I Forum di Amici della Vela

Versione completa: Storia di un'odissea
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Dicembre 2007,Afterglow(una bellissima poesia del grande Borges) è la mia lancia di 22 piedi che ha dei brutti segni di ruggine, sapete quelle brutte righe di quel colore così fastidioso, che sono sparse qua e là tutte intorno alla barca.
Bene approfitto del periodo, la metto sui cavalletti così gli do un'occhiatina generale.

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Si accende la famosa lampadina, prendo il cannello e vedo in un angolo dove c'e la ruggine cosa cappero c'è sotto Smiley39...very good idea

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E' fatta Blush non nel senso che è finita, ma nel senso che è fatta la frittata...Big Grin Sette lunghi mesi di lavoro, lasciando perdere tutto il resto del mondo, cioè la media di 10 ore di lavoro giornaliere, alcuni giorni 20 ore, no domeniche no pause Big Grin
Prima di continuare, una precisazione, il lavoro che è stato fatto probabilmente farà storcere il naso ai puristi del restauro del legno, in quanto la mia scelta si è orientata non nel restauro così detto 'filologico', ma più tendente all'uso dei più moderni materiali, per ridurre al minimo in futuro, quella che è la manutenzione di una barca di legno, che è veramente tanta, e devo dire che da questo punto di vista e anche da molti altri, ho avuto ragione.Continuando non basterebbe lo spazio di tutto il forum per descrivere cosa ho trovato sotto i vari strati di vernice apposti dal vecchio proprietario; stucco di legno, stucco di vetroresina, silicone,fori tappati dalle cose più impensabili e tavole marce.Quì è sopraggiunto il primo vero grande sconforto...ma chi.....me lo ha fatto fare...Sadsmiley senza parlare di radio banchina, ero il pazzo della compagnia...forse avevano ragione.A questo punto decido di farla completa: gli faccio un trattamento epossidico, modifico la poppa per arretrare il timone(manovrava molto meno di un normale gozzo),gli costruisco un nuovo timone e quindi nuovi agugliotti e femminelle.
La vecchia poppa
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La modifica incollando con epoxy un pezzo di mogano massello

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Prove con il nuovo timone costruito con multistrato marino, e due guance in larice

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Faccio una prova ad inserire il tutto poi magari se vi gusta continuo Big Grin....
A questo punto oltre a portare il legno a 'legno' bisognava svuotare completamente i comenti dalla vecchia calafatura, composta da stoppa bituminosa che non lega con la resina epossidica. Quì l'inesperienza ha dato i suoi frutti sarebbe bastato aspettare luglio o agosto quando da noi la temperatura si attesta intorno ai 40°,che in una settimana i comenti si sarebbero aperti da soli, con il ritiro del legno e li sarebbe stato abbastanza semplice, con qualunque attrezzo togliere la vecchia canapa.
Chiaramente portando a legno e svuotando i comenti, la barca svelava le tavole 'fesse', e quindi sostituzione delle tavole rotte o marce.

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Verso la fine di aprile, dopo aver fatto asciugare per bene il legno,diciamo ad un'umidità testata con lo strumento intorno al 15%, iniziavo il lungo lavoro di calafatura, fatto comento per comento, singolarmente così: 3 o 4 passate di epoxy con un pennellino sino a quando il comento non era saturo di resina poi la cotonina (e non la vecchia stoppa), spinta nel comento con una giusta pressione, poi altre 3 0 4 mani di resina pura sino a che la stessa cotonina per capillarità non si gonfiava andando a chiudere perfettamente lo spazio tra una tavola e l'altra, quindi sempre bagnato su bagnato ossia non appena la resina cominciava a catalizzarsi, la stuccatura finale con epoxy additivata con microsfere sino a raggiungere la giusta morbida densità per questa fase di lavorazione.
Mastro geppetto(io) alle prese con il calafato Big Grin
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Dimenticavo tra una cosa e l'altra gli ho fatto alla signora un 'nuovo nasino' Big Grin


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Breve pausa 'second coffee' Big GrinBig GrinBig Grin
Alla faccia del restauro
Evaiiii, così mi piace, qualcuno che ha sudato come sto facendo io.....anzi come vorrei fare, ma fa troppo FREDDO!
Non si lavora si guarda solo il forum e si aspetta momenti migliori,ciaooo
Continuo...la fase successiva...carteggiare, levigare il tutto sino a farlo diventare liscio come il sederino di un bambino. Diciamo che a questo punto si cominciano a raccogliere i frutti di qualche mese di lavoro...passando la mano sulle fiancate della barca si apprezza in pieno tutto il sudore menato fino a quel punto, si ha la palese sensazione che lo scafo è diventato monolitico e si è sicuramente irrobustito...

