06-10-2009, 20:58
06-10-2009, 21:06
Welcome Home
Ciao marco
Ciao marco
06-10-2009, 21:10
personalmente non è che la riconosca , quel ragazzo che si vede li' davanti ha fatto da equipaggio per uno dei pen duick successivi, quello nero da corsa, in alluminio, e non aveva dubbi, è il numero uno
06-10-2009, 21:17
io avevo visto delle foto e mi sembra proprio lei
06-10-2009, 21:48
Bene Nausica,
adesso che sei tornato possiamo ricominciare a parlere seriamente di barche da crocera...
adesso che sei tornato possiamo ricominciare a parlere seriamente di barche da crocera...
06-10-2009, 22:49
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Pen Duick è la prima di una serie di sei barche celebri, che accompagnarono il francese Eric Tabarly per tutta la vita. Nel 1938 Eric acquista dalla famiglia Lebec a Nantes il Pen Duick e così iniziò il suo apprendistato di mare (varata nel 1898 con il nome di Yum, da un disegno del genio). E' stata abbandonata in periodi diversi e completamente ristrutturata per due volte. Oggi è la famiglia di Eric Tabarly, che naviga su questa barca leggendaria. In conformità con i desideri del padre, Marie Tabarly al compimento dei 18 anni nel mese di agosto 2002 è divenuta la nuova armatrice.
<< I grandi architetti dell'inizio del secolo furono Herreshoff, Watson, Nicholson et William Fife. Tra di loro Fife acquisì una particolare reputazione grazie all'aspetto e all'equilibrio delle sue barche e, per di più, quelle che hanno preso forma nel suo cantiere possedevano una costruzione ineguagliata >>. da Eric Tabarly.
Nella notte tra il 12 e il 13 luglio 1998 muore Eric Tabarly. Cadde fuoribordo durante una manovra di presa di terzaroli con circa 20 nodi d'aria, mentre stava navigando in trasferimento verso l'Irlanda per portare il Pen Duick a un raduno di barche disegnate da Fife.
Un connubio inseparabile fino alla morte
Buon vento a tutti.
Grazie Lorena ; sempre in attesa della risposta di Baladin.
Rob complimenti per il video
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Pen Duick è la prima di una serie di sei barche celebri, che accompagnarono il francese Eric Tabarly per tutta la vita. Nel 1938 Eric acquista dalla famiglia Lebec a Nantes il Pen Duick e così iniziò il suo apprendistato di mare (varata nel 1898 con il nome di Yum, da un disegno del genio). E' stata abbandonata in periodi diversi e completamente ristrutturata per due volte. Oggi è la famiglia di Eric Tabarly, che naviga su questa barca leggendaria. In conformità con i desideri del padre, Marie Tabarly al compimento dei 18 anni nel mese di agosto 2002 è divenuta la nuova armatrice.
<< I grandi architetti dell'inizio del secolo furono Herreshoff, Watson, Nicholson et William Fife. Tra di loro Fife acquisì una particolare reputazione grazie all'aspetto e all'equilibrio delle sue barche e, per di più, quelle che hanno preso forma nel suo cantiere possedevano una costruzione ineguagliata >>. da Eric Tabarly.
Nella notte tra il 12 e il 13 luglio 1998 muore Eric Tabarly. Cadde fuoribordo durante una manovra di presa di terzaroli con circa 20 nodi d'aria, mentre stava navigando in trasferimento verso l'Irlanda per portare il Pen Duick a un raduno di barche disegnate da Fife.
Un connubio inseparabile fino alla morte
Buon vento a tutti.
Grazie Lorena ; sempre in attesa della risposta di Baladin.
Rob complimenti per il video
07-10-2009, 00:32
e questa è il pen duick IV
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07-10-2009, 04:00
Navigando molto, ho poco frequentato il foum in questi ultimi tempi, ma che bella sorpera ritrovare qui Nausica
B.v.
Da bordo del Jonathan, Itaparica- Salvador de Bahia
B.v.
Da bordo del Jonathan, Itaparica- Salvador de Bahia
07-10-2009, 04:21
Bentornato.....pero' qualche foto di barchi con vera anima tipo Bavaria potevi pure postarla
07-10-2009, 05:00
infatti, lo pensavo anch'io...intanto mandagli qualche foto del morgante, esponente di grande tradizione velica!!!
07-10-2009, 16:38
Finalmente la risposta di Baladin è arrivata.
Le foto ovviamente sono della PBase (fotografo Patrick Debelencourt in occasione della Panerai Classic Yacht Challenge).
Lorena, tu mi fai domande che andrebbero rivolte direttamente ai 'pazzi ' che si cimentano in queste regate.
