@ibanez per curiosità, prima di passare al trapano avevi provato con il calore? Chiedo perché con il metodo che avevo descritto prima, ho estratto la testa di un tangone che non ne voleva sapere di liberarsi dal suo tubo.
Le ho provate tutte tranne il calore, per paura di rovinare l'anodizzazione. Th come hai applicato il calore? Phon industriale o cannello a fiamm tipo asfaltista? L'anodizzazione ne ha risentito?
Io avevo a disposizione un'officina di carpenteria meccanica e un cannello a fiamma ossiacetilenica con la quale ho scaldato la testa del tangone. Disponevo persino un termometro a infrarossi (volendo si trova su Amazon a pochi euri) per tener d'occhio che la temperatura non superasse i 180°/200° per non scaldare troppo l'alluminio e farlo entrare in campo plastico. Dopo un riscaldamento e vari colpi finiti a vuoto, ho scaldato e tuffato in acqua fredda, è bastato un solo ciclo di raffreddamento per staccare le incrostazioni di ossido (si sente scricchiolare il metallo dopo averlo estratto dal secchio) e con diversi colpi ben assestati sono riuscito a smuovere la testa, poi una volta mossa, con il tubo del tangone in una morsa protetto da delle "V" in legno, un po' facendo torsione con una pinza a pappagallo lunga (70/80cm) tipo quelle da idraulico un po' colpendo alla base della testa, sono riuscito a sfilarla. A onor del vero, la testa era rotta e da buttare, quindi non mi sono curato troppo di come stesse l'anodizzazione tantè che con la fiamma ho insistito su di essa, ma sul tubo che poi ho riutilizzato non sono rimaste evidenze del riscaldamento.
Il calore a secco sull'ossido di allumino fa poco; come ho già scritto, molto meglio l'acqua bollente: scioglie e penetra. Ho avuto una barca di alluminio per 10 anni e questa è stata, quando applicabile, la tecnica più efficace.
La mia prossima sfida è proprio una varea tangone, tubo di alluminio anodizzato e varea pressofusa, classico.
Provo certamente con l'acqua calda, mi convince molto su alluminio/alluminio (ossido su ossido).
Invece sulla saldatura acciao/alluminio, iniziata da processi galvanici, mi sa che non cè speranza con i 100 gradi dell'acqua a pressione atmosferica...
Tra l'altro in questo caso non posso certamente forare e mj dispiacerebbe dover buttare la varea ($$$) o dover accorciare il tangone, per cui insisterò molto con il calore, prima in acqua, poi a secco come consigliato da mpxy, entualmente prima con phon industriale, sperando di nkn far danni...
I 100° gradi dell'acqua calda preservano di sicuro l'anodizzazione ma non è detto che riescano a far dilatare sufficientemente l'alluminio per distaccarsi/spaccare l'ossidazione. Cosa che gioca a favore con il tangone, che il dimetro è maggiore rispetto al candeliere quindi a parità di temperatura si dilata maggiormente. Ottima alternativa quella del phon che è sicuramente meno deleterio rispetto alla fiamma. In bocca al lupo per la prossima sfida e facci sapere come va a finire!
Trattandosi di accoppiamento metallico, l'efficacia non dipende tanto dalla dilatazione del singolo metallo, ma dal diverso coefficiente di dilatazione dei due metalli, che crea tensioni in grado di rompere i cristalli di allumina, poi l'acqua fa il resto. L'alluminio poi, conducendo meglio, si dilata per primo, lasciando "indietro" l'acciaio. Ovvio che possano servire più cicli caldo freddo per avere qualche risultato.
Si comincia! I rivetti sono venuti via, ovviamente non si muove di un millimetro.
Trattandosi di alluminio su alluminio, quale è la tecnica migliore per applicare calore al tubo per farlo dilatare senza fare dilatare anche la varea, in modo da generare la differente dilatazione e quindi il distacco?
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(12-12-2024 01:44)ibanez Ha scritto: [ -> ]Si comincia! I rivetti sono venuti via, ovviamente non si muove di un millimetro.
Questo è quello che ho trovato io, alla fine ho tagliato il tubo e anche così non è venuto via facilmente.
Finchè non lo vedi non ci si crede di cosa possa fare l'ossido e di quanto tenace sia!
L'ossido aveva addirittura rigonfiato il tubo in alluminio!
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scaldare e provare a far ruotare la testa, bloccando laltra da qualche parte.
Ho chiesto a ChatGTP: Disaccoppiare l'alluminio e l'acciaio inox che si sono bloccati a causa della formazione di ossido di alluminio richiede un approccio delicato per evitare di danneggiare i materiali. Ecco i passaggi principali che puoi seguire:
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### 1. **Lubrificazione**
L'ossido di alluminio crea una barriera dura che può essere ridotta con l'uso di lubrificanti: - Usa un lubrificante penetrante come il WD-40 o prodotti simili per cercare di ridurre l'attrito tra le superfici. - Applica il lubrificante e lascia agire per qualche ora o, se possibile, per una notte intera.
