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Versione completa: sistema automatico per tormentina
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E' da tempo che penso di trovare un metodo per aprire facilmente, da solo e dal pozzetto una vela da cattivo tempo. Pensavo ad una tormentina o una trinchetta già ingarrocciata e pronta per essere issata e allo stralletto che sta parallelo all'albero a riposo. L'idea è mutuata da un circuito che serve per aprire uno spinnaker velocemente.
1)la drizza passa da un bozzello singolo alla base dell'albero, dal bozzello doppio e torna verso poppa annodato ad un paranco a più vie.
Questo paranco è fissato alla base dell'albero ed è strozzato nei pressi del pozzetto.
2)Lo stralletto in acciaio è fissato in alto all'albero. In basso prosegue annodato ad una cima che passa per un bozzello fissato alla coperta, quindi al bozzello doppio centrale e rimandato al golfare in coperta.
Metto le foto che sono sicuramente più esplicative.

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Così come è disegnata tu vorresti mettere lo strallo in tensione con un paranco 4 vie, non ti sembra un po poco per cazzare uno strallo di trinchetta? di che barca stiamo parlando?
I due bozzelli contrapposti si annullano e il paranco deve tenere sia la drizza che la mura e mettere in tensione lo strallo, il sistema per lo spi funziona perche deve solo tenere penna e mura di una vela non inferita.
<blockquote id='quote][size='1' face='Verdana,Arial,Helveti' id='quote]Citazione:<hr height='1' noshade id='quote]Messaggio inserito da zankipal
Così come è disegnata tu vorresti mettere lo strallo in tensione con un paranco 4 vie, non ti sembra un po poco per cazzare uno strallo di trinchetta? di che barca stiamo parlando?
I due bozzelli contrapposti si annullano e il paranco deve tenere sia la drizza che la mura e mettere in tensione lo strallo, il sistema per lo spi funziona perche deve solo tenere penna e mura di una vela non inferita.
<hr height='1' noshade id='quote]</blockquote id='quote][color='quote]
Della mia, un folkboat di 7.2m. Trinchetta da 6mq , tormentina da 4mq. lunghezza strallo circa 4.5m. Se è insufficiente potrei aumentare le vie del paranchetto. La tua osservazione comunque è giusta, vorrei capire se può funzionare e se è sbagliata o insufficiente e quale aggiustamenti o alternative si possono proporre.
Mario
In teoria e in banchina potrebbe anche funzionare Wink
Il circuito lo vedo più complicato durante la navigazione considerando che verrebbe armato e gestito in condizioni particolarmente difficili (specie se navighi da solo).
Se si incattivisce qualcosa sono poi dolori.
Avrei qualche dubbio sul fatto che riuscirai cazzare a ferro lo strallo attraverso un circuito unico.
Ma anche ammesso che ci si possa riuscire attraverso un sistema di paranchi, poi ti ritroveresti la stessa tensione applicata allo stallo e alla drizza con un (sovra)carico sull’inferitura e sul circuito della stessa drizza (bozzello o puleggia in TA, rinvii, ecc. ). A questo punto forse ti converrebbe pensare ad una vela autoportante che ti offre il vantaggio di eliminare lo stralletto.

Se hai già lo stralletto opterei invece per il sistema tradizionale anche se hai due cime da maneggiare anziché una (ossia quella del paranco tendistrallo e la drizza).

1. Prepari il circuito e leghi la vela con il filo di lana della nonna affinché non si apra.

2. Quando arriva il momento metti in forza il parco tesando a ferro lo stralletto (eventualmente controventato dalle volanti) senza la vela che ostacola la manovra e sbatte da tutte le parti.

3. Poi cazzi la drizza e la vela si apre rompendo il filo di lana. In questo modo restano indipendenti strallo e drizza con possibilità di regolare quest'ultima smagrendo o ingrassando la vela al variare delle condizioni.

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Effettivamente se non funziona il sistema postato da me non rimane che separare in due fasi la manovra: prima cazzare lo stralletto, poi issare la vela. Comunque le tue osservazioni sono giuste e confermano i miei dubbi: avrei avuto una drizza super sollecitata.

Approfitto per una domanda: le mie vele per tempo cattivo sono originali ed in cotone. Hanno una inferitura con cucito un trefolo d'acciaio. Avevo pensato, per questo motivo, a vele autoportanti ma non mi spiego la presenza dei garrocci che non lasciano dubbi sul fatto che la vela va ingarrocciata ad un strallo.
Grazie
Mario
Può darsi che siano nate autoportanti e sono stati aggiunti i garrocci in un secondo momento, o viceversa.
Può anche essere che siano nate proprio così perché le vele da cattivo tempo devono poter essere utilizzate in qualsiasi condizione, anche con armi di fortuna.
Quindi:
- impiego principale ingarrocciata sullo strallo o sullo stralletto
- impiego di fortuna come vela autoportante (nell'ipotesi in cui lo stallo non possa essere usato).

Le mie vele di prua da cattivo tempo (trinca e tormentina) sono nate autoportanti (con cima da 6 mm di kevlar cucita nell’inferitura) perché vanno in tensione tramite la drizza del fiocco 2 (non avendo, sull’albero, l’attacco per lo stralletto).
Il sistema è però abbastanza complicato da usare in navigazione in condizioni difficili oltre a sollecitare enormemente la puleggia della drizza.
Alla prima occasione che avrò di disalberare (ovviamente per manutenzione...Wink) cercherò di trovare il sistema di creare un attacco per lo stralletto che vorrei realizzare in tessile. A quel punto farò aggiungere i garrocci alle vele (pur rimanendo autoportanti in ossequio al principio della ridondanza Big Grin).
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