(24-10-2024 11:31)orteip Ha scritto: [ -> ]Oltre questo, se sono previsti venti oltre i 50 nodi, armo e predispongo a prua una ulteriore ancora “Ammiragliato” pieghevole da 15 kg con uno spezzone di catena di 5 mt.
Se in queste condizioni dovessi arare (ma fino ad ora non è mai successo), a parte il fatto che sarei comunque tranquillo perchè con i mie presupposti significa che dietro non ho nessuno e solo mare aperto, mentre starei arando provvedo a recuperare l’ancora principale, aggiungerei la 2 ancora preparata e rifarei l’ancoraggio.
Curiosità: la seconda ancora la aggiungeresti prima della principale o dopo un tot di metri?
(24-10-2024 18:18)juan@juan Ha scritto: [ -> ]Curiosità: la seconda ancora la aggiungeresti prima della principale o dopo un tot di metri?
La aggiungerei alla prima, in sequenza: ammiragliato, 5 mt di catena da 10 mm fissata alla diamante (base dietro le marre) della delta principale.
Come detto in precedenza, fino ad oggi, la seconda ancora non ho avuto mai modo di usarla ma dalle varie prove fatte, ho scelto di fissarla in linea con la prima e solo con 5 mt di catena perchè, visto che mi ancoro con fondali non meno di 10 mt, se dovessi recuperare in condizioni meteo particolari significa che staccherei dal fondo la seconda ancora con il vericello e non a mano. Una volta staccata poi ho tutto il tempo necessario per finirla di salpare a mano con calma ma all’occorrenza, ho anche il secondo musone di prua e sul vericello la campana per la cima e volendo, potrei finirla di salpare da li.
Premetto doverosamente che non ho una casistica pratica in merito all'ancora appennelata, quindi forse affermo qualcosa di errato, anzi, mi farebbe piacere recepire esperienze "vere".
L'ancora appennellata non mi ha mai convinto, non tanto come aiuto alla tenuta, che potrebbe anche esserci (two Anchors is better than one, e poi c'è l'effetto salmone della prima), quanto per la macchinosità del recupero.
A spanne mi sembra un buon sistema per resistere "a oltranza", ma ti taglia la possibilità di scappartela in caso qualcosa vada storto. Ovviamente parlo di condizioni coerenti con l'utilizzo di tale sistema, ovvero MOLTO vento o addirittura onda. Già recuperare una ancora con 40 nodi e magari onda è un esercizio da maghi, penso che trovarmi altri 5 metri di catena con un'altra ancora da recuperare necessariamente a mano e sganciare dalla prima sia veramente difficile.
D'altronde andarsene via con 5 metri di ferro penzoloni non è bello.
Insomma, non ritenete che calare due ancore appennellate sia una sorta di "scelta definitiva"?
Ci sono anche altre problematiche tipo il punto di collegamento della seconda ancora a quella principale che potrebbe dare fastidio alla penetrazione nel fondale della principale.
Pare che solo la Rocna abbia un foro posizionato correttamente per il collegamento tandem.
Cmq sulle pagine web della Rocna trattano ampiamente l'argomento. Interessante da leggere.
Era appunto questo il mio dubbio. Ho una kobra2 che è molto simile alla delta e non saprei bene dove collegarla.
A mia esperienza, in caso di meteo instabile e rischio di fenomeni improvvisi, è utilissimo tenere d’occhio le app come il “radar meteo” di Windy, che mostrano in tempo reale la situazione intorno a te, con previsione certa di circa una mezz’ora.
Mi è capitato anche questa estate in Corsica, dove sono “scappato” da un temporale con raffiche fino a 55 nodi alle 6 del mattino, dopo che avevo visto proprio su Windy la formazione di un fronte pericoloso di cui monitoravo l’evoluzione. Posso dire che tra l’app e la realtà si poteva davvero sincronizzare l’orologio, assolutamente perfetta. Nella fattispecie il “merdone” arrivava dal largo, dunque la decisione è stata di salpare e buttarci contro il fronte in arrivo. Ma la barca era preparata perfetta, ancora pronta a essere salpata al volo, tender legato a bordo, bimini ripiegato, vele pronte ma in sicurezza, per cui ci è sembrato ed è stato tutto facile…
Morale: oggi le app e le previsioni aiutano moltissimo, ma è sempre necessario fare le scelte giuste analizzando di volta in volta la situazione specifica. Il segreto è non farsi mai cogliere impreparati, la barca è in grado di cavarsela anche in condizioni difficilissime, purché sia attrezzata e preparata al meglio. Gli incidenti accadono quasi sempre perché si è lasciato il bimini aperto, perché la ritenuta dell’ancora si è avvolta alla catena e non si riesce a salpare, perché il vicino ci ara addosso, perché la randa non era ben legata sul boma, perché il tender non era legato, etc…
Prevenire e pensarci prima!