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Nella successiva fase, ho fatto altre 3 mani a rullo di epoxy pura su opera viva ed opera morta, anche quì il legno viene impregnato di resina sino a totale saturazione. Completamente asciugata la resina (siamo già in primavera inoltrata quindi fa già caldo da noi), tutte e due le fiancate vengono carteggiate ad umido per togliere credo che si chiamino le ammine che produce la resina con l'umidità della notte, sono state date due mani di epoxy con un additivo a base di grafite (polvere nera) e due mani di primer epossidico...

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Pausa camomilla...Occhio nero mi sto ricordando quanti soldi ho speso 42
Perchè invece di fibra tessile non hai usato il legno per calafatare, come spiegato dal manuale della Cecchi Gustavo?
Pino
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Montecelio
Perchè invece di fibra tessile non hai usato il legno per calafatare, come spiegato dal manuale della Cecchi Gustavo?
Pino
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Immagino che tu per legno per calafatare intendi la 'rinvergatura' che altro non è che una fascia di legno tronco-conica (della stessa sostanza del fasciame), sagomata su misura che viene messa al posto del calafato là dove il comento ha uno spazio superiore al normale da 0,5 a 1 cm. in poi...io ho così fatto dove occorreva...Big Grin
BV Roberto
Vedo di finire 'l'odissea' Big Grin...
Nella fase successiva siamo già alla pitturazione delle fiancate,con 3 mani di vernice bi-componenete pouliretanica, e 3 mani di anti-fouling sull'opera viva, per un totale di circa 70 litri tra resina primer e vernice. Purtroppo non ho fatto fotografie nella lavorazione all'interno della barca avevo litigato con il fotografo Big Grin , (c'erano ormai giornate bellissime e mia moglie mi voleva ammazzare, altro che fare foto Big Grin )

