I Forum di Amici della Vela

Versione completa: In caso di Burrasca...
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Deepdiver
Altro che in vacca, a parte le scazzottate mediatiche, noto che divesi di noi, pur essendo in alcuni casi professionisti (me compreso) definiscono la stessa manovra con termini diversi....

Il fatto è, ne parlavo proprio stamattina durante una veleggiata con l'amico Rikynav, che le barche si sono 'evolute' negli anni modificando termini ed azioni dei marinai....

Il termine 'passacavo' per la bocca di grange ad esempio è diventato ormai comune.... la sagola viene chiamata scotta (scotta invece è l'uso cui viene destinato il cavo) e il legnolo trefolo (invece tanti trefoli fanno un legnolo).

Il mezzo marinaio vien chiamato gancio d'accosto e non sento più, fra i diportisti, la distinzione fra mezzo marinaio e alighiero, i nodi che si usano a bordo sono ridotti a tre o quattro se non due (gassa d'amante e parlato) mentre una volta se non sapevi fare una doppia senza cima, un impiombatura su un cavo piano o un nodo vaccaio eri un marinaio perso....
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e' cosi' ..purtroppo...


il fascino della vela e' anche (anzi molto) l'uso della terminologia appropriata...

ma ormai la corsa verso il modello motoscafaro e' inarrestabile..
per non abbandonare l'argomento, in caso di tempesta, fuggire con il vento al giardinetto o avanzare di bolina? Ovviamente parlo di situazione con vento superiore ai 40-50 nodi e condizione priva di ostacoli.
Io sono per avanzare, mi sembra più sicuro, lascio a voi la palla
Se preferisci una navigazione più tranquilla mi sembra ovvio che sia meglio prendere la fuga con il vento in poppa, poi ci sono anche quelli che si divertono a darsi le mazzate sulle balle Wink ed allora va bene tutto
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Anto61
Se preferisci una navigazione più tranquilla mi sembra ovvio che sia meglio prendere la fuga con il vento in poppa, poi ci sono anche quelli che si divertono a darsi le mazzate sulle balle Wink ed allora va bene tutto
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Quando il vento supera 40-50 nodi la fuga con vento e mare di poppa non è affatto tranquilla, la mia domanda non era banale e leggendo il libro di Adler mi ha fatto riflettere.
Avanzare e farsi dare le mazzate non è divertente ma credo che alla fine sia più sicuro
a parte le battute, penso perchè non mi è mai capitato per fortuna che attraversare un fronte con venti di quel tipo e più che altro onde non sia più sicuro che se ce ne la possibilitò virare in poppa e con vnto a favore allontanarsi da quella situazione, comunque bisogna anche tener conto a che distanza ci troviamo dalla perturbazione il lato buono della perturbazione, che dopo un momento di bolina il vento gira al traverso e poi in poppa una volta passata, se abbiamo acqua o costa nelle vicinanze ma forse la cosa migliore è ascoltare le previsioni Wink concedimela
Anto ovviamente si fa per parlare e bisogna tener conto di tutte le cose che hai detto tu ma la mia ipotesi era di restringere tutto al quesito.
Proprio ieri rileggevo il resoconto della sidney-hobart del 1998 sul libro di Adlard Coles dove 6 persone sono morte e 55 furono salvate. Nello stretto di Bass fu registrata una velocità media del vento di 79 nodi con raffiche a 92!! Gli equipaggi arrivati davanti sani e salvi sono quelli che hanno mantenuto la bolina e stretto i denti e preso tante mazzate sui denti, alcuni che stavano fuggendo sono stati capovolti e massacrati dai frangenti.

Insomma leggere i resoconti dei protagonisti è commuovente e molto istruttivo.
A mio parere questo libro non può mancare nello scaffale del velista che vuol sapere, il bello non è leggerlo ma rileggerlo.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Enzo_Vr
Se posso cercare di spegnere un po' di incendi, vorrei sottolineare alcune cose:

- Mettersi in panna significa fermare la barca senza chiudere le vele, tendenzialmente per essere poi pronti a ripartire immediatamente. E' del tutto evidente che questa manovra cambia se siamo sul Vespucci o se siamo su un Comet 910 ... I Coppa America quando fanno il Dial-Up sostanzialmente si mettono in panna ...

- Mettersi in cappa (o alla cappa) significa invece sistemare la velatura per indurre nella barca uno scarroccio pronunciato che comporti un sostanziale miglioramento della situazione a bordo, essenzialmente per contrastare condizioni di tempo duro che non consentono una navigazione normale ...

- Cappa secca o cappa filante son problemi che lascerei ai comandanti dei vascelli e delle navi a palo ...