Ti posso dire che, oltre a quelle 'ufficiali':
nazionalità, cortesia, armatoriale, guidone sociale, di quarantena, gran pavese, segnaletiche
ci sono poi queste:
classe di appartenenza o di riconoscimento durante le regate (oltre il numero velico sulla randa) - quella che vedi;
del circuito;
oltre quella dell'armatore anche quella degli stessi componenti dell'equipaggio apparteneti alla stessa 'setta ' (sotto quella dell'armatore);
di assenza dell'armatore;
pasto dell'armatore;
ospite a bordo;
invito a bordo;
pasto dell'equipaggio;
del capo flottiglia o dell'organizzatore;
ecc....
oltre a vessilli, stendardi, striscioni pubblicitari, senza contare che ogni 'setta ' ha le sue magliette, le sue preghiere, i suoi rituali, le sue regole, i suoi saluti, ecc....
In merito al tuo amico, fa lo sborone, nel senso che lui è un navigatore e ha percorso parecchie miglia
Bifrak
Luigiotto mi dai dei riferimenti dove poter acquistare il tuo libro ?
Murri e Stefanofinn perchè no, almeno mettere in risalto, non tanto il fascino o l'anima (tanto è tempo perso ), quanto piuttosto il modo diverso di approcciare la vela e il mare. Lo dico seriamente.
Sono cambiati i tempi, per cui sono discorsi antichi ?
Bè, per me (rozzo come sono) la libertà è fondamentale, per cui soprattutto per mare troppe cianfrusaglie non ci devono essere. Bottoni, bottoncini, batterie, premi qua, spegni là, ti sei ricordato di, le chiavi di qua, le chiavi di là, il guantino, la tutina, l'occhialetto, il giornaletto, .... no ragazzi preferisco rimanere un rozzo. Fuori da circuiti, fuori da giornali, fuori da mode, fuori dai rompiautocensured. La libertà e l'imperfezione sono belle e ne sono geloso.
Le fredde barche a motore con la vela da diporto con mille cianfrusaglie ci sono e sono troppe ; ma perchè allora non produrre anche barche a vela emozionanti ?
Le foto ovviamente sono della PBase (fotografo Patrick Debelencourt in occasione della Panerai Classic Yacht Challenge).
Lorena, tu mi fai domande che andrebbero rivolte direttamente ai 'pazzi ' che si cimentano in queste regate.
Ti posso dire che, oltre a quelle 'ufficiali':
nazionalità, cortesia, armatoriale, guidone sociale, di quarantena, gran pavese, segnaletiche
ci sono poi queste:
classe di appartenenza o di riconoscimento durante le regate (oltre il numero velico sulla randa) - quella che vedi;
del circuito;
oltre quella dell'armatore anche quella degli stessi componenti dell'equipaggio apparteneti alla stessa 'setta ' (sotto quella dell'armatore);
di assenza dell'armatore;
pasto dell'armatore;
ospite a bordo;
invito a bordo;
pasto dell'equipaggio;
del capo flottiglia o dell'organizzatore;
ecc....
oltre a vessilli, stendardi, striscioni pubblicitari, senza contare che ogni 'setta ' ha le sue magliette, le sue preghiere, i suoi rituali, le sue regole, i suoi saluti, ecc....
In merito al tuo amico, fa lo sborone, nel senso che lui è un navigatore e ha percorso parecchie miglia
Bifrak
Luigiotto mi dai dei riferimenti dove poter acquistare il tuo libro ?
Murri e Stefanofinn perchè no, almeno mettere in risalto, non tanto il fascino o l'anima (tanto è tempo perso ), quanto piuttosto il modo diverso di approcciare la vela e il mare. Lo dico seriamente.
Sono cambiati i tempi, per cui sono discorsi antichi ?
Bè, per me (rozzo come sono) la libertà è fondamentale, per cui soprattutto per mare troppe cianfrusaglie non ci devono essere. Bottoni, bottoncini, batterie, premi qua, spegni là, ti sei ricordato di, le chiavi di qua, le chiavi di là, il guantino, la tutina, l'occhialetto, il giornaletto, .... no ragazzi preferisco rimanere un rozzo. Fuori da circuiti, fuori da giornali, fuori da mode, fuori dai rompiautocensured. La libertà e l'imperfezione sono belle e ne sono geloso.
Le fredde barche a motore con la vela da diporto con mille cianfrusaglie ci sono e sono troppe ; ma perchè allora non produrre anche barche a vela emozionanti ?
07-10-2009, 18:10
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che spettacolo!!
07-10-2009, 19:03
Vento di poppa, tangone e boma perpendicolari allo scafo, e la farfalla volaaaaaaaaaaaaaaaaa
07-10-2009, 19:21
07-10-2009, 19:37
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Il fiocco, quindi è direttamente murato sul tangone?
07-10-2009, 19:56
io avevo visto delle foto e mi sembra proprio lei
Ma certamente che è Lei (video di Rob).
