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Versione completa: Il restauro del RURIK
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Partecipo da poco al vostro forum e sono soddisfatto degli interventi. Da tempo non pubblicavo foto del RURIK perché il lavoro del Mastro era estremamente rallentato ma sopratutto l'avanzamento di difficile interpretazione.
Settimana scorsa ho visto iniziare alcune applicazioni che delineano le forme del restauro. La storia del RURIK è presto fattà: di mano in mano, dalle glorie della navigazione all'ignominia del affondamento.
Avevo da poco demolito la barca che sognavo di restaurare (http://www.ricciardi.eu/barca/acquisto/page_02.html e scelto quella da costruire (chiodo scaccia chiodo) http://www.ricciardi.eu/barca/index.html che, dalle pagine di Bolina, vengo a sapere che c'è in vendita una barca da restaurare. Mi era rimasta la 'voglia' di un restauro ma non potevo immaginare come gestire due attività in contemporanea e mi davo solo per incuriosito. La barca si trovava a Sant'Antioco; io frequento la costa sud della Sardegna per lavoro, sono di Milano, decido di andarla a vedere. Mi si presentò così:
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Un amico conosce Giovannino Bigio, detto Vanino, di Carloforte che in una successiva visita mi accompagna e dice: 'Questa barca ha un valore'.
Mi sono sentito in dovere di intrapprendre il restauro. Ho chiesto al proprietario di rimanere socio del RURIK: lui di Sant'Antioco poteva seguire i lavori e un domani occuparsi giornalmente del mantenimento.
Trovato l'accordo, incaricato il mastro d'ascia Paolo Cara presso il cantiere di Nino Dessi, è cominciata la lunga e complicata avventura di trovare l'anima del RURIK.
Ho scritto a diversi musei marittimi del nord europa ed alcuni autori specializzati ottenendo una parziale conferma delle mie convinzioni:
Smack Yacht, varata intorno al 1905 nei pressi di Fleetwood dal cantiere Gibson. La scelta del armo è stata la più controversa. Ho deciso per due alberi: maestra a picco senza boma, come in uso sulle barche da pesca. Boomless, favorisce la vivibilità in coperta e rende la barca + sicura. In caso di un colpo di vento si impiega meno nello sventare la randa come sulla vela latina.
L'albero di mezzana viene usato da timone. Tra l'altro sarà sfilabile e costituirà l'armo del dinghy, il battello di servizio.

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Sono due anni che ci lavoriamo; i punti salienti sono la scelta dei materiali ed il ripristino degli allestimenti del naviglio del inizio secolo. Fastening (chiodi, viti, perni in Bronzo Silicio), rinforzi del accoppiamento chiglia/madieri in rame, ottone per i perni delle ordinate. Ossatura in Quercia, fasciame, sovrastrutture e coperta in Iroko. Anche gli spessori del fasciame e della coperta sono stati valutati secondo i criteri del epoca: oltre 3 cm. Pensate che dopo 100 anni, sotto vari strati di coperta, abbiamo ritrovato l'originale in quercia. Settimana scorsa rimuovendo gli oblo dalla tuga abbiamo scoperto la prima tuga, molto + bassa e filante. Bene credo di avervi preparato a sufficienza. Oggi il RURIK è tornato ad essere se stesso.

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http://www.rurik.it
Il mondo è piccolo.Sono sicuro al 99% che il Dauphin che hai demolito è stato mio per pochi anni alla fine degli anni 80,l'ho dato nel 91 a dei ragazzi di Como a una cifra simbolica(che per altro non hanno onorato),sinceramente mi ha fatto male vederlo demolito.Penso che tu abbia fatto bene ,era già cotto quando l'avevo io e anch'io ci ho fatto le mie prime esperienze come restauratore ai danni della povera barca.MI rimaneva il sogno di recuperarla adesso con maggore cognizione di causa.Il Rurik è una favola che mi piacerebbe vedere dal vero se non è disturbo.
Ti confermo il Dauphin l'ho trovato sul Lago di Como con nome Odissea, scritto in Greco sulla fiancata. Ma devi sapere che il mondo è ancora + piccolo: a Lecco c'è un altro Dauphin, navigante.
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Anche a me è spiaciuto molto la demolizione ma mi è servito moltissimo lavorare su quella barca per capire gli errori che, in buona fede, si possono fare.
Davvero un bellissimo lavoro: dev'essere affascinante lavorare su una barca come questa!
Notevole, vi invidio un pò.
Sarà che cominciare a trattare lo scafo è l'anticamera del Varo?
Dopo due anni di restauro me lo auguro.
Cosa ne dite stiamo andando bene? Il mobile come vi sembra?
Il trattamento della opera viva sarà a vista.

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Ciao Riccardo, potresti spiegarci nel dettaglio la calafatura.
Grazie
Mario Falci
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Mario Falci
Ciao Riccardo, potresti spiegarci nel dettaglio la calafatura.
Grazie
Mario Falci
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Ciao Mario,
come sta Aqualis?