- Stiamo mescolando brutalmente due cose diverse: il navigare con tempo duro e l'affrontare un groppo improvviso.


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Sono d'accordo con la tua interpretazione enzo ma a quanto pare anche i vari testi si contraddicono. Ad ogni modo penso che il problema Panna-Cappa almeno per quanto mi riguarda è superato
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Enzo_Vr
Se posso cercare di spegnere un po' di incendi, vorrei sottolineare alcune cose:

- Mettersi in panna significa fermare la barca senza chiudere le vele, tendenzialmente per essere poi pronti a ripartire immediatamente. E' del tutto evidente che questa manovra cambia se siamo sul Vespucci o se siamo su un Comet 910 ... I Coppa America quando fanno il Dial-Up sostanzialmente si mettono in panna ...

- Mettersi in cappa (o alla cappa) significa invece sistemare la velatura per indurre nella barca uno scarroccio pronunciato che comporti un sostanziale miglioramento della situazione a bordo, essenzialmente per contrastare condizioni di tempo duro che non consentono una navigazione normale ...

- Cappa secca o cappa filante son problemi che lascerei ai comandanti dei vascelli e delle navi a palo ...

- Stiamo mescolando brutalmente due cose diverse: il navigare con tempo duro e l'affrontare un groppo improvviso.


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Cappa a secco o cappa filante non li lascerei ai comandanti di vascelli, a secondo delle caratteristiche della tua barca, tipo di opera viva, tendenza orziera la combinazione di vele per la cappa puo' essere diversa, anche solo fiocco o trinchetta per uno sloop o cutter, e con mezzana o randa ridotta per lo yawl o il ketch.
L'importante e' mantenere il vento che provenga dai quartieri di prua e scarrocciare nel letto del vento per creare la remora che 'protegge' la barca, e questa e' la cappa 'filante', se non ti piace il termine, comunque usato ancora oggi, suggerisci un altro, non c'e' problema.
Oppure si puo' optare per la cappa secca, a secco di vele, fa si che la barca si disponga normalmente con il vento al traverso, rimane quindi in balia delle onde con un maggiore rollio, per quel che ne so' io e' stata descritta e utilizzata da vari autori come Adlar Coles o Errol Bruce come l'ultima ratio con venti forza 10-11 quando si pensa che il vento e' cosi forte da rischiare di distruggere le vele e danneggiare l'attrezzatura.
Ovviamente sono tutti discorsi per noi teorici, che non amo molto, preferisco parla di qualcosa che conosco per averlo provato personalmente.
Anch'io come Kermit mi sono messo alla cappa solo per fermarmi,con tempo buono ...
o forse dovrei dire piu' correttamente in panna...
Alla fine vorrei capire a chi gliene frega qualcosa della differenza, non ci sono argomenti piu' interessanti da discutere.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da AlessandroKirie
Grazie pegaso. evidentemente quelle inviate dal forum non fungono.
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Quelle inviate via forum non sono mai arrivate, non funziona.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da kermit
Anto ovviamente si fa per parlare e bisogna tener conto di tutte le cose che hai detto tu ma la mia ipotesi era di restringere tutto al quesito.
Proprio ieri rileggevo il resoconto della sidney-hobart del 1998 sul libro di Adlard Coles dove 6 persone sono morte e 55 furono salvate. Nello stretto di Bass fu registrata una velocità media del vento di 79 nodi con raffiche a 92!! Gli equipaggi arrivati davanti sani e salvi sono quelli che hanno mantenuto la bolina e stretto i denti e preso tante mazzate sui denti, alcuni che stavano fuggendo sono stati capovolti e massacrati dai frangenti.

