusa con dei tendoni... Ma poi umidità (qui un po' di nebbia c'è) e freddo quando ci lavoro?
A 150 € al mese (e poi trovarlo a quella cifra) in 5 anni sono 10000 €.
Hai provato a chiedere al cantiere Foschi?
Hanno costruito uno scafo dell'Albatros 36, poi messo in vendita
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Magari è ancora disponibile o, comunque, potrebbero darti utili informazioni.
@ Rocco 76
11 m che dovrebbero fungere anche da casa mi sembrano pochi anche per una persona sola. Nel conteggiare lo spazio vivibile non devi valutare soltanto la superficie calpestabile ma l’intera volumetria (non a caso per i vani abitabili degli appartamenti le norme prescrivono un’altezza minima di n. 2,70, riducibili a 2,40 come bagno e disimpegno). In una barca è invece tutto rimpicciolito, come su un camper.
Comunque, anche restando sugli 11 m, partire completamente da zero (inclusa l’esperienza costruttiva in fatto di barche che richiedono tecniche e materiali diversi rispetto a capannoni, baracche e lavori edili di varia natura) è un’impresa notevole (per costi, tempi, attrezzature e logistica) come hanno già evidenziato altri.
Se proprio ti prudono le mani (lo capisco perfettamente perché anch’io sono autocostruttore, ma di cose piccole proprio per evitare le criticità già dette) mi sembra più che valido il suggerimento di orientarsi su un buon progetto di barca usata da restaurare (ma non troppo…) che si può trovare anche con poca spesa. In questo caso l’esperienza fatta per allestire il camperino ti tornerà molto utile per gli analoghi lavori interni.
butterei un occhio anche ai progetti di david reard
Se vuoi, è in vendita solo lo scafo del Calypso fatto da un cantiere storico dell'Adriatico.