Spesso viene prospettata questa incompatibilità come una verità assoluta e a prescindere dal tipo di monocomponente (es. varie tipologie di vernici o primer) e dal tipo di bicomponente (anche qui senza specificare di quale prodotto bicomponente stiamo parlando, cioè vernice, primer o resine di vario tipo).
Senza entrare in considerazioni teoriche perché non sono un chimico, posso però dire, per mia esperienza diretta e pluriennale, che ho utilizzato, in più occasioni e per impieghi duri (quindi con esposizioni ad abrasioni ed esposizioni prolungate al sole, ai raggi UV, in acqua salata, vento, freddo e salsedine), resine epossidiche (bicomponenti economiche con filtro anti UV) come ultimo strato di protezione sopra uno smalto economico sintetico monocomponente (quelli del Brico per intenderci) che fungeva solo da colore. Ovviamente non applicavo l’epossidica fino a quando lo smalto non era completamente secco e previa abrasione dello stesso con carta fine. Dopo diversi anni questo trattamento tiene e sembra ancora nuovo, mentre su altre applicazioni di solo smalto monocomponente (anche se dato con 5 o 6 mani) sarebbe già da rifare da tempo.
Ho anche applicato, per trattamenti sui metalli, prodotti epossidici bicomponenti (resine e stucchi) su primer monocomponenti specifici per metalli, senza riscontrare alcun problema di incompatibilità, anche a distanza di molti anni.
Vorrei quindi capire meglio il fondamento di queste prospettate assolute incompatibilità tra un prodotto monocomponente e un prodotto bicomponente.
Grazie a chi vorrà fornirmi delucidazioni tecniche o di esperienza diretta al riguardo.
Colgo l’occasione per augurare un buon nuovo anno di vento a tutti i lettori di questa discussione
Forse sarebbe da considerare come "spia" i rispettivi diluenti. Mi spiego: se ho un colore ad acqua sotto posso ricoprire con bicomponente.
Le pitture sono un'opppppppppinione.-
Concordo con te sul fatto che non esista una regola universale, se il monocomponente di fondo è completamente essiccato pochi solventi riescono ad intaccarlo.
Mi viene in mente l' acetone, potrebbe essere critico.
È vero però che su molti lavori di verniciatura è rischioso tentare la sorte, specialmente su superfici estese.
Non metto in dubbio le tue esperienze positive ma dovendo verniciare uno scafo o, peggio ancora una coperta, non me la sentirei di fare esperimenti e procederei con un ciclo collaudato.
(31-12-2023 16:13)Lupicante Ha scritto: [ -> ]... dovendo verniciare uno scafo o, peggio ancora una coperta, non me la sentirei di fare esperimenti e procederei con un ciclo collaudato.
In realtà anche i miei "cicli" sono stati collaudati.... da me....
Battute a parte, vale sempre, ovviamente, la buona regola che, nel dubbio, va fatta una prova su piccole superfici.
Comunque le mie esperienze (con prodotti a base di resina epossidica) su primer e smalti sintetici monocomponenti non cercavano un risultato estetico ma solo resistente e duraturo con costo inferiore rispetto al ciclo ottimale.
Anche la migliore resina epossidica non darà mai un risultato estetico pari ad una vernice. Se dovessi riverniciare la coperta della mia barca, pure io la scarterei a priori anche se data sopra un supporto preparato con prodotti bicomponenti.
Forse c'è un po' di confusione. Per mono o bi componente normalmente ci si riferisce agli smalti. Mono possono essere acrilici, poliestere, poliuretanici, ecc. Bicomponente normalmente sono i Poliuretanici. Perchè questi ultimi non si possono dare sopra i mono, mentre il contrario si può fare senza problemi? La questione sta nel solvente: quello della bicomponente scioglie lo strato di mono sottostante, di fatto impedendo un'adesione e sollevando lo strato di mono sottostante. Questo non accade se si fa il contrario: il solvente del mono non scioglie la bicomponente sottostante. Nelle finiture di verniciatura del legno si danno diverse mani di picomponente, anche bagnato su bagnato ma per una migliore lucentezza alla fine si danno due mani di monocomponente.