Insomma leggere i resoconti dei protagonisti è commuovente e molto istruttivo.
A mio parere questo libro non può mancare nello scaffale del velista che vuol sapere, il bello non è leggerlo ma rileggerlo.
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le mie sono considerazioni basate su aspetti che mi auguro di cuore di non affrontare mai in futuro e quindi fatte tranquillamente seduti in poltrona, altra cosa è affrontarle sul serio e quello che hai letto al solo pensiero mi spaventa, non ho esperienza ma solo teoria e se quelli hanno avuto migliori risultati così ne prendo atto e metto da parte la teoria
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da kermit
Anto ovviamente si fa per parlare e bisogna tener conto di tutte le cose che hai detto tu ma la mia ipotesi era di restringere tutto al quesito.
Proprio ieri rileggevo il resoconto della sidney-hobart del 1998 sul libro di Adlard Coles dove 6 persone sono morte e 55 furono salvate. Nello stretto di Bass fu registrata una velocità media del vento di 79 nodi con raffiche a 92!! Gli equipaggi arrivati davanti sani e salvi sono quelli che hanno mantenuto la bolina e stretto i denti e preso tante mazzate sui denti, alcuni che stavano fuggendo sono stati capovolti e massacrati dai frangenti.
Insomma leggere i resoconti dei protagonisti è commuovente e molto istruttivo.
A mio parere questo libro non può mancare nello scaffale del velista che vuol sapere, il bello non è leggerlo ma rileggerlo.
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Io non farei un discorso generale partendo da quella sydney-hobart che si e' corsa in condizioni assolutamente straordinarie e dove l'effetto combinato del forte vento e di una forte corrente contraria ha creato delle condizioni di mare assolutamente impossibili per chiunque, a qualunque andatura, con onde ripide e fino a 20 mt di altezza.
Nell'altrettanto famosa regata del fastenet del 79 con onde meno
alte, ci sono stati piu' morti, la maggior parte fra i III classe che hanno preso la botta prima di girare il fastenet e quindi quando erano ancora di bolina, le barche piu' grosse l'hanno preso in poppa e non hanno avuto danni.
Se vuoi provare de visu, quando le condizioni di tempo te lo permettono, ti consiglio di uscire e bolinare un vento, e relativo mare, di 40/45 nodi, come puo' capitare anche qui da noi in mediterraneo, magari per una notte intera, poi mi dici come ti senti.
Ripeti l'esperienza nelle stesse condizioni con andatura in poppa e noterai una certa differenza, fra l'altro ti ritrovi con un vento apparente di un po' piu' di trenta nodi.
Io ho provato varie volte, quando ero giovane e piu' temerario ad uscire con condizioni meteo proibitive anche solo per provare una barca, se mi fidavo di quella barca.
Per dirti, una volta in Sardegna sud sono uscito dalla baia in cui ero ridossato da due giorni per andare a cagliari, la barca era una ottima Alpa 12,70 velatura ridotta, ma efficiente, senza avvolgifiocco, l'avevo smontato, dopo averla comprata sostituendo lo strallo con uno in tondino.
Ci ho messo tutta la giornata per risalire e doppiare capo Spartivento in un mare confuso con onde ripide impossibili e vento costantemente oltre 40 nodi,con raffiche a 50, era giorno e il tempo era bello e sapevo comunque che in totale erano circa 30 miglia di cui 15 veramente con vento sul naso da fare a bordi.
Quante volte invece ho traversato con le stesse condizioni meteo e vento in poppa o al lasco, facendo navigazioni ben piu' lunghe, con la barca giusta 35/40 nodi in poppa e dei buoni timonieri e' un divertimento, oltre o con una barca piu piccola o con una che tende a planare costantemente e straorzare e' un altra storia.
In mare non ci sono certezze assolute, di volta in volta si deve valutare qual'e' la soluzione migliore in funzione della barca e sopratutto dell'equipaggio e delle sue condizioni al momento.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da pegaso
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Enzo_Vr
Se posso cercare di spegnere un po' di incendi, vorrei sottolineare alcune cose:

- Mettersi in panna significa fermare la barca senza chiudere le vele, tendenzialmente per essere poi pronti a ripartire immediatamente. E' del tutto evidente che questa manovra cambia se siamo sul Vespucci o se siamo su un Comet 910 ... I Coppa America quando fanno il Dial-Up sostanzialmente si mettono in panna ...

- Mettersi in cappa (o alla cappa) significa invece sistemare la velatura per indurre nella barca uno scarroccio pronunciato che comporti un sostanziale miglioramento della situazione a bordo, essenzialmente per contrastare condizioni di tempo duro che non consentono una navigazione normale ...

- Cappa secca o cappa filante son problemi che lascerei ai comandanti dei vascelli e delle navi a palo ...

- Stiamo mescolando brutalmente due cose diverse: il navigare con tempo duro e l'affrontare un groppo improvviso.