Verissimo. Il casino capita se non sei pronto e se non hai preparato la barca. Ormai il meteo è cambiato, ci sono questi fenomeni improvvisi, rapidi e violentissimi che le previsioni generalmente non vedono, io ne ho beccati due così questa estate. Il problema è che quando guardi le previsioni durante il giorno e ti da tutto sole e pressione alta e livellata la soglia di attenzione rischia di abbassarsi mentre bisogna preparare la barca al peggio anche se si va a letto con tempo ottimo e previsioni "immacolate"
Concordo con Tatone, e specifico il radar meteo, ovvero la funzione che mostra il rilevamento radar di pioggia e ghiaccio in tempo reale. Purtroppo questa roba sfugge sempre alle previsioni diciamo "sinottiche", per cui ormai è un classico vedere previsioni di 6 nodi da est con cielo coperto, scegliere un ridosso da est e poi beccarsi un temporale con 36 nodi per mezz'ora con direzione da ovest che gira verso sud. Sono fenomeni facilmente coincidenti e per nulla desueti, ormai.
Mi sembra però che la notte questi temporali siano meno frequenti, almeno così ho visto da quando controllo.
Io ne ho beccati due esattamente così, di notte. Uno 35 nodi e un altro 40
(25-10-2024 14:58)jacques-2 Ha scritto: [ -> ]Mi sembra però che la notte questi temporali siano meno frequenti, almeno così ho visto da quando controllo.
Vero che di notte sono meno frequenti vicino a terra ma sono frequenti comunque in mezzo al mare. Di solito, "atterrano" poco dopo l'alba...
Un sistema di ancoraggio che più volte ho sperimentato con vento forte è l'utilizzo del anchor Buddy, un salmone "moderno", che comperai in Nuova Zelanda, molto efficace e di facile gestione. Con ancora e salmone, in una occasione, abbiamo retto un ancoraggio di un paio di giorni di vento forte (40-60 nodi) senza arare un metro.
Linea ancoraggio: ancora delta, 100 metri di catena in acqua e anchor buddy 20 metri dietro all'ancora su un fondo di una dozzina di metri
Premetto che non mi è mai capitato di dover utilizzare la seconda ancora, preferendo considerare di avere a disposizione come prima ancora quella migliore che ho a bordo, senza lesinare sui costi, e giustamente dimensionata, con la giusta dimensione e lunghezza di catena, e già così penso che si possa far fronte ad oltre il 95% delle condizioni di forte vento. Quindi quello che sto per dire è solo frutto di teoria e mai provato in pratica.
Considerando che l'esigenza di dover utilizzare la seconda ancora si manifesta quando le condizioni sono diventate o stanno per diventare impegnative, e decido comunque di ancorarmi in rada, se non sono già ancorato e decido di rimanere, mi comporto come segue:.
primo passaggio. -- recupero catena fino a lasciare 3 lunghezze di fondale (se sono già ancorato) o do fondo per tre lunghezze di fondale.
secondo passaggio -- ad una maglia della catena, in prossimità del musone collego la seconda ancora alla catena fissandola (con due false maglie d'acciaio o gambetti sintetici) una al diamante e l'altra alla cicala fissando con un legaccio al fuso dell'ancora la lunghezza di catena corrispondente alla lunghezza dell'ancora, in modo che non vada a creare disturbo all'unghia dell'ancora impedendone la presa sul fondo.
terzo passaggio. -- filo catena per le lunghezze necessarie, cioè tante.
Questa soluzione io la adotterei solo alle seguenti condizioni:
1. mi trovo in una rada in cui ci sono poche barche e ben distanziate tra di loro dove anche se una delle barche vicine perde la presa e deriva verso di me, devo avere il tempo di prendere le dovute precauzioni (anche se quando arriva il brutto la visibilità si limita a tal punto che spesso stando a poppa si fa fatica a vedere la prua della barca)
2. che l'esposizione al mare aperto sia ridotta in modo che difficilmente possa montare mare anche se le condizioni perdurano.
3. che ci sia la possibilità di avere acqua attorno alla barca pur dando tanta catena.
E queste condizioni, oggi come oggi, sono molto difficili da trovare a meno che non si navighi fuori dalle mete turistiche, perchè se solo una delle condizioni condizione salta, il rischio del disastro sarà molto elevato, considerando che, pur facendo tutto a regola d'arte, rizzando e assicurando tutto a bordo, i problemi possono nascere anche per errori fatti da altre barche, che ci vengono addosso, quindi in quel caso o si fila tutta la linea d'ancoragio avendo cura di assicurarne l'estremità ad un parabordo per l'eventuale recupero successivo o cercare di recuperare tutto ma liberare la seconda ancora in una posizione così scomoda (sul musone) e spostarla in coperta (nel mio caso parliamo di 30 kg) in condizioni impegnative diventa difficile.
In conclusione, prima di decidere di utilizzare la seconda ancora, probabilmente ci penserei su almeno tre volte, considerando la possibilià di levare l'ancora e affrontare il brutto in mare aperto, considerando che le barche si fanno male con la terra e non con l'acqua.