Il video di Rob è superlativo
Sebastian
Ma certamente che è Lei (video di Rob).
Il video di Rob è superlativo
Sebastian
07-10-2009, 19:58
Messaggio ricevuto Luigiotto, vada per Il Frangente
07-10-2009, 20:05
Alessandro penso di aver capito spip....
Sarò palloso, ma non ci posso fare nulla:
http://www.youtube.com/watch?v=9-SDflJdsdM
Sarò palloso, ma non ci posso fare nulla:
http://www.youtube.com/watch?v=9-SDflJdsdM
07-10-2009, 20:17
:42:spettacolare!
ma quando devi fare una abbattuta con una randa simile... quante gente serve?
ma quando devi fare una abbattuta con una randa simile... quante gente serve?
07-10-2009, 20:56
Brevemente, altrimenti ci vorrebbero delle giornate per argomentare su una favola del genere e raccontare tutta la sua storia.
Shamrock V di Camper E. Nicholson (varo 14 aprile 1930)
cutter bermudiano classe J
Quel gioiellino lì ha una superficie velica di 725 mq.
Fasciame in teak su ordinate in acciaio.
Lft pari a 36,50 m
Lunghezza al galleggiamento 27,06
baglio max 6 m
dislocamento 172 tonn
zavorra 80 tonn
pescaggio 4,81 m
una ventina di winch (meglio non toccarli se non si è esperti; le loro dimensioni danno l'idea del pericolo)
boma in alluminio a sezione triangolare (che permette di regolare la curvatura della randa)
lo strallo di 45 m è rigido
ecc..... (facciamo notte per descriverla completamente)
tutto sottoposto a sforzi mostruosi
Ma l'intenzione era proprio quella: sviluppare potenza e maestosità.
Quando si vedono ai raduni non rendono per nulla l'idea della potenza di fuoco. Solo in mare e con vento (come del resto quasi tutte le barche d'epoca) dimostrano la loro schiacciante superiorità in termini di sicurezza e marinità. In porto non vanno viste, non rendono.
Difficile manovrare questo mostro, solo da veri marinai (diciamo circa 31); inoltre quando si fanno le manovre si va sottovento e ci si inzuppa di acqua.
E' inutile dire che i J class sono macchine da guerra per risalire il vento.
Infatti è la bolina che fa risaltare la grandezza di questo progetto e con qualsiasi tempo.
Che dire, non sò. Basta ho già i brividi
Bè parla il progettista:
<< L'architettura degli yacht è ancora un'ARTE, più che una scienza esatta, e tale resterà. Non può essere modernizzata dalla precisione scientifica dei matematici. Noi disegnamo e ridisegnamo, ma la velocità dipende dalle LINEE, dalla SUPERFICIE VELICA e dalla sua EFFICACIA, dal VENTO e dalla QUALITA' DELLE MANOVRE, nient'altro >> da Nicholson.
Shamrock V di Camper E. Nicholson (varo 14 aprile 1930)
cutter bermudiano classe J
Quel gioiellino lì ha una superficie velica di 725 mq.
Fasciame in teak su ordinate in acciaio.
Lft pari a 36,50 m
Lunghezza al galleggiamento 27,06
baglio max 6 m
dislocamento 172 tonn
zavorra 80 tonn
pescaggio 4,81 m
una ventina di winch (meglio non toccarli se non si è esperti; le loro dimensioni danno l'idea del pericolo)
boma in alluminio a sezione triangolare (che permette di regolare la curvatura della randa)
lo strallo di 45 m è rigido
ecc..... (facciamo notte per descriverla completamente)
tutto sottoposto a sforzi mostruosi
Ma l'intenzione era proprio quella: sviluppare potenza e maestosità.
Quando si vedono ai raduni non rendono per nulla l'idea della potenza di fuoco. Solo in mare e con vento (come del resto quasi tutte le barche d'epoca) dimostrano la loro schiacciante superiorità in termini di sicurezza e marinità. In porto non vanno viste, non rendono.
Difficile manovrare questo mostro, solo da veri marinai (diciamo circa 31); inoltre quando si fanno le manovre si va sottovento e ci si inzuppa di acqua.
E' inutile dire che i J class sono macchine da guerra per risalire il vento.
Infatti è la bolina che fa risaltare la grandezza di questo progetto e con qualsiasi tempo.
Che dire, non sò. Basta ho già i brividi
Bè parla il progettista:
<< L'architettura degli yacht è ancora un'ARTE, più che una scienza esatta, e tale resterà. Non può essere modernizzata dalla precisione scientifica dei matematici. Noi disegnamo e ridisegnamo, ma la velocità dipende dalle LINEE, dalla SUPERFICIE VELICA e dalla sua EFFICACIA, dal VENTO e dalla QUALITA' DELLE MANOVRE, nient'altro >> da Nicholson.