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Cappa a secco o cappa filante non li lascerei ai comandanti di vascelli, a secondo delle caratteristiche della tua barca, tipo di opera viva, tendenza orziera la combinazione di vele per la cappa puo' essere diversa, anche solo fiocco o trinchetta per uno sloop o cutter, e con mezzana o randa ridotta per lo yawl o il ketch.
L'importante e' mantenere il vento che provenga dai quartieri di prua e scarrocciare nel letto del vento per creare la remora che 'protegge' la barca, e questa e' la cappa 'filante', se non ti piace il termine, comunque usato ancora oggi, suggerisci un altro, non c'e' problema.
Oppure si puo' optare per la cappa secca, a secco di vele, fa si che la barca si disponga normalmente con il vento al traverso, rimane quindi in balia delle onde con un maggiore rollio, per quel che ne so' io e' stata descritta e utilizzata da vari autori come Adlar Coles o Errol Bruce come l'ultima ratio con venti forza 10-11 quando si pensa che il vento e' cosi forte da rischiare di distruggere le vele e danneggiare l'attrezzatura.
Ovviamente sono tutti discorsi per noi teorici, che non amo molto, preferisco parla di qualcosa che conosco per averlo provato personalmente.
Anch'io come Kermit mi sono messo alla cappa solo per fermarmi,con tempo buono ...
o forse dovrei dire piu' correttamente in panna...
Alla fine vorrei capire a chi gliene frega qualcosa della differenza, non ci sono argomenti piu' interessanti da discutere.
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ciao pegaso...intervengo a intermitttenza... Mi allineo totalmente a baladin e al suo intervento di qualche post sopra, in cui si dice che una delle cose più affascinanti della vela è proprio il linguaggio.Peccato che si vada perdendo...bv!
Capo Spartivento ce l'ho qui a pochi km. So bene cosa può diventare certe volte, soprattutto col levante forte o con lo sciroccone che poi improvvisamente gira a levante. Se devi andare a Cagliari col levante robusto che alza l'onda, diventa la Passione Secondo San Matteo! Lo vedi sempre lì e non riesci mai a doppiarlo.

Tom
però l'importante secondo me è fare come Pegaso, che ha provato quelle condizioni e le reazioni sia sue che della barca
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da kermit
Quando il vento supera 40-50 nodi la fuga con vento e mare di poppa non è affatto tranquilla, la mia domanda non era banale e leggendo il libro di Adler mi ha fatto riflettere.
Avanzare e farsi dare le mazzate non è divertente ma credo che alla fine sia più sicuro
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Di bolina con un vento del genere, se l'onda è proporzionale, solleciti inutilmente scafo e armo....

Tieni presente poi che le 'sorprese' di solito ti arrivano da terra, quindi scappi di lasco verso il largo (parliamo di Mediterraneo).

Di bolina dove vai?
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da kermit
per non abbandonare l'argomento, in caso di tempesta, fuggire con il vento al giardinetto o avanzare di bolina? Ovviamente parlo di situazione con vento superiore ai 40-50 nodi e condizione priva di ostacoli.
Io sono per avanzare, mi sembra più sicuro, lascio a voi la palla
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l'unica volta che ho preso mio malgrado una botta di 40 nodi e relativa onda, alta e ripida, ero in poppa e sinceramente l'idea di prvare a bolinare non mi ha neanche sfiorato...Big Grin
le barche affondano e non solo difetti strutturali, basta dimenticarsi un passo d'uomo aperto (caso già accaduto) o rompere una finestratura sottovento (non sopravento bensì quella sottovento che a causa di una forte sbandata per un colpo secco si frattura, accaduto anche questo). prima di parlare dei vari tipi di cappa o strategia o fuga sarebbe bene specificare con quale tipo di imbarcazione, un deriveur scivola con la deriva alzata ed agli antipodi una barca a chiglia continua incassa, ergo che la condotta dovr essere differente. una cosa è certa, mai abbandonare l'imbarcazione sino a che non si abbia la certezza dell'affondamento imminente. poi si potrebbe parlare di molto altro ma parlare non è viversi la situazione dal vivo, è altra storia.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da giorgio.mare... poi si potrebbe parlare di molto altro ma parlare non è viversi la situazione dal vivo, è altra storia.
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...siccome siamo su un forum, l'unica cosa che possiamo fare è parlare...credoBig GrinBig Grin

per cui, se hai da parlare, forse questo è il posto giusto...forseBlush
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana, Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da alice
però l'importante secondo me è fare come Pegaso, che ha provato quelle condizioni e le reazioni sia sue che della barca
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Sciocchezze!

Sarò anche uno che per qualcuno non capisce un tubo di nulla, ma me ne frego.
Io penso che non ci sia da provare o testare proprio nulla e penso anche che non bisogna nemmeno scriverlo su un forum. Con le burrasche si sta in porto. Stop.

Tom
no ... scusate ...avete ragione voi...è proprio Bozzello quello che è tornato: spara le stesse c...te con la stessa sicumera!! Big Grin

...inossidabile e tetragono: avanti così!Big GrinBig GrinBig Grin

e da ora in avanti chiediamo ai moderatori di attivare anche la funzione 'Censura' così da evitare che su forum possano essere scritte pericolose provocazioni a danno di poveri diportisti, ignari ed ingenui, nel 'solco' della migliore tradizione MinCulPop!! ...protettivo e paterno Big GrinBig GrinBig Grin
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