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Versione completa: ... il legno
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...una barca in legno massello è per necessità un dislocamento pesante in quanto la unidirezionalità delle fibre del legno, lo fanno resistere bene in una direzione (anisotropia) mentre offre scarsa resistenza nel senso contrario. Gli incastri la chiodatura ecc. non risolvono completamente il problema, la trazione (urto) perpendicolare alle fibre può provocare la rottura longitudinale di qualche tavola.
Quando fu scoperta la colla a base resorcinica (colla rossa) con caratteristiche di insolubilità nell'acqua, che una volta indurita aveva grande presa nell'incollaggio, fu una rivoluzione.
Le tavole si incollano incrociate e il legno diventa isotropo (resistente in tutte le direzioni), di conseguenza abbiamo uno scafo con struttura leggerissima dove il peso è circa la metà di uno in massello, con resistenza a trazione di mille Kg x cm2 (media tra le specie di legni che lo compongono). Se ben progettato strutturalmente nel senso di torsione e flessione avrà caratteristiche di monoliticità ineguagliabili, uno scafo senza soluzioni di continuità e senza nessun innesco di rottura degno della migliore tecnica aeronautica. Le tavole incollate con la 'rossa' devono essere serrate per bene, perchè la colla deve entrare nei pori (cellule) di entrambi i pezzi. Bisogna evitare il formarsi di sacche di colla dovute alla non planearità del legno perchè esse sottoposte alle sollecitazioni nel tempo, diventano il punto di partenza per fessurazioni.

Resina epossidica
La resina epossidica migliora ulteriormente l'incollaggio, avendo la struttura molecolare ad alveare. Nell'incollaggio eventuali sacche di resina si comportano come una capriata: assorbono meglio gli sforzi là dove la 'rossa' può fessurarsi.
E' inoltre un ottimo isolante del legno, infatti dando la prima mano, stendendola bene a pennello, ne chiudiamo la maggior parte dei pori. Al termine della prima mano, se si guarda il legno in controluce, i punti non impregnati a sufficienza risultano opachi, pertanto bisogna ritoccali.
A questo punto conferiamo al legno l'effetto 'cantina' cioè non interagisce più con l'umidità presente nell'aria circostante, stabilizzandosi.
Altre mani di epoxy sono uno spreco economico e di tempo e non migliorano un bel niente. Tre mani di vernice o pittura completano l'opera. Una barca costruita in lamellare, isolata con resina su tutta la superficie esterna (mai sotto coperta), richiederà ripitturazioni dopo 5 anni (a secondo di chi ... pennella) Quello che scrivo è il compendio di decenni di lavoro nel campo nautico per hobby.

Pitture
Le pitture oggi giorno sono fantastiche, sul massello useremo le monocomponenti senza dare l'isolamento con la resina, (il legno si muove troppo). Bene anche i trattamenti con olio di lino cotto (se ne trovate ancora, minio ecc. oltre al calafataggio con canapa o stoppa, lasciate perdere le cotonine intrecciate, lo spessore del comento può essere variabile, la canapa è filiforme e si inserisce nella giusta quantità, la cotonina intrecciata è a diametro fisso.
Nelle costruzioni in lamellare (l'esterno già detto) all'interno ho usato le nuove pitture e vernici a base d'acqua, che dire, vanno bene, non rilevo inconvenienti, sono in evoluzione tecnica e non potranno che migliorare.
Che bello quando pitturi sotto coperta senza inalare solventi!
Sul legno massello e lamellare evitate le pitture, vernici e antivegetative bi-componenti, sono rigide, non seguono i movimenti del legno (ciò che le monocomponenti fanno egregiamente) e spaccano somigliando alle zolle nel terreno inaridito.
Ciao Luigi,
ho letto quello che hai scritto e lo trovo molto interessante, ma non ho capito se albero e boma in legno va data l'epossidica prima della vernice o no.
Poi volevo dare l'epossidica anche in sentina al mio barchino in compensato anche se ho già fatto il trattamento all'esterno, cosa ne pensi?
Ti ringrazio anticipatamente,
buon vento Emanuele
Il secondo paragrafo ed il terzo presentano delle contraddizioni.
infatti, è quello che non capisco.
Se qualcuno può darmi della spiegazioni, ben lieto di accoglierle.
Ciao Grazie
altamare, mi spiace, ma ti devo correggere su di un particolare, che poi tanto particolare non è perché è uno dei fondamenti dell'uso dell'epossidica su legno.
il legno o è trattato ad espossidica tutto, dentro e fuori
o non deve essere trattato con epossidica né dentro né fuori.
se trattato dentro e fuori diventa isolato e funziona come supporto meccanico; se trattato solo da una parte, esternamente e non sottocoperta, come hai scritto, sei sicuro che si andrà incontro a marcescenza,perché la condensa e l'umidità entra nel legno e non ne esce, come si dice:-il legno non respira-.