La resina epossidica non è uno smalto e non contiene (quasi) solvente, ragione per cui non scioglie il substrato. Può altresì penetrare e consolidare gli strati sottostanti. La finitura epossidica non è lucida e gradevole come uno smalto, oltre al fatto che con il tempo ingiallisce (meno con i filtri anti UV). In genere su una superficie mal messa si resina, si passa un primer epossidico (sulla resina gli smalti non attaccano) dopodichè si applica la fuinitura che si desidera.
Non volevo scrivere unt rattato, anche perchè non è il mio lavoro, spero solo di aver chiarito un pochino i concetti. Un buon ferramenta queste cose le dovrebbe sapere e comunque sono spesso indicate nella descrizione dei prodotti.
Buoni lavori
Lord l'hai spiegato ma è come parlare da solo in mezzo al deserto.
Non c'è più sordo di colui che non vuol sentire.-
A parità di qualità dei componenti utilizzati, la buona riuscita di un lavoro dipende principalmente da due fattori:
1) preparazione del fondo
2) compatibilità chimica tra nuovi componenti e quelli utilizzati sullo strato precedente
Per mia esperienza anche al di fuori dell'ambito nautico, il punto 1 è predominante, nel senso che una buona preparazione di un vecchio fondo (carteggiatura, sgrassatura, ecc..) consente l'adesione di quasi tutto. In particolare se il fondo è molto vecchio.
Viceversa è un disastro.
Ho visto applicare smalto antiruggine di ottima qualità su supporto neppure carteggiato, col risultato di vedere un distacco dello smalto dopo pochi mesi.
Tornando in ambito nautico, ci sono articoli sulla presunta incompatibilità tra resina epossidica e gelcoat, ad esempio. Qualche anno fa lessi un articolo interessante che sostanzialmente spiegava che l'incompatibilità nasceva in caso di non perfetta catalizzazione dovuta ad una imprecisione nella miscela dei due componenti.
In sintesi possiamo dire che tutte le ciambelle riescono col buco, basta farle bene.
Quello che sapevo io, riportato dalle parole di un dei più riconosciuti "resinatori" del nordest, è che sopra la resina epossidica NON attacca la resina poliestere (o perlomeno lavora male). Mi viene da pensare anche per via del diverso comportamento elastico.
Smalto antiruggine? Scusa la mia ignoranza ma potresti indicare il nome e la marca.-
(05-01-2024 13:04)bullo Ha scritto: [ -> ]Smalto antiruggine? Scusa la mia ignoranza ma potresti indicare il nome e la marca.-
Se non ricordo male era la vernice gel antiruggine Saratoga
Non sapevo esistesse un prodotto che fa da antiruggine e da smalto contemporaneamente.
Io ho sempre creduto che gli smalti si diano alla fine come rifinitura.
Grazie dell'informazione.-
Eh, Roberto, dai, non ti ricordi la pubblicità con la Giovanna? (Brava Giovanna, brava!)
oh, si scherza...
La domanda seria che io mi faccio ogni volta che inizio un lavoro è : posso rischiare? Ovvero, la differenza di costo vale la spesa di non fare le cose secondo scheda tecnica e ho il tempo, la voglia, il soldo e la faccia (perchè poi al cliente glielo devi spiegare che devi rifare tutto) per rischiare, inoltre, nel caso poi succeda qualcosa anche non direttamente imputabile al mio lavoro, quanto il non rispetto della scheda tecnica mi pone in svantaggio in caso di contestazioni anche gratuite?
Ecco.
da professionista del mestiere scrivo 2 righe. per molti saranno una ovvietà ma per altri magari no.
a Ghibli che deve riverniciare l'interno della sua barca, ho consigliato di fare una prova con uno straccio imbevuto di acetone, per vedere se la vernice esistente vecchia da ricoprire con quella nuova, sia mono o bicomponente... ma pèrchè questa prova? le monocomponenti, hanno la caratteristica di asciugare senza ausilio di catalizzatori, in un tempo solitamente piu lungo del 30%. sono semplici da applicare, finito di usarle chiudi la latta ed è sempre pronta all'uso ecc.... e queste solitamente sono nitro, sintetiche, in parte acriliche, e all'acqua, ogni una con delle caratteristiche particolari.
MA allora, se asciuga ugualmente, perchè non posso sovra applicare una bicomponente ad una mono componente?
il motivo è che la MONO componente, una volta perfettamente asciugata in superficie e in spessore, "chimicamente" non ha la FORZA di reggere una sovrapposizione con una vernice BIcomponente che per asciugare crea delle tensioni superficiali importanti dovuta alla reazione del catalizzatore sullo strato su cui sono applicate.
Capirete quindi che una MONO, essendo piu "morbida" di una BI, si rimuove smollandosi e staccandosi dalla superficie sotto.
Quindi è ESTREMAMENTE Importante sapere che tipo di vernice ci sia sotto.
Poliestere e epossidica sono due mondi a se.
il poliestere si catalizza al 2% con perossido e, per modificare e "gestire" il pot life (periodo di tempo in cui il prodotto catalizzato rimane nella forma liquida prima di catalizzare di di colpo), si può accelerare sempre al 2%con cobalto, un liquido blu/violetto... questo velocizza la catalisi e ci permette di gestire il "liquido" a seconda dei lavori da fare.
Epossidica e Poliestere sono termoindurenti, per cui la catalisi avviene per surriscaldamento (...). è difatti molto importante disperdere il prodotto ancora liquido ammassato in latte o bicchieri, prima che questo "parta", perchè potrebbe autoincendiarsi...
La resina Epossidica necessita temperature e umidità specifiche per l'utilizzo, non solo ambientali (luogo di lavoro) ma anche fisiche: non è che potete mettervi a resinare con una latta di resina presa dalla cantina a 3 gradi perchè questa non catalizzerà mai e se lo dovesse fare, poi rimarrebbe quel appicciosiccio in superficie classico della resina non partita.
Poliestere uguale, sempre al caldo va tenuta e sempre ben curata la catalisi al 2% (consultare sempre comunque schede tecniche!!!!)
N. b il poliestere non attacca sopra epossidica mentre l'epoxi attacca "quasi" su tutto tranne le plastiche, difatti si usano sacchetti di plastica o schotch da pacchi per creare film distaccanti.
(11-01-2024 14:19)lupo planante Ha scritto: [ -> ]MA allora, se asciuga ugualmente, perchè non posso sovra applicare una bicomponente ad una mono componente?
il motivo è che la MONO componente, una volta perfettamente asciugata in superficie e in spessore, "chimicamente" non ha la FORZA di reggere una sovrapposizione con una vernice BIcomponente che per asciugare crea delle tensioni superficiali importanti dovuta alla reazione del catalizzatore sullo strato su cui sono applicate.
Capirete quindi che una MONO, essendo piu "morbida" di una BI, si rimuove smollandosi e staccandosi dalla superficie sotto.
Quindi è ESTREMAMENTE Importante sapere che tipo di vernice ci sia sotto.
Grazie. Questa spiegazione non la conoscevo, mentre conoscevo le problematiche legate al solvente (che determinano anche incompatibilità tra monocomponenti).
Comunque posso confermare che le mie applicazioni di prodotti epossidici (bicomponenti) su smalto sintetico e primer (monocomponenti) ancora reggono alla grande dopo diversi anni.
Secondo me il discorso andrebbe relativizzato poiché mi sembra abbastanza chiaro che il mio quesito iniziale (è vero che un QUALSIASI prodotto bicomponente non può essere dato sopra un QUALSIASI prodotto monocomponente?) abbia ricevuto risposta negativa perché dipende da quali prodotti stiamo parlando.