I Forum di Amici della Vela

Versione completa: fiume con barra frangente: voi come fate?
Al momento stai visualizzando i contenuti in una versione ridotta. Visualizza la versione completa e formattata.
Pagine: 1 2 3
Oggi sono uscito dall'Arno col mio comet 850, mare lungo da libeccio, onda sul metro d'altezza non frangente, grecale sui 15 Kn, di bolina non siamo quasi mai scesi sotto i 6 Kn, bello. Marea alta. Al rientro, dopo circa 5 ore, sorpresa! Il mare davanti all'Arno era decisamente montato e formava una barra frangente visibile da mezzo miglio subito all'interno della foce, dove c'è anche un fondale appena sui 3 metri. Ho girato un pò lì fuori per capire la situazione e indeciso se andare a Livorno o tentare l'entrata. La barra, vista dal mare, non riuscivo a valutarla bene, non ho una grande esperienza. Alla fine ho tentato l'entrata: chiuso il tambuccio, legato me e il mio amico (al quale sto insegnando i rudimenti della vela), tutto rizzato, ammainato le vele e preparato un secchio assicurato ad un cima lunga e robusta (non ho la spera e volevo rallentare la barca sul surf). Nel punto 'X' abbiamo surfato un discreto tot prima che il secchio rallentasse la barca e la mantenesse con la poppa all'onda, alla fine ha funzionato tutto bene, il frangente era sul 1,5 metro, non ci siamo neanche bagnati.
Nel dubbio sul come affrontare la cosa, non sono un velista esperto e non mi era ancora capitato, ho adottato tutte le misure che mi venivano in mente dalle varie letture tecniche, forse ho anche sopravvalutato la cosa, perchè è andato tutto liscio ma, come si dice a Viareggio: è meglio avé paura che toccànne!
Voi che tecniche adottate per superare le barre dei fiumi o simili? Forse ho esagerato?
BV
Alla foce in certe condizioni non sarei certo del fondo esistente anche perchè una forte corrente dal fiume può causare la formazione di accumuli sul fondo che in uscita non esistevano perciò cambierei aria.

Maurizio
Non mi è mai capitato di vivere un episodio simile però mi viene da dire che tu oggi hai insegnato al tuo amico qualche cosa di più dei rudimenti di vela.
a Fiumara è quasi la normalità con mare da sudovest, io mi ci sono trovato 2 volte ed entrambe le volte sono entrato a vela di bolina cercando di sbandare la barca il più possibile, però io pesco 1.20 e nel punto più basso in genere non si scende sotto i 2 metri. comunque una bruttissima sensazione entrambe le volte di poca, pochissima gestione della situazione.
a questo punto aspetto di sentire gli esperti di fiumara... giove klaus ecc ecc
A Lignano il canale di uscita è segnalato con bricole e diretto per 170° circa.
All'altezza dell'ultima bricola, più propriamente l'ultima è una Dama, c'è la barra e il fondale è sui 3 m con mediomare, con basse forti capita di toccare (pesco 2,3 m).
Quando ci sono forti libecciate le onde che arrivano, aumentate dal fetch praticamente da Ancona, trovano il fondo che passa dai 15 m della boa foranea ai 3 m della barra, si impennano e frangono.
Il frangente prosegue per qualche centinaio di metri finchè il fondale non passa ai 4,5-5 m.
Mi è capitato di partire la mattina da Lussino con una bella libecciata tutta al giardinetto e arrivare a Lignano prima di notte (90 nm!) con tre mani alla randa e mezzo avvolgibile (c'erano ancora 35 knt).
Il frangente era veramente bestiale ma, ero stanco morto per essere stato tutto il giorno al timone (il vecchio autopilota non teneva in quelle condizioni ed ero solo con la moglie).
Ho considerato che non era ora di bassa marea e che il libeccio fà tappo e tiene su la marea in alto Adriatico.
Ho preso il coraggio a due mani, acceso il motore, mollato tutto il genoa e, attesa l'ultima onda di poppa, imballato il motore e via...un centinaio di metri di surf sulla stessa onda, superato il frangente e ridisceso dall'onda nella calma!
Confesso...non ho mai avuto così tanta paura!
Big GrinBig GrinBig Grin
un amico di marina di pisa mi raccontava che l'arno in quelle condizioni nn è per niente da sottovalutare.
passando però alla tua esperienza superata con perizia e un poco di c.lo
aggiungerei questo:
il secchio è di plastica e il manico di solito è assai leggero,ergo
sotto carico potrebbe cedere;moto meglio una bella cima filata
e rizzata sulle due bitte di poppa eo su winch a formare un omega.
più è grossa e lunga più fà freno.meglio abbondare.
personalmente tengo a bordo per l'evenienze
tre cime da 30 mt cadauna più una da 5060mt di diametro inferiore.

