Ad integrazione e conferma delle osservazioni di Nole.
L'antico termine italiano corretto, come è già stato detto, è passerino di sicurezza.
I vecchi manuali consigliano di legarsi in almeno due punti e spostarne uno per volta.
No fissare i passerini alla falchetta, ma più centrali possibile.
Cintura o giubbetto con fermo inguinale e cordone a Y, corto.
L'aggancio di schiena sarebbe ottimale ma serve solo se si è trascinati dalla barca per non rimanere a faccia sotto, scomodo da usare perché se ti scappa uno dei cordoni è difficile riprenderlo impacciati da cerata e giubbetto.
L'esperienza mi ha dimostrato che trascinati dalla barca, anche se il giubbetto ha il colletto che si gonfia sotto la nuca, si gira ugualmente su se stessi se non si aprono le braccia per stabilizzarsi, ed allora sì serve l'aggancio sulla schiena per tenere fuori la faccia.
Bene solidi golfari dedicati ai passerini e golfari anche in pozzetto: all'uscita del passo d'uomo e vicino al timone, ho già visto gallocce e bitte andarsene insieme ai cavi d'ormeggio o dell'ancora.
Cavo o fettuccia, se ben solido, non cambia molto: sul cavo si scivola perché rotola, nella fettuccia ci si inciampa perché non è mai tesissima.
Sempre passare sopra vento e camminare ben bassi o sulle chiappe o gattonare, tenendo in mano o una draglia o il tientibene.
Anche legati una mano per se ed una per la barca.
No ai nodi su passerini e cordoni di tessile: come si spezza facilmente uno spago? Gli si fa un nodo assuccato, si tengono i capi in mano e si dà un bello strattone, provare quanto è facile.
Il miglior consiglio: non cadere in acqua.
Ma queste ed altre cose, chi va per mare le sa già.