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In 2 tempi Big Grin

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Questo in breve racconta come ho detto all'inizio un lavoro durato sette mesi, che mi ha insegnato veramente tante cose...primo che ad una barca bisogna solo passare l'antivegetativa Smiley14 ... naturalmente scherzo, ho imparato molto bene ad usare le resine epossidiche, prima di allora mai usate, e a cimentarmi in lavori, modestia a parte, di esclusiva competenza di maestri specializzati o di cantieri, cosa peraltro che ti fa conoscere la tua barca, sino ad ogni piccolo, nascosto ed amorevole angolo.
A tutt'oggi la barca non è mai uscita dall'acqua, eppure non presenta ne un graffio ne altro è così uguale a quando l'ho varata a giugno, mentre il gozzo cabinato che è ormeggiato di fianco a me, che è stato calafatato da un maestro d'ascia nello stesso periodo della mia, presenta l'opera morta con evidenti aperture tra il fasciame, fioriture nella vernice.Forse l'impiego di materiali migliori, forse un'amore che può avere solo l'armatore, o forse,che chi fa da sè fa per tre? Big GrinBig GrinBig Grin
Buon Vento Roberto.
Bravo Roberto. per quello che riguarda i maestri d´ ascia..sicuramente saranno piu´ bravi, ma gli manca una cosa che noi abbiamo e loro no. L´ amore per la propia creatura Wink
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da HAL9001
Bravo Roberto. per quello che riguarda i maestri d´ ascia..sicuramente saranno piu´ bravi, ma gli manca una cosa che noi abbiamo e loro no. L´ amore per la propia creatura Wink
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Grazie, giustissimo quello che dici Smiley14
Ma mi togli una curiosità: ma tu per caso sei iscritto al forum il legno? Ogni volta che vedo il tuo avatar mi ritorna in mente questa cosa... A meno che non stiamo parlando di un'altra vita Big GrinBig GrinBig Grin
Saluti Roberto.
Che dire... via via che ti leggevo e vedevo le foto la bocca mi si faceva sempre più aperta... 424242
Davvero complimenti per il lavoro fatto e per il racconto Wink
Chiaramente uno che fa tutto quel lavoro e poi lo trascrive sul forum, lo fa per raccogliere commenti come i tuoi...Big GrinBig GrinBig Grin
Comunque grazie...Roberto.
Roberto..Salentino Mio Salentino! Quando posso venire a vedere la splendida Creatura??
Roberto, complimenti veramente. Avevo letto la storia altrove, ma le foto sono veramente belle. Adesso che hai questa esperienza, che sai che ogni volta che carteggi ti spunta una tavola fessa, ma che si puo'sostituire e la barca torna nuova...pensi che questo trattamento si puo fare anche su una barca a vela in legno, dove albero e sartiame producono sforzi notevoli. Mi e'sempre stato detto che le resine su un fasciame tradizionale fa perdere elasticita'e le tavole spaccano. E'una balla?
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da matteo1783
Roberto..Salentino Mio Salentino! Quando posso venire a vedere la splendida Creatura??
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Quando vuoi mio concittadino, certo mi piacerebbe molto di più farti vedere una bella barca a vela ... ma per adesso accontentiamoci Big Grin
Il tridente dove ce l'hai a S.Cataldo? La mia è alla LN di Porto Cesareo
Buon Vento Roberto.
Salentu, lu sule, lu mare, lu ientu. CoolCoolCool
Si e' a San Cataldo. Quando vuoi uscire in barca? Io credo che domani mi faro' un giro...
Complimenti un bellissimo lavoro, ho avuto due barche in legno per un periodo di diciotto anni, dove col mio ex socio abbiamo fatto diversi interventi 'sul legno' e conosco bene quel senso di timore misto a speranza che si prova ogni volta che si va a compiere un'ispezione...ci sarà del marcio? quanto legno dovrò sostiture ? e così via e il sollievo quando le cose poi sono meno gravi di quel che sembrava a prima vista,ma tu hai fatto un impresa Titanica,
la tua barca ti ripagherà di tutte le tue fatiche.
un saluto miwiki
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da mantonel
Roberto, complimenti veramente. Avevo letto la storia altrove, ma le foto sono veramente belle. Adesso che hai questa esperienza, che sai che ogni volta che carteggi ti spunta una tavola fessa, ma che si puo'sostituire e la barca torna nuova...pensi che questo trattamento si puo fare anche su una barca a vela in legno, dove albero e sartiame producono sforzi notevoli. Mi e'sempre stato detto che le resine su un fasciame tradizionale fa perdere elasticita'e le tavole spaccano. E'una balla?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Ciao Mantonel, la tua è una bella domanda.
Come ho già scritto all'inizio di questo 3D esistono fondamentalmente due scuole di pensiero, quello filologico che conserva quindi lo stesso metodo di costruzione e quindi di restauro di vecchio tipo, per intenderci quello dei vecchi maestri d'ascia, e poi quella del diciamo nuovo pensiero che poi tanto nuovo non è. A me in questi casi per fare un esempio, che a ddire la verità non so se è molto appropriato ma lo faccio lo stesso. Prima i binari della ferrovia erano staccati nel senso cherano imbullonati tra di loro in pezzi lunghi non so di preciso di circa 10-12-15 mt. li facevano così perchè dicevano che davano la possibilità al materiale di allungarsi per le dilatazioni termiche dovute agli sbalzi di temperature, e così i più grandi ricorderanno il famoso ..tutun..tutun..tutun Big Grin che facevano i vecchi treni sulle vecchie rotaie. Dopo tanti anni Hanno pensato che per ovviare a tutti i problemi dovuti alle dilatazioni sarebbe stato sufficiente saldarli tutti insieme e bloccarli alle traverse. Ora torniamo alle barche, le resine epoxy ed i moderni additivi sono credo arrivati molto vicini ad avere le stesse caratteristiche del legno così come nel lavoro che ho eseguito io tutta la struttura è diventata monolitica e quindi si muove tutta insieme. D'altra parte ci sono cantieri famosi di maestri d'ascia famosi come il cantiere Montisola che costruiscono barche a vela e a motore in legno incollato con resine epossidiche, addirittura rivestite con tessuto. Oppure ancora quando si ricostruisce un albero di qualche veliero antico vengono sicuramente usati questi prodotti.
A proposito di questi se non cambierà qualcosa dal punto di vista monetario, il prossimo lavoro che farò costruirmi l'armo in legno e fare muovere la mia vecchietta a vela .
Buon Vento Roberto.
Bravo, quest'ultimo discorso mi interessa moltissimo. Continuamente ascolto entrambi i concetti. Alcuni dicono che incollare con la resina e ricoprire con tessuto e resina si possa fare soltanto su fasciame di sezione minima ma non su tavole come quelle che ho visto nelle tue foto. Adesso inizierò il restauro di uno scafo con fasciame con sezioni come le tue e sono indeciso. C'è da dire che in realtà le resine come quelle della Cecchi che tu usi (si capisce dalle confezioni!) sono un pò permeabili. Ed anche la grafite che ho usato anche io non riesce a fermare totalmente l'acqua. Inoltre non è vero che la resina che impregna il legno riesce ad andare oltre la superficie dello stesso. Fai una prova: impregna una tavola come quelle del tuo scafo, metti tutte le mani di resina che vuoi, e poi sega la tavola.
Comunque mi interessa nel tempo conoscere le condizioni dello tuo scafo.
Ciao
Mario Falci

