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Versione completa: Ormeggio in rada con previsione vento molto forte
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Vorrei condividere con voi una riflessione su quanto in oggetto.
Mi rendo conto che, forse, non esiste una risposta unica in quanto ‘dipende da ….” (O magari no), però ci vorrei comunque provare, inserendo alcune condizioni, in modo da cercare di ridurre i “dipende …°

Proviamo caso migliore (per la rada):
Ormeggiato su fondo buon/ottimo tenitore (dopo aver calato l’ancora, con abbondante calumo, fatto ‘motore indietro” deciso e controllato che ancora ben “affondata”, solo un po’ di fuso visibile)
Linea catena + ancora ben dimensionata
Poche barche attorno a 360 gradi (e si spera ben ancorate, comunque ipotizziamo che barche attorno no problem )
Possibilità di aumentare calumo, con l’ipotesi che direzione vento in aumento nota
Vento spinge verso il largo
Equipaggio ok
Giorno
Cosa manca di importante ?

Quindi sopra ho già fatto un paio di ipotesi importanti (direzione vento nota e no problema da altre barche), per partire dalle condizioni ideali

A questo punto vento inizia ad aumentare decisamente (diciamo > 30 nodi)

Cosa facciamo?
Motore acceso, massima vigilanza e pronto a filare d’occhio ?
Oppure, salpiamo velocemente, e andiamo al largo ?

Certo se invece:
direzione vento non nota/molto variabile (esempio in caso di forti temporali /perturbazioni)
barche attorno a rischio
Calumo non aumentabile più di tanto (es non + di 6-7 volte)
Notte
Etc etc

Grazie a chi vorrà dare proprio contributo (penso sia un tema d’interesse a molti)
Non esiste il modo di ridurre i "dipende", anzi vanno sempre considerati tutti
(08-09-2024 20:35)giulianotofani Ha scritto: [ -> ]Non esiste il modo di ridurre i "dipende", anzi vanno sempre considerati tutti

Quindi Giuliano, non c’è una risposta certa del tipo “salpa e vai al largo comunque” ?
(08-09-2024 20:54)elan 333 Ha scritto: [ -> ]Quindi Giuliano, non c’è una risposta certa del tipo “salpa e vai al largo comunque” ?


E no... se sei sottovento al sicuro perché andare in mezzo al mare... magari l'equipaggio si spaventa, magari non sei in grado di gestire una burrasca al largo, magari ... dipende
Se il vento spinge verso il largo non vedo perchè lasciare l’ancoraggio. Se tiene, bene, se non tiene posso tentare di recuperare o filare per occhio e mi trovo nella stessa situazione che avrei “forzato” lasciando l’ ancoraggio.
Il discorso cambia radicalmente se il vento gira spingendo forte vs terra.
concordo, se sono ridossato e BEN ANCORATO non lascerei l'ancoraggio. poco fetch, onda poca/nulla, rischio limitato.
al più, se il vento aumentasse parecchio, guardia fissa, motore pronto all'accensione, e mi preoccuperei delle altre barche che magari NON hanno ancorato bene... preparerei coltello e parabordo per eventuale filata per occhio.
con vento che spinge verso terra... troppi "dipende" per stabilire a priori cosa fare
Se non hai barche intorno ne pericoli, e ti spinge al largo, il calumo lo dai subito tutto, senza aspettare di aumentarlo dopo. Poi stai bello tranquillo, e se ari fino a che il fondale aumenta troppo salpi e cerchi di tornare ad ancorarti nella stessa posizione visto che meglio di così non si può stare.
Ok, grazie a tutti.
Confermato ciò che pensavo / mia esperienza; non esiste una verità assoluta ma, se le condizioni sono quelle giuste, meglio stare ben ancorato in rada e vigilare
Il resto sono principalmente dipende che abbiamo detto
Per completezza aggiungo quella che potrebbe essere una mia paturnia, il temporale o comunque i fenomeni convettivi.

Da alcune esperienze ho desunto (cosa poi confermata dalla dottrina) che in quei casi la direzione del "vento" è una variabile impazzita, per cui in genere cerco di evitare vicinanza con la costa, contando anche sulla (presunta) brevità del fenomeno.

Non dico che schizzo in mare aperto, ma predispongo la barca a sloggiare alla svelta.

Il difficile è prevederli, anche se ad oggi si comincia ad avere qualche elemento.
(09-09-2024 22:02)jacques-2 Ha scritto: [ -> ]Per completezza aggiungo quella che potrebbe essere una mia paturnia, il temporale o comunque i fenomeni convettivi.

Da alcune esperienze ho desunto (cosa poi confermata dalla dottrina) che in quei casi la direzione del "vento" è una variabile impazzita, per cui in genere cerco di evitare vicinanza con la costa, contando anche sulla (presunta) brevità del fenomeno.

Non dico che schizzo in mare aperto, ma predispongo la barca a sloggiare alla svelta.

Il difficile è prevederli, anche se ad oggi si comincia ad avere qualche elemento.

No jacques, la paturnia e’ anche mia, infatti se vedi la parte finale del mio primo post
===
direzione vento non nota/molto variabile (esempio in caso di forti temporali /perturbazioni)
===
Grazie per la tua integrazione
(08-09-2024 21:55)giulianotofani Ha scritto: [ -> ]E no... se sei sottovento al sicuro perché andare in mezzo al mare... magari l'equipaggio si spaventa, magari non sei in grado di gestire una burrasca al largo, magari ... dipende

Queta non movere!
Il problema semmai è aver costa sottovento, o come a Stromboli il ghiaione a forte declino dove ho visto barche riancorare 3 o 4 volte prima di far testa o rinunciare, qualcuno svegliarsi quasi a Milazzo.
Ancoraggi mal ridossati fanno dormire poco se il tempo è incerto, meglio finchè è giorno trovarne uno migliore piuttosto che dover fuggire in piena notte.
Sempre che si possa: capitai a S Reparata (un nome una garanzia30) disse il mio ospite:- Qui giusto un levante potrebbe entrare, ma in agosto...
Dato fondo e tutti a cena, poi prima di dormire uno sguardo a due barchette locali in uscita, mah, andranno a pesca. Tempo 20 minuti si scatenò proprio il greco-levante.
A quel punto uscire controvento al buio per cercare di infilarsi a S Teresa o girare c Testa mi sembrò troppo rischioso, anche pensando che queste botte estive avevano durate brevi. Avevo però la spiaggia a soli 400m... L'ancora teneva bene per ora...
Prima cosa col bambino* sul canotto andai ad afforcare più all'interno, così da trovarmi meglio coperto dalla scogliera. Per ultima sicurezza un bel cavo da 8 lo legai al primo scoglio di granito rosso. Tutti a nanna beati e tranquilliSmiley63
IO NO! Ma alla fine tutto si calmò prima dell'alba.
* chiamavo bambino un osceno ancorotto a rampino di 30 kg che ha sempre fatto con onore il suo prezioso servizio.
Per dare un altro approccio: nel mio caso in media la grossa differenza è che non c'è quel folle-affollamento che si vede spesso in Mediterraneo; quando siamo stati in giro viceversa non c'erano porti quindi praticamente sempre all'ancora, i "ridossi" spesso erano fiumi quindi nessuna possibilità di andare altrove (salvo partire per Xcento miglia). Non c'è né sopra né sottovento c'è roba solida tutt'attorno. Durante la stagione tropicale delle piogge a partire dal primo pomeriggio fino alla mattina dopo è successione di fenomeni convettivi: pioggia/non pioggia, cielo chiaro oppure cumulonembi nerissimi, vento imprevedibile 30-40+ nodi oppure bonaccia totale indifferentemente con sereno o roll/shelf clouds. Guardare il radar o anche solo il cielo serve a molto poco per capire cosa succederà in termini di vento, anzi direi quasi a niente, cielo nero da apocalisse e magari resta tutto in bonaccia, cielo chiaro e ci sono raffiche a 30/40+ nodi. CAPE a 3-4mila e compagnia.
In questi casi l'aspetto di gran lunga prioritario rispetto a qualsiasi altro è la qualità dell'ancoraggio, dev'essere per quanto possibile a prova di bomba e l'eventualità di dover salpare e muoversi deve essere ridotta ai minimisssssimi termini. Insomma "esco e vado altrove" non è un'opzione praticabile, dovesse cedere in qualche modo l'ancoraggio spesso l'unica possibilità è mettersi a girare in tondo a motore sul posto magari per ore con solo il radar per non andare a sbattere sulle rive (per altri motivi -errori- mi sono trovato a dover navigare di notte lungo canali/fiumi solo con il radar, è molto bello... DOPO).
Insomma costruirsi prima l'esperienza necessaria per fare un ancoraggio in cui aver fiducia e basarsi su quello, pianificando la vera emergenza quando dovesse fallire.
Interessante
Grazie
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