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### 2. **Riscaldamento controllato**
Il riscaldamento può essere utile per espandere l'alluminio, che ha un coefficiente di dilatazione termica maggiore rispetto all'acciaio inox: - Usa una pistola termica o un asciugacapelli per riscaldare l'alluminio senza superare temperature troppo elevate (evita di superare i 200-300°C per non compromettere le proprietà meccaniche dell'alluminio). - Una volta riscaldato, prova a separare i pezzi con un movimento delicato o usando utensili di plastica per non graffiare le superfici.
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### 3. **Rimozione chimica dell'ossido di alluminio**
L'ossido di alluminio è resistente ma può essere rimosso chimicamente: - Usa una soluzione di aceto bianco o acido fosforico diluito (puoi trovare prodotti a base di questo acido nei negozi di ferramenta o bricolage) per dissolvere parzialmente l'ossido. - Immergi l'area interessata nella soluzione e lascia agire per alcune ore. - Risciacqua accuratamente con acqua e asciuga.
**Nota:** Usa sempre guanti e occhiali protettivi quando maneggi sostanze chimiche.
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### 4. **Forza meccanica controllata**
Se i passaggi precedenti non bastano: - Usa strumenti come una morsa o una pinza per applicare una forza controllata, magari interponendo tra i materiali dei distanziatori (ad esempio, una lamina di plastica o legno). - Evita strumenti metallici che possono danneggiare le superfici.
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### 5. **Tecniche più avanzate**
Se il problema persiste, valuta l'uso di strumenti specifici: - **Vibrazione ad ultrasuoni:** Usata per allentare il legame tra i materiali. - **Smerigliatrici o trapani:** Solo come ultima risorsa, per rimuovere parti danneggiate se il disaccoppiamento è impossibile.
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Se possibile, prevenire il problema in futuro usando **barriere isolanti** tra i due metalli (ad esempio, rondelle in plastica o gomma) e applicando grassi antigrippaggio durante l'assemblaggio.
Comunque la cosa + divertente é che l'amico Matteo ha chiesto aiuto, e poi non si é fatto piú sentire, quindi il sé e il come al momento sconosciuti.
Vabbè, noi andiamo avanti per la nostra strada, aiutandoci come sempre che l'amico zafferano ha dimostrsto che la comunità degli amici della vela ne sa almeno quanto se non più della intelligenza artificiale . Allora la mia idea è di mettere il tangone in verticale e farci colare dentro un buon bicchiere abbondante di qualcosa che possa aggredire o sciogliere l'ossido. Sono indeciso tra il wd40, l'acqua calda o un acido ttamponato tipo il disincrostante per scambiatori di calore. Stamattina ho versato qualche goccia di un acido che avevo in garage su un pezzo di alluminio fiorito (il musone ancora) , stasera sapremo che effetto fa, stay tuned!
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Perchè dovete staccare le teste del tangone?
La calza della scottina interna di apertura varea si è rotta e dall'esterno non cè modo di cambiarla!
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Un sistema del cavolo. Meglio esterno, anche il perno di apertura dovrebbe essere smontabile svitando e avere la possibilità di cambiare la molla interna. Se non si fanno regate in stazza meglio avere un tangone più lungo della J a bilancino, spi più grandi e migliore rendimento. Metti un cavetto d'acciaio e sarai sicuro che la calza non si rompe.
Fosse il mio tangone procederei in questo modo:
1-Wd40/svitol come se non ci fosse un domani sia dall’esterno che dall’interno e dopo una notte a decantare, azione meccanica
2-se non basta;Metodo della pentola con acqua che bolle 100° e azione meccanica
3-Non fosse sufficiente phon industriale e temperatura controllata non oltre i 200°
Ho fatto una mano di conti al volo e ipotizzando un diametro del tangone di 80mm Con spessore 3mm a 100° il diametro interno aumenta di circa 0,15mm a 200° diventa circa 0,3mm
Ps:avrei potuto usare CatGpt ma ora che gli ho contestualizzato il tutto faccio prima a farlo io a mano
Mpxy, per ottenere uno scollamento grazie alla dilatazione termica, la difficoltà è tenere fredda la varea, altrimenti tubo e varea si dilatano entrambi e non si scollano. Idee?
In realtà essendo due componenti diversi con sezioni diverse si dilateranno diversamente e il tubo che ha un diametro maggiore rispetto la varea e uno spessore minore, dilaterà per primo scostandosi dalla varea. Il suggerimento di @poltro di riscaldare tuffando il tutto in acqua che bolle é sensato in quanto seppure la temperatura non sia elevata, l’effetto dell’acqua fa da detergente per l’ossido preservando le caratteristiche dei materiali come l’anodizzazione. Se questo non dovesse bastare, allora phon o fiamma diretta sulla porzione di tubo che deve dilatare (controllando la temperatura) per accentuare la differenza di dilatazione. Se vai in un officina meccanica (esperienza diretta) é la tecnica che si impiega normalmente, utilizzando la fiamma o delle resistenze per estrarre boccole, ingranaggi o pulegge ossidati o piantati a caldo. Nota: Se usi il phon o la fiamma, insisti su una porzione di tubo per una decina di secondi poi lo ruoti della medesima porzione fino a girargli attorno e ad avere una temperatura costante su tutto il diametro.
Per vs. Info, quell'acido non ha neanche reagito con l'ossido di alluminio, come se ci avessi measo acqua. Invece sul calcare, sui residui di cemento etc frigge e scioglie tutto all istante