<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Novecento
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da mantonel
Roberto, complimenti veramente. Avevo letto la storia altrove, ma le foto sono veramente belle. Adesso che hai questa esperienza, che sai che ogni volta che carteggi ti spunta una tavola fessa, ma che si puo'sostituire e la barca torna nuova...pensi che questo trattamento si puo fare anche su una barca a vela in legno, dove albero e sartiame producono sforzi notevoli. Mi e'sempre stato detto che le resine su un fasciame tradizionale fa perdere elasticita'e le tavole spaccano. E'una balla?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Ciao Mantonel, la tua è una bella domanda.
Come ho già scritto all'inizio di questo 3D esistono fondamentalmente due scuole di pensiero, quello filologico che conserva quindi lo stesso metodo di costruzione e quindi di restauro di vecchio tipo, per intenderci quello dei vecchi maestri d'ascia, e poi quella del diciamo nuovo pensiero che poi tanto nuovo non è. A me in questi casi per fare un esempio, che a ddire la verità non so se è molto appropriato ma lo faccio lo stesso. Prima i binari della ferrovia erano staccati nel senso cherano imbullonati tra di loro in pezzi lunghi non so di preciso di circa 10-12-15 mt. li facevano così perchè dicevano che davano la possibilità al materiale di allungarsi per le dilatazioni termiche dovute agli sbalzi di temperature, e così i più grandi ricorderanno il famoso ..tutun..tutun..tutun Big Grin che facevano i vecchi treni sulle vecchie rotaie. Dopo tanti anni Hanno pensato che per ovviare a tutti i problemi dovuti alle dilatazioni sarebbe stato sufficiente saldarli tutti insieme e bloccarli alle traverse. Ora torniamo alle barche, le resine epoxy ed i moderni additivi sono credo arrivati molto vicini ad avere le stesse caratteristiche del legno così come nel lavoro che ho eseguito io tutta la struttura è diventata monolitica e quindi si muove tutta insieme. D'altra parte ci sono cantieri famosi di maestri d'ascia famosi come il cantiere Montisola che costruiscono barche a vela e a motore in legno incollato con resine epossidiche, addirittura rivestite con tessuto. Oppure ancora quando si ricostruisce un albero di qualche veliero antico vengono sicuramente usati questi prodotti.
A proposito di questi se non cambierà qualcosa dal punto di vista monetario, il prossimo lavoro che farò costruirmi l'armo in legno e fare muovere la mia vecchietta a vela .
Buon Vento Roberto.

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Ciao Mario, purtroppo anche se ho un po' oscurato le scritte ormai si è capito che ho usato i prodotti della Cecchi. Sinceramente sono stato molto criticato, anche da un maestro d'ascia che conosco nella mia zona, per via dei prezzi, a suo detto eccessivi, e per il fatto che non ci sarebbe stato nessun motivo per fare il lavoro in maniera così radicale come l'ho fatto io. Io ho fatto una prova, prima di cominciare il refitting sulla mia barca, ho preso un compensato di 6 mm. di spessore (era quello che avevo in garage)gli sono passato sopra un po' con la levigatrice a nastro sino a ridurlo sottilissimo, poi l'ho incollato con la resina sino a formare una piccola scatola, l'ho resinato allo stesso modo come la mia barca, l'ho riempito d'acqua ed è ancora in garage raffreddo i pezzi quando saldo o taglio. Questa cosa l'ho fatta un anno prima di cominciare a lavorare sulla barca: l'acqua all'interno di quel box in legno è ancora li sono passati più di 2 anni.Non ho capito molto bene quando dici resini una tavola come la tua poi la tagli, magari dopo mi aiuterai a capire. Per concludere il motivo per cui ho usato quella marca sinceramente è stato la mia poca domestichezza con il prodotto,
Quindi prima, durante e dopo il lavoro ho tempestato di domande spesso anche Cecchi in persona ed anche più volte al giorno, trovando sempre tanta disponibilità, cortesia e competenza, per me non è poco.
Buon Vento Roberto.
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