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Versione completa: problema stampo femmina
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Conosco i vantaggi del vuoto e dell'infusione e per questo sono interessato a questa tecnica. Nella foto vedo l'ingresso del vuoto e della resina pressappoco al centro della deriva. L'infusione credo avvenga, però, attraverso il tubicino posizionato longitudinalmente. Come hai fatto a determinare la lunghezza del tubicino e quindi le due uscite della resina rispetto l'area della deriva? Esperienza o calcolo?

E' vero che si buttano e si sporcano pennelli, guanti ecc. però bisogna dire anche che con il vuoto si utilizza molto materiale a perdere. Con questo voglio dire che l'unico vantaggio di laminare manualmente è quello economico ma i risultati estetici e prestazionali della laminazione sotto vuoto e per infusione sono imbattibili!!
Potresti,gentilmente, fare un elenco dei vari strati di tessuti vari occorrenti, la loro funzione e se non ti dispiace anche un pò di prezzi?
Grazie
Mario
Mario Falci <dice> E' vero che si buttano e si sporcano pennelli, guanti ecc. però bisogna dire anche che con il vuoto si utilizza molto materiale a perdere.
Non c’è alcun dubbio la laminazione manuale è meno complessa non richiede “macchinari”, insomma è più abbordabile se poi eseguita con perizia i risultati non assolutamente male azzarderei per piccoli particolari forse l’unica via. Inoltre una grande scuola per iniziare .
La mia accezione voleva essere sul “pasticcio” di resina fra colate , sbavature , pennelli spatole e rulli da ripulire ,come detto presenti anche nel “bagging” ,che non essendoci nella tecnica dell’infusione magari, per alcuni bilanciano il maggior costo di questa tecnica . Aggiungendo il risparmio della quantità di resina almeno 30% medio in meno stimando il costo dell’epossidica circa 25 €/Kg saranno non meno di 8 euro per ogni kg di resina (conto ad okkio)….
Per l’infusione i materiali degli strati possono essere tranquillamente ,io faccio così , carbonio o vtr poi peel ply quindi una rete plastica a maglie particolari ,il costruttore la chiama così greenmesh , infatti è verde si vede nella foto sotto il” tubo spiralato” e per ultimo ovviamente il sacco a vuoto.
Costi :
peel ply da 3,50 a 5,50 €mq
Greenmesh da 3 a 5 €/mq
Sacco per il vuoto sui 2€/mq
Nastro sigillante per chiudere il sacco un rotolo larghezza 6mm x 12metri da 6 a 7€
Spirale plastica circa 1€ al mt
Il peel ply ha funzione distaccante e rende la superficie del manufatto ruvida e perfetta per eventuali incollaggi.
Greenmesh è una rete di distribuzione della resina. Interponendosi fra il peel ply ed il sacco a vuoto evita che quest’ultimo aderisca al peel ply occludendo il passaggio dell’aria.


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Niente calcoli solo pratica ,si ci sono alcuni paletti da tenere ,sulle linee guida d’ immissone della resina ,io ne ho usata solo una ma ce ne possono essere di più , la distanza fra una l’altra è meglio che non sia più 50cm etc .Ma qui si impara solo provando /fallendo e riprovando poi … un giorno… ci si accorge che è tutto più chiaro.
Ciao Eclypse, io uso la tecnica del vuoto, ma ho intenzione al più presto di provare l'infusione, quindi ti ringrazio per i tuoi interventi!

Vedo che non usi il feltro aereatore, mentre pensavo che gli strati usati per l'infusione fossero esattamente quelli usati per il vuoto. Quindi il 'Greenmesh' è praticamente un microforato con funzioni anche di aereatore?!
Esattamente così .Me lo aveva consigliato un cantiere e una volta provato...
Prima facevo con i classici strati che hai elecato tu .
'funziona' comunque ma ,cronometro alla mano,col green la resina si diffonde prima.
Ottimo, grazie per i prezzi. Io sono a Milano, tu i materiali dove li compri? In internet vedo che è molto fornito Prochima.
Alcune domande:
A cosa serve la spirale in plastica?
La macchina per il vuoto è autocostruita? Se si potresti descriverla assieme al circuito per l'infusione.
Ciao
Mario
Avevo realizzato una macchina del vuoto molto simile a quella di eclypse, con due motori di frigo. Per oggetti piccoli va bene, ma quando la superfice da laminare supera 1-2 mq non è sufficiente ed un motore professionale ti salva il lavoro. Dopo l'acquisto della nuova pompa sono ringiovanito di 10 anni!
Smile
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da tandu
Avevo realizzato una macchina del vuoto molto simile a quella di eclypse, con due motori di frigo. Per oggetti piccoli va bene, ma quando la superfice da laminare supera 1-2 mq non è sufficiente ed un motore professionale ti salva il lavoro. Dopo l'acquisto della nuova pompa sono ringiovanito di 10 anni!
Smile

<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Tandu potresti postare dove hai comprato questa pompa professionale, il link del sito ? Grazie. Poi un altra domanda, ovviamente giusto, il discorso che per superfici piu' elevate questa non basti, ma scusate la banalita' , io ho visto foto di cantieri professionali, in cui utilizzavano piu' di una pompa per la realizzazione degli scafi, e quindi la domanda e': come realizzare eventualmente un circuito con piu' pompe e punti di infusione della resina ? Non so se mi sono capito Blush.
Eclypse, oltre che complimentarmi per i tuoi lavori veramente notevoli, ti vorrei ringraziare, ancora di piu' per la chiara, paziente e completa esposizione che stai postando, di tutto il lavoro. Sei veramente da prendere come esempio. Grazie Smile
Scusate ho dimenticato Big Grin: mi associo alla richiesta, se potete, di postare disegni o schemi di come avete realizzato la pompa artigianale. Grazie
Dopo aver perso tempo a trovare i compressori ex congelatori, più il polmone (indispensabile) anche se si può usre una vecchia bombola del gas, filtri aria altrimenti ti ritrovi la polvere nell'infusione, aggiungi tubi, parte elettrica, vacuometro raccordi e ninnoli vari, il prezzo non é molto distante, e te lo trovi direttamene a casa...
Dopo averli visti in opera preferirei per grandi superfici, due piccoli 'binati' piottosto che uno grande. La resa é migliore.

http://cgi.ebay.it/POMPA-VUOTO-POMPA-A-V...359f926fd5

E smentisco categoricamente che per 'una botta e via' si possa usare un vecchio aspirapolvere...
La pompa è della vuototecnica, la trovi pure su ebay (http://cgi.ebay.it/POMPA-PER-VUOTO-LUBRI...a4b12df38)

Molto velocemente .... un impianto del vuoto professionale potrebbe essere composto da più pompe collegate ad un serbatoio, e da quest'ultimo ripartono i vari bocchettoni, ma non sono un professionista ...
Grazie a Guest e Tandu, per i link Smile
Guest hai sicuramente ragione, ma vuoi mettere il gusto di incasinarsi la vita a farsela da soli, per dei novelli Archimede pitagorico ? Big Grin
Infatti! Io l'ho fatta da solo!
Per questo conosco i costi. (in effetti é più divertente)

Sono partito da qui:
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E poi c'ho messo del mio...
&gt;&gt; La spirale plastica serve,con le sue fessure interspirali (passami il termine)
A)sull’aspirazione distribuisce ,nel mio caso perimetralmente ,la depressione in modo che la resina venga richiamata ovunque.
B)Nell’immissione ,riempiendosi di resina, facilita il raggiungimento di zone distanti


Una Premessa subito, le macchine professionali sono un’altra cosa SEMPRE !Smile
I marchingegni artigianali ,provano ad avvicinarle spendendo meno soldi possibile e taaaanto tempo ed ingegno.
Giusto per essere sicuri di esserci capiti ,la depressione generata da una pompa per il “vuoto” commerciale ed una artigianale ,basata su compressore frigo, è sostanzialmente la stessa .
Il compress. da frigo raggiunge i -0.95 provare per credere.
La differenza la fa la portata d’aria totalmente a favore della pompa commerciale.
Quindi ,per mantenere la depressione all’interno del sacco ,la portata d’aria dovrà essere incrementata in funzione del target di lavoro . Più aumenta la depressione che vogliamo (all’interno del sacco) + la portata cresce ; + più resina dobbiamo infondere (nello stesso istante) più la portata aumenta è il caso di più linee d’alimentazione della resina aperte contemporaneamente e molto influente è anche la viscosità della resina che impieghiamo.
Con depressione di lavoro -0.55 max -0.40min ,secondo me quella necessaria, tubi d’ammissione della resina diam. 10 viscosità resina non più di 400cps a 18 °C (questo è molto importante) temperatura dell’ambiente &gt; di 16°C .
Si arriva a 1,5mq e anche parecchio oltre ,se giochiamo con più linee d’alimentazione della resina e non si aprono contemporaneamente ma in sequenza .
Altro difetto del compressore frigo “Odia” le ripartenze frequenti ecco perché ,come cercherò di spiegare, nella prossima ho realizzato un “bicilindrico anomalo”.

&gt;&gt;&gt;Guest ,senza alcuna polemica ,non ho capito dove e perché ci vogliano filtri dell’aria “altrimenti infondiamo anche la polvere insieme alla resina“ ?!
Smile
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da eclypse
Guest ,senza alcuna polemica ,non ho capito dove e perché ci vogliano filtri dell’aria “altrimenti infondiamo anche la polvere insieme alla resina“ ?!
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Ma figurati! Mi sa che con te la polemica é impossibile. Sei troppo bravo e preparato. Semmai reciproco scambio di know-how.

Non so perché, ma certe volte nel sacco e nelll'impianto di tubi vari, pur cercando di pulire tutto prima e pur lavorando in un locale per quanto possibile pulito, mi ritrovavo polvere normale o di vtr nel sacco e nei tubi.
Nella prima fase dello 'sgonfiamento' del sacco in fase di preparazione e assestamento, tutte le porcheriole anche quasi invisibili contenute nell'aria del sacco venivano 'sparate' sul pezzo, con ovvi risultati.
Quindi prima di fare il vuoto vero e proprio, eseguivo una pompata di prova del pezzo e del sacco, in modo da aspirare aria e polvere dalla zona sulla quale poi sarebbe finita la resina.

Il 'compressore alla rovescia' durante il funzionamento me l'aspirava, e non potendo valutare l'effetto di tali polveri anche sottili e abrasive, nelle parti in movimento della pompa che di solito fa girare un gas pulito in un impianto sigillato, ho preferito non rischiare e far sì che l'aria aspirata dal sacco, transitasse in un filtro.
Tutto qua.
Perfetto Guest tutto chiaro e concordoSmile
Tutto gira intorno al lovatoCSP2E (vedi foto) è un prodotto commerciale che fa da “saltarello” ossia se ci colleghiamo due motori all’accensione partirà il primo soltanto dopo lo spegnimento e successiva riaccensione partirà soltanto il secondo ne esistono di altre marche e per tutte le salse.
Ossia un relè che cambia la sequenza di accensione .
Poi c’è il vacuostato ossia uno strumento ,nel mio caso digitale Cool,ma vanno benissimo anche quelli meccanici ,sul quale si imposta il valore di depressione voluto e sarà poi lui a spegnere e/o riaccendere il nostro compressore una volta raggiunto il target impostato appunto.
Considerando che la “condicio sine qua non” che mi ero imposto era avere il valore di depressione il più costante possibile (influenza la bagnabiltà dei tessuti) e che il comprex frigo “odia” le ripartenze frequenti (semplificando prima deve raffreddare il circuito d’avviamento di cui è dotato) quando cala la depressione (svariati motivi magari ne parliamo più avanti) non ripartirà il compressore (grazie al ” saltarello” ) che ha portato il “vuoto” fino a quel momento, ma l’altro bello “fresco e riposato” che non avrà problemi a ripartire.
Nell’altra foto si vedono i filtri separatori olio/aria che recuperano ,nei due contenitori sottostanti, l’olio che invariabilmente emettono sull’uscita dell’aria i due compressori .Olio che reimmetteremo nei compressori collegando un tubetto da un lato su una delle linee d’aspirazione e dall’altro pescando nei contenitori . Sopra i contenitori si vede una spugnetta ,nel mio caso quella dei filtri degli acquari, che evita l’inquinamento da polvere o altro dell’olio accumulatosi nei contenitori in questione .
Nell’ultima foto la trappola per la resina ,va in serie al tubo/linea di presa del vuoto evita che la resina in eccesso venga pompata nel polmone dei compressori. Anche questa artigianale due raccordi per l’aria saldati a stagno sul tappo di un barattolo per Sali “brioschi” .
Lo so quella professionale è più bella e tiene bene il peso dei tubi grazie al suo peso ma costa un botto .

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Già sali spero vi aiutino a digerirmi a volte non mi capisco neanche da soloBig Grin
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<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da eclypse
Mario Falci &lt;dice&gt;
......
Per l’infusione i materiali degli strati possono essere tranquillamente ,io faccio così , carbonio o vtr poi peel ply quindi una rete plastica a maglie particolari ,il costruttore la chiama così greenmesh , infatti è verde si vede nella foto sotto il” tubo spiralato” e per ultimo ovviamente il sacco a vuoto.
Costi :
peel ply da 3,50 a 5,50 €mq
Greenmesh da 3 a 5 €/mq
Sacco per il vuoto sui 2€/mq
Nastro sigillante per chiudere il sacco un rotolo larghezza 6mm x 12metri da 6 a 7€
Spirale plastica circa 1€ al mt
Il peel ply ha funzione distaccante e rende la superficie del manufatto ruvida e perfetta per eventuali incollaggi.
Greenmesh è una rete di distribuzione della resina. Interponendosi fra il peel ply ed il sacco a vuoto evita che quest’ultimo aderisca al peel ply occludendo il passaggio dell’aria.

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scusa eclypse ti chiederei una conferma per vedere se ho capito; la seguenza dei vari strati sarebbe:
- stampo maschio
- carbonio in più strati appoggiato direttamente allo stampo
- strato di peel-ply
- strato di greenmesh, per distribuire la resina
- sacco a vuoto
La resina entra nel centro del pezzo, distribuita dalla spirale, e viene richiamata verso il perimetro esterno dall'altra spirale.
Le sue spirali stanno tra greenmesh e sacco?
Durante l'infusione, qual'è la sequenza, prima si leva tutta l'aria e poi si inizia a immettere la resina continuando ad aspirare per farla diffondere?
la sequenza ,approssimando per 'strati' di carbonio (sul quanti e come bisognerà tornarci sopra), è corretta.
Si collegano i tubi resina e depressione al sacco del vuoto ma il tubo della resina deve essere chiuso ,io come molti, uso una pinza a scatto per 'strizzare' il tubo della resina .
A questo punto si accende il compressore ,sarebbe meglio chiamarlo depressoreSmile, quando la depressione ha raggiunto il valore voluto,intorno a -0.5 , il compressore si spengerà e noi annoteremo il valore effettivo indicato sul vacuostato/vacuometro .Questo valore a ,compressore spento, dovrà essere mantenuto per almeno 10min senza variazioni significative .In questa fase il sacco e il sigillante si assestano e noi dobbiamo essere sicuri che il vuoto rimanga cosante. Ricordo ancora che il processo ,una volta avviato, non è arrestabile pena tutto a putt..ne .
Ecco perchè 10min di test sulla effettiva sigillatura del tutto è indispensabile.Se c'è una perdita va individuata e chiusa col nastro sigillante .Per trovarla esistono degli sniffer ,microfoni direzionali che amflificano e rendono udibili i sibilii prodotti dal passaggio dell'aria nel sacco .Poichè costicchiano ,in molti usano lo stetoscopio sai quello che usano i medici per auscultare il cuore etc.. Smile.Adesso siamo sicuri che il vuoto è costane.Allora apriamo il tubo d'ammissione della resina (facendo scattare la pinza prima applicata)i tessuti applicati geernmesh e/o peel ply impregnandosi scuriranno indicandoci dove è arrivata la resina.
Specialmente le prime volte è emozionante vedere il coronamento di un sacco d'ore di lavoroWink.Quando tutto sarà infuso chiudiamo nell'ordine il tubo della resina e quello dell'aria ,io li piego su loro stessi un paio di volte e con una fascetta a strappo di plastica tipo colson ,okkio nel fare questo,a non lacerare il sacco se no le bestemmie non saranno mai abbastanza Smile.Spengo il comprex recido i tubi aria e resina a monte delle fascette e aspetto almeno 24h prima di togliere il sacco
per fare il sacco a vuoto cosa si usa, ne esistono già pronti o si realizza con un foglio piegandolo e sigillando con nastro lungo i bordi?
immagino che i buchetti e il collegamento ai tubi ingresso-uscita vadano fatti in un certo modo.
Dicevi di quanti strati di carbonio si usano, in effetti con una fibra così resistente forse è facile metterne più del necessario. Probabilmente con il carbonio/kevlar sarebbe conveniente adottare pareti/strutture a sandwich per sfruttare l'elevata resistenza alla trazione delle fibre. Insomma come nel cemento armato in cui i ferri si mettono sulle facce esterne e il calcestruzzo (poco resistente) a fare spessore per aumentare l'inezia della sezione.
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