quindi, ricapitolando, o tutto epossidicizzato, o nulla (al più qualche incollaggio di qualche particolare).

detto questo molto in breve; ma è su tutti i manuali ed i libri, che occorre sempre consultare prima di vedere su internet.
e c'è molto poi da approfondire.
Citazione:beppe_rm ha scritto:
altamare, mi spiace, ma ti devo correggere su di un particolare, che poi tanto particolare non è perché è uno dei fondamenti dell'uso dell'epossidica su legno.
il legno o è trattato ad espossidica tutto, dentro e fuori
o non deve essere trattato con epossidica né dentro né fuori.
se trattato dentro e fuori diventa isolato e funziona come supporto meccanico; se trattato solo da una parte, esternamente e non sottocoperta, come hai scritto, sei sicuro che si andrà incontro a marcescenza,perché la condensa e l'umidità entra nel legno e non ne esce, come si dice:-il legno non respira-.

quindi, ricapitolando, o tutto epossidicizzato, o nulla (al più qualche incollaggio di qualche particolare).

detto questo molto in breve; ma è su tutti i manuali ed i libri, che occorre sempre consultare prima di vedere su internet.
e c'è molto poi da approfondire.

Quoto beppe 2828

...comunque abbiamo riesumato un post del 2009 Smile
Di libri non ne ho letti, ma leggo tante reviste e praticamente il manualino della Cecchi lo conosco a memoria,
ma sai sono rimasto impressionato da questo blog, da quante persone lo frequentano e quante esperienze hanno condiviso.
Visto che sono alla mia prima esperienza di restauro di un barchino in compensato marino tutto di legno a partire dal pulpito fino ad arrivare alle gallocce, pensavo di avere più punti di vista così da trarne le mie conclusioni.
Grazie Emanuele
a proposito, stefano 702, ma eri tu che hai progettato e costruito quel motoscafo del quale abbiamo discusso su quanto avrebbe dovuto essere il diedro? su cantierino, mi sembra ...
Libri se ne possono leggere che sempre utili sono, ma con solo i libri difficilmente si lavora il legno ad arte.
Quello che serve veramente è leggere nel mestiere di chi lo conosce, giorno dopo giorno, e indispensabili sono i calli sulle mani...e quelli vengono dopo molti anni di costante applicazione.
Citazione:beppe_rm ha scritto:
a proposito, stefano 702, ma eri tu che hai progettato e costruito quel motoscafo del quale abbiamo discusso su quanto avrebbe dovuto essere il diedro? su cantierino, mi sembra ...

No beppe, credo che ti stai confondendo con Maurizio Martinucci di Ferrara.
Comunque, l'argomento era stato discusso anche qui.SmileSmile
sono pienamente d'accordo con te
Citazione:dapnia ha scritto:
Libri se ne possono leggere che sempre utili sono, ma con solo i libri difficilmente si lavora il legno ad arte.
Quello che serve veramente è leggere nel mestiere di chi lo conosce, giorno dopo giorno, e indispensabili sono i calli sulle mani...e quelli vengono dopo molti anni di costante applicazione.
hai ragione, stefano, sorry per l'errore;
la beatificazione del lavoro manuale è ottima cosa; ma questo funziona per le cose la cui tecnica è povera e costante nel tempo; in tempi di grande innovazione, quasi quotidiana, occorre studiare molto di più, la sapienza delle mani è un contorno necessario, ma non sufficiente; altrimenti oggi le barche si farebbero ancora con la sgorbia, e non è così; servono molto per rinnovare le barche fatte con tecnica ed arte antica, il cui know how è nelle mani e non nella tecnologia.
Con la sgorbia si facevano (e si fanno) gli intagli, le sculture e, al massimo le polene, le barche in legno si costruiscono con altre 'cose'.
Perfino con i macchinari, quando serve.
E anche solo per resinare, la pratica manuale è fondamentale.
Ma c'imbarcheremmo in un lungo discorso per lo più inutile.
Big Grin
non so quanto inutile, anzi direi molto utile.
ho citato la sgorbia per dare la parte per il tutto, ma noto che avrei dovuto essere più chiaro.
e poi mi secca quando mi si fanno dire cose che non ho detto; basta leggere per capire che ho scritto che la pratica decennale non basta per applicare le nuove tecnologie.
peraltro, se ho scritto che il know how è nelle mani ... che vuol dire?
ahi ahi ahi Big Grin
Sopratutto con altre tecniche, applicate ad altre tecnologie.

A mio avviso le barche di legno costruite oggi, appunto utilizzando tecniche, materiali e tecnologie moderne, sono anche più marine e più sicure di quelle costruite tanti anni fà.SmileSmile

Quanto sopra, fermo restando che la manualità è parte fondamentale per raggiungere un eccellente risultato.Smile
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