Dunque, ti interessa il calafatura in generale o quello del Rurik?
Mi interessa quella di Rurik.
Ieri ho fatto con amici una bellissima cavalcata su Aqualis che è sempre più bella. Quando vuoi sei invitato.
Ciao
Mario
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Mario Falci
Ciao Riccardo, potresti spiegarci nel dettaglio la calafatura.
Grazie
Mario Falci
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Sicuramente non 'classica', o sbaglio Riccardo ?
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Mario Falci
Mi interessa quella di Rurik.
Ieri ho fatto con amici una bellissima cavalcata su Aqualis che è sempre più bella. Quando vuoi sei invitato.
Ciao
Mario
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Il calafataggio del Rurik è stato fatto in maniera classica come ti elenco di seguito:
Stoppa pressata con calca stoppa e maglio a mano
Stuccatura differenziata tra opera viva ed opera morta:
Opera viva - minio + stucco in polvere
Opera morta - flatting e polvere di legno

Al momento mi trovo 'relegato' in Sardegna per lavoro, il che cmq, nn sono ipocrita, non mi dispiace e mi consente di collaborare ai lavori.

Stanno incollando gli alberi; domani spero di poter aggiungere nuove foto.
Appunto mai sentito di calafatura classica con stucchi e polveri, mi sembra di ricordare, che si usava solo stoppa o canapa e pece Wink
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da HAL9001
Appunto mai sentito di calafatura classica con stucchi e polveri, mi sembra di ricordare, che si usava solo stoppa o canapa e pece Wink
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Alberto,
ho già affrontato in altri forum l'argomento. Posto che per similitudine, ti sarai accorto, siamo passati dalla trazione a cavallo alla trazione a motore, la nautica paga anche lei lo scotto del tempo; dei cantieri con cui ho parlato NESSUNO lavora più con pece e catrame, considerato pure che non si trova con facilità.

Si definisce classica, la calafatura morbida del comento, in alternativa ad un riempimento che non consenta il movimento delle tavole provocando fessurazioni.
Resta comunque valido il tuo contributo che sarebbe interessante sapere dove sia stato di recente applicato.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Rurik
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da HAL9001
Appunto mai sentito di calafatura classica con stucchi e polveri, mi sembra di ricordare, che si usava solo stoppa o canapa e pece Wink
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Alberto,
ho già affrontato in altri forum l'argomento. Posto che per similitudine, ti sarai accorto, siamo passati dalla trazione a cavallo alla trazione a motore, la nautica paga anche lei lo scotto del tempo; dei cantieri con cui ho parlato NESSUNO lavora più con pece e catrame, considerato pure che non si trova con facilità.

Si definisce classica, la calafatura morbida del comento, in alternativa ad un riempimento che non consenta il movimento delle tavole provocando fessurazioni.
Resta comunque valido il tuo contributo che sarebbe interessante sapere dove sia stato di recente applicato.
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Hai ragione Riccardo, i tempi cambiano e anche i termini come classico di conseguenza Wink. I miei contributi, haime' non recenti, (capisco che questa e' una grave pecca) purtroppo non posso farteli vedere, xche' sai aiutavo dei miei amici pescatori (fiumaroli) che le barche se le facevano da soli, (e la pece si trovava in abbondanza) e visto che risalgono a piu' di ventanni fa e non avendo a suo tempo fatto foto non saprei come fare, pero' visto che galleggiano ancora sul biondo tevere forse la prossima volta che scendo a Roma vedo se ne posso fare qualcuna. Smile

P.S.:
Non volevo assolutamente criticarti, anzi apprezzo molto i tuoi lavori e te l' ho gia' espresso,la mia precisazione voleva essere solo per dialogare, xche' lo spazio tra le tavole del fasciame, mi sembrava 'ridotto' in confronto a quello che ho visto di persona su vecchie barche, appunto calatafate con stoppa e pece). (non so adesso ma fino a una decina di anni fa al Giglio e a Porto S. Stefano e sul litorale laziale c' erano dei mestri che ancora la praticavano, ma molto probabilmente ormai non ci sono piu' :sadsmileySmile e quindi mi e' sorta spontanea la domanda, se ti ho offeso in qualche modo, mi scuso non era minimamente nelle mie intenzioni Smile
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da HAL9001
... xche' lo spazio tra le tavole del fasciame, mi sembrava 'ridotto' in confronto a quello che ho visto di persona su vecchie barche, ...
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
... infatti se vedi le foto del Rurik (http://www.rurik.it) prima del restauto, il comento è 'molto aperto', così usano dire i pescatori. Va anche visto con quale legno stai fasciando: Pino, Larice o Iroko. Il movimento delle tavole è differente.
Quando si costruisce con fasciame affiancato quella che hai potuto vedere sul Rurik è la distanza.


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Propongo questo opuscoletto che trovo interessante. http://www.ricciardi.eu/barca/Calafataggio.pdf

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Offendersi? E perchè? Si sta discutendo e sopratutto sto imparando. Grazie ad entrambi.
Mario Falci
Giusto per imparare.
Riguardo il calafataggio dell'opera viva del Rurik.
Cosa intendi per stucco in polvere?
Una volta si usava stucco all'olio,peraltro ora introvabile.
Io l'ultima volta che ho fatto un lavoro simile ho usato stucco per vetro.
Giova ricordare che lo stucco serve unicamente a tenere in posto il cotone
o la canapa.Grazie.
Capisco che sono fuori luogo,ma pitturare un'opera viva cosi' ben ricostruita è peccato=bellissima!!!!!
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da mimita
Capisco che sono fuori luogo,ma pitturare un'opera viva cosi' ben ricostruita è peccato=bellissima!!!!!
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]Infatti l'opera morta verrà trattata interamente a trasparente Big Grin
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da fanfulla
Cosa intendi per stucco in polvere?<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Lo stucco ha la finalità di dare consistenza al minio: la funzione specifica viene svolta dal minio. Lo trovi in qualsiasi negozio di vernici.
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