(sempre sgraaat!!!)
Sono un po' di anni che non frequento piu' foce d'Arno ma mi sembra di ricordare che la situazione da te descritta sia abbastanza frequente, motivo per la quale si passava in entrata ed uscita dall'apertura tra i frangiflutti sulla sx arrivando dal mare proprio per evitare la barra molto pericolosa. Non ci sono piu' i frangiflutti ed il passaggio?
secondo me la differenza fondamentale è 'si conosce una entrata' oppure no, se il porto/fiume è sconosciuto e c'è un qualsiasi dubbio sull'entrata in condizioni cattive, c'è la barra oppure no ? c'è fondo oppure no ? viene dragato regolarmente oppure no ? no no no no

se uno conosce è un altro discorso, ma la quantità di barche affondate negli estuari è tale che andare a prenderer dei rischi...
A Fiumara 10 anni fa ho visto una barca intraversarsi di brutto tentando di uscire, ma essendo in uscita è potuta rientrare senza danni.
A me è capitato di arrivare davanti a fiumara verso il tramonto, dopo 13 ore di navigazione impegnativa, e trovare onde di 4 metri e una barra che faceva paura. Dopo un po' di riflessione, e qualche telefonata ad amici a terra, ho deciso di non rischiare (con onde di 4 metri le conseguenze di un'intraversata sarebbero state pesanti) e sono entrato a Fiumicino.
Devo dire che anche l'entrata nel canale di Fiumicino in surfata sull'onda ha procurato non poca apprensione.
A Fiumara in genere si riesce ad entrare, cercando di cavalcare l'onda e sbandando il più possibile la barca con le vele (come dice giustamente federico), ma dipende sempre da quanta barra c'è oltre che dal pescaggio. In ogni caso io non rallenterei la barca, ma ovviamente parlo per me e per la mia barca.
ci sono due possibilita sulla bocca dell'arno in quelle situazioni, una entrare dalla bocca laterale facendo un giro largo x evitare la secca dietro la punta degli scolgli puntare verso la spiaggia e risalire vicino agli scogli la seconda quando è veramente grosso andare a livorno.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da fabiseb
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Coriandolo
. In ogni caso io non rallenterei la barca, ma ovviamente parlo per me e per la mia barca.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Ecco, premetto che non ho nessuna pratica di queste situazioni, da quando un mio amico ha fatto naufragio entrando a Lavagna tanti anni fa mi sono sempre rifiutato di tenere la barca in porti con ingressi bassi e sabbiosi, voglio poter rientrare in porto, se possibile, con qualsiasi condizione, ( possibilmente il mio porto, ma anche uno vicino in emergenza ) . Ho conosciuto persone che hanno fatto bordi piatti al largo 12 ore, tuttta una notte, ad aspettare le condizioni buone per rientrare... Le foci dei fiumi non mi fanno paura, di più, terrore !

Dopo questa premessa, e sottolineando che non ho esperienza e che ho sempre cercato di evitare queste situazioni, avevo letto da qualche parte che la barca deve essere il più veloce possibile in questi frangenti, non va frenata.... che mi dice chi invece, costretto ad ormeggiare nei fiumi, di queste situazioni è pratico ?
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

per come la vedo io:
se la velocità della barca è pari o superiore all'onda allora via;
dentro di velocità.
se è più lenta è necessari tenere al barca in linea per evitare il rischio di intraversamento e probabile conseguente coricamento
che in presenza di alta frequenza ondosa significa nn raddrizzarsi più.
ecco allora il secchio,le cime e quanto sia adatto alla bisogna.

(sbaglio qualcosa?)
E' un pò diverso, ma il problema della barra a Viareggio esiste eccome, io preferisco andare a La Spezia. In generale quando si dice che ci sono 3m di fondo diventano 2 con un metro d'onda e con una barca che pesca un 1,70, io non rischio.Quando ero a Castiglione della Pescaia,(sul fiume Bruna) ho visto affondare un soling e spiaggiare un barcone tedesco.brrrr, meglio non provaci.
Bè a Castiglione,
anche con condizioni meteo normali si rischia di fare la sabbiatura all'esteremità del bulbo a grattisse...
pescando 1,70 abbiamo grattato più volte Smiley39

Per uscire il gg seguente abbiamo dovuto sbandare la barca quel tanto che basta (tutti da un lato) per non grattare.
BV
il problema che se le cose vanno male, tra corrente che esce e mare che entra.....non si riesce a stare a galla.....esperimenti io non ne farei.....negli anni 70-80 a Fiumara ci si piantava sulla barra altro che scherzi.....durante gli invernali ne vedevi di numeri fatti da scafi grandi.....noi con il piviere 660 si pescava poco (ma a traina moltoWink)....e le surfatine erano quasi sicure.....e sul quel 'quasi' Gianni, il mio Maestro Zen, quando finiva la surfata diceva.....anche stavolta siamo entratiWink
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da fabiseb
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da andros


per come la vedo io:
se la velocità della barca è pari o superiore all'onda allora via;
dentro di velocità.
se è più lenta è necessari tenere al barca in linea per evitare il rischio di intraversamento e probabile conseguente coricamento
che in presenza di alta frequenza ondosa significa nn raddrizzarsi più.
ecco allora il secchio,le cime e quanto sia adatto alla bisogna.