A tal proposito racconto un episodio che mi è capitato due anni fa e che aiuta a capire che quando arriva il brutto qualsiasi decisione si prenda, pur comportandosi in maniera ineccepibile, non bisogna mai dimenticarsi a casa una buona dose di posteriore:
ancorai all'interno della rada di Pola, in Istria, per che conosce il posto, più o meno all'altezza della stazione ferroviaria, lo reputo un buon posto, con fondale di fango ottimo tenitore. Si tratta di una baia ridossata a 360°, sostanzialmente un laghetto, in fondo alla baia, davanti al paese c'è anche un marina con dei pontili galleggianti che non ha neanche bisogno della diga esterna.
Le previsioni davano instabilità e possibili temporali, nel pomeriggio di un giorno di fine luglio vedo arrivare da nord un bel nerone, che non lasciava presagire nulla di buono, io sono comunque tranquillo, quello che bisognava fare era stato fatto quindi, rimango seduto in pozzetto, intanto vedo arrivare 3 barche che entravano in fila indiana, di gran lena. E quel cielo nero, a nord, così come è apparso velocemente, è anche arrivato velocemente, accompagnato da nebbia che, come un sipario che scende annulla completamente la visibilità, poi forte pioggia, grandine e da ....70 nodi, ad un certo punto sento un gran botto e un forte strattone, io sono rimasto sotto lo spray hood per monitorare, ma tanto non si vedeva niente, l'unica cosa che puoi percepire in quelle condizioni è che la barca non si traversi al vento e cominci a scarrocciare, e a quel punto bisogna essere rapidi al timone e col motore a contrastare la pedita di presa dell'ancora qualora succedesse. Fortunatamente non è durato molto e dopo un po', il sipario, come era calato si alza di colpo e, ... udite, udite, dietro la poppa della mia barca vedo la pura di un'altra barca che mi punta dritta e grazie al cielo, anche per lui si era alzato il sipario e a non più di circa 5 metri di distanza riesce a scansarmi! Era una di quelle barche che stava entrando e che o non è riuscita a dare fondo o che ha dato fondo e non ha tenuto e che quindi aveva deciso di gironzolare nella rada con visibilità ZERO!!! Successivamente, al controllo generale del dopo buriana, ho visto che la cima di ritenuta della catena mi era esplosa, per il forte colpo improvviso dei 70 nodi, fortunatamente ha assorbito lei tutto il colpo prima di esplodere senza dannegiare il salpancora. Per qualcuno che invece decise di andare a ridossarsi, prudentemente, in banchina, non ha avuto una gran fortuna perchè diverse barche oscillando si sono prese tra loro riportando danni, oltre qualche tendalino lacerato.
Quindi, mai dimenticarsi a casa una bella porzione di fortuna!
In Istria li chiamano Neverini, I Venesiani Sionere, nella mia vita non ho mai visto la nebbia con questi temporali, forse potrebbe esserci il fenomeno dell'acqua fumante, quando l'aria fredda passa sopra il mare caldo, ci vogliono più di 14° di differenza, non è una nebbia fitta ma rada il caldo è sotto e si dissolve subito.
Nella mia vita l'acqua fumante l'ho vista solo due volte, il 15 settembre 1971 e il 1 aprile 1977, per quanto la riduzione di visibilità dovuta a forti nubifragi mai sotto i 200 m.; con la nebbia la riduzione meno di 100m. solo 3/4 volte in tutta la vita, 35 anni di lavoro su M/N e Ferry nella laguna di Venezia.
Un'altra volta, anni fa, mi è capitato di vedere quella stana cosa, come un sipario biancastro che cala di colpo, stavo naviganto verso sud nel canale tra la terra ferma e l'isola di Ugjian, più o meno davanti a Zara: navigavo verso sud, le previsioni davano temporali sparsi, davanti alla prua vedo di colpo calare il sipario, nebbia fitta, da non vedere oltre la prua, ogni tanto qualche fulmine illuminava ancora più di bianco il sipario che mi avvolgeva. In una condizione del genere penso che a chiunque sarebbe venuto in mente di togliere motore e avanzare solo quel tanto per mantenere l'abbrivio, eppure, vedo sfrecciare proprio davanti alla mia prua, prima da destra verso sinistra un ferro da stiro di circa 8-9 metri quindi suppongo che non avesse nemmeno il radar, e qualche attimo dopo di nuovo, però da sinistra verso destra!!!
Di nebbia mi è capitato di prenderne, in laguna capita, ma questi episodi sono diversi, probabilmente il cumulo che scende fino a terra deve essere molto più denso rispetto alla nebbia, anche se anche la nebbia a volte te la ritrovi davanti improvvisamente e molto fitta
Giusto per, in condizioni del genere piuttosto che cercare di tenere la prua al vento, cosa che una barca normale con tanto vento non farà **mai** spontaneamente, e comunque richiederà di tenere una velocità sostenuta e quindi sfrecciare a destra e manca facendo dei grandi otto andando veloce chissà dove, molto meglio mettere la retromarcia e cercare di fare del surplace, tutti gli elementi tendono ad aiutare la barca a stare ferma, se c'è bisogno si mette in avanti e si manovra. Con degli ombrinali normali e senza onde da mari del Sud, un pozzetto che si riempie si svuota in tempo