(sbaglio qualcosa?)
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Mi sembra giusto come ragionamento, terrò presente alla bisogna
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

nn mi prendo nessuna responsabilità nèee!?Big GrinBig Grin
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da Thembi
il problema che se le cose vanno male, tra corrente che esce e mare che entra.....non si riesce a stare a galla.....esperimenti io non ne farei.....negli anni 70-80 a Fiumara ci si piantava sulla barra altro che scherzi.....durante gli invernali ne vedevi di numeri fatti da scafi grandi.....noi con il piviere 660 si pescava poco (ma a traina moltoWink)....e le surfatine erano quasi sicure.....e sul quel 'quasi' Gianni, il mio Maestro Zen, quando finiva la surfata diceva.....anche stavolta siamo entratiWink
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Da dire come si potrebbe fare a farlo,c'è ancora posto...42
A CDP si entra a sfiorare il molo di destra (2/3 di distanza) e ci sono fino a 2,30 m di fondo fatto dai pescherecci ogni giorno poi al faro verde si va nel mezzo. Appena ti sposti di pochissimo all'ingresso il fondale sale anche fino ad un metro.
Esperienza di anni a Fiumara grande(Fiumicino): il problema se correre o rallentare secondo me e' mal posto: siamo sicuri di esser capaci di prendere la cresta d'onda e saper mantenere la velocita' necessaria a restarci sopra, magari surfando col timone che nella schiuma governa poco?
A Fiumara , come immagino negli altri porti canale, il richio e' piu' grave entrando, con l'onda di poppa, che non uscendo.
Ma il rischio non e' solo quello di essere traversati e coricati dall'onda, quanto quello di piantarsi violentemente con la chiglia.
La valutazione da fare e' in relazione prevalentemente al proprio pescaggio e alla esatta conoscenza del fondale.
Con un fondo di 3-3,5 mt e un pescaggio di oltre 1,8 piu' di una volta ho preferito rinunciare all'ingresso e dirigermi altrove : o a Fiumicino paese (dove comunque la relativa strettezza del fiume non consente di zigzagare piu' di tanto) o a Civitavecchia. Lo so che e' lontano, che poi si pone il problema di tornare a casa etc, ma , parafrasando un vecchio proverbio, meglio perder tempo prima che piangere dopo.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da fabiseb
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da andros
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da fabiseb
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da andros


per come la vedo io:
se la velocità della barca è pari o superiore all'onda allora via;
dentro di velocità.
se è più lenta è necessari tenere al barca in linea per evitare il rischio di intraversamento e probabile conseguente coricamento
che in presenza di alta frequenza ondosa significa nn raddrizzarsi più.
ecco allora il secchio,le cime e quanto sia adatto alla bisogna.

(sbaglio qualcosa?)
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

Mi sembra giusto come ragionamento, terrò presente alla bisogna
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

nn mi prendo nessuna responsabilità nèee!?Big GrinBig Grin
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

No, no, se affogo ti aspetto dall'altra parte e quando arrivi voglio un risarcimento a base di gnocco fritto TongueBig Grin
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]

per il gnocco fritto c'è mica bisogno di tutta stà manfrina...Big Grin
La mia esperienza velica e' abbastanza limitata ma, essendo anche io in una specie di portocanale, qualcosa ho imparato, anche vedendo cosa fanno le barche dei pescatori (che dalla loro hanno anni di esperienza sulla pelle).
Per quanto riguarda la velocita' della barca, essa deve essere (secondo me) la piu' bassa possibile (l'ho visto fare ai pescatori con le loro barche)per dare modo all'onda di passare senza che la velocita' della barca sommata a quella impressa dall'onda stessa la intraversi (la barca): infatti e' proaticamente impossibile riuscire a rimanere esattamente dritti. Peraltro, la tecnica utilizzata dai motoscafi di posizionarsi subito dopo un'onda ed entrare mantenendo l'onda stessa (dietro la cresta) non e' possibile per le barche a vela, tenuto conto che un'onda di un metro ha gia' una velocita' superiore a quella che il motore di una barca a vela puo' permettere, ne' parliamo di un windsurf lanciato in planata.
Alla minima velocita' possibile, l'ancora galleggiante filata a poppa, dovrebbe permettere un buon controllo.

Sul fatto di toccare con la chiglia poco posso dire (io ho la deriva mobile) se non quanto si legge dappertutto e cioe' che il cavo dell'onda e' in genere molto piu' basso del livello medio in condizioni calme.

BV
Pagine: 1 2 3